Instagram

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Uno scatto che ci mostra come la dimensione noumenica della rappresentazione di sé sia strettamente legata alla ricerca della felicità individuale. Notare anche che l'altra confezione è scaduta.
« Instagram, perché la fotografia era una cosa troppo seria. »
(Il motto di Instagram)
« La bellezza è tutta intorno a noi! »
(Utente di Instagram spiega perché abbia fotografato una lumaca morta in mezzo a una strada)

Instagram è quella diabolica invenzione che ha convinto orde di hipster di tutto il mondo di essere dei grandi fotografi. Instagram permette principalmente di fotografare piadine, piatti di plastica con del ketchup mischiato con la maionese, foto di una coppia che si slingua, il proprio gatto mentre esegue a fil di lingua un affondo alle proprie parti intime, una penna su un foglio, donando la certezza che questi soggetti assumano la valenza di "arte" per via del filtro "cornice", "invecchiato" e "sfocatura".

Instagram ha importanti proprietà cinetiche: difatti come dice una legge di Einstein la velocità del tempo su Instagram è moltiplicata per 10 rispetto alla norma, se passi 50 minuti sull'app ti sembreranno 5.

Storia

Le tre menti geniali dietro Instagram:
Mark Zuckerberg (in Normal mode)
Kevin Systrom (col Yellow-Colored Filter)
Mike Krieger (col Brown-Colored Filter)

Instagram è nato da una start-up chiamata Burbn. Siccome quel nome sembrava più che altro il suono di un rutto, il comitato Hipster per la salvaguardia del vecchiume decise di chiamarlo "Instagram". La prima immagine caricata è stata una classico della storia dell'arte: un mozzicone di sigaretta fumante sopra a un tombino con vicino un piccione. Per onorare questa semi-divinità fatta foto, tutti gli utenti ne hanno scattato almeno una uguale identica, fotografando passeri mezzi stecchiti o le proprie suocere in mancanza di altri volatili. Dopotutto si sa che Instagram stimola la fantasia[citazione necessaria] e la quotidiana regolarità intestinale.

Da quel momento, qualunque oggetto emettesse radiazione luminosa nello spettro visibile diventò un potenziale scatto, dagli amanti fedifraghi colti in flagrante, fino a un bel piatto di pasta aglio, olio ed elio. Di conseguenza, le regole del bon ton si sono dovute aggiornare per restare al passo coi tempi: non utilizzare Instagram per condividere con tutti i propri amici la pietanza che dovrà essere consumata è maleducazione al pari di bere con il mignolo alzato.

Nel gennaio 2013 Instagram ha cambiato i Termini del Servizio per migliorare l'esperienza dell'utente, ossia sputtanarlo usando qualunque immagine ivi caricata a scopo commerciale. Se doveste trovare la vostra foto su brutti.com, ve la siete cercata.

Le radici culturali del fenomeno

Instagram, anche se può sembrare una minchiata dei nostri tempi, è solo l'espressione di una tendenza esistente fin dai tempi più antichi e che fino a poco tempo fa era smorzata dal fatto che si doveva essere almeno bravi a disegnare. Adesso invece basta avere un padre ricco e il lacrimone facile per ottenere subito un iPhone. Tutto iniziò quando il primo hipster primitivo[1] decise di rappresentare il suo pranzo sulle pareti della sua caverna. La tendenza al vivere social si smorzò solo nel Medioevo, perché i secoli erano talmente bui che non si riusciva a fare nemmeno una foto decente. Anche perché il flash all'epoca si faceva appiccando il fuoco al soggetto da fotografare.

Le cose cambiarono con l'avvento della fotografia all'inizio della fine della seconda metà dell'800, ma fortunatamente in un primo momento essa fu a disposizione solo dei veri fotografi, i quali al massimo potevano spacciare foto mezze bruciate dagli acidi di sviluppo come prodigiosi risultati dei filtri da loro applicati. Ben presto però le macchinette iniziarono a diventare sempre più alla portata di tutti, tuttavia all'inizio le conseguenze sociali furono abbastanza contenute: anche se in possesso di una macchina fotografica, un pre-Instagrammiano non poteva condividere i suoi capolavori fotografici[citazione necessaria], se non con le poche e sfortunate persone che si trovavano intorno a lui[2]. Le vere e terribili conseguenze che tutti noi conosciamo arrivarono con l'avvento di internet, che permise a chiunque possedesse un personal computer di caricare, con la sua pachidermica connessione a 8 Kilobyte al secondo, tutte le sue interessantissime[citazione necessaria] foto. Questi nuovi utenti si divisero in due gruppi: chi caricò le prime immagini porno su internet e chi invece iniziò a caricare foto di gatti, animali spiaccicati per strada, cibo e mobili creati con Paint your life, tutte con applicate i filtri più deleteri e nocivi per la retina oculare. La cosa raggiunse l'apice nel modo che tutti noi conosciamo con l'avvento degli smartphone come l'iPhone, la serie Galaxy della Samsung o il nuovo modello a pedali dell'Alcatel.

