Candy Crush Saga

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Tiffi e Mr. Toffee attendono con ansia la tua assuefazione.
« Che gioco fantastico!! »
(Dentista su Candy Crush)
« È una cagata pazzesca!! »
(Ugo Fantozzi su Candy Crush)
« Dammi una vita! Poi te la rendo, giuro!! »
(Giocatore medio su Candy Crush)

Candy Crush Saga è un gioco drag & drop di quelli dove devi pigiare lo schermo del telefono, creato dalla King.com[1] per distruggere i diabetici, talmente ricco di glucosio e nemico della dieta da far ingrassare già al primo livello e sparare il colesterolo in orbita.


Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Candy Crush Saga

Trama

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Candy Crush Saga

Questa sconosciuta. In teoria il giocatore dovrebbe aiutare Tiffi e Mr. Toffee nella loro avventura nel Regno di Caramellandia. Ma se si supera il livello 50 allora viene sbloccata Sognolandia e i due fuggono dalla realtà insieme ad un gufo di nome Odus... sì insomma, le caramelle erano buone. Seguono centinaia di livelli e mondi, che manco Marco Polo ha mai visto alla ricerca di... beh, altre caramelle ovviamente!

Gameplay

Il creatore del videogioco.

È il tipico gioco puzzle tre in fila, ma fatto di caramelle: caramelle blu, verdi, rosse, arancioni, gialle, viola, gay ovunque. La base è associarne almeno tre in fila per farle scomparire, ma si ottengono molti più punti se si combinano più pezzi uguali, così da creare caramelle speciali che esplodono in un tripudio di suoni, colori e dietologi festanti. Procedendo nei livelli, ovviamente le sfide diventano più toste, al limite dell'umana comprensione. I giocatori buttano nel cesso giorni e giorni su un livello per poi, tutto a un tratto, superarlo senza sapere come ma soprattutto perché, tanto da esser tentati di contattare Einstein in seduta spiritica. Ecco un paio di esempi di zuccherina follia:

  • La melassa: come se non bastassero le chicche, in questo gioco c'è tanta ma tanta gelatina. Per distruggere definitivamente le caramelle prima bisogna penetrare lo strato di gelatina. Esatto, proprio quella che si mette sulle torte alla frutta e sui capelli dei punkabbestia.
  • Prova a cronometro: nei temutissimi livelli a tempo bisogna fare minimo un numero a sette zeri di punti in esattamente settordici secondi. Qui al cellulitico giocatore prende l'ansia da prestazione e suda come una conduttura rotta a causa del tempo limitato; non potendo più concedersi tra una mossa e l'altra la sigaretta, la telefonata, il panozzo o la puntata al cesso.

In realtà, chi gioca a Candy Crash Saga non ha la minima idea dell'evoluzione dell'avventura dei due protagonisti. Il giocatore va avanti macinando livelli su livelli finché passa da un mondo all'altro, e qui s'incazza. Il passaggio infatti non è immediato, figurati, bisogna ricevere tre aiuti per superarlo e guarda caso in quel momento tutti gli amici su Facebook si stanno facendo i cazzi propri. Se non si collega il gioco a FB bisogna allora far passare tre interminabili giorni prima di accedere al mondo successivo.

Livello 361. Di tossicodipendenza.

Tecniche di marketing (o induzione alla dipendenza)

Candy Crush Saga è completamente gratuito.[Dicono...] A meno che il giocatore non si senta insoddisfatto per non dover scucire un euro etichettandolo come videogioco di categoria B, nel qual caso viene accontentato con un Online Store dove può divertirsi in maniera sfrenata ad acquistare mosse o vite extra per modiche cifre che partono da qualche centesimo fino all'accensione del nuovo mutuo. Inoltre, per invogliare ancora di più il sesso debole ad attaccarsi al cellulare,[2] ad ogni mossa ben assestata il gioco spara con voce sexy dei Divine! Tasty! e altre belle parole di cui sicuramente le donne ignorano il significato e la lingua, ma che le seducono al punto da far loro sognare una serata indimenticabile con Barry White come sfondo. I giocatori maschi ovviamente azzerano l'audio.

App sprecatempo correlate

Note

  1. ^ Che nessuno ha mai sentito prima
  2. ^ Perché non lo facevano già abbastanza