Olio di palma

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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Dopo l'olio di palma aspettiamo con ansia di assaggiare l'aceto di cactus.
Un'attivista di Greenpeace ci mostra disgustata le coltivazioni di palma da olio.
« Finiamola di demonizzare l'olio di palma! I miei clienti non si sono mai lamentati. »
(Un meccanico.)
« Senza olio di palma! »
(Produttori che lo usavano quando nessuno ne sapeva nulla, e che ora che sono stati beccati chissà che altra merda tossica usano.)

L'olio di palma e l'olio di semi di palma (comunemente detto palmisto[1]) sono oli vegetali saturi, non idrogenati e anche notevolmente unti, ricavati da alcuni tipi di palme. Le ragioni che hanno spinto l'essere umano ad estrarre olio da una palma sono misteriose, da quelle piante si possono ottenere di norma datteri, noci di cocco e ombra, al limite una casetta per Tarzan. Ma l'olio?! Dio vi stramaledica, ma come vi viene in mente?!
Nel 2007, con oltre quintordici milioni di tonnellate di produzione globale, era il secondo olio commestibile[seee vabbè] più consumato dopo l'olio di soia. Il dato deve farci riflettere, i cinesi sono una fraccata[2] e anche parecchio strani nel cibarsi, questo spiega quindi il primo posto in classifica, ma dove va a finire tutto quell'olio di palma? Chi è il mentecatto che lo usa? Per farci cosa?

« Un piccolo avvertimento: proseguire nella lettura di questa pagina potrebbe causare crisi di ipertensione, nonché significative impennate nel quotidiano giramento di palle. Evitate di abbandonarvi ad atti di xenofobia (se non altro per non dare soddisfazione a Salvini). »

Storia

Cacciatori nusbari: forse tra i primi consumatori.
Il capitalismo divora la foresta equatoriale.

L'origine di questa perversione alimentare è da ricercarsi nei paesi dell'Africa occidentale, già avvezzi all'uso dell'olio di argan marocchino, a farsi lo shampoo col latte di cocco, e a mettere in bocca qualsiasi schifezza pur di non morire di fame. Insomma, una sgradevole accozzaglia di ostinati figli di puttana, maleodoranti e col palato raffinato di un avvoltoio. D'altra parte, solo la cupa disperazione potrebbe indurre qualcuno a servirsi dell'olio di palma per uso alimentare, quando in precedenza veniva usato esclusivamente per rendere impermeabili i gonnellini in pelle di antilocapra. Secondo quanto affermato da Lazadi Amoussou, studioso di Dinamiche emotive nelle popolazioni affette da alitosi, i primi ad usare l'olio di palma furono i Nusbari. Le prove risiedono in alcune incisioni trovate sulla corteccia di un baobab nel Benin, in cui è raffigurato un cuore contenente una O e una P. Il simbolismo è chiaro, l'olio di palma fa bene al cuore. A contestare questa interpretazione interviene il presidente della Olio Cuore che afferma, senza tema di smentita, che la primitiva tribù non poteva conoscere l'utilizzo della staccionata, e rivendica come sua l'invenzione del pirla disposto a saltarla.
L'olio di palma diventa in seguito un prodotto commerciato dai mercanti britannici, per il suo uso come lubrificante per le macchine della rivoluzione industriale, come materia prima per prodotti a base di sapone (tra cui lo statunitense Palmolive) e come metodo infallibile per disfarsi della propria moglie, ungendoci l'ultimo gradino della scala che porta al piano di sopra.
La palma da olio viene introdotta nel 1848 dagli olandesi nell'isola di Giava, e nel 1910 in Malesia dallo scozzese William Sime, un individuo che per risparmiare nove scellini fece sotterrare la madre in una bara di cartone. Grazie all'alto contenuto di vitamina b52 venne utilizzato negli anni '60 per la fabbricazione del Napalm. sempre a partire dagli anni '60, il governo malese promuove un grande piano di coltivazione della palma da olio, con lo scopo di combattere la povertà. L'effetto collaterale arriva come uno scapaccione dopo una marachella, atteso ma nondimeno traumatico. Migliaia di ettari di foresta pluviale vengono abbattuti per far posto alle palme, gli animali vanno dallo psicologo in evidente crisi depressiva per aver subito lo sfratto, i poveri restano affetti dalla sindrome da deficit monetario, i ricchi sono costretti a comperare casseforti sempre più grandi. Le autorità malesi, preoccupate[a chiacchiere] dalle proteste per il nefasto impatto ambientale, nonché dai pareri avversi relativi al consumo umano, fonda a Porim il Palm Oil Research Institute of Malaysia, uno dei più importanti centri di ricerca sugli olii e grassi di palma al mondo, con l'intento di dimostrare scientificamente, anche ricorrendo all'omicidio, che questi allarmismi sono fuori luogo. Infatti, nel 1988 scomparvero tre volontari di Greenpeace e non si trovarono in nessun luogo.

