Edipo re: differenze tra le versioni
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|titolo italiano=Edipo re
|immagine=film Edipo re locandina.jpg
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Versione attuale delle 04:10, 12 ott 2022
Edipo re | |
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Ti voglio bene come a un figlio! | |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1967 |
Dati tecnici | colore: Tinte forti |
Genere | Incesto |
Regia | Pier Pablo Pisolini |
Sceneggiatura | Sigmund Freud |
Casa di produzione | Tufello Production™ |
Interpreti e personaggi | |
Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene |
Edipo re è un film italiano del 1967, diretto da Pier Paolo Pasolini, basato sull'omonima tragedia di Sofocle, un tizio talmente triste che la cosa più divertente che ha scritto è il necrologio del padre. Il regista medita questo progetto sin dai tempi di Accattone, gravato dal complesso di Edipo e da certa ansia autobiografica. Non che l'avesse mai affermato pubblicamente, ma ordinava dal fioraio 50 rose Baccarà a settimana da consegnare a sua madre. Senza tener conto del soggetto, soffermandoci solo sul linguaggio dei fiori, ci troviamo chiaramente di fronte a: "Ho speso un capitale, stavolta me la dai o devo usare il Rohypnol?"[2].
Si tratta di una produzione italo-marocchina: gli italiani hanno messo i soldi, i marocchini le location e qualcos'altro. Pasolini decide che alcuni paesaggi desolati del Marocco siano quanto di più simile all'Antica Grecia narrata da Sofocle, questo dopo aver scartato le pur valide alternative offerte dalle zone Mandrione e Tufello.
Per gli attori si affida ad una squadra oramai affiatata e già impiegata nei precedenti film, a cui aggiunge una folta schiera di marocchini, in parte trovati in loco e altri reperiti al mercato degli ambulanti sull'Anagnina. Nei ruoli principali troviamo:
- Franco Citti che interpreta Edipo, quello che tromba sua madre e poi mette su un complesso senza musicisti;
- Silvana Mangano nel ruolo di Giocasta, regina di Tebe e moglie/madre di Edipo;
- Luciano Bartoli è Laio, il re tebano ucciso da suo figlio Edipo e sostituito dallo stesso tra le cosce di Giocasta;
- Alida Valli che interpreta Merope, regina di Corinto e madre adottiva di Edipo, nonché unica donna della tragedia che non gliel'ha data;
- Ahmed Belhachmi (attore molto famoso nel suo condominio) nel ruolo di Polibo, re di Corinto e padre adottivo di Edipo;
- Carmelo Bene: nel ruolo di Creonte, fratello di Giocasta, anche lui interessato a sostituire Laio sia come re che come incestuoso marito;
- Julian Beck è Tiresia, indovino cieco che spiffera l'amara verità a Edipo;
- Ninetto Davoli interpreta Anghelos, personaggio inventato da Pasolini per far lavorare il suo amico;
- Pier Paolo Pasolini nel ruolo del gran sacerdote di Tebe, uno che va in giro con una sciarpa di vongole per darsi importanza.
All'uscita nelle sale la pellicola ottiene una buona accoglienza da parte della critica, su nessun giornale si legge il consueto: "Un film di finocchi diretti da un culattone", frase che consentiva due immediati vantaggi:
- non era necessario vedere un film quasi sicuramente palloso;
- il giornale aumentava le vendite del 34%.
L'unico apprezzamento sincero da parte dei media è arrivato molti anni dopo.
Trama illustrata
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Laio e Giocasta, reali di Tebe, sono spaventati dalla profezia dell'oracolo Sventurio, secondo la quale: il loro figlio un giorno ucciderà il padre. Per evitare il fastidioso inconveniente affidano il pargolo ad un comunista, certi che non vivrà oltre l'ora di cena. Il tizio, che per colpa del colesterolo alto ha dovuto cambiare la sua abituale dieta, si reca invece a Corinto e vende il pupo alla regina Merope, sterile come le garze della Pic. Re Polibo è davvero felice, avrà il suo erede: Edipo.
