Go (gioco)

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Nel caso tu abbia voglia di imparare a giocare a go (MUHAHAHAHAHAH) fai un salto qui.
« Dai, è facile giocarci, ci sono solo 4 regole da imparare! »
(Giocatore esperto mentre tenta di attirare in trappola una vittima innocente)


la nascita

Vi sono svariate leggende sulla nascita di questo antico gioco: c'è chi dice che fu fatto inventare da un certo imperatore cinese Yao della dinastia Mao, al fine di punire il suo sciagurato figlio Danzhu, il quale tornava sempre ubriaco di sakè la sera tardi, sperando che, costringendolo ogni giorno dalle tre di mattina alle 2 del pomeriggio a giocare partite su partite e ad ingoiare tutte le pietre che gli venivano catturate, si sarebbe finalmente deciso a tornare sulla retta via.

Altre fonti dicono che il creatore sia in realtà l'altrettanto leggendario WilChin WonKan, il bis-bis-bis-nonno cinese del cacaotico Willy Wonka, in quanto sperava che creando un gioco che necessitasse un elevato numero di pedine colorate sarebbe finalmente riuscito a piazzare sul mercato orientale le sue partite invendute di confetti al travertino.

In ogni caso, secondo l'autore di questo articolo, la prima partita a go risale al lontano lontano 6000 Avanti Cristo, in una sperduta pianura del Centro Cina. A quel tempo vi erano due pastori di pecore molto in conflitto tra di loro, un giorno i due cominciarono a discutere su a chi appartenesse una zolla erbosa di forma quadrata (precisamente di 19 metri per 19), quella che all'inizio era una discussione civile degenerò in una rissa violenta piena di insulti da parte di entrambi, ad un certo punto però, uno dei due pastori prese una gran pietra sferica di colore nero e la collocò sul punto centrale terreno erboso[1] a mo' di confine urlando:

« Onegai shimasu! »
(Pastore incavolato)

termine che in giapponese equivale ad una formula di cortesia utilizzata proprio all'inizio di una partita ma che in cinese antico sta a significare "vattene dal mio fottuto giardino"

L'altro pastore, offeso oltre ogni limite, rispose collocando a sua volta un pietrone sferico di colore bianco, accanto a quello nero[2]. Iniziò così una lunga e faticosa lotta a base di pietroni da un quintale e mezzo collocati al fine di circondare il territorio che spettava a loro nonché la rimozione dei pietroni avversari dal proprio, creando così le regole base di quello che è uno dei giochi da tavolo orientale più diffuso nel mondo[3].

La leggenda vuole che questa prima storica partita si concluse in parità, in quanto, non esistendo la regola del ko, i due contadini creparono entrambi di ernia bilaterale dopo aver ripetuto una ottantina di volte la stessa mossa di cattura.

Il gioco in generale

Occorrente

File:Giocatori di dama cinese.jpg
Poverini, per torturarsi giocare a go si sono dovuti amputare le gambe
  • Il tavolo, detto goban o gosthbuster, consiste in un gran blocco semi-cavo di legno robusto con zampe elefantine e tante linette perpendicolari sul dorso.
  • Le pietre[4], chiamate goshi,
servono per lapidare l'avversario a fine partita. Questo le rende più saporite, che il sangue è la morte loro. Possono anche essere guarnite con del collutorio[5], lo yunzi, (che in cinese vuol dire pietra, ma adesso è diventato un condimento per minerali) o addirittura con la salsa di soya.

Svolgimento normale di una partita

saluto e nigiri

I due giocatori si collocano sui due lati opposti del goban, fingendo un nobile rispetto reciproco, indi pronunciano la formula di cortesia eseguendo allo stesso tempo un inchino alla giapponese, cercando di dare una craniata potente all'avversario, questa fase risulta essere molto influente sull'esito della partita, in quanto il giocatore che riceve la craniata più forte, rischia un non lieve offuscamento mentale.

