Mai dire - Speciale cinema: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Sciamenna.jpg|left|thumb|160px|Rupert Sciamenna nella sua proverbiale espressione drammatica che ha determinato il successo di ''Intralci'']]
[[Immagine:Sciamenna.jpg|left|thumb|160px|Rupert Sciamenna nella sua proverbiale espressionettwweeeehhheee!più sexy di sempre dalla rivista [[Top Girl|Molluschi & Trattori]], vincendo il prestigiosissimo [[zecchino d'oro|zucchino duro]].
Conosciuto anche come '''''il Briatore dell'idroscalo''''', è un attore sessantacinquenne con il vizio del gioco e del goal. Ha partecipato alla creazione di alcuni film del maestro Bruno Liegi Bastonliegi accanto a Maccio Capatonda.

Il suo marchio di fabbrica sono i deliziosi versi che emette per accentuare lo stupore o il dolore che provano i suoi personaggi, ad esempio nel film ''Salute!'', per il quale ha vinto l'ambito premio ''Mugolino d'oro'', fino ad allora riservato alle migliori [[pornostar]] (tra queste ricordiamo [[Romano Prodi]], i [[Teletubbies]], l'[[Ananas malefico omicida]] e [[tua madre]]). Nel [[2004]] è stato eletto attore più sexy di sempre dalla rivista [[Top Girl|Molluschi & Trattori]], vincendo il prestigiosissimo [[zecchino d'oro|zucchino duro]].


Noto anche come famoso pornodivo, concorrente diretto di [[Rocco Siffredi|Rocco]] nella fondazione della società a scopo di lucro ''"amici della patatina" Rupert'', nel fiore dei suoi anni è stato chiamato da famosi attori e produttori di [[Hollywood]] come sostituto di [[Al Pacino]] nel remake de ''[[Vito Corleone|Il padrino]]'': in realtà era lui [[Michael Corleone]]!
Noto anche come famoso pornodivo, concorrente diretto di [[Rocco Siffredi|Rocco]] nella fondazione della società a scopo di lucro ''"amici della patatina" Rupert'', nel fiore dei suoi anni è stato chiamato da famosi attori e produttori di [[Hollywood]] come sostituto di [[Al Pacino]] nel remake de ''[[Vito Corleone|Il padrino]]'': in realtà era lui [[Michael Corleone]]!

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Attori

Maccio Capatonda

   La stessa cosa ma di più: Maccio Capatonda.
File:Macciocapatonda029bt.png
Maccio Capatonda dopo aver raggiunto l'orgasmo grazie ad un termometro, nel periodo in cui si dedicava al cinema porno.

Rupert Sciamenna

[[Immagine:Sciamenna.jpg|left|thumb|160px|Rupert Sciamenna nella sua proverbiale espressionettwweeeehhheee!più sexy di sempre dalla rivista Molluschi & Trattori, vincendo il prestigiosissimo zucchino duro.

Noto anche come famoso pornodivo, concorrente diretto di Rocco nella fondazione della società a scopo di lucro "amici della patatina" Rupert, nel fiore dei suoi anni è stato chiamato da famosi attori e produttori di Hollywood come sostituto di Al Pacino nel remake de Il padrino: in realtà era lui Michael Corleone!

Il suo lungo curriculum nel mondo del cinema comprende anche il film Il vecchio conio, che lo vede come attore protagonista e, per la prima volta, come regista. Altrettanto indimenticabile è la performance in Rocchio 47, grazie alla quale ha ottenuto il premio della critica ed un telegatto.

Riccardino Fuffolo

Riccardino Fuffolo in un inedito costume di scena.

Non si sa nulla di Riccardino Fuffolo, se non che viene chiamato il piccolo e che indossa un burka disegnato da Dolce e Gabbana. Egli è apparso nei film cult dei più famosi registi, quali Ennio Annio, Pelo Ponneso e Ando Vais.

Il suo ruolo è sempre quello del cattivo di turno, permeato da un fitto mistero e anche da un pessimismo alquanto eschileo. Dai film a cui ha partecipato, si può intuire come egli sia il motore centrale delle storie e che le trame girino intorno alle sue malefatte. La sua massima espressività recitativa si ha quando lui alza le mani al cielo per compiere i suoi omicidi.

Spalla del famoso attore Maccio Capatonda, Riccardino ci ha sempre offerto performance di alta qualità cinematografica, attirando la nostra attenzione e facendo fantasticare la nostra mente, nonostante l'assenza di tette.

Registi

Bruno Liegi Bastonliegi

Bruno Liegi Bastonliegi

Afkad Alapischtov (nome d'arte Bruno Liegi Bastonliegi) è un regista di fama internazionale, nato dall'unione di una cinepresa e di un microonde, che combinando l'onda elettromagnetica primaria scaturita da un ricevitore da 1000 watt, ha accelerato la mitosi delle sue cellule riproduttive e lo ha creato in meno di una frazione di secondo.

