Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo
Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo | |
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Una delle locandine sbagliate dalla tipografia | |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1963 |
Dati tecnici | colore: Abbiate pazienza, arriverà! |
Genere | Documentario tristissimo |
Regia | Pier Pablo Pisolini |
Sceneggiatura | Pier Paolo Facciotuttoio |
Casa di produzione | Nazaret Production™ |
Interpreti e personaggi | |
Nemmeno uno |
Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo è un film documentario di Pier Paolo Pasolini girato nel 1963, poi uscito nel 1965 e mai più tornato.
Secondo una stima degna di se stessa, la pellicola è stata visionata dallo 0,00042% della popolazione, di questi: il 3% è riuscito a guardarlo per intero, gli altri pomiciavano dopo sette minuti, "maschera" compresa.
Con questa pellicola il regista inventa un nuovo modo di fare cinema: il 3x1. L'astuto individuo, prima di girare Il Vangelo secondo Matteo, organizza un paio di gite a spese della produzione. La prima è un tour dell'Italia alla ricerca degli attori[esagerazione necessaria] da impiegare nel film, la seconda è un viaggio in Terra Santa per valutare i luoghi in cui girarlo. Una strabiliante paraculata da cui però scaturiscono due documentari: Comizi d'amore e questo.
Per recarsi in Palestina si avvale della guida di don Carraro, un suo amico prete a cui si rivolge per le questioni religiose.
- Pasolini : Carissimo Don Carraro, l'ho fatta chiamare perché ho intenzione di andare alla scoperta dei luoghi sacri di Gesù.
- Don Carraro : A Pierpà, damme del tu. Se te servivano i biglietti pe' entrà aggratise ai Musei Vaticani me potevi pure telefonà, mannavo un chierichetto a portatteli.
- Pasolini : No, nun era pe' questo, io parlavo de Gerusalemme, Nazaret e Betlemme.
- Don Carraro : Nun c'ho sotto mano l'atlante, che so' 'sti posti?!
- Pasolini : Dove si è svolta la vita del Signore: Israele e Palestina.
- Don Carraro : Ah, ho capito! Stanno vicino all'Andokazzostan, ce so' stato un paio de volte. Comunque t'accompagno volentieri.
- Pasolini : Due chierichetti se li portamo?
- Don Carraro : Troppo scomodi da mette in valigia, rimediamo qualcosa lì.
Pasolini spera di trovare dei luoghi che richiamino il mondo biblico arcaico, paesaggi pastorali pregni di pace e meditazione... pace... in Palestina negli anni '60... "A Pierpà, ma che te sei fumato?!"
In quel periodo la tensione arabo-israeliana è alle stelle, morire per lo scoppio di un autobus a Tel Aviv è più facile che tirare le cuoia per la malaria in Uganda. A dargli coraggio giungono provvidenziali le parole di don Carraro:
Trama (diciamo così) illustrata
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Pasolini affida l'organizzazione del viaggio a Mario Zampagnotta, un suo collaboratore con un QI di poco inferiore a quello di un fungo. All'altezza di Zagarolo il regista inizia ad avere dubbi, probabilmente prendere la littorina per Fiuggi non è il modo migliore per raggiungere l'aeroporto di Fiumicino.
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Il regista, accompagnato dal suo amico sacerdote, sale sull'aereo per Israele. Il comandante li accoglie con tutti gli onori, dopo aver letto sulla lista passeggeri "Don Carraro" l'aveva creduto un padrino catanese. Raggiunta Tel Aviv il regista si accorge con rammarico di due cose: la prima è che il mondo ebraico è troppo occidentalizzato e industrializzato per essere utilizzato nel film, la seconda è che ci sono ebrei dappertutto.
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Don Carraro guida Pasolini alla scoperta di Gerusalemme. Per l'occasione sfoggia un elmetto da esploratore africano, un osceno pitale appartenuto al suo prozio Amedeo Dal Passo-Carraro, Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia, insignito della Coccarda Celeste Pelosa dalla regina Margherita di Savoia per aver scoperto Catanzaro. Il regista è comunque molto perplesso, il luogo è diverso da come se lo aspettava.
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La periferia è sempre nel cuore del regista, a Roma ha trovato proprio lì i volti migliori per i suoi film, ossia a metà strada tra Renato Brunetta e il cannibale "Dente di Sega" del film Wrong Turn. Forse andrà allo stesso modo. Dopo aver incassato l'ennesima delusione, sulla via del ritorno si ferma al kibbutz di Ma'ale ha-Zeitim, l'unico posto al mondo in cui puoi trovare qualcuno più comunista di Mao Zedong.
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Arrivati a Nazaret i due si concedono un frugale pasto al McDonald's locale: due McHalleluyah™, bibite grandi ed insalate al posto delle patate. L'odio per il tubero (chi per scelta, chi per vocazione) è oggetto di grasse risate in un tavolo vicino. Nel pomeriggio l'arrivo a Betlemme, dove si scopre che la grotta in cui dovrebbe essere nato Gesù ha le pareti in cartongesso, il pavimento di cemento industriale e i suppellettili in PVC.
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Pasolini sembra deluso dalla sua ricerca e avanza l’ipotesi di ricreare altrove la scenografia, parere peraltro condiviso dai suoi collaboratori. Il centro storico di Matera in effetti è molto vicino all'idea di "misero villaggio arcaico" del regista. Il vero problema sarà convincere la popolazione locale, confinati nel loro isolamento potrebbero considerare la telecamera un'infernale macchina da guerra e sterminare la troupe a colpi di roncola. Sarà bene "bussare coi piedi"[1].
Il Vangelo secondo Matteo sarà girato a Matera, dopo l'intercessione di don Carraro con don Jerinò, capo della 'ndrina di Gioiosa Jonica.
Curiosità
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- Maurizio Gasparri non ha voluto guardare il film perché era pieno di ebrei.
- Flavia Vento l'ha visto e ha capito finalmente come è fatto un ebreo.
- Gian Luigi Rondi ha definito la pellicola: "sperimentale e d'avanguardia, un audace avvicinamento al cinema interpretazionista albanese". Ha poi aggiunto: "Erano anni che non mi annoiavo a morte con un film. Davvero bello!"
Note
- ^ presentarsi in casa di qualcuno con le mani occupate da regali e cibo
Voci correlate
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