Utilizzatori Principali

Un utente di Instagram colto sul fatto. Notare il piacere quasi erotico nei suoi occhi causato dai like dei suoi amici.

Gli utilizzatori di Instagram sono generalmente persone che pur potendosi permettere una Nikon o una Canon, preferiscono picchiettare il loro touch screen e applicare l'effetto "Oh mio Dio questo lampione è me-ra-vi-glio-so".

Tipico gruppo di ragazzi o ragazze mentre stalkerano felicemente la gente su Instagram.

Se è una teenager qualsiasi, la si riconosce perché ha 5 shortcut di questa app e perché ha sempre il cellulare in mano. Tra i suoi usi più comuni ci sono: lavarsi i denti, fissare l'uranio, propagare onde-fascio, scattarsi foto, e pubblicarle su Instakil.[3] Il periodo di pubblicazione è pressoché casuale, ma sopratutto si concentra il sabato in quanto in questo giorno esce con le sue amiche.
Il numero di foto presenti sul profilo di un'utente media è circa 941. Analizzandole attentamente, è possibile trovare degli archetipi quali foto in bagno del vicino di casa, foto tagliate inclinate a 72°, foto con sorrisi talmente forzati neanche fosse la chirurgia plastica, foto in cui provano a sembrare intelligenti, foto col telefono in faccia per evitare malfunzionamenti sia hardware che software, foto fatte da un "fotografo" neanche fossero modelle, foto in cui non guardano l'obiettivo neanche se stanno giocando a Risiko, foto con le compagne di lavoro e foto adatte solo ad un pubblico adulto quando è in un momento di crisi. Ovviamente ognuna di queste è accompagnata dalla classica frase poetica che rispetta la seguente proporzione:

Il suo profilo riporta dati del tutto fasulli per accalappiare più truzzi possibile, con tanto di capoluogo, coordinate e messaggi di fumo per la città in cui vivono. Appena la ragazza in questione pubblica finalmente una foto (dopo 30 minuti spesi a colorarsi al meglio i lombari con i filtri) inizia il momento di ansia. Se entro una determinata ora quella foto non raggiunge un numero prefissato di like, allora il soggetto inizia a sudare e starnutire, ed entra in uno stato di depressione totale con conseguente aumento di anidride solforosa che la potrebbe portare in rarissime situazioni anche a violentare la prima figura maschile che incontra per sfogarsi. Normalmente invece, basta solamente pubblicare una foto che usufruisca a pieno delle sue competenze lavorative. Nel 99% dei casi, la ragazza raggiungerà l'obiettivo con quest'ultima mossa, dopo aver ovviamente eliminato la precedente foto perché indegna. L'autostima del soggetto può anche aumentare tramite commenti del tipo "Bellissimissima ma quanto sei bella?" a cui risponderà con degli epiteti formulaici per apparire falsamente modesta, quali "E tu parli? Parli te? Ma ti sei vista?" o robe del genere. È bene sottolineare che tutte quante le utenti femmine presentano questo comportamento particolare, non solo le famigerate truzze . Per fortuna non tutte hanno instagram: solo il 96,12% della popolazione mondiale. Il restante 3,88% probabilmente è formato da ragazze che sono tali solo in apparenza.