Nato in Israele, emigrò in Italia dove iniziò a capire che il cinema faceva per lui. Girò un film con Rocco Siffredi, L'animale della tribù degli Arrapati ha rubato le mutandine della maestra. Venne notato da un noto produttore cinematografico della Unreal Pictures, mentre dava pugni ad un muro (memorabile la scena, "Ehi giovinotto, che c'è? - So girare film! - E ti va di mettere questa fottutissima bravura sotto contratto?". Da qui nacque uno dei sodalizi più famosi della storia del cinema, ancora meglio del duo Steven Spielberg/Steven Spielberg).

Ultimamente il superlativo maestro ha commesso degli errori, usciti in cofanetto DVD: Ho sbagliato io (remake del celebre Il tenero Gigione) e Sviste. Nel primo ha collaborato con l'esordiente Michele Muro (già diretto da Mino Male in Salute! e regista di Fernet 9°/11°).

Ando Vais

Ando Vais è un regista di fama mondiale. O più che altro è affamato. Nasce a Canicattì (Siciglia) il 23 marzo 1953. Fin da giovane è attratto dal mondo del cinema e comincia dai lavori più umili per giungere al mestiere di regista come allievo di Frank Capra. Seguendo le orme di quest'altro regista siciliano arriva ad Hollywood dove entra in contatto con varie correnti, tra le quali quella elettrica, infatti da allora in poi si sentirà spesso dire "Ma sei folgorato?".

La sua carriera si sarebbe potuta svolgere interamente negli Stati Uniti se un giorno qualcuno non lo avesse inchiappettato alla sprovvista. Indovinate chi era quell'uomo ... Indro Montanelli! Che gli ha detto "Ma cosa ci fai qui? Vai in Itaglia e fai la televisione". Il popolo itagliano ringrazia.

Ando Vais nei suoi film fa ampio uso della suspense e di tecniche quali il coupe-de-teatre, il coupe-de-etat, lescamotage e lescargot.

Ma Ando Vais è famoso soprattutto per i suoi thriller mozzafiato come il suo film d'esordio L'ammazzatore premiato dalla critica con 33 telecazzi d'oro.

Nel capolavoro Pazienza che lo ha definitivamente affermato sulla scena mondiale e che gli è valso l'Oscarrafone nella categoria Èbbelloammammasua il regista dimostra di essere stato influenzato da stili ugro-finnici e occitani.

Nella sua carriera può vantare numerose collaborazioni con registi del calibro di Bruno Liegi Bastonliegi, Ennio Annio, Alejandro Ramirez Inariditu e Pina Sinalefe, oltre naturalmente a divi da copertina come Maccio Capatonda e Rupert Sciamenna.

Pelo Ponneso

Pelo Ponneso, all'anagrafe Gianfranco Peloponneso (Firenze, 2 novembre 1973), fratello del noto studioso acqueo Nevio Nave, è un critico cinematografico e regista italiano ovvero esponente della prospettiva e del cinema impegnato che tutto il mondo ci invidia.

L'infanzia tribolata, dovuta al mancato riconoscimento paterno ed alla prematura scomparsa della madre[1], è stata in qualche modo equilibrata dall'affetto ricevuto dal parroco Omar Quadri, suo istitutore ai tempi del collegio nel convento dei Cazzi Brognoni. Qui Pelo Ponneso viene istruito ed educato a pane e cioria in uno studio matto e disperato passando dal cinema di propaganda del realismo socialista ai pornazzi e alla visione forzata di capolavori del cinema muto come: Oktiabr, Bežin lug, Ivan Groznyj, Stacka!, Александр Невский e[2][3]Bronenosec Potëmkin.

Rammentare che non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti la visione prolungata di film cecoslovacchi ha consacrato Pelo Ponneso pioniere del montaggio analogico. Se non fosse stato per quella traumatica esperienza, noi comuni mortali non avremo potuto godere della visione di Siediti Tommaso e Urla a caso, che è un ode delle emozioni provate durante la sua segregazione ovvero il suo capolavoro Esse come Savona, un film dalla forte carica ermetica e dalla linguistica pragmatica che lo ha consacrato nell'Olimpo del Cinema come Regista sotto le righe.

Pelo Ponneso compirà 36 anni a novembre, non ci resta che auguragli un in bocca al lupo, minimo riconoscimento per un uomo sempre pronto a smentire le frivolezze del pacchiano mondo hollywoodiano e che ha sempre portato alto il nome del made in Italy del cinema nostrano nel resto del mondo.

