Medea (film)

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Medea
Me dea, tu un cazzo!
Paese di produzioneItalia
Anno1969
Dati tecnicicolore: Sì
GenereDrammatico
RegiaPier Paolo Pasolini
SceneggiaturaEuripide
Casa di produzioneArgo Film
Interpreti e personaggi
Maria Callas, Giuseppe Gentile, Massimo Girotti, una pecora
« Era da piccolo che sognavo di fare l'astronauta! »
« Giasò, tu sei cretino forte! »
(Uno degli Argonauti)

Medea è un film italiano del 1969, diretto da Pier Paolo Pasolini, basato sull'omonima tragedia di Euripide.
La storia la conosciamo tutti e quindi è inutile raccontarla, anche perché siamo indietro con la lettura e allora potremmo essere imprecisi.
Il personaggio principale è interpretato da Maria Callas, figlia d'arte de I Soprano, che l'aveva già portato in scena nei migliori teatri del mondo, tra cui il Teatro alla Scala di Milano e il Castello del Boss delle cerimonie a Napoli. Colpita dallo sfarzo di questa seconda location, non volle più tornare nella ""triste topaia milanese", come ebbe lei stessa a definirla. Fu l'unico film nella carriera della Divina, girato per sfuggire ad un triste momento della sua vita, ma siamo di fronte ad un paradosso evidente: tentare di sollevare il proprio morale con un film di Pasolini è come stare a dieta mangiando porchetta.
Gli esterni del film furono girati in Turchia, in Siria, a Pisa e a Grado. I primi tre controvoglia, l'ultimo di buon grado[1].
La pellicola ebbe un'accoglienza positiva da parte della critica, che sostituì al consueto "spazzatura" il termine "pattume". Tuttavia non riscosse il successo commerciale sperato, la scelta di non far cantare il personaggio di Medea si rivelò un tantinello penalizzante, perdendo in partenza il favore degli ammiratori della Callas. Una scelta incomprensibile, sarebbe come prendere Sylvester Stallone per girare Rambo 19 e, invece che sterminare un esercito tirando bombe e svuotando caricatori, Rambo iniziasse a sedersi e protestare passivamente come Gandhi.
Pasolini era anche questo: un intricato labirinto di contraddizioni.
Qualcuno arrivò anche a sospettare una relazione amorosa tra il regista e la diva, solo perché un paparazzo li aveva sorpresi a baciarsi sulla bocca in aeroporto, ovviamente non era così[2]. In seguito ci sarà un bacio analogo tra Brežnev e il Presidente della Germania dell'Est Honecker, ma nessuno penserà mai ad un rapporto gay, anche perché la temperatura in Siberia può arrivare a -48.
Il film vale comunque la pena, solo che il giudice è stato troppo clemente.

Personaggi principali

Trama illustrata

Il sequel

Il finale fu appositamente studiato da Euripide per farne una trilogia, che prevedeva anche La vendetta di Giasone e il capitolo conclusivo della saga Medea vs. Giasone - Scontro finale, quest'ultimo diviso in Parte 1 e Parte 2. Poi realizzò che gli spettatori non potevano aspettare quattro anni prima di vedere la fine della storia, avrebbero di sicuro perso interesse. Abbandonò il progetto e scrisse una tragedia in scarsanta atti intitolata I giochi affamati.

Curiosità

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Gli Argonauti chiedono indicazioni per la Colchide.
  • Realizzare il film costò poco meno di "oh Madonna" milioni di lire, metà dei quali spesi per comperare i calici che Maria Callas spaccava provando il Do di petto sovracuto.
  • Giuseppe Gentile, che interpreta Giasone, è un ex atleta italiano specializzato nel salto triplo. Alle olimpiadi del 1968 superò per due volte il primato del mondo, ma alla fine ottenne solo il terzo posto. Grazie a quanto ricavato vendendo la medaglia di bronzo potè pagarsi un corso di recitazione, ottenendo così il ruolo. Poi realizzò che in un film di Pasolini tutto serve tranne che recitare e abbandonò per sempre il cinema.
  • Franco Citti e Ninetto Davoli non compaiono in questo film, cosa decisamente insolita per un'opera di Pasolini. Una volta raggiunta la Siria fu fatto notare al regista, che esclamò: "Ecco cos'era! Sai quando esci di casa con la sensazione di aver dimenticato qualcosa?!"
  • Durante la lavorazione ci furono due vittime. Mentre si apprestava a girare la sesta scena la Callas volle fare la spiritosa: chiamò il ciak a gran voce e due tecnici delle luci ci rimasero secchi per lo spavento.

Note

  1. ^ ok scusate, non lo faccio più
  2. ^ altrimenti dovremmo credere all'esistenza dell'Agnello vegetale della Tartaria
  3. ^ ripetizione necessaria per evitare di dover scrivere "nel culo"

Voci correlate