Si passa poi al nigiri, ossia all'estrazione per decidere a chi toccheranno le pietre nere e quindi l'iniziativa iniziale, questa azione consiste nel deporre un mucchietto di pietre in mezzo al goban per poi fare a gara a chi ne ingoia di più senza respirare, appena ad un giocatore ne va una di traverso, è compito dell'altro[6] di fargli sputare la causa dell'otturazione per poi controllarne il colore, il colore della pietra sarà quello che toccherà al giocatore che la ha ingoiata.

fase iniziale

Se entrambi i giocatori sono sopravvissuti alle formalità, inizia la vera e propria partita: a turno, i due giocatori prelevano una delle loro pietre e le collocano sulla intersezione che desiderano occupare; il modo più utilizzato per tenere una pietra è quello di tenerla tra l'indice e il medio, effettuando allo stesso tempo una elevatissima pressione sulla pietra, cercando di farla schizzare ad alta velocità e di conficcarla così nell'occhio dell'avversario o, alla meglio, tra le sue costole. Se invece si preferisce evitare questo scontro diretto, è consentito e raccomandato appoggiare la pietra con violenza sul goban emettendo il conosciuto suono KIAAAAH, al fine di spaccarlo a metà e di guadagnare così ben 20 punti bonus. Se poi i due giocatori risultano troppo gracili e docili per entrambe le mosse, si esegue una normale partita a base di pietre collocate e di territori in via di formazione[7].

fase di combattimento

Quando uno dei giocatori comincia a prendere l'iniziativa e tenta di attaccare l'avversario per rubargli il territorio edificando un campo d'assedio con un paio di trambuchi, inizia una fase di attacco, al termine della quale o l'attaccante riesce a catturare le pietruze avversarie o, alla meglio, a creare un gruppo di pietre vive nel suo territorio utilizzando la magia nera; o il difensore riesce a respingere l'offensiva catturando e trucidando le pietruzze nemiche[8]. Al termine della battaglia, il perdente deve per penitenza ingoiare un cubetto di wasabi puro.

fine partita

Quando tutto il goban è stato occupato, i territori tutti fortificati ed entrambi i giocatori hanno esaurito la loro scorta di catapulte, entrambi i giocatori, dopo aver constatato ciò, passano entrambi il turno, e, dopo aver ringraziato la propria divinità di essere riuscito a tollerare l'ultimo boccone di wasabi senza riportare tumori, cominciano a contare i propri territori ottenuti, contandone le intersezioni libere, sottraendone le pietre perdute, aggiungendo il komi, sottraendo mezzo punto per ogni ko, addizionando le crepe inflitte al goban e passando il risultato ottenuto attraverso la seguente equazione:

Il giocatore che risulta vincitore ha come premio il diritto di lapidare l'avversario con tutte le pietre utilizzate durante la partita.

Chi ha detto che il go è noioso?

fase finale e fine partita

Proverbi e detti di turtura gooistici

File:Go2.jpg
Chi dice che il go non possa essere porno?.
  • « per gli Il mondo è una partita di Go,invetti loro si torturanoci giocano spesso» (proverbio cinese).
  • «Le regole del Go sono così crudeli, organiche (nel senso che si "lavora" sugli organi)e rigorosamente logiche che se esiste in qualche parte dell'universo una forma di vita intelligente,ma non esiste essa deve essere tuorturata» (Dark Laser, campione di scacchi).
  • «Una partita di Go si svolge in tre tappe: il fuseki, la metà partita e la morte.»
  • «L'atari(non ripetetelo a casa) è una malvagità
  • «I muri hanno forse orecchie, ma non hanno sempre degli occhi.In ogni caso devono morire.
  • «Non si lancia l'avversario sui muri,loro vanno lanciati contro l'avversario.»
  • «Una giocata non è mai buona o cattiva,è distruttiva.»(Sakata Eio)
  • «Un triplo ko è un ko più un ko più un ko.» (Mike Tyson)
  • «Strisciare chiedendo pietà è lecito, assecondare tali richieste è eresia.» (Cho Chikun)
  • «Sopra al goban la pietra campa, sotto al goban la pietra crepa.»

Note

  • Inizialmente costruire dei muri di pietre durante la partita era considerata una buona mossa. Dopo la grande invasione dei cosi che escono dalle fottute pareti del 1994 l'opinione comune è radicalmente cambiata.
  • Secondo alcune leggende il primo giocatore di go della storia vaga ancora per il mondo, corroso dalle torture, in cerca del sangue di giovani vergini [9]


Template:Legginote

  1. ^ l'attuale Tengen del Goban odierno
  2. ^ un approccio troppo diretto, secondo gli ultimi studi tattici sul go
  3. ^ figuriamoci gli altri
  4. ^ o, per meglio dire, "quelle maledette pietruzze"
  5. ^ Dai su, quello che avete in bagno, sì, esatto, quello lì...
  6. ^ in teoria
  7. ^ na'palla
  8. ^ morale: comunque vada ci rimettono sempre le pietruzze
  9. ^ Si. Guardati le spalle.