Michele Muro

Michele Muro (Reggio Calabria, 24 maggio 1955) rappresenta l'emblema e il porta bandiera della critica internazionale alle società acquifere, per un mondo privo d'acqua, sostanza tossica pericolosissima. Famosissimo, è anche molto imitato e parodizzato, soprattutto in america, dal comico Michael Moore.

Prova inequivocabile dei danni causati dall'acqua: il sale viene sciolto da una quantità minima di liquido

Una volta raggiunta l'età adulta tenta di sfondare nel cinema, ed in effetti grazie alla sua stazza sfonda un paio di poltrone nel cinema sotto casa. Michele Muro nella sua vita è stato regista, scrittore, inventore, allevatore, fumatore e gigolò.

Come ha raccontato a diverse riviste, da piccolo fu traumatizzato quando gli cadde il tovagliolo di carta in un bicchiere pieno d'acqua e tirandolo su notò che si era totalmente sciolto. Ma la cosa che lo inorridiva era il fatto che le aziende acquifire fossero in grado di convincere i consumatori, attraverso campagne pubblicitarie ricche di messaggi subliminali, della totale innocuità dell'acqua, anzi, li convincevano che faceva bene alla digestione, alla diuresi e ad una dieta povera di sodio. Per anni ha raccolto documenti e testimonianze raccapriccianti su quello che può fare un consumo continuato d'acqua: deformazioni, lobotomizzazioni, dipendenza, tifo, tifo per l'inter e molto altro. Le interferenze e l'intromissione nei propri interessi ha scatenato la reazione della potente lobby delle sette società acquifere (le famose sette sorelle) che controlla il governo attraverso il finanziamento ai partiti: presto sono cominciati ad accadere strani incidenti e Michele Muro ha ricevuto molti messaggi minatori firmati completamente anonimi.

Ma questo non lo ha fermato, anzi lo ha reso ancora più caparbio ed il suo grido di protesta contro un mondo insozzato continuamente dall'acqua lo ha portato a vincere la prestigiosa Parma d'Argento al Festival di San Daniele, con il suo documentario-denuncia Fernet 9/11°. Il premio è stato consegnato direttamente dalle mani di Quentin Tarantino.

Alejandro Ramirez Inariditu

Alejandro Ramirez Inariditu è un regista famoso in tutto il monte. [[Immagine: michele_il_ciccione.jpg|right|thumb|Una foto recente del regista: il colore dei capelli gli è procurato da una rara malattia che lo costringe a cibarsi con l'ano e a defecare con la bocca]] Nato da un coppia di cartomanti boliviani, Alejandro nasce in quel di Cittiglio (provincia di Varese) il 29 Febbraio 1968. La madre, Antonietta de la Cruz, vede per lui un futuro da pornostar e lo presenta al maestro dei porno-film Gerard Damiano.

Alejandro diventerà "aiuto-eiaculatore" dei più celebri attori del panorama pornografico ma perderà il lavoro in seguito ad una diatriba circa le vere dimensioni del pene di Rocco.

Dopo una breve relazione con Lucrezia Borgia, decide di sfondare nel cinema: infatti si schianta con la sua Fiat Ritmo nel Multiplex di Paderno, riportando ferite sul 78% il corpo. La degenza dura 33 mesi, nei quali Alejandro impara a leggere e a scrivere; è pronto dunque ad esordire nella regia di un film autobiografico ma, le numerose pressioni di Maccio Capatonda, lo portano a dirigere "Ahia, ma sei scemo".

Nel 2005 dirige un film molto forte chiamato Ahia, ma sei scemo? tratto dal romanzo di Homer Jujanjuje.

Il film tratta la vicenda di un ragazzo, Geeno, che butta la sua vita facendo la strada casa baretto, baretto casa, finché non incontra l'allenatore Capatonda.

Da quel momento la sua vita cambia: diventa un puggile di alto successo e forte carica.

Film

La febbra

La Febbra è un film di Ennio Annio tratto dal romanzo del premio Oscar Luigi Scalfaro Phil Norimberga. La Febbra inoltre è un'atroce malattia che colpisce tutti quelli che si chiamano Bobbo. I casi documentati fino al 2006 sono stati 2.

L'attore principale del film è sicuramente il grande, il mitico, il magnifico... Maccio Capatonda.

Amalia Frellioje, famosa attrice del regno di Svervegia dove esercita la professione di leguleia, nei panni della moglie di Maccio Capatonda.

Fabbio Di Ninno è l'amico di Maccio che lo prende ripetutamente a calci senza un motivo apparente. In seguito è stato preso lui a calci dal supremo.

Ektor Baboden nei panni del dottore che omette le cure a Maccio Capatonda. E per la prima volta sullo schermo cinematografò il piccolo Riccardino Fuffolo.

