A bello de casa! Ma che gusto c'hai a legge Elena Fabrizi in itagliano? Clicca qua sotto e godete la vera sora Lella come Roma l'ha fatta!
« Hanno detto "prendila con filosofia" perché "pijatela 'der culo" pareva brutto! »
(La sora Lella a proposito dei consigli da amico)
« Fattela 'na risata, che magari domani te sveji sotto a 'n cipresso! »
(La sora Lella a proposito del vivere giorno per giorno)
Elena Fabrizi, detta Lella Fabrizi e anche sora Lella (Pajata, 17 giugno1915 – Coratella, 9 agosto1993), è stata un'attrice e cuoca italiana. Dopo aver interpretato vari ruoli minori arriva al successo grazie a Carlo Verdone, che la vuole in alcuni dei suoi film.
« Chi sei? Carlo Verdone l'attore?! Ma me stai a cojonà o stai a ddì sur serio?! »
Per anni si è dedicata alla ristorazione, presso il locale sull'isola Tiberina che prende il suo nome, cercando di valorizzare la cucina romana tradizionale. Era però anche una spregiudicata innovatrice, sua l'idea di servire carciofi alla giudia dentro una kippah fatta con la mollica di pane, nonché quella di portare in tavola la coda alla vaccinara ancora attaccata alla vacca. È famosa anche per il suo impegno in importanti battaglie sociali, come quella che l'ha vista impegnata nella difesa degli sfrattati e nel far dichiarare la carbonara vegetariana reato punibile con la forca.
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Elena nasce a Roma nel 1915, ultima di sei fratelli. Tra essi l'attoreAldo Fabrizi, col quale condivide la passione per la recitazione, quella per la cucina e la porzione di quadrante della bilancia oltre i 110 kg. La sua infanzia è segnata da eventi drammatici: è già iniziata la Prima guerra mondiale e, come se non bastasse, l'unica squadra di calcio presente nella capitale è l'Atletico Burinense. In uno scenario così apocalittico, che avrebbe minato anche il più forte dei caratteri, la piccola Elena trova consolazione nell'unica cosa che le è stata sempre a cuore: la
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cicoria ripassata in padella. La cucina della madre è il suo luogo preferito dove giocare, in poco tempo impara la maggior parte delle ricette a memoria. A cinque anni non sa ancora leggere, però riconosce l'eventuale presenza della parola "panna" nella ricetta della carbonara, si reca in cucina e prende a calci negli stinchi il cuoco In prima elementare, per il pranzo, gli altri bambini si portano panini e pizza, lei ha il Dolce Forno e si cucina l'abbacchio con le patate. Quando frequenta le medie, approfittando di un malore della cuoca, si impossessa della mensa e cucina per tutto l'istituto. Il preside sembra visibilmente soddisfatto, affigge un cartello con una foto della vecchia cuoca e la scritta "Io non posso entrare" e in seguito, accoglie il suo tentativo di ritorno sguinzagliandole contro i dobermann. Grazie ai proventi di questo lavoro Elena capisce due cose:
che presto potrà permettersi di aprire la sua prima trattoria;
che si deve sbrigare perché "la vita è un mozzico".
Dopo aver guadagnato abbastanza, apre il suo primo ristorante nella celebre piazza romana di Campo de' Fiori, un luogo ben frequentato dai turisti a pochi passi da Piazza Navona. L'idea di scrivere i menù in varie lingue la scarta subito, la cucina tradizionale romana è basata molto sul "quinto quarto"[1] e quindi: spiegare che la coratella è composta da interiora, e che la pajata in un certo senso è merda, sarebbe strategicamente penalizzante. Quando apre un secondo ristorante, sull'Isola Tiberina, orami è per tutti "la sora Lella".
Vita sul set (in cucina)
L'incontro della sora Lella col mondo del cinema avvenne, manco a dirlo, in un bar: lei col suo solito Crodino analcolico accompagnato da abbondanti patatine, da lei stessa pelate e fritte; lui, il cinema, sottoforma di un giovane alto, atletico e aitante, il noto Verdone[2]. Il breve scambio di battute che scaturì dall'incontro è passato alla storia:
- Carlo: “Lei è la sora Lella Fabrizi?” - Lella: “So' io!” - Carlo: “Le piacerebbe fare mia nonna...” - Lella: “Ma nun me rompe, sto a magnà!”
- Carlo: “... in uno dei miei film...” - Lella: “Ma... tu sei Carlo Verdone l'attore?” - Carlo: “Proprio io! Allora, ci sta?!” - Lella: “Ma nun me rompe, sto a magnà!”
