La Terra vista dalla Luna (episodio di Le streghe)
La Terra vista dalla Luna (episodio di Le streghe) | |
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Ce vò coraggio! | |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1967 |
Dati tecnici | colore: Purtroppo sì |
Genere | Grottesco (ma girato all'aperto) |
Regia | Pier Pablo Pisolini |
Sceneggiatura | Pier Paolo Facciotuttoio |
Casa di produzione | Verano Production™ |
Interpreti e personaggi | |
Totò, Ninetto Davoli, Silvana Mangano |
La Terra vista dalla Luna è l'episodio girato da Pasolini contenuto in Le streghe, un film collettivo del 1967 composto anche da:
- La strega bruciata viva, di Luchino Visconti Kobram, Gran Lup Man, Mascalzon di Gran Croc.
- Senso civico, diretto da Mauro "Socmel" Bolognini.
- La siciliana, di Franco "Mizzeca" Rossi.
- Una sera come le altre, diretto da Vittorio De Sica.
In tutti gli episodi troviamo l'attrice Silvana Mangano, in uno Alberto Sordi, in altri addirittura Clint Eastwood e Annie Girardot, a testimoniare che il mondo del cinema in quegli anni passava per Cinecittà, mentre oggi non ci passa più nemmeno il 43 barrato.
Pasolini si affida alla coppia Totò-Davoli, già collaudata con Uccellacci e uccellini, che è come fare il whisky e coca utilizzando il Macallan 1926[1]. Per la prima volta il regista si affida al colore, indeciso a lungo tra la tecnica Ferraniacolor (utilizzata per Totò A Colori nel '52) e la più attuale e diffusa Technicolor, optando proprio alla fine per una terza: quella a cazzo di cane.
- Intervistatore : È il suo primo film a colori, cosa ne pensa?
- Pasolini : A farlo in bianco e nero non avrei ottenuto questo risultato.
- Intervistatore : Avere personaggi con i capelli arancione le sembra un buon risultato?
- Pasolini : Noto una certa ironia nella sua domanda.
- Intervistatore : La Mangano con i capelli verdi era proprio necessaria?
- Pasolini : Non le permetto di discutere le mie scelte stilistiche.
- Intervistatore : Ma vattela a pijà 'nder culo!
- Pasolini : Sì, non si preoccupi!
La critica accolse favorevolmente il film, vuoi per la presenza delle star internazionali, vuoi per la generosa mazzetta offerta da Dino De Laurentiis.
Trama illustrata
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Ciancicato Miao e suo figlio Baciù, che vivono in un imprecisato futuro (che per convenzione assumiamo valere Boh), piangono sulla tomba della moglie-madre Crisantema, morta per indigestione di funghi avvelenati. Mentre parlano decidono di sostituirla con una nuova Donna, palesando una delicatezza che al confronto rende Mario Borghezio un lord inglese.
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I due si imbattono in una donna dai capelli verdi, inginocchiata davanti all'altarino di San Marzano. Per Miao è bella come una dea, e come tale sembra tirarsela, per poi scoprire (dopo mezza giornata di monologhi e una caterva di domande che nemmeno il modulo del censimento ISTAT del 2011) che è sordomuta. A gesti Miao le chiede di sposarlo, sfiorando più volte un calcio nelle palle perché come mimo fa veramente pena.
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La donna, che risponde[2] al nome di Assurdina Cai, inspiegabilmente accetta. Se fossimo in una favola, un rospo del genere dopo il bacio si tramuterebbe nella migliore delle ipotesi in Massimo Ceccherini. In fretta e furia si trova una chiesa, il prete è insospettito dalla premura e pensa che la donna sia incinta, poi guarda la coppia e ci ripensa: deve essere completamente scema.
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Dopo la cerimonia la famiglia arriva a casa, una baracca fatiscente nella quale non vorrebbe vivere nemmeno un ricercato dall'FBI. C'è poi un problema ancora più grande: Baciù dormiva ancora nel lettone assieme ai genitori, al solo pensiero Assurdina ha i conati, Miao invece ha in mente di trombarsi la dea quanto prima. La privacy impone una nuova abitazione.
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Considerando che l'unico mutuo che riuscirebbe ad ottenere (mettendo l'ipoteca sulla baracca) sarebbe una cifra equivalente a tre caffè, Miao escogita una innocente truffa per fare soldi. Assurdina si finge sfrattata e minaccia di buttarsi dal Colosseo, intanto i due raccolgono le offerte di passanti e turisti. All'improvviso però scivola e muore per la caduta. La gente si fa restituire i soldi, che sono tempi duri.
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Tornati
a casalla baracca, i due ritrovano Assurdina serenamente intenta ad attenderli. Dopo comprensibili attimi di terrore, nei quali il forte spavento non incide minimamente sulla bruttezza dei due soggetti, essi prendono ad interrogare l'apparizione. Lei li rassicura, sebbene morta può comunque cucinare, risolvere il problema della quadratura del cerchio, lavare i panni e fare "le cosacce" con Miao.
L'episodio termina con un cartello contenente una profonda[3] morale:
Riconoscimenti
- Il film è stato inserito in uno scaffale del magazzino della De Laurentiis, ogni tanto passa qualcuno e dice: "Anvedi! Non me lo ricordavo 'sto film"'.
Note
- ^ in questo caso specifico è prevista la lapidazione
- ^ si fa per dire
- ^ quanto una fossa
Voci correlate
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