Vanity Fair ha definito il film "Un capolavoro con la Q maiuscola"

La febbra 2

La Febbra 2 è il sequel del celeberrissimissimo film La Febbra. Questo secondo episodio (girato a Morrea Castronovo Rendinara in provincia di Australia) è stato creato dalla collaborazione tra il grande regista di documentari sui Peluches erotici (in onda ogni giorno su National Geographic) e la Unreal Pictures.

Maccio Capatonda dice a Chuck Norris di avere la Febbra 2

Gli attori sono tutti quanti gli stessi di quelli che compaiono in La Febbra. L'interpretazione migliore è sicuramente quella del "piccolo" Riccardino Fuffolo, "for the second time on the Cinematografò screen".

La versione originale del film dura 129 ore e 35 minuti, in cui compare più volte Chuck Norris.

È stato candidato a 7 "Peti d'oro", noto premio per cinefili e cinofili del Botswana, vincendone 3 per la migliore coppia eterosessuale, per la migliore scena di sesso tantrico e per il miglior quadricipite femorale.

Maccio ha dichiarato che è in cantiere un terzo capitolo dell'amata serie, con la regia di David Wark Griffith e la sceneggiatura di Daniele Interrante. Budget previsto: 7,3 miliardi di Kwacha zambiani (pari a circa 1,5 milioni di Euro), questione per cui probabilmente Maccio si tirerà indietro.

Il Vecchio Conio

Il Vecchio Conio fece la sua comparsa la prima volta nel programma televisivo Affari tua? presentato da Bonolis che diceva che il Vecchio Conio era ricchissimo: non faceva che parlare dei «miliardi del Vecchio conio».

Proprio per questo si stima che il Vecchio Conio abbia un patrimonio che supera di gran lunga i millemila €, il che lo rende la persona più ricca al mondo dopo i teletubbies e Rocco Siffredi.

File:Il vecchio conio locandina By Mcfly87.JPG
La locandina de Il vecchio Conio, il film che consacrò Rupert Sciamenna come regista

Il vecchio Conio è anche il primo film diretto da Rupert Sciamenna e vanta un cast d'eccezione: Maccio Capatonda, Ivo Avido, Fabbio Di Ninno ed Ektor Baboden (oltre allo stesso Rupert). Grazie a questo film, che lo ha consacrato al grande pubblico, Rupert ha vinto il "David di Raffaello" e un buono sconto da Mediaworld. Da non dimenticare la partecipazione in prima persona proprio del vecchio Conio, co-protagonista con Rupert Sciamenna e protagonista indiscusso della scena finale.

Quattro loschi individui avevano iniziato ad estorcere denaro alla gente organizzando partite truccate di ramino e briscola con il morto; il loro "era un meccanismo ben oliato, una volta trovato il pollo lo spennavano per bene..." ma non avevano ancora fatto i conti con Rupert Sciamenna, esperto giocatore di scala settanta e di poker Mexican Hold'em. Rupert viene così invitato ad una partita clandestina di poker e i quattro delinquenti, capitanati da Marcio Capatonda, riescono in breve tempo e con "una serie di impercettibili segnali codici" a fare andare Sciamenna sotto di 20.000. "Stavano per fare il colpo della loro vita"... ma ecco che Rupert con una risata da ebete "he he he he he" piazza sul tavolo il vero protagonista di tutto il film; il vecchio conio. Nello stupore generale Marcio e i suoi si guardano sbalorditi, Rupert se la ride e si alza dal tavolo in un finale hitchcocchiano.

Momenevado

Momenevado è un film di Bruno Liegi Bastonliegi, parzialmente basato sul libro I diari della motoretta di Bastione Grande Sasso. Nel cast compaiono Maccio Capatonda e Nick Malanno, stelle nascenti. Particolarità del film è il fatto che è girato totalmente nell'atrio del palazzo dove il regista abitava e la trama si svolge attraverso flashback narrati indirettamente.

Bruno (Maccio Capatonda) e Kecco (Nick Malanno) sono amici intimi sin da bambini. Una sera, Kecco va a cena con una ragazza, Ina (Pina Sinalefe) con la quale ha una storia d'amore piuttosto profonda. Un giorno, Ina incontra un anziano ricco e famoso (un perfetto Rupert Sciamenna) del quale si innamora per l'ingente quantità di soldi a disposizione. Ina lascia Kecco, che cade in depressione. Kecco inizia a bere, arriva quasi al suicidio, sino a quando un giorno non si consulta con l'amico Bruno. Bruno purtroppo sta lasciando l'appartamento per andare a fare la spesa, e Kecco, ritrovandosi solo si suicida. Dopo 3 giorni, secondo le scritture, Kecco resuscita e siede a destra di Bruno. E tutti vissero felici e contenti.