Casi clinici particolari

  • Il nostalgico: probabilmente è convinto che la fotografia si sia fermata ai ritratti dei pittori rinascimentali. Infatti inserisce sistematicamente i suoi amatissimi filtri: seppia, invecchiato e bianco e nero; spesso tutti e tre messi insieme, per tentare di riesumare Joseph Nièpce, inventore della fotografia. E poi si sa che l'uomo maturo tira.
  • Il criptico: convinto che abbia pensato solo lui a fotografare una foglia per terra esaltandone i colori col relativo filtro, si diletta a fotografare piccoli oggetti spendendo miliardi di caratteri in didascalie che non leggerà mai nessuno. Costui è il fighetto pseudo-alternativo mantenuto da mamma e papà, che ti viene a fare il predicozzo di quanto sia difficile la vita e di quanto possa essere figo fare tutto lo spleen di questo mondo. La sua battuta classica è: Mamma mia comme stohh!
  • La piadina umana: che sia al ristorante di lusso, che sia alla trattoria di "Don Ciccio pasticcio bontà e capriccio", deve farti sapere quello che sta mangiando. Molto spesso crea gallerie dagli antipasti al dolce, applicando un filtro sfocatura che fa tanto figo e che non disturba nessuno nella digestione. Chi risponde alla descrizione di questo soggetto è il tamarro che ha scoperto Instagram e che deve mostrare a tutti che può permettersi di mangiare fuori "la robba di lusso".
Caravaggio, uno delle prime piadine umane, ci ha lasciato rappresentata la sua merenda a base di frutta.
  • Il fotomane: esemplare della famiglia bimbinikide, genere clic. Scatta foto a tutto. TUTTO. Principalmente grandangoli della sua faccia, generalmente accanto ad altri simili dallo sguardo vispo (di solito i secondi vengono 15 euro al chilo). Applica 40 filtri diversi alle foto col solo scopo di distorcere la realtà, facendola assomigliare ad un quadro di Dalì. Accompagna poi il tutto con didascalie composte da interminabili sequenze di hashtag, spesso scritti tuttiattaccati o indicanti cose che non c'entrano un cane col soggetto della foto, tipo #smile&friends su una foto di una squillo in tangenziale o #giovaninonostantetutto sul Napolitano che fa il discorso di inizio del suo secondo mandato.
  • Il fotografo mancato: categoria che comprende tutti quelli che hanno dovuto rinunciare alla loro promettente[citazione necessaria] carriera fotografica a causa di un nefasto evento passato: la mamma voleva diventasse portinaio, ma un meteorite centrò in pieno la sua Nikon nuova... Codesti soggetti sono gli unici a comprare obiettivi fotografici per iPad per supplire alla mancanza di attrezzature adeguate, col risultato di convertire il proprio tablet in un lanciamissili Javelin. Si aggirano come stalker per parchi e giardini, appostandosi su escrementi canini per ore, in attesa come un cecchino. Di cosa non è dato saperlo ai comuni plebei ignoranti della vera arte, e nemmeno a lui: non di rado il fotografo mancato scatta la prima cosa che vede tornando a casa, per poi aggiungergli didascalie pseudo-filosofiche a proposito della "decadenza della civiltà occidentale che sperpera risorse distruggendo Madre Natura", con applicato un filtro "bianco e nero". Sulla foto di un cestino pieno.
  • Il daltonico: per identificare questa categoria ricorreremo ad una convincente teoria scientifica: se 100 scimmie per 100 anni lavorassero su 100 macchine da scrivere riuscirebbero a comporre un sonetto di Shakespeare, il cosiddetto Teorema della scimmia instancabile. Allo stesso modo se 100 daltonici lavorassero per 100 anni su 100 computer con i filtri di Instagram, riuscirebbero a comporre un'immagine decente. Il daltonico è riconoscibile dagli autoscatti filtrati con un giallo ittero; crederanno di aver applicato l'effetto anticato alle loro opere, finendo per pubblicare la foto di un pomodoro tonalità verde Hulk. Derisi dall'utenza, verranno assunti nelle tintorie per separare i bianchi dai colorati.
  • La modella dei poveri: si tratta di una variante della fotomane (vedi sopra), che tuttavia scatta foto principalmente a sé stessa, in cui è (s)vestita di abiti sempre nuovi i cui colori farebbero invidia a Giovanni Muciaccia e che enfatizzano i suoi attributi femminili e il suo fisico da urlo di Munch. Immancabili sono le frasi poetiche, tratte nel migliore dei casi da Grey's Anatomy, e canzoni degli One Direction, che vengono accostate a un primo piano alle tette oppure a micro-mini-ultra-nano-short shorts, insieme a una chilometrica lista di hashtag pertinenti quanto le tue risposte durante un'interrogazione di storia. Egualmente immancabili sono i commenti di elogio di ragazze cozze, a cui la fanciulla risponde con "SENTI KI PARLAAA, 6 BELLISSIMA TU + D ME E 6 ANKE LA MIA BEST FOREVAAA!1!1!".
  • La fotomane: solitamente è una ragazza giovane e pubblica foto a una velocità media di 4,7 fpm[4] e ha delle amiche bimbeminkia con cui fa a gara a chi si spoglia di più e a chi ottiene più like di ragazzi manzi. Tuttavia i like ricevuti sono solitamente di uomini adulti il cui fascino è paragonabile a quello di Maurizio Costanzo. Nel rarissimo e malaugurato caso in cui un ingenuo coetaneo, avendo raggiunto alla sola vista di quelle foto un'eccitazione tale da rendere il suo pene lungo quanto un'autostrada, metta mi piace a più di una foto, verrà immediatamente additato come maniaco sessuale, stalker, spammer, mobber, shopper, drifter, verrà arrestato e costretto guardare le repliche dei Teletubbies 25 ore al giorno, fino alla perdizione del suo cervello.
  • La modella fake: categoria che comprende individui di sesso femminile o non identificato, accomunati dal fatto di postare foto in cui sono talmente sexy che Emily Ratajkowski in confronto sembra un cesso ricoperto di vomito, salvo poi rivelarsi delle cozze orrende non appena vengono conosciute di persona e causare un improvviso aumento della motilità intestinale nell'interlocutore; nel peggiore dei casi potrebbero essere di altezza, peso, etnia, età e addirittura sesso diverso rispetto a quelli mostrati in foto. Questi scatti sono solitamente frutto di centinaia o a volte migliaia di prove con diverse fotocamere e smartphone, ritoccate con decine di app di fotoritocco differenti, e infine inviate all'amico nerd esperto di Photoshop che provvederà a sostituire la faccia con quella di un'altra persona.
  • Il truzzo: fortunatamente solo una piccola percentuale delle figure maschili ha un profilo instagram. E sì, proprio lui non poteva mancare. Il suo comportamento è simile a quello della ragazza, ma di solito non sono presenti commenti palmosi ed inoltre la maggior parte delle volte sono ritratti in giungle, in selve oscure o anche a torso nudo per mostrare a tutti che loro sono delle persone profonde perché i loro muscoli stanno in profondità. Ti protesti anche accorgere che in realtà le foreste non sono altro che i loro truzzissimi capelli che sembrano un pennello.
  • Il fake: tipico profilo utilizzato per seguire gente di nascosto attenti sempre a non pestare il rametto, per evitare di fare brutte figure dando una musata sullo schermo e mettendo un like e per creare account a ripetizione sapendo che basta scrivere sonogeppetto@tihotrollato.com per registrarsi.
  • Il lamentoso: colui che critica tutti, dice che non ci sono più le terze stagioni e che le ragazze sono troppo svestite. Probabilmente è un vecchio moderno, ovvero un anziano che non dice che gli balla lo schermo, che è poco stabile e che non dice di non aver toccato nulla anche se ha messo la lingua in uzbeco (caso rarissimo).

