Jenga

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Giocatore che non sa a che cosa sta andando incontro.
« No! Noo! NOOOOOOOOOOO! »
(Tipica reazione di un giocatore di Jenga mentre crolla la torre dopo 3 ore di gioco)
« È un gioco del demonio »
(La CEI su Jenga)
« L'ho inventato io »
(L'architetto delle Torri Gemelle su Jenga)



Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Jenga
Il Jenga è uno tra i più malefici giochi di società mai visti sulla faccia del pianeta, secondo forse solo al Monopoli.


Storia

Il Jenga nasce originariamente nel neolitico, quando gli uomini, dopo una giornata di caccia, si divertivano a rilassarsi giocando a chi riusciva a sfilare più menhir da un grande cumulo senza farli cadere. Il più antico esempio di Jenga della storia è indubbiamente Stonehenge[1], che a differenza di quel che dicono gli archeologi, non è che il risultato di una partita durata circa un secolo. Il termine Jenga deriva anch'esso dal neolitico, infatti, quando gli uomini venivano cionvolti in un crollo di menhir, spesso a causa del dolore dovuto al pesante masso sul mignolino del piede urlavano: "Jeeengaaaahhh!". Da qui in termine Jenga. Alcuni ricercatori dicono che il termine in realtà proviene dallo swahili "jenga" cioè costruire, ma sono solo supposizioni prive di fondamento. Il gioco è stato riportato alla luce dal alcuni paleontologi, che brevettarono il gioco dopo una lauta mazzetta alla SIAE, poiché era già stato brevettato millenni pirma dai paleolitici, per la modica cifra di 3 clave e 6 donne (erano ladri anche allora).

Regole

Rielaborazione grafica del gioco secondo la Chiesa.
Le regole di questo gioco sono a prova di idiota (e questo spiega in parte il successo mondiale riscosso di recente):
  1. Prendi un mattoncino dalla torre.
  2. Mettilo in cima.
  3. Non fare cadere la torre.

Facile, no? Il problema per il 99.9% della popolazione mondiale sta nel 3° punto, poiché solo pochi sanno non far cadere la torre, e la maggior parte dei giocatori fanno cadere la torre pronunciando circa 15b/s (bestemmie al secondo).[2] Non esiste un vero e proprio vincitore, ma solo un perdente, che facendo crollare la torre, oltre all'umiliazione della sconfitta, subisce nella maggior parte dei casi anche il pestaggio da parte degli altri giocatori, avviliti dal fatto che mancava un solo mattoncino per raggiungere il record mondiale.[3]

Effetti Collaterali

Tipici giocatori dopo 15 ore di gioco. Dalle smorfie si può notare (soprattutto in quello a destra) l'impellente bisogno di un WC.
Recenti studi hanno dimostrato la pericolosità del Jenga, poiché, oltre ai danni fisici che il perdente riporta, causa danni psichici spesso non curabili. I giocatori puntano a superare di volta in volta il loro record di altezza della torre, giocando (e bastemmiando) per ore e ore, senza bere, mangiare, dormire, andare al bagno, fumare e fare sesso (ebbene sì, incredibile ma vero). Un fisico bene allenato può resistere al massimo tre giorni in queste condizioni, ma se il fisico può guarire, la mente riporta gravissimi danni: già dopo le prime 12 ore, comincia a dare cenni di squilibrio: si diventa nervosi, si urla in continuazione, si diventa violenti e si cominciano ad avere fastidiosi tic. Dopo le 12 ore, si registrano i sintomi di una schizofrenia vera e propria, che peggiora sempre di più, e dalla quale si rischia di non tornare più indietro. Se non si interrompe il gioco, spesso si va incontro alla morte, ma i soggetti più fortunati (per modo di dire), svengono prima e riescono a essere salvati con un tempestivo ricovero. Dopo essere stati dimessi, dovranno affrontare una serie di cure mirate a combattere i sintomi da Jenga, tra le quali la visione di filmati dove vengono fatte crollare diverse torri.

Voci Correlate

Note

  1. ^ Che doveva essere una torre bella alta una volta, ma il tempo ha distrutto la torre, lasciando la base
  2. ^ Motivo per cui la CEI lo considera gioco del demonio
  3. ^ Si stima che solo il 20% dei giocatori perdenti sopravvivano