Ahia, ma sei scemo?

Ahia ma sei scemo (distribuito in post-produzione anche come Ahia, ma sei scemo? e Quarto potere) è un film di Alejandro Ramirez Inariditu tratto dall'omonimo romanzo di Homer Jujanjuje, con Maccio Capatonda, Rupert Sciamenna ed il bravissimo Geeno (pseudonimo di Teresa Binghi), nel ruolo del pugile Pappo. Il film è un classico Bildungsroman (racconto di formazione dell'individuo, dal tedesco bildung, "madonna", e roman, "infiammata") che narra la crescita interiore del giovane Pappo, che trova la sua strada e si realizza quando un allenatore di boxe (Capatonda) ne scopre le potenzialità agonistiche.

Pappo puggile dopo il pugno dell'avversario. Anch'esso puggile.

Pappo (Geeno) è un giovane demente il cui principale passatempo consiste nel trascorrere i pomeriggi percuotendo i muri della città; la sua vita cambia drasticamente quando incontra il Prepara-Tori (Maccio Capatonda), un allenatore di boxe che, convinto delle sue potenzialità, si offre di addestrarlo alla nobile arte. Pappo diventa così un giovane demente, però puggile. Impara così a sciancare passanti e a storpiare parenti, ma soprattutto a credere in se stesso. La svolta nella sua esistenza ed in quella del suo allenatore avviene quando un noto promoter di boxe, Don (Rupert Sciamenna) accetta di ingaggiarlo per un match; le cose però prenderanno una piega drammatica a causa di un tragico equivoco: Pappo apprende quando ormai è troppo tardi che essere puggile implica la pratica del pugilismo.

Mobbasta

Mobbasta è un film di Bruno Liegi Bastonliegi, con Maccio Capatonda. Esso è il primo episodio della "trilogia del nonnepossopiù"; lo speaker ed il protagonista sono entrambi interpretati da Maccio Capatonda. A Bastonliegi venne in mente questo film durante una giornata passata agli studios della Iuniversal (una sottomarca della Universal): in quell'occasione, egli si sentì deriso da tutti e decise di creare questa trilogia in cui la monotonia della vita veniva scandita da uno speaker fuori campo. Alla fine, il protagonista si ribellava alla rigida società, sconvolgendo l'ordine degli eventi nella sua vita e uccidendo quindi lo speaker/società, senza il quale però non esisteva più la rivolta che irrimediabilmente riconduceva alla normalità e quindi alla monotonia.

Vicente Arrigoni (Maccio Capatonda) è un uomo comune: ha un lavoro, una casa, un mutuo a basso costo, lavora in centro città, casa con giardinetto, scooter, monovolume, colesterolo basso, guarda i programmi TV, ha una moglie, dei figli; è il cittadino-standard. Un giorno, irrimediabilmente si accorge che la sua vita è troppo monotona ed ogni tentativo di farla cambiare la fa tornare come prima, come in un circolo vizioso. Si mette a vendere carciofi all'angolo di una strada, vomita un elefante dalla bocca insalivandolo con della colla vinilica, indossa una camicia rossa con la cravatta a pois viola: niente! Nulla riesce a sconvolgere l'ordine della sua vita, rigidamente scandita dalla voce dello speaker. Finché, un giorno, Arrigoni non decide di non svegliarsi, non andare al lavoro, bruciare il giardino di casa: lo speaker muore. Ma se muore lo speaker, la società "monotona" si annulla e la "nuova" realtà diviene invece quella "monotona" mentre quella "monotona" diventa quella nuova, che deve provare ancora. Arrigoni decide quindi di ricominciare tutto da zero, fa resuscitare con un magico rituale voodoo il suo spirito guida (lo speaker) e continua a vivere in maniera monotona e inutile. Un'ampia riflessione sulla società di oggi.

Ahia – Una toccante introspezione sul dolore

Ahia - Una toccante introspezione sul dolore è un film di Bruno Liegi Bastonliegi, con Maccio Capatonda. Il film è in realtà una serie di episodi di vario genere e stile, diretti con maestria dal poliedrico regista, che qui è anche direttore della fotografia e montatore.

È suddiviso in 4 semplici episodi:

  1. Emmorta: la giovane Elisa si trova morta nella vasca da bagno di casa sua, colpa di tutto uno scarafaggio. Il caso viene affidato all'ispettore Cherrett Fon Karpistell, che conduce in maniera eccellente le indagini e individua l'assassino scoprendo la terribile verità: Elisa si è suicidata.
  2. La storta: il piccolo Daniele si butta dal balcone per suicidarsi e prende una storta. A questo punto il regista indaga la mente umana, per capire perché il bambino si voleva suicidare. La storta è in realtà mentale, però fa male lo stesso.
  3. La solitudine: il giovane Ugo (Maccio Capatonda) vive da solo in un appartamento in periferia, mangia da solo. Per riscattarsi partecipa ad un torneo di pugilato internazionale, dove incontrerà la morte, che però lo schifa e così diventa Mariottide.
  4. L'amante: il segmento con Rocco Siffredi, nel ruolo dell'iperpalestrato Superursus che riesce ad attirare le ragazze e non riesce a nascondere a sua moglie il fatto di avere un amante.