Filtri

« #smile #donna #paesaggio #happiness #cool #ritratto #look #summer #oil #painting #figona #aftersex @LeoVinceSempre @MonaLizz »

Progettati appositamente per soddisfare le più bizzarre, discutibili e contorte esigenze dei fruitori, i filtri sono la vera punta di diamante dell'applicazione. Grazie all'utilizzo di complessi algoritmi amatriciani gli utenti possono applicare alla foto diversi effetti di colore, che devono il nome alla reazione che suscitano nell'ignaro umano che osservi la foto così modificata. Tuttora ignoti i motivi della rimozione del filtro Purge e di quello Puke a seguito della patch di aprile. Attualmente (versione £.3.§ di iOS) sono presenti ventordici differenti tipi di filtri, le cartine invece si comperano a parte. I più famosi e apprezzati sono:

  • Normal: nessuna modifica alla fotografia, però lo paghi a parte (circa venti dollari).
  • Brunetta: toni bassi, decisamente bassi.
  • Teppa: contrasto elevato, alla fine si arriva alle mani.
  • Sudicio: effetto unto, con macchie di sugo e peperonata.
  • Vauro: vignettato, con didascalia offensiva.
  • Bocelli: toni scuri, assolutamente scuri.
  • Interracial: bianco e nero ad effetto fusione, il bianco ne risulta molto gratificato.
  • Toaster: l'immagine viene lentamente tostata da ambo i lati, e poi guarnita con marmellata di arance.
  • Valencia: nella foto vengono inseriti torero e piatti di paella. Ottimo per schiarire ambienti troppo scuri.
  • 1977: per ricordare le gioie e brividi d'amore vissuti durante la Guerra Fredda, alla foto vengono aggiunti funghi atomici e le macchie di Gorbačëv.
  • Hudson: il dispositivo si teletrasporta in fondo all'omonimo fiume, concedendo una tonalità color alga all'immagine.
  • Kelvin: il cellulare raggiunge di colpo lo zero assoluto, conferendo una colorazione biancastra miscelata al colore della carne ustionata (dell'utente).
  • Eyefish: come dice il nome, al soggetto della foto verranno applicati degli occhi di triglia o degli occhi da cernia, secondo preferenza dell'utente.
  • Amaro: le persone nella foto vengono inquadrate mentre salgono su un elicottero, perché l'antico vaso andava portato in salvo.
  • Earlybird: come suggerisce il nome, "uccello mattiniero", ogni essere masculo e femmina baffuta (un bug dell'applicazione in cerca di soluzione) nella foto sembrerà avere un alzabandiera mattutino.
  • Styro: la modalità che spiana le rughe. Bastano pochi semplici click e torni ad essere la reginetta del liceo. La funzione opzionale Puppies permette di trasformare il tuo Shar Pei in un Beagle a pelo raso.