I prodotti

Un olio ottimo per il consumo quotidiano, se sei una pressa.

Le palme che producono olio sono principalmente la Elaeis guineensis, la Elaeis oleifera, la Attalea untis e la Attalea bisuntis. Da queste si ottengono in genere due prodotti distinti.

  • Olio di palma: estratto dai frutti snocciolati. È di colore rossastro, con un caratteristico odore di violetta e sapore dolciastro, semi-solido a temperatura ambiente e semi-stronzo quando si scalda. Viene utilizzato nell'industria alimentare, nella migliore delle ipotesi per oliare gli stampi, spesso per preparare margarina e biscotti. A quanto risulta, il procedimento di lavorazione non toglie comunque l'odore di palma dai biscotti, mio cugino li ha dati al suo cane e lui ci ha pisciato sopra alzando la gamba.
  • Olio di palmisto: ricavato dai semi separati per la produzione dell'olio di palma. Essi vengono essiccati, macinati e pressati, fino ad ottenere panetti simili al C-4, ma molto più instabili. Vengono utilizzati nell'industria dolciaria per le glasse, la canditura e le farciture a base di cacao, perché col palmisto fa cacao ancora di più.
« Che mondo sarebbe senza Nutella? »
(Bella domanda...)
La Nutella possiamo anche lasciarla, iniziamo a togliere di mezzo qualche bastardo.

L'olio di palma è contenuto anche nella Nutella, prodotto inserito recentemente tra i manufatti umani da inviare con la prossima missione Slurp from Earth, che farà conoscere ad eventuali forme di vita extraterrestri la cucina della razza umana, con la segreta speranza che gli alieni, invece di sterminarci tutti col raggio della morte, ci invadano per spalmarci a vicenda di crema al cacao e leccarci fino a raggiungere il godimento universale.
È anche un componente di molti saponi, polveri e prodotti per la cura della persona, soprattutto per uno degli esteri semplici dei suoi acidi grassi, che essendo estero (e anche semplice) si è perso già tre volte in corso Magenta. Il palmitato di isopropile ha infatti eccellenti proprietà detergenti, diminuendo progressivamente la diluizione è in grado di:

Recentemente ha trovato un nuovo controverso uso come combustibile di fonte agroenergetica, l'automobile non subisce limitazioni nelle performance, ma seminare i gibboni che la inseguono può essere un problema. Inoltre, non possiamo non citare uno dei più utili prodotti mai ricavati dalla lavorazione dell'olio di palma, un armonioso connubio tra acido naftenico e palmitico, il napalm.

Come si produce

Pur essendo in teoria una fonte di energia rinnovabile, il carburante da olio di palma è osteggiato da diverse associazioni ambientaliste, a causa di alcuni piccoli effetti collaterali della sua produzione.