Tutti gli episodi hanno come tema principale il dolore (non a caso il film è Una toccante introspezione sul dolore) dell'uomo, della ragazza che muore nella vasca, della storta mentale di Daniele, del giovane Ugo, che è solo e di Superursus, che provoca dolore nel non potere un amante nonostante sia iperpalestrato e superdotato.

Anche no

Anche no è un film del noto regista Bruno Liegi Bastonliegi, con Maccio Capatonda. Il film è basato sul breve romanzo Memorie di un cittadino vissuto in piazza Navona dal primo al quindici luglio ed è un'aperta denuncia sociale contro l'inquinamento cittadino, il buco dell'ozono, i pannolini a prezzi troppo alti, le canzoni di Gianni Celeste, i cani, i cellulari, la droga, la violenza, il razzismo e altri fenomeni sociali che passarono in mente a Bastonliegi durante la lavorazione.

File:Maccio1.jpg
I peli ispidi sulla testa di quest'uomo potrebbero essere capelli.... ma anche no!

Il giovane Young Juvens (Maccio Capatonda) è un cittadino di Roma, che passa la sua vita tra la fermata dell'autobus, la fermata del taxi e quella della metropolitana. Un giorno, istigato da un fruttivendolo che non sapeva cosa significasse il termine "assiologometrico", Young decide di sfidare la gang dell'ortofrutta, quella stessa notte, in uno spiazzo sulla Tuscolana. Young viene raggiunto dalla gang, che lo prende a colpi di pomodori, peperoni, pesche fuori stagione e quant'altro. La mattina dopo è sveglio, ma malconcio. Quasi distrutto, Young chiede passaggio con l'autostop ad un carabiniere. L'uomo lo riporta in città, a Piazza Navona. Qui, l'uomo osserva il passìo della gente e inizia a notare il fermento della città, che ha all'interno razzismo, violenza, sangue e odio repressi. Un giorno, mentre è seduto sulla panchina a riprendersi, vede passare una ragazza, che gli dice di amarlo. Young viene sedotto dall'affascinante ragazzina; immediatamente, egli capisce di essersi innamorato e decide di cambiare quel mondo che ha visto degenerare. Ma quando sta per agire, si ritira, mostrando che l'uomo preferisce ritirarsi in un mondo epicureo più che agire in maniera stoica. Ciceroniano.

Per fare questo film, il noto regista cino-giappo-coreano Bruno Liegi Baston Liegi ha speso una cifra esorbitante, che si approssima a circa 5 €. Difatti, dopo molti prestiti bancari, la sua compagnia cinematrogafica ha rischiato il fallimento. Per fortuna, il successo del film ha rinsaldato le casse del regista con un record di spettatori mai avuti prima: due cani e 1.322.400 poltrone vuote, oltre a qualche lattina di Coca-Cola.

Ma per "anche no" si possono intendere varie cose.

« Ti va di uscire con me? »
(Essere più inutile del mondo)
« Beh... Anche no! »
« L'acqua fa male, il vino fa cantare »
(Donna)
« Sono il più figo del mondo... »
(Essere più inutile del mondo)
« Ma anche no! »
(Essere più inutile del mondo)

Esse come Savona

Esse come Savona è la seconda opera prima del genio di Pelo Ponneso tratto da un romanzo probabilmente scritto male.

Il cast è formato dai seguenti personaggi:

  • Maccio Capatonda nei panni di un repper e un pazzo automobilista.
  • Fabbio Di Ninno è l'amico di Maccio ma non si sa bene cosa faccia veramente. L'unica cosa certa è che è stato più volte vergato dal supremo supremo.
  • Ruper Sciamenna nei panni del direttore che non sappaimo con chiarezza cosa faccia. Probabilmente ha contribuito alla maternità della contessa di Ambrogio.
  • Altri (se di esseri umani possiamo parlare) film facenti parte:
  • Michele Muro (presunto).


A tutt'oggi la città di Savona ha querelato più volte Pelo Ponneso e tutto il suo cast per diffamazione. La corte suprema ha dato ragione al regista, che, come risarcimento, ha avuto la soddisfazione di realizzare un altro film quale "T di Torino; R di Roma".

Rocchio 47

Un giovane Joe Rocchio nel 1475; aveva già i pugni nelle mani...