Per fortuna di Verdone e dei suoi fan l'effetto del Crodino svanì in fretta e la sora Lella tornò sui suoi passi. Dopo un avvio col botto in Bianco, rosso e Verdone, dopo aver sfondato in Acqua e sapone come neanche era mai riuscita con le sue amatriciane, la buona Lella cede alla prepotenza dei propri annetti sul groppone e contrae la "peste", abbandonandosi a pellicole con un Pierino maledetto che una ne fa, cento ne pensa e mille ne piglia (di scappellotti
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furiosi). Grazie a queste interpretazioni, l'intramontabile Elenona si trasformò da comune matrona romana a nonna che chiunque vorrebbe avere, eccetto quando s'incazza. Le sue ultime apparizioni televisive la vedono in giro per i talk show nei panni dell'imitatore Antonello Fassari, il cui problema principale era l'infilarsi le mostruose autoreggenti antivaricosi della nonna.
Mortacci sua
L'energica sora Lella si è spenta il 9 agosto 1993 in una cabina elettorale del Fatebenefratelli. La sua urna cineraria, anch'essa piuttosto "energica", è stata omaggiata in un match del 2012 dai tifosi laziali, i quali hanno provveduto a lanciarla dagli spalti in risposta allo scooter di Inter-Atalanta del 2001. Per la cronaca: l'urna ha fatto molti più danni e non s'è nemmeno spaccata. sora Lella-tecnologia: 1-0, tiè.
Filmografia
« Ho un nipote grande, grosso e fregnone, che scambia 'na sorca per un par de mutande! »
(La sora Lella a proposito del giovanile candore di Mimmo)
I soliti gnocchi, regia di Mario Monicelli (1958)
I ripassati, regia di Steno (1959)
Risate di gioia allo zafferano, regia di Mario Monicelli (1960)
Totò, Fabrizi e i piatti d'oggi, regia di Mario Mattoli (1960)
Audace colpo dei soliti gnocchi, regia di Nanni Loy (1960)
Strozzapreti all'arcidiavolo, regia di Ettore Scola (1966)
Scusi, lei è favorevole o contrario alla cipolla?, regia di Alberto Sordi (1966)
C'eravamo tanto oliati, regia di Ettore Scola (1974)
La frittata, regia di Ettore Scola (1980)
Bianco, rosso e rosé (della casa), regia di Carlo Verdone (1980)
Il filetto del Grillo, regia di Mario Monicelli - cameo (1981)
Pierino al Pesto alla riscossa, regia di Umberto Lenzi (1982)
Acqua e pescione, regia di Carlo Verdone (1983)
Sotto... sotto... uovo strapazzato da anomala passione, regia di Lina Wertmüller (1984)
7 primi in 7 giorni, regia di Luca Verdone (1986)
Calamari Bellifreschi, regia di Enrico Oldoini - non accreditata (1987)
Non scommettere mai con il cuoco, regia di Mariano Laurenti (1987)
Tutta colpa della besciamella, regia di Gianfranco Bullo (1988)
Pierino torta a scuola, regia di Mariano Laurenti (1990)
Ricette
La sora Lella ha sempre tenuto a stupire la gente che mangiava nel suo locale. Pur tenendo in grande considerazione la tradizione romana, voleva sempre mettere nei piatti qualcosa di suo, quindi cercava comunque di personalizzare le ricette.
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È sepolta nel cimitero di Prima Porta, l'unico al mondo in cui per entrare si deve bussare coi piedi.
Quando è nata pesava "assai", parola scritta nel certificato di nascita perché la bilancia arrivava fino a 30 kg.
Nonostante Elena fosse praticamente un Aldo coi bigodini e Aldo fosse, similmente, un'Elena con la prostata, il rapporto col fratello è sempre stato molto conflittuale.
Note
^pezzi della bestia che normalmente vengono scartati
^c'è molta ironia nell'ultimo periodo, ma parlando di Verdone ci sta.
Ma come, non capisci il romanesco? Andiamo bene, proprio bene!! Clicca qua sotto per l'articolo in italiano, gnoccolone!
« Hanno detto "prennila co' filosofia" perché "pijatela 'nder culo" pareva brutto! »
(La sora Lella a proposito de li consji da amico.)
« Fattela 'na risata, che magari domani te sveji sotto a 'n cipresso! »
(La sora Lella s'ariccommanna de vive giorno pe' giorno.)