Un buon prodotto, con standard di lavorazione elevati.
  1. Prima di piantare le palme da olio occorre radere al suolo qualche metro quadro di foresta pluviale, diciamo almeno 5-6 bilioni di ettari. In questo modo andranno perse una trentina di specie vegetali al giorno, però si mettono altrettante palme e quindi si va pari.
  2. Qualche animale non comprende che il suo attaccamento al luogo che lo ha visto crescere è un atteggiamento puerile ed anacronistico, questa è un'epoca che richiede dinamismo e flessibilità, quindi viene invitato gentilmente ad emigrare fuori dai coglioni.
  3. Quelli più ostinati, spesso avversi al progresso scientifico per puntiglio, vengono abbattuti con un ananas malefico omicida.
  4. Una volta fatta piazza pulita si piantano le palme da olio, mantenendo tra loro una distanza tale che possano in seguito passarci comodamente i raccoglitori, che vengono selezionati tra i pigmei, i bambini molto piccoli e gli adulti affetti da gravi forme di malnutrizione.
  5. La raccolta avviene nel completo rispetto delle norme igieniche vigenti, che in alcuni paesi comprendono orinare sui frutti per disinfettarli, trasportarli nella cesta dove dorme abitualmente il cane, e pressarli con gli stivali appena usciti da una latrina.
  6. Lo stoccaggio avviene all'aria aperta, questo favorisce l'insorgere di proliferazioni batteriche di rilievo. Nel 1995 venne dimenticato per due settimane un monte di datteri alto tre metri. Secondo le testimonianze di alcuni operai, trovati in evidente stato confusionale, prese vita e fuggì portando con se dodici raccoglitori, un paio di ruspe e alcune motoseghe.
  7. Le presse estraggono l'olio dai frutti, che viene incanalato in grosse vasche sterilizzate[3]. Viene usato un disinfettante industriale a bassa tossicità (per gli yeti).
  8. I residui della lavorazione vengono smaltiti secondo precise direttive del MIP (Ministero per l'Inzaccheramento del Pianeta), ossia scaricando direttamente nel fiume più vicino. I benefici sono sotto gli occhi di tutti, quando gli abitanti delle zone confinanti vogliono cucinare una frittura di pesce, devono solo aggiungere un po' di sale e un bicchiere d'acqua del fiume.
  9. Alla fine, oltre quelli già citati, si ottengono due prodotti veramente meravigliosi: l'olio bi-frazionato e quello pluri-frazionato, destinati all'alimentazione dei bambini predisposti per la matematica.

Effetti sulla salute

Il dottor Takumi approva l'uso dell'olio di palma.
  • In Sierra Leone l'olio di palma viene applicato sulle ferite per facilitare la guarigione, supponendo che abbia effetti antimicrobici. Si è tentato di utilizzarlo anche per guarire i malati di ebola, il virus li sta ancora ringraziando.
  • In Indonesia il terreno per la coltivazione è stato preparato spesso dando alle fiamme aree di foresta palustre e torbiera, intossicando diversi villaggi nei pressi. Inoltre, si sentiva un insopportabile odore di orango bruciato.
  • Secondo uno studio dell'OMS, l'uso prolungato dell'olio di palma alza il livello di colesterolo cattivo. Una recente ricerca americana ha stabilito che ad un certo punto il livello non si alza più, e nemmeno il soggetto.
  • Uno studio, condotto dall'Università di Bari in collaborazione con le Università di Pisa e di Padova, ha valutato gli effetti del palmitato, un acido grasso presente nell'olio di palma sulla proteina 66shc ribattezzata la "proteina killer", principale responsabile della morte delle cellule che producono l’insulina, causando il diabete alimentare. Appena entrano in contatto si ottiene un risultato inaspettato, la proteina inizia a prendere a cazzotti l'insulina, aiutata dal palmitato che la tiene ferma.

Ma allora usiamo qualcos'altro!

Facile a dirsi, in realtà non esiste un'altra fonte di grasso che costi così poco, abbia una resa così elevata, sia solido a temperatura ambiente, permetta un margine di profitto decente[4] e resista ad alte temperature, a parte le cellule del pancreas dei cuccioli di foca, ma nessuno vuole mai lasciare ai cuccioli di foca l'opportunità di contribuire allo sviluppo della nostra società. Ovviamente queste verità non sono alla portata di gran parte dei salutisti e degli ambientalisti, che in questi anni si sono occupati un po' troppo di salvare teneri animaletti sostituendoli nella propria dieta a carote biologiche, avrebbero fatto meglio ad approfondire le loro conoscenze di chimica, economia e buon senso.