Prodotti e servizi correlati

L'offerta di nuovi componenti è vastissima e si aggiorna continuamente. Di seguito quelli riconosciuti ufficialmente da Instagram:

  • Rollomap: un'applicazione per iPad che permette ai suoi utenti di trovare piantagioni abusive di marijuana, grazie alla geolocalizzazione o attraverso gli hashishtag. I risultati possono essere visualizzati in una galleria o su una mappa, oppure stampati su cartina e fumati direttamente.
  • NO-Stalking: questa app permette di liberarsi istantaneamente dello stalking. Una volta sincronizzata col tuo profilo Facebook, sostituisce la tua foto con quella di Kelly Osbourne, aggiunge ai tuoi amici un profilo chiamandolo Papà e lo aggancia alla pagina di Totò Riina.
  • SocialKam: una macchina fotografica digitale fisica, basata sull'icona di Instagram, che stampa direttamente le foto che fai. Il suo stile volutamente vintage la fa assomigliare moltissimo alla Polaroid anni '70, così come il fatto che abbia il marchio "Polaroid" e che la Polaroid nel cassetto di mio padre sia sparita.
  • Carousel: fornisce un live feed di Instagram su Mac. Praticamente ti insegna a sembrare uno smanettone buttando qualche termine inglese random nel tuo discorso.
  • Skizz.Finder: grazie ad un sofisticato sistema di riconoscimento facciale, vaglia tutte le foto condivise su internet ed individua automaticamente se hai un figlio di cui non eri a conoscenza, mandando nel contempo alla madre un SMS col tuo nuovo indirizzo di casa.

Galleria di immagini

Ora lasciamo che le immagini parlino da sole, ecco una galleria che mostra l'incredibile potenza di Instagram. Siamo riusciti a strappare questi scatti alla National Gallery, che ne voleva l'esclusiva, offrendo in cambio un calendario di Sara Varone coi baffi disegnati sopra.

Attenzione, state per vedere i filtri Instagram ai loro massimi livelli, l'idea che avete della realtà potrebbe uscirne stravolta.


Prova il componente Pregna® e potrai vedere come saresti se non ci stai attenta.
Per non alimentare false speranze è bene far chiarezza: "Il filtro Brown-Colored non aumenta le dimensioni del pene".
Hai più grinze di un bulldog? Prova la stilosa modalità Stiro® ed accresci il tuo charme su Facebook.
Trasformarsi nel tuo idolo dei cartoni animati sarà più facile che dare fuoco a un pappagallo grazie alle meraviglie del filtro cartoon-boss!
Per rollarsi un cannone, invece, è sconsigliabile usare un filtro Instagram, neppure il Jamaican.
Ecco una foto sulla quale è stato applicato il filtro Brunetta™. Ricordiamo che il filtro non ha effetti nella realtà.
Ecco l'opera "Perplessità", realizzata dall'artista finlandese Mika Kaatsi. Buonissima al forno o con il filtro Insta-roast.
Contro il progresso e la cementificazione, il componente Fairy World restituisce a Madre Natura un po' della sua antica bellezza.
Questa immagine proviene direttamente dal Louvre, per la precisione dalla parete vicino all'uscita di emergenza. L'opera viene attribuita ad un artista emergente che stava cercando il bagno.

Note

  1. ^ Un essere talmente nostalgico dei vecchi tempi, che era ancora una scimmia.
  2. ^ Pratiche di tortura molto in voga, usata fino alla sua abolizione negli anni '90, erano le terribili serate con le diapositive delle vacanze a Scauri.
  3. ^ 1 Instakil = 1000 Instagram
  4. ^ leggasi "foto per minuto", unità di misura del Sistema internazionale concepita per misurare la bimbominkiaggine di un soggetto

Voci correlate