Gioco delle tre carte

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Le tre versioni più diffuse: gioco delle tre carte, gioco delle tre scatolette e gioco delle tre campanelle. Prima di provare con un pollo è bene allenarsi con un gatto.
Truffatore : Carta vince, carta perde. Dov'è l'asso?
Pollo : Qui!
Truffatore : Macché! Mi dispiace, ci sei andato vicino. Ci vuoi riprovare?
Parecchio pollo : Sì, ma raddoppio la puntata così mi rifaccio!

Il gioco delle tre carte, in alcune varianti fatto con scatolette o campanelle, è una delle settordici truffe riconosciute attualmente dal CISPO (Comitato Italiano per la Salvaguardia del Pollo Occasionale), organismo che si occupa di informare gli incauti riguardo le truffe più usate sul territorio nazionale, a fronte di un'offerta in contanti da versare direttamente ad alcuni volontari, che svolgono la loro opera meritoria nei principali autogrill della Penisola.
Si presenta con le caratteristiche di un qualsiasi gioco d'azzardo (uno diversamente intelligente mette i soldi e il banco incassa) ma invece, tramite l'applicazione di alcuni trucchi, diventa una truffa[1]. Se è vero che la mamma degli idioti è sempre in cinta, è altrettanto vero che quella dei truffatori è una troia olimpionica evolutasi geneticamente, in grado di sfornare bastardi con una gestazione di appena due mesi, come i castori.
È anche un modo di dire, riferito a persona in grado di parlare di una cosa negativa presentandola come positiva, quasi sempre per un tornaconto personale.

« Ahò! Ma che me stai a ffà er gioco delle tre carte?! »
(Ho il lieve sospetto che tu stia cercando di raggirarmi.)

Caratteristiche

Un gioco che attrae sempre numerosi fessacch estimatori.

In genere le bande che organizzano questa truffa sono composte da 5 elementi.

  • Il conduttore del gioco: è il più veloce di tutti a muovere le carte e ad alzare i tacchi se arrivano gli sbirri. È diplomato presso la Magic International Academy e durante l'inverno tiene corsi di recupero per i croupier di Las Vegas, è talmente bravo che uno come Silvan può al massimo spicciargli casa.
  • Due giocatori fasulli: si fingono avventori occasionali, che sfidano il conduttore e che sembrano vincere del denaro. Si presentano come i classici camionisti di bisarche polacchi, ossia con canottiera sudata, alito che puzza di vodka e stuzzicadenti al lato della bocca. Guardandoli, il pollo deve pensare: "Se ci indovinano queste due fetenzie umane mezze ubriache, io posso farcela sicuramente!"
  • Due pali: complici anziani posizionati in aree strategiche della zona, in modo da poter avvisare gli altri dell'arrivo delle forze dell'ordine. Grazie alla loro enorme esperienza, riescono a fiutare un poliziotto in borghese quando è ancora allo svincolo autostradale precedente, appena entra nel parcheggio ti sanno dire se ha fatto sesso la sera prima e l'indirizzo della puttana con cui è stato.

Infine occorre il pollo da spennare, preferibilmente uno con la faccia sveglia come Maurizio Gasparri. Mentre questo esemplare di scemo allo stato brado si avvicina, i primi tre iniziano a giocare cercando di attirare la sua attenzione. I due complici sfidano l'organizzatore, in apparenza vincono e ritirano il denaro. A questo punto il "soggetto" guarda meglio e cerca di indovinare mentre giocano gli altri, si accorge che è in grado di vincere. Con un sorrisetto compiaciuto sotto i baffi, tipico di chi pensa: "Più brutto de me lo puoi trovà ma più fijo de 'na mignotta no", sfida il conduttore, ed inizia allora la truffa.

Quello classico...
... e la più nota variante. Ccà nisciuno è fesso!

Versione con le carte

Vengono utilizzate tre carte da gioco (tipicamente due figure e un asso), che vengono fatte passare da una mano all'altra e lasciate cadere a faccia in giù sul tavolo. Il conduttore è molto abile, due delle carte le tiene sovrapposte nella stessa mano e le fa cadere in ordine inverso a quanto appare e viene percepito dall'osservatore[2]. Nel caso in cui il pollo indovini (per culo) dov'è l'asso, applica il cosiddetto "rovescio messicano", ossia gira la carta sul tavolo utilizzandone una che tiene nascosta in mano, l'asso scompare nella sua mano e il poveraccio si trova di fronte una figura, quella di mierda[3].

Versione con la biglia

Si usano una biglia e tre scatolette, ma vanno benone anche campanelle, tazzine e ovetti del Kinder Sorpresa. Il conduttore, muovendo molto velocemente la biglia tra le scatolette se la riprende nel palmo di una mano, in modo che non venga a trovarsi sotto nessuna delle tre. Anche in questo caso il truffato non vince mai, ma se fosse leggermente più sveglio di un bradipo in coma, e dovesse accampare la pretesa di guardare anche sotto le altre, a questo punto intervengono i "pali", che arrivano strillando "bada che c'è la Pula...", oppure "minchia, i Caramba..." e se la danno tutti a gambe levate.

Versione con il furto

In entrambe i casi precedenti, approfittando del caos generato, i due "finti scommettitori" ne approfittano per rubare portafogli ed oggetti di valore, tanto per ottimizzare il lavoro.

Cenni storici

Ci cascano da sempre.