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Edipo cresce forte
e bel, ma anche il desiderio di conoscere la sua vera origine cresce con lui. Decide di andare a Delfi e incontrare l'oracolo di Apollo, che ha 5 palle e ottime recensioni su TruffAdvisor. L'antipatico bicefalo inizia a trattarlo male, arrivando ad insultare anche sua madre. Che poi, considerando l'abbandono, lo meritava. Subito dopo la mazzata finale: "Un giorno ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre! Ora sai perché prima ti ho dato del figlio di puttana." -
Per scongiurare la terribile profezia Edipo decide di abbandonare i genitori adottivi e, invece di tornare a Corinto, prende la direzione per Tebe. Ancora turbato non si avvede di una biga che proviene da destra. La discussione sulla mancata concessione della precedenza degenera in una furibonda rissa, durante la quale Edipo uccide Re Laio (suo vero padre), tutta la scorta imperiale, una dozzina di testimoni che potrebbero identificarlo e un coniglio, perché tutto quel moto gli ha messo un certo appetito.
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Arrivato a Tebe incontra una folla in fuga dalla città. In un primo momento pensa ad un ponte lavorativo in occasione del Santo Patrono, poi si accorge della presenza di una donna bellissima, forse anche molto ricca considerando la lussuosa
carrozcarriola con cui giunge. Si fa avanti quello che crede un pescivendolo, probabilmente ingannato dalle vongole. In realtà è Capitan Findus, Gran Sacerdote, che lo mette in guardia dalla Sfinge e gli parla della ricompensa per chi la ucciderà. -
L'occasione è ghiotta, se uccide il bestio sarà re di Tebe e potrà pastrugnare[3] le bianche carni di Giocasta (che però è la vera madre). La Sfinge si rivela un barbone, del quale si libera facilmente utilizzando un fiammifero. Tornato a Tebe sposa la regina, come da contratto. Non conosce i dettagli, ma gli hanno detto che il re precedente è stato ucciso con tutta la sua scorta, quindi decide di affrontare e risolvere un evidente problema: quello della sicurezza della famiglia reale.
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Siamo alla scena clou del film, Edipo fa sesso con la madre. Ci troviamo di fronte alla fusione di due mondi, quello raffinato e mondano di Tebe e quello ruspante dell'operosa Corinto. La differenza di educazione è notevole, da un lato una raffinata opera di seduzione fatta di carezze e parole dolci, dall'altra un energumeno arrapato come un gibbone che sbatte la donna in terra e la imbottisce di nerchia. È evidente l'allusione del regista alla rivalsa della classe operaia sul potere.
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Edipo però è inquieto, le parole dell'oracolo continuano a tormentarlo. Decide di avere una seconda opinione, Tiresia è un indovino cieco che gode di ottima reputazione, anche se non ha mai vinto al Superenalotto e quindi il dubbio sulle sue capacità è lecito. Egli conferma la predizione del collega, ma Edipo ancora non ha il quadro completo. Quando la madre gli racconta che il marito è stato ucciso da uno sconosciuto nella gola di Bronkenol tutto diventa chiaro a entrambi. Giocasta si suicida per la vergogna utilizzando un pesticida per acari.
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Edipo invece si strappa gli occhi per non rivedere nella sua mente la scena di sesso con la madre, cosa che sul momento gli era sembrata una grande idea. Vaga così: cieco, maltrattato dai suoi ex sudditi e considerato un cretino per una decisione che davvero non è servita a un cazzo. Il simbolismo voluto da Pasolini è evidente: l'uomo occidentale è reso cieco dalla volontà di non sapere la terribile verità della propria condizione. In altre parole: "Se ce l'hai nel culo è dannoso tanto far finta che non sia così, che agitarsi, fai comunque il gioco del nemico."
Curiosità
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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci? |
Flavia Vento è apparsa in evidente confusione al termine della visione. Alla fine era convinta che:
- Edipo fosse il padre di se stesso;
- il Gran Sacerdote fosse il cognato del comunista;
- il coniglio fosse sposato con la regina di Corinto;
- i sovrani Laio e Polibo fossero gay e morti entrambi per colpa dell'AIDS;
- Giocasta fosse morta durante una gang bang con la guardia imperiale finita male;
- Edipo facesse il falso invalido per non perdere il sussidio.
Inoltre era assolutamente contrariata dalla Sfinge: "Io l'ho vista, era molto più grande!"
Note
Voci correlate
- Portale Pasolini: accedi alle voci che trattano di pasolini
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media. È stata miracolata come tale il giorno [[Nonciclopedia:Latrina/Votazioni/Registro {{{anno}}}-02-07#Edipo re|Errore: orario non valido.]] col 40% di voti (su 10). Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto. Proponi un contenuto da votare · Votazioni in corso · Controlla se puoi votare · Discussioni |