A sora Lella, detta puro Lella Fabrizi, raramente Elena Fabrizi (Pajata, 17 giugno1915 – Coratella, 9 agosto1993), è stata 'n'attrice e cuoca de le parti nostre. Prima je daveno solo le parti piccole, ma pe' forza de' cose je staveno strette, poi l'ha puntata quer gran paraculo de Carlo Verdone e l'ha 'nfilata dentro a 'm par de firmi sua. E così ha svortato.
« Chi sei? Carlo Verdone l'attore?! Ma me stai a cojonà o stai a ddì sur serio?! »
(La sora Lella ar telefono col regista de noantri.)
Pe' anni s'è dedicata a li fornelli, aveva aperto quer locale che c'ha er nome suo all'Isoletta, cercanno de valorizzà li piatti bboni de la cucina trasteverina, quella vera. Però ce metteva pure der suo, je piaceva 'ntrujà pe' 'nventà quarcosa de novo, comme quanno ha servito li carciofi alla giudia dentro 'a coppoletta che c'hanno l'ebbrei, però fatta de mollica; e si nun t'abbasta, pensa che 'na vorta ha portato 'n tavola la coda alla vaccinara ancora co' la vacca attaccata. È famosa pure perché s'è data da fà 'n sacco ner sociale, s'è 'ncazzata comme 'n picchio pe difenne li sfrattati, ma soprattutto pe 'na crociata santa e giusta: fa' in modo che chi cucina la carbonara vegetariana faccia la fine che merita, cioè ar patibbolo.
St'articolo è stato punito Articolo daa Settimana dar 27 de giugno ar 4 de luglio, stacce!.
Biografia
Vita in cucina
La madre la scodella ner 1915, ovviamente a Roma, è l'urtima de sei fratelli. Tra loro c'è pure er grande attore Aldo Fabrizi, cor quale condivide 'a passione pe' recità, quella pe' 'r magnà e 'a parte der quadrante de la bilancia che segna ortre i 110 chili. Quanno è piccola je capita un guajo appresso all'artro: je scoppia attorno la prima guera mondiale e, come se nun fusse abbastanza, l'unica squadra de pallone presente ne la capitale è quella de li scoloriti. Dentro a 'sto scenario, che manco l'apocalisse, chiunque avrebbe scapocciato, ma quella pupetta de Elena pe' fortuna se consola, co' l'unica cosa che je s'è piantata ner còre: la
Questa voce sull'argomento fam non è che uno schizzo.
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cicoria ripassata 'n padella. Er posto suo preferito pe' giocà è la cucina de la madre, in quattro e quattr'otto se 'mpara la maggior parte de le ricette a memoria. A cinque anni ancora nun sa legge, però riconosce 'a parola "panna" si la vede scritta dentro 'a ricetta de 'a carbonara, corre 'n cucina e pija a carci ne li stinchi er cuoco. In prima 'lementare, all'ora de pranzo, l'artri pischelli se porteno panini e pizza, lei c'ha appresso er Dolce Forno e se cucina l'abbacchio co' e patate. Quando frequenta 'e medie, approfittanno che la cuoca s'è ammalata de brutto, se 'mpossessa de la mensa e cucina pe' tutto l'istituto. A quer marpione der preside je brilleno l'occhi, appiccica sur portone 'n cartello co' la foto della vecchia cuoca e sopra ce scrive "Io nun posso entrà". Passata 'na settimana, quanno quella 'nfame ce prova a ripijasse er posto je aizza contro i dobermann. Grazie ai sordi guadagnati co' 'sto lavoretto Elena capisce du' cose:
che quello è er mestiere suo e quindi deve aprì 'na trattoria;
che se deve da sbrigà perché "la vita è un mozzico".
Quanno er gruzzolo è diventato consistente apre er primo ristorante a Campo de' Fiori, a du' passi da Piazza Navona, i turisti da quelle parti ce bazzicano parecchio. All'inizio je passa pe' la capoccia de scrive i menù in varie lingue, poi ce ripensa. La cucina antica de Roma se basa parecchio sur "quinto quarto", ossia i pezzi de la bestia che normarmente se butteno ar monnezzaro. A 'sto punto, dovè spiegà che 'a coratella è fatta co' li scarti, e che la pajata alla fin fine è merda, sarebbe strateggicamente 'na mega cazzata. Quanno che apre er secondo ristorante, quello sull'Isola Tiberina, oramai è pe' tutti Noantri "'a sora Lella".