Possibili sostituti dell'olio di palma

Le pressioni dei consumatori nei confronti delle megaditte alimentari sono state molteplici, ma per una questione di tempo (e poca voglia) verranno qui elencate in maniera semplificata. La Nestlè rappresenterà tutti i colossi dell'alimentazione, in virtù di tutta la Nutella di cui vi siete strafogati. Per chi fosse interessato a sbirciare tutti i dati e gli avvenimenti reali consigliamo di andare qui e di fare come quel tale che volle verificare di persona tutti i dati di Wikileaks, nessuno l'ha più visto né sentito d'allora, pare sia a metà del lavoro. Quindi, se non c'è nessun altro che vuole fare l'eroe ecco la cronologia semplificata dei boicottaggi sull'olio di palma degli ultimi 10 anni.

  • 2006: boicottaggio contro Nestlè per colpa dell'utilizzo dell'olio di palma ovunque.
« Ma che cazzo! Abbiamo appena sostituito i grassi idrogenati con qualcosa di vegetale ed ecosostenibile come ci avete chiesto! Cos'altro volete? »
  • 2009: nuovo boicottaggio, le associazioni dei consumatori chiedono un sostituto per l'olio di palma che salvi la vita agli orango.
« Potremmo passare di nuovo al burro! Per avere la stessa quantità di grasso basterà convertire a pascolo l'l'Indonesia, l'Amazzonia, l'Africa centrale e l'emisfero nord di Marte. Gli orango potranno pascolare felici insieme a mucche e scaramucche »
  • 2012: Le associazioni dei consumatori rifiutano di alimentarsi alle spalle dei poveri animali, poiché metà di loro sono vegani e l'altra metà lo dovranno diventare molto presto (nel loro interesse). Chiedono di convertire la produzione di olio di palma in olio di semi o di oliva.
« Ma non possiamo! Il nostro Kinder Pinguì necessita dei grassi solidi per avere quella consistenza, cosa presenteremmo altrimenti? Kinder Carcassa di Pennuto?! »
  • 2015: Nuovo boicottaggio contro Nestlè, che si rifiuta di solidificare l'olio d'oliva!
La tua ciambella con crema contiene olio di palma, è per questo che sei un ciccione ributtante e fai schifo.
Tranquilli, in Madagascar gli Oranghi si troveranno benissimo.

Conclusione

La situazione sembra senza soluzione, ma se c'è qualcosa che i film di Michael Bay e di Rolland Emmerich possono insegnarci, è che quando la situazione sembra disperata basta chiedere agli scienziati, loro troveranno la risposta definitiva.

« Siamo nella merda fino al collo! »
(Risposta definitiva della scienza)

La conclusione è quella che non vorresti mai sentire: Dal punto di vista alimentare non c'è modo alcuno di far diventare la tua merendina e il tuo snack energizzante un qualcosa di buono per te e allo stesso tempo per la natura, smettila di mangiare tonnellate di quella sbobba se non vuoi diventare un diabetico super obeso che fa la spesa a bordo di un mini scooter elettrico! Per quanto riguarda la foresta equatoriale invece verrà abbattuta comunque, ma non bisogna essere troppo tristi, vivere nella foresta tropicale è molto più fastidioso di quanto sembri, i malesi vivranno molto più comodi fra piantagioni, parcheggi e centri commerciali.

Sì, ma allora gli oranghi?

Niente paura, per gli oranghi è stata approntata una soluzione finale: saranno trasferiti via treno in Madagascar, in una bellissima riserva naturale dove potranno fare amicizia con l'alca impenne, il lemming del nebraska, il dodo o gli iscritti all'italia dei valori.

Note

  1. ^ lo schifo peggiore che fece Cristo
  2. ^ un numero davvero impressionante
  3. ^ man mano che l'olio arriva
  4. ^ E gli azionisti? nessuno pensa mai agli azionisti!?


Il mondo della cucina
L'Olient Expless

Tofu - Sushi - Soia - Gatto flitto

Voci correlate

Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 22 gennaio 2017 con 80% di voti (su 5).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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