Il gioco compare per la prima volta a Firenze nel 1558, per mano di Gennaro lo Splendido, appartenente al ramo partenopeo dei Medici, quello dei Portantini. Approfittando delle sue entrature a corte, che lo pongono a contatto di opulenti signorotti scaltri come merli, e di altrettante oche giulive avvezze al dilapidar fortune, riesce in poco tempo ad accumulare una cifra spropositata, tanto da permettersi di aprire una banca e continuare così a fregare soldi alla gente, stavolta in modo quasi legale. Il punto di svolta è l'incontro con Maramaldo da Casoria, un energumeno di centosei chilogrammi edotto del truffaldino sistema, delle sue varianti, e di come far sparire un cadavere in una palude senza lasciare traccia. L'accordo tra gentiluomini non tarda ad arrivare, soprattutto dopo la minaccia di Maramaldo di spifferare tutto al bargello e far finire ai ceppi Gennaro. Fondano assieme la Cassa del Risparmio Sottratto, istituto creditizio a capitale misto (metà rubato e metà estorto) interamente versato, nelle loro tasche.
Compare di nuovo nel 1718, nella Roma di Papa Clemente XI, famoso per la drammatica ironia del suo nome e per aver ripristinato nello Stato Pontificio il gioco del Lotto, oltre alla tortura. Il papa finanzia grazie al Lotto numerose opere per la città di Roma, a lui si deve l'obelisco nella piazza del Pantheon (utile come ruotino bucato), il porto di Ripetta sul Tevere (che serviva solo a far arrivare fresche le mazzancolle sulla tavola del pontefice) e la fontana conosciuta come Bocca della Verità (utilizzata come sistema per sbugiardare i contestatori del regim Sacro tizio incaricato da Dio in persona di comandare in sua vece. I proventi sono però troppo controllati, ricevute e scartoffie impediscono di accumulare i fondi necessari alle opere di ampliamento delle dottrine edilizie negli stati limitrofi. Clemente XI introduce quindi il gioco delle tre campanelle, svolto da abili e fidati cardinali sotto il colonnato di San Pietro, per "alleggerire" ulteriormente i pellegrini. I proventi finiscono direttamente nelle tasche del papa e, subito dopo, nel Ducato d'Urbino, luogo che aveva dato i natali a lui e ai suoi figli illegitt della provvidenza. I romani iniziano a sospettare che ci siano enormi ricchezze mandate ad Urbino, e in particolare ad alcune nipotine da parte di Fava del Pontefice, la conferma arriva in uno dei dialoghi fra Pasquino e Marforio:

Versione istituzionale del gioco.
Marforio : Dimmi, che fai Pasquino?
Pasquino : Guardo Roma, che non vada a Urbino!

Il gioco delle tre carte viene riproposto nel corso dei secoli con numerose varianti, finché diventa parte integrante del sistema fiscale italiano, nel quale basta sbandierare a reti unificate di voler togliere una tassa, sostituirla con altre due, e la gente ti dice pure grazie. L'apice si è raggiunto col giochetto "TFR o QUIR", che vale la pena approfondire.

  • TFR: la liquidazione del Trattamento di Fine Rapporto, in base alla normativa vigente, viene tassata con un'aliquota agevolata. Inoltre, se lasciato in azienda o in un fondo pensione, consente una rivalutazione dell'1,5% all'anno più il 75% dell'inflazione. Può essere paragonato ad un pollo arrosto che ti eri messo da parte, ma quando lo ritiri gli manca un coscio, che si è mangiato lo Stato.
  • QUIR: la cosiddetta "quota integrativa della retribuzione" è riassunta in un acronimo abbastanza ingannevole. Qualcuno ha capito che si trattava di ricevere un'integrazione, quindi qualcosa in più, in realtà prendi in anticipo parte di qualcosa che è già tuo, ma su cui viene applicata una tassazione maggiorata. Per capirci, sei da McDonald's davanti al tuo Big Mac Menu, mentre dai un sorso alla Coca-Cola lo Stato ti frega due patatine, quando addenti il panino si attacca alla cannuccia e fa un gran sorso, mentre insudici le patatine nel ketchup lui sfila i cetriolini, il formaggio e l'insalata dal panino.

Alla fine, in entrambe i casi, il fisco rutta fragorosamente. A questo punto occorre diffidare di certi imbonitori da fiera, di questi Giorgio Mastrota travestiti da "premier"

« ...e ai primi cento che acquisteranno una nuova auto col rincaro dell'IVA al 22%, regaliamo un bonus bebè! »
(Renzi si allena davanti allo specchio a fare "carta vince-carta perde".)

Varianti poco diffuse

Varianti ammesse dal CISPO
In base all'andamento della partita, individuare nella terna arbitrale chi è stato corrotto da Moggi.
Si tratta di trovare il capezzolo più sensibile dei tre. Ovviamente, dopo averlo strizzato, il conduttore mischia le tette.
Dopo aver guardato le cartelle cliniche, indovinare chi non arriva all'anno nuovo.
In base alla fedina penale, scoprire chi torna "ar gabbio" prima degli altri.
Dopo avergli dato una sola pasticca di ecstasy, scoprire chi dei tre l'ha ingoiata facendogli domande di matematica.
In base al trauma subito dal pupo, indovinare con quale dono è stato colpito.
Si tratta di scoprire tra questi omertosi picciotti della mafia chi sarà un futuro pentito.
La variante "ad personam", anche in questo caso il conduttore vince sempre.
Chi è il più porco dei tre? Anche in questo caso c'è il trucco, il vero porco è quello della foto precedente.

Note

  1. ^ come il gioco d'azzardo
  2. ^ che ricordiamo è intelligente come un vaso di petunie
  3. ^ da cui il nome rovescio messicano

Voci correlate