L'urlo

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Un interpretazione contemporanea de L'Urlo.
« HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! »
(Il modello del quadro.)
« HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! »
(Chiunque dopo aver visto L'urlo.)
« Ve lo ripeto, non sono pazzo. »
(Critico d'arte dopo aver parlato bene de L'Urlo.)


L'urlo, conosciuto anche come AAAAAAAAA!, è uno scarabocchio fatto da Edvard Munch dopo una notte passata fra droga e alcool. È esposto alla Galleria Nazionale di Oslo ed è usato per spaventare i ladri perché non commettano furti durante la notte.

Storia

Bisogna ammetterlo, qualunque oggetto può essere arte: se un artista è convinto che una roba che ha davanti è un'opera d'arte, quella è un'opera d'arte. Magari gli rideranno dietro, gli daranno del ciarlatano e magari lo chiuderanno in un manicomio, ma prima o poi il suo duro lavoro sarà riconosciuto valido. Lui sarà morto però. Lo stesso è capitato per L'Urlo, nonostante il pittore[citazione necessaria] stesso avesse ammesso più volte che sembrava fosse stato dipinto da un gorilla sotto effetto di cristalli di LSD. Dalle testimonianze di Munch stesso si è potuto sapere cosa lo ha spinto a dipingere tale oscenità capolavoro.

« Ero uscito con un paio di amici quella sera. Era da poco cominciata l'estate e credevamo che fosse la serata ideale per divertirci: avremmo buttato i nostri soldi a sbronzarci e ad assumere droghe per poi lamentarci di quanto la vita facesse schifo. Noi artisti, si sa, siamo stravaganti. Dopo esserci sbronzati, decidemmo di andare a prostitute passando per il ponte che passa lungo il fiordo. Ad un certo punto mi fermai perché dovevo vomitare mentre loro due proseguirono. Il sole stava tramontando e il mare divenne rosso, ma io non ne capivo il motivo. Sapevo di esserci andato giù pesante con l'alcool e con la droga, ma non fino a questo punto. Cominciai a gridare dalla paura e i miei amici mi dovettero portare a casa. Il giorno dopo, dal momento che non ricordavo niente, chiesi loro cosa fosse successo e mi raccontarono tutto. Pensai che ci avrei potuto dipingere un quadro, ma poi mi accorsi che lo avevo già fatto la sera prima sotto l'effetto di tutta la robaccia che mi ero preso. Era un'oscenità: ma non potevo starmi a casa quella sera? »

Guardando il quadro si può benissimo vedere che è stato dipinto da un tizio sotto l'effetto di droga e alcool e solo da un soggetto in simili condizioni dovrebbe essere visto. I colori hanno un abbinamento alla cazzo di cane e il soggetto è semplicemente un sosia di Lord Voldemort che urla come un ossesso senza motivo.

Interpretazione del quadro

Nonostante le testimonianze di Munch, attraverso i secoli, quando il pittore era abbastanza morto, si pensò che si potesse cominciare a parlare bene del quadro e cominciare a dire che fosse un capolavoro. Dato che però stava male dire che Munch lo aveva dipinto da drogato, si pensò di trovare delle interpretazioni più adeguate su cosa volesse rappresentare.

  • ipotesi delle scarpe nuove: secondo tale teoria, Munch lo dipinse una sera in cui aveva comprato un paio di scarpe nuove e, siccome gli facevano male perché erano strette, decise di rappresentare il suo dolore attraverso questo quadro. In alternativa, si pensa che il pittore abbia voluto rappresentare la sua disperazione dopo aver inavvertitamente pestato una merda con le scarpe nuove.
  • ipotesi del cadavere nel mare: il mare pare che si fosse tinto di rosso per il sangue di un cadavere. Tale visione pare che abbia turbato talmente tanto Munch da farlo cominciare ad urlare come una checca.
  • ipotesi la Norvegia fa schifo: da quanto si tramanda, pare che Munch non amasse tanto la sua patria, la Norvegia, data la sua salute cagionevole. A ciò si aggiungeva che d'estate arrivavano tanti turisti in vacanza che parlavano tante lingue diverse da confonderlo e farlo arrabbiare perché lui non riusciva a vendere nemmeno un quadro, d'inverno faceva troppo freddo e lui doveva stare a casa a letto malato mentre i suoi amici uscivano a drogarsi e a bere, in primavera pioveva sempre e lui era anche allergico al polline, mentre in autunno gli veniva la depressione perché sentiva la mancanza dell'estate. Infatti, il soggetto dovrebbe raffigurare il pittore stesso nell'atto di esclamare Che posto di merda.
  • ipotesi dell'astinenza da droga e alcool: questa ipotesi ritiene che il quadro rappresenti Munch dopo essersi visto allo specchio senza aver assunto né sostanze stupefacenti né alcool.
  • ipotesi i miei quadri fanno tutti schifo: attraverso questo quadro, l'artista vorrebbe esprimere la sofferenza e lo sgomento di tutti i malcapitati che si ritrovavano a posare gli occhi su uno dei suoi quadri.
  • ipotesi della macchina rigata: secondo altri, pare che Munch abbia voluto esprimere la sua disperazione dopo aver visto una raschiatura di 20 centimetri sulla fiancata destra della sua automobile.
Una ufficiosa spiegazione sul perché lo sgorbio del quadro stia urlando.

Furti

Può sembrare strano, ma tale dipinto è valutato più di Millemilamillantamiliardi di milioni di dollari, un valore da far ridere Munch stesso. Appena sentito il valore, alcuni ladri se lo sono sgraffignato. Tale notizia fece scalpore in tutta Europa, ma il direttore del Museo non sembrava particolarmente turbato da quanto ha dichiarato.

Il dipinto venne ritrovato poco dopo in una discarica di Helsinki in perfette condizioni, dato che nemmeno i ratti volevano averci niente a che fare.

Critica

Con il passare del tempo, si sono susseguite diverse critiche nei confronti del quadro ad opera di critici e artisti di diversa epoca. Solo alcuni hanno però avuto le palle di dire la verità.

« Munch con questo quadro è stato lungimirante. Lo ha chiamato L'Urlo non solo per via del soggetto raffigurato, ma anche per la reazione spaventata che avrebbero avuto tutti coloro che accidentalmente se lo sarebbero trovati davanti. »
« Ah, questa sarebbe arte? Allora la prossima volta io caco in un barattolo. Voglio proprio vedere cosa succede... »
« E poi la gente dice che i miei quadri sembrano scarabocchi di un neonato... »
« Rappresenta la stessa reazione che ha la gente davanti alle foto che mi ritraggono nudo. »
« Ma chi sei, ma chi ti conosce? CHI TI CONOSCE?? CHI TI CONOSCE?? CHI TI CONOSCE?? CHI TI CONOSCE?? »
(Andrea Diprè ad Achille Bonito Oliva.)


Voci correlate