Vita sul set (in cucina)
Alla sora Lella er cinema je 'nfrocia addosso veramente pe' caso, manco a dillo, in un bar: lei se stava a fa l'aperitivo, cor solito Crodino analcolico e abbondanti patatine che s'era pelato e fritte da sola; lui, er cinema, sotto forma de 'n giovane alto, atletico e aitante, un marcantonio da paura, er noto Carletto Verdone[1]. Se sò parlati pe' pochi secondi, ma pe' quelle poche parole l'incontro è passato alla storia:
- Carlo: “Lei è la sora Lella Fabrizi?” - Lella: “So' io!” - Carlo: “Le piacerebbe fare mia nonna...” - Lella: “Ma nun me rompe, sto a magnà!”
- Carlo: “... in uno dei miei film...” - Lella: “Ma... tu sei Carlo Verdone l'attore?” - Carlo: “Proprio io! Allora, ci sta?!” - Lella: “Ma nun me rompe, sto a magnà!”
Pe' fortuna de Carletto, e pure de noantri, l'effetto der Crodino svanì 'n fretta e 'a sora Lella tornò su li passi sua, anche se quelli precisi che aveva fatto all'andata proprio nun se li ricordava. Dopo un avvio cor botto in Bianco, rosso e Verdone, e dopo avé sfonnato de brutto co' Acqua e sapone come nun j'era riuscito nemmanco co' le 'matriciane, alla pora[2] Lella je viene la "peste", se metta a girà co'
Alvaro Vitali le robbe tipo Pierino maledetto, che una ne fa, cento ne pensa e mille ne becca (de scappellotti materni furiosi). Grazie a 'ste 'nterpretazioni, l'intramontabile Elenona se trasforma da matrona romana a nonna che chiunque vorrebbe avé, a parte quanno se 'ncazza. L'urtime vorte che s'è vista alla tele è stata ai tarke sciò, ma era 'nvece n'antro "romano de Roma" che la pijava pe' 'r culo, l'imitatore Antonello Fassari, che pe' entrà ner personaggio c'aveva 'n grosso probblema: quello de 'nfilasse le mostruose autoreggenti pe' le vene varicose della nonna.
Mortacci sua
L'energica sora Lella è ita all'arberi pizzuti er 9 agosto 1993, in una cabina elettorale del Fatebenefratelli[3]. La sua urna cineraria[4], anch'essa piuttosto "energica", è stata omaggiata dai tifosi lazzziali durante 'na partita ner 2012, quando l'hanno lanciata dalli spalti pe' mettese in paro cor motorino de Inter-Atalanta der 2001. Tanto pe' favve capì: er buzzico ha fatto assai più danni e nun s'è nemmanco spaccato. Sora Lella-tecnologia: 1-0, tiè.
Filmografia
« Ho un nipote grande, grosso e fregnone, che scambia 'na sorca per un par de mutande! »
(La sora Lella cojona er nipote Mimmo.)
I soliti gnocchi, regia di Mario Monicelli (1958)
I ripassati, regia di Steno (1959)
Risate di gioia allo zafferano, regia di Mario Monicelli (1960)
Totò, Fabrizi e i piatti d'oggi, regia di Mario Mattoli (1960)
Audace colpo dei soliti gnocchi, regia di Nanni Loy (1960)
Strozzapreti all'arcidiavolo, regia di Ettore Scola (1966)
Scusi, lei è favorevole o contrario alla cipolla?, regia di Alberto Sordi (1966)
C'eravamo tanto oliati, regia di Ettore Scola (1974)
La frittata, regia di Ettore Scola (1980)
Bianco, rosso e rosé (della casa), regia di Carlo Verdone (1980)
Il filetto del Grillo, regia di Mario Monicelli - cameo (1981)
Pierino al Pesto alla riscossa, regia di Umberto Lenzi (1982)
Acqua e pescione, regia di Carlo Verdone (1983)
Sotto... sotto... uovo strapazzato da anomala passione, regia di Lina Wertmüller (1984)
7 primi in 7 giorni, regia di Luca Verdone (1986)
Calamari Bellifreschi, regia di Enrico Oldoini - non accreditata (1987)
Non scommettere mai con il cuoco, regia di Mariano Laurenti (1987)
Tutta colpa della besciamella, regia di Gianfranco Bullo (1988)
Pierino torta a scuola, regia di Mariano Laurenti (1990)
Ricette
La sora Lella c'ha sempre tenuto a stupì la ggente che magnava ar locale suo, pure se teneva alta 'a tradizzione romana ce voleva sempre mette quarcosa de suo, quindi alle ricette je faceva sempre er ritocchino.