Shelley Marsh

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« Ehi tu! Sì, tu, stronzo! Stavi per caso osservando il mio apparecchio? TI HO VISTO! »

Shelley Marsh è un cyborg, mutante, fantasma e tritacarne in carne di South Park.

Personaggio relativamente equilibrato, Shelley Marsh non ha mai avuto una particolare evoluzione caratteriale o somatica, tanto che tutt'oggi viene ancora disegnata dagli autori nello spigoloso stile del '99. Nonostante questo pare che nel suo universo fosse non poco amata: dopo la sua apparente morte nel rogo che mandò in fumo la fattoria di Maria, erano in tanti ad avere gli occhi rossi e gonfi.

Vita

Shelley Marsh è oggettivamente un personaggio scialbo, la tipica adolescente in età adolescenziale: ama le frivolezze che le offre la TV, odia l'umanità e produce un tale quantitativo mensile di mestruo che, se fosse oro, la renderebbe la donna più ricca d'America, dopo ovviamente Lady Gaga, per lo stesso motivo. Vestiario da discount, adenoidi mastodontiche, tracagnotta, forza fisica misurabile solo con una pesa per autotreni, l'unica scintilla d'interesse è la sua capacità musicale col pianoforte: quando lo fracassa sistematicamente sulla testa di Stan riesce a produrre, non si sa come, delle melodie molto simili al jazz diffuso nella Cotton Belt.

Una matura Shelley Marsh mostra raggiante i risultati della sua lunga correzione odontotecnica, interrotta giovedì scorso.

Volendola descrivere in maniera più pittoresca, usando come parametri per misurare la sua personalità dei luoghi comuni etnico-razziali, Shelley Marsh sarebbe l'archetipo del "cittadina del mondo":

  • Adora le serie televisive di merda e in genere l'inutilità proposta dalla società, tipica delle teenagers americane;
  • Non è di per sé brutta, è solo presentata in maniera pessima, come le ragazze pakistane scafandrate nei loro burqa o le ganguro giapponesi. Non che la passera giapponese media sia molto meglio, ma questo è un altro discorso;
  • È solita pestare i più deboli di lei, ma anche i più forti di lei - vincendo ugualmente - come un qualsiasi irlandese ubriaco. Solo che lei è astemia;
  • La cameretta coperta di poster di cavalli indica che, prima della suo reincarnazione a South Park, ella era una gaucha delle sconfinate praterie argentine. Come ulteriore prova di ciò v'è l'indiscutibile capacità di Shelley di "far girare le bolas" dopo averle divelte a mani nude dalle pelvi del malcapitato;
  • Il frontman fallito di una band fallita, un arabo e infine un barile di lardo ipocondriaco: la storyline sentimentale di Shelley è comparabile a quella di una regista francese di mezza tacca del periodo Bohème;
  • Rimane comunque una figa di legno, come una qualsiasi ragazza italiana in età trombabile.

Morte?

Shelley Marsh muore nella quinta dimensione dell'universo parallelo di una realtà alternativa in cui, come già citato, la fattoria Tegridy brucia come la miccia di un cannone. Il suo continuo agitarsi tra le fiamme inizialmente non scaturì allarmismo tra i curiosi che si ammassavano nei paraggi di quell'improvvisato spettacolo ganjatecnico, scambiandola per uno dei pupazzi gonfiabili che salutano come scemi in cui Randy aveva scialacquato la maggior parte degli introiti della suddetta fattoria. Ciò che rende veramente atroce l'epilogo della storia è che Shelley ha il potere dell'ignifugicità: non fu il fuoco a ucciderla, ma il suo apparecchio odontotecnico, che si surriscaldò a tal punto da scavarsi un cunicolo nelle viscere di Shelley, per poi sbucare, dopo aver eroso quel povero corpo come una carie, dalla chiappa destra, venendo dunque letteralmente cacato come un unico blocco fuso e amorfo.

Curiosità

  • L'autore di questa pagina sa benissimo di aver inappropriatamente usato il verbo "scaturire" in forma transitiva. E non se ne pente!