Un vecchio decrepito, Joe Rocchio, dopo un glorioso passato nel "puggilismo" decide di tornare a combattere. L'anziano continua a sentire "una bestia dentro di se" e nonostante il viagra ormai riesca solo a evitargli di pisciarsi sulle scarpe, decide di ritornare ad allenarsi. Maccio Capatonda si offre di allenare Joe, che dopo 15 anni passati sul divano a guardare La Vita in diretta, si rialza incredibilmente con la grinta di un ragazzino paraplegico. Capatonda intanto fissa il primo incontro, ma Ivo Avido accetterà di far combattere Joe, solo dopo aver avuto un amplesso con la moglie di Rocchio, che per il bene del decrepito marito, donerà il suo corpo al cinico Manager. Il giorno dell'incontro, proprio a pochi secondi dal calcio d'inizio l'arbitro tristemente annuncia: "si è spento di vecchiaia". Maccio sbalordito,non riuscendo ad accettare la morte del bicentenario pugile,rimane impietrito per alcune ore, solo l'intervento di Giucas Casella lo farà tornare in se. Il pubblico piange la fine di un mito, mentre Ivo Avido scappa con Katherine a Fiuggi dove la sposerà in seguito ad una notte di fuoco.

Natale al cesso

Natale al cesso è un film cult con Maccio Capatonda.

Si presenta la classica trama del cinema post-neo-anal-realista che vede l'eroe lottare strenuamente per realizzare i suoi ideali contro una sorte crudele e beffarda; la narrazione si svolge in un albergo di montagna, metafora di Felliniana memoria che rappresenta il paradiso perduto (ma anche no).

Dopo aver sentito l'ultima canzone dei Sonohra il protagonista entra in trance e riceve il dono di parlare con i morti, ma spesso gli incontri con questi gli incutono terrore tanto da farlo esclamare "Li mortacci sua!".

Nel finale la storia viene ricondotta a quel non-luogo, il cesso appunto, dove, libero da ogni inibizione di natura sociale, l'essere umano può finalmente ritrovare se stesso ed esprimersi liberamente nelle forme artistiche più alte.

Il film è frutto della straordinaria collaborazione di due esponenti di spicco del cinema d'essai.

La regia di Bruno Liegi Bastonliegi si segnala come in altri film per la sua pedo-porno-fotografia e per i suoi zoom a tutto campo.

D'altra parte l'apporto di Ando Vais nella sceneggiatura viene reso palese dai rapporti sodomitici che avvengono con l'uso della punta dell'albero di natale, nei quali si può leggere il prevalere degli istinti primitivi sul consumismo onnipresente nella vita dell'uomo moderno.

I ruoli assegnati sono i seguenti:

  • Maccio Capatonda è il protagonista: per questo ruolo ha già ricevuto la nomination per l'Oscar nella categoria Luigi Scalfaro.
  • Rupert Sciamenna è il tizio che da un calcio in culo ad un altro perché' questo capitomboli dentro una stanza e qui trombi con una donna pesante circa 300 kg e che poi si nasconde le parti basse con un cane perché nel frattempo è entrata la moglie nella stanza perché c'è stato un equivoco perché lui credeva che lei credesse che lui sapeva che l'altro fosse ... (si noti la sottile vena umoristica con numerosi e sofisticati riferimenti alla cultura yiddish).
  • Ivo Avido è quello che rutta e scoreggia sempre.
  • Massimo Boldi è il water di ceramica che si vede nell'ultima scena: purtoppamente non ha fatto in tempo a dire la sua unica battuta in copione, che poi sarebbe "Uè, cipollino!".

Giammangiato

Film (drammatico, 2008) tratto dall'anonimo romanzo di Manlio Cavaldonati per la regia di Enzo Annio.

È sera, è buio, una stazione, tre persone si incontrano casualmente. I tre si conoscono, anzi, erano amici molto legati in gioventù: inizia la carrellata dei ricordi, delle avventure passate insieme, la paresi di Beppe che non lo ha mai abbandonato, e le pizzate. Già, le pizzate! Quale migliore occasione per recuperare almeno un po' dei bei giorni andati? Gianni propone di andare tutti in pizzeria, ma... Mario abbassa la testa e oppone uno sconvolgente rifiuto.

Inutilmente i due amici chiedono spiegazioni, in un climax di pianto e drammaticità: quale segreto cela l'amico d'infanzia, forse è stato violentato da un pizzaiolo, oppure ha perso la fiducia nel mondo? Infine Mario confessa che ... ha giammangiato!

Chiaro il riferimento al mondo della politica i cui esponenti, come è risaputo, hanno giammangiato.

