Accattone (film)

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia che ci libera dal male.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Accattone
Una delle locandine sbagliate andate affisse.
Paese di produzioneItalia
Anno1961
Dati tecnicicolore: Con gli occhiali 3D
GenereDramma de borgata
RegiaPier Pablo Pisolini
SceneggiaturaPier Poldo Pippolini
Casa di produzioneTufello Production™
Interpreti e personaggi
Attori non professionisti (no, non ci lavora Costantino Vitagliano)
« Accatto' c'hai er portafojo foderato de cipolla, quanno l'apri te viene da piagne! »
(Tizio chiamato Cartagine (seduto al bar del Pigneto))
« Accatto', senti quello che te dice er profeta: oggi te vendi l'anello, domani la catenina, fra sette giorni pure l'orologio e fra settantasette giorni nun c'avrai nemmeno l'occhi pe' piagne! »
(Er Profeta (altro avventore del bar))
« Perché nun ve fate 'n frullato de cazzi vostri?! Siete talmente disgraziati che auguravve de peggio nun me viene. »
(Cataldi Vittorio detto Accattone)

Accattone (1961) è il primo film diretto da Pier Paolo Pasolini, ma sarebbe più indicato il termine "indirizzato". Come regista è ancora acerbo e si vede, alcuni primi piani dei gomiti dei personaggi potevano essere sicuramente evitati. D'altra parte, sono in molti a pensare che solo col trentesimo film Pasolini avrebbe raggiunto la completa maturazione, se fosse arrivato a farlo. È comunque una direzione distaccata ed asettica, asciutta, leggermente pastosa, con un tannino appena pronunciato e un leggero aroma di sandalo.
In questa pellicola insegue la sua idea di narrazione epica e tragica, nella quale i personaggi raggiungono quasi tutti una gloriosa fine del cazzo.
Da profondo conoscitore della periferia romana, il regista sceglie di far interpretare i ruoli ad attori non professionisti, perché secondo lui: "coatti ce se nasce, mica ce se diventa". Una scelta comunque coraggiosa, che potenzialmente potrebbe sconfinare nel comico involontario. Un principiante è facile che sorrida anche in una delle scene drammatiche, ma Pasolini ha pensato a come risolvere l'eventualità che ciò avvenga: prima di ogni "ciak", un suo incaricato affibbia un poderoso cazzotto alla bocca dello stomaco di ciascun attore, maschio o femmina che sia.
Per la stampa delle locandine Amedeo Paciocconi, direttore esecutivo della Tufello Production, si affida alla Centocelle Graphics & Tabellon, una ditta con pochissima esperienza, tanto che fino a quel momento aveva stampato solo alcuni necrologi e la pubblicità della Spuma Appia. Al proprietario il termine "accattone" suona come "troppo dialettale" e, per non fare brutta figura, lo cambia basandosi sulla fotografia.
Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare, ad oggi esiste una sola coppia di bobine con la pellicola originale per intero. Tutte le altre contengono solo il secondo tempo, perché durante l'intervallo il pubblico faceva irruzione nella sala di proiezione e dava regolarmente alle fiamme il rullo del primo.

« Il feroce e toccante ritratto di un uomo che non si arrende, arte cruda in movimento e dialoghi sagaci. »
(Un critico che deve aver visto qualche altro film.)

Trama illustrata

Produzione

Due assenze importanti.
« Pasochi?! »
(Federico Fellini che non gradisce Pasolini alla regia.)

Il film doveva essere prodotto da Federico Fellini, che tuttavia si tirò indietro all'ultimo momento. Era preoccupato dall'imperizia di Pasolini come regista, ruolo a cui si avvicinava per la prima volta. I maligni affermano invece che Fellini temesse un ritorno negativo in termini d'immagine, l'altro stava al concetto di integrità morale come un portuale di Livorno a quello di raffinatezza.

« Ma si vedono i culi? »
(Tinto Brass interessato invece ai contenuti.)

Come aiuto-regista Pasolini avrebbe voluto Tinto Brass, apprezzato assistente di maestri del cinema del calibro di Roberto Rossellini. Tuttavia il milanese aveva iniziato a manifestare i primi sintomi della porcaggine rincretinente, patologia che lo ha trasformato ben presto nel regista che tutti conosciamo.

Distribuzione

Presentato alla 26ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il 31 agosto, il film ricevette dure contestazioni e critiche negative. Il solo plauso giunse dal CONVINTI (Comitato Omosessuali Non Vedenti Italiani Nemmeno Troppo Intelligenti).
Alla "prima" del film, presso il cinema Barberini a Roma, un gruppo di giovani neofascisti cercò di impedirne la proiezione tramite il lancio di bottiglie di inchiostro contro lo schermo, fialette puzzolenti, bombe carta e finocchi tra il pubblico, e non stiamo parlando degli ortaggi.
Il film sarà bloccato in sede di censura dal sottosegretario al Ministero del Turismo e Spettacolo Renzo Helfer, un essere quasi leggendario, capace di vietare a Raffaella Carrà di mandare indietro la testa alla sua maniera, perché riteneva il gesto troppo lascivo. Che poi sarebbe come impedire a Rocco Siffredi di tirare fuori l'attrezzo con cui si guadagna da vivere.
Nel 1962 il film viene presentato al Festival del cinema di Karlovy Vary (Cecoslovacchia) e vince il Primo premio per la regia. Per lo stesso import riconoscimento, molti anni più tardi, Steven Spielberg pensò seriamente al suicidio.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Contribuisci a scop migliorarla disintegrando le informazioni nel corpo della voce e aggiungendone di inappropriate

  • Franco Citti, deciso a sfruttare l'occasione e interpretare al meglio la parte, si è calato nel ruolo di Accattone dodici anni prima che Pasolini scrivesse la sceneggiatura.
  • Le mignotte inquadrate in alcune scene sono vere, ma non hanno subito maltrattamenti durante la lavorazione del film (escludendo il loro pappone).
  • Antonio Cassano afferma di aver visto il film e di averlo capito.