Un tizio che, come è evidente, ha giammangiato

I ruoli:

Piccole curiosità:

  • L'anonimo romanzo di Manlio Cavaldonati è stato tradotto in arabo e ha suscitato fortissime proteste da parte del mondo mussulmano.
  • L'anonimo romanzo cela un segreto crittografato: se letto al contrario è un romanzo anonimo.
  • Manlio Cavaldonati è stato ingaggiato da Federico Moccia per scrivere il copione del suo nuovo film. Lo scrittore ha accettato a patto di rimanere anonimo.

L'Uomo che Usciva la Gente

Dai creatori di Brodo di Gocciole, un nuovo film che ha fatto sognare intere generazioni e ne ha fatte suicidare altrettante! Dal genio di Bruce Lagodigarda una struggente storia d'amore, ballo e passione!

Billy Ballo e Mariottide sono punti di riferimento per i giovani d'oggi che vorrebbero essere come loro

Fernandello (figlio di Mariottide) ha un sogno: quello di fare l'usciere! Ma il padre non è d'accordo e lo iscrive a un provino di danza! Qui conoscerà la stupenda Anna Pannocchia di cui egli si innamora e sarà proprio l'amore unito alla promessa di fidanzamento in caso di riuscita emulazione di Billy Ballo, il miglior ballerina del mondo, che spingono il giovane Fernandello a continuare sulla strada della danza! Dopo gli inizi difficili è grazie all'intervento di Kledi che Fernandello capisce di non poter emulare Billy Ballo ma che deve essere se stesso: cioè un asino! Cosi dopo fatica e dolore (come dice lo stesso padre: "Deve fare male!") Fernadello arriverà ad eseguire l'ormai mitologico Passo dell'Asino! Ma l'inconveniente è dietro l'angolo e cosi con un tanto rapido quanto involontario gesto delle mani egli "esce" la giuria tornando dunque a coltivare il suo sogno di una vita:quello di fare l'usciere!

Sempre e comunque ruoli:

  • Il talento inespresso di Bipbip Ballerina nel ruolo di Fernandello!
  • Una straordinaria Anna Pannocchia nei panni della musa ispiratrice di Fernandello.
  • Il canditato al Golden Gol Billy Ballo nel ruolo a lui consono del miglior ballerina del mondo.
  • Il plurirattristato Mariottide nel ruolo di padre di Fernandello.
  • Kledi nel ruolo fatto su misura per lui di calendario parlante.

Premi

Premio Oscar Luigi Scalfaro

Riconoscimento di cui possono vantarsi solo le più grandi personalità nel mondo dello spettacolo o della prostituzione acrobatica in fa maggiore.

Fu inventato dall'omonimo Premio Oscar Luigi Scalfaro: Premio Scalfaro era infatti un bimbo molto felice, poiché la mamma l'aveva partorito dodicenne all'età di diciotto anni. L'aver saltato parte delle scuole medie lo rese un bimbo molto tranquillo, a differenza dei compagni che andavano in giro sul Booster a scippare le vecchiette, e quando queste erano impossibilitate a causa paralisi o morte, provvedevano al servizio a domicilio. Premio, molto offeso da un simile comportamento, decise di porre fine alla sofferenza delle signore non più giovani e quasi cibo per vermi. Purtroppo il suo slancio di generosità non fu ben visto dal ventisette barrato che passava di lì per caso (il misfatto avvenne infatti nel salotto di casa Scalfaro, senza apparente motivo) a sirene spiegate. L'autista si fermò per soccorrere il povero premio, ma così facendo fece morire disidratate anche le sirene.

Curiosità

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  • Le origini di questo neologismo sono da ricercarsi nel ricco ed esilarante repertorio della Gialappa's band, veri inventori di questo modo di dire dal quale deriva la pellicola di Maccio.
  • Per far immedesimare Maccio Capatonda nel ruolo del dirigente di multinazionale sfigato che indossa un cappello da Napoleone, egli pagò contemporaneamente un esperto di borsa, uno sfigato e Napoleone stesso per impartire lezioni di recitazione al giovane Maccio.
  • Bruno Liegi Bastonliegi è uno dei più autorevoli registi di film horror, tra i quali spiccano i grandissimi suc"Cessi" di Babbi L Orsetto, L'Ammazzatore, Tension, Pappo il Pugile, Prodi e i 40 Ladroni dei Ministri, Ritratto di Vladimir e tanti altri celebri film horror. Liegi Baston Liegi ha dichiarato che Hitch fu il suo mentore.
  • Forse non tutti conosco il famoso libro che ha ispirato il film, "lo avrei potuto scrivere...ma anche no"

Note

  1. ^ Nel senso che è scappata.
  2. ^ La corazzata Potëmkin.
  3. ^ Di cui il maestro apprezza particolarmente il montaggio analogico e gli stivali dei soldati.