Bianco, rosso e Verdone

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La ricostruzione secondo i tesimoni.
« E allora lo vedi che la cosa è resciproga? »
(Furio su odio)
« Nghé zenzo? »
(Mimmo risponde ad un ceffone)
« Avgdfsvgsfdgemdgeiellinobecchéioddgesonoforduned! »
(Pasquale durante il monologo finale, tenuto all'Accademia della Crusca)
« Sapete che ve dico? Che annate a piavve tutti quanti anderculo, vabbene? »
(Spettatore alla fine del film)


Bianco, rosso e Verdone è un film diretto, interpretato, scritto, cotto e magnato da Carlo Verdone ambientato nell'Italia del voto. Essendo un road movie, ovvero un film ambientato per strada, è pieno di mignotte, barboni e rifiuti. Questo finché non passerà un washing road movie, ovvero un film sul lavaggio strade.

Trama

La trama è piuttosto arzigogolata, probabilmente nemmeno il regista l'ha capita.

Alla base di tutto ciò ci sono tre personaggi, interpretati da altrettanti attori, tra cui Carlo Verdone, Carlo Verdone e un inedito Carlo Verdone, che si recano in pellegrinaggio al fine di votare il partito che non vincerà le elezioni.

Ti sbatto il cazzo in faccia.

Mimmo[1]

Incaricato di accompagnare la sora Lella da Verona a Roma parte dalla capitale e va a prenderla. A Vicenza. Vabbè, tanto sono la stessa cosa, no?
Si dà il caso che la sua ava sia una versione vernacoliera e burina di Lucy Castillo, la signora spagnola che amava giocare a pallone col nipote come pallone. Che, viste le forme della signora, sarebbe il suo ruolo naturale; solo che secondo l'illuminata sceneggiatura di Verdone la suddetta sta meglio al piede del nipote, uomo dalle raffinate doti intellettuali, capace di pensieri profondi, come "Che vor ddì?" o "Vendinovemila lire, ti dico solo quesso!".
La signora dimostra l'arteriosclerosi tipica della sua età e non manca di manifestarla mostrando il culo ai camionisti con mani in grado di alterare la materia, simulando attacchi di angina e più in generale coglionando Mimmo. Dal canto suo Mimmo dimostra tutta la sua presenza di spirito con argutezze come far arrestare uno dei suddetti camionisti o fuggire nel panico alla vista di una vulva.
A conclusione di una storia tanto ben sceneggiata la signora morirà nella cabina elettorale dopo aver votato "pé i communisdi". A dimostrazione che anche lo spirito di Karl Marx ha avuto pietà di Mimmo. Gli scrutatori no.

Furio e Magda!

Furio Zòccano[2] è un brav'uomo ligio al dovere, molto preciso ed esigente. Insomma un cagacazzi. Vive a Torino, ma essendo romano deve fare molti chilometri per votare. Non si capisce perché Magda, che è torinese, debba anche lei votare a Roma, si sa soltanto che Furio l'ha teneramente convinta dopo un suo breve monologo sul diritto di voto e sulle catastrofiche conseguenze sull'astensione anche di un solo elettore. Grazie a questa breve manfrina piena di perbenismo Furio si è garantito la fedeltà e la devozione di Magda, che dureranno all'incirca 3 decimi di secondo, il tempo esatto che ci mette un fusto trasteverino col petto a zerbino a sedurla e farle capire che, come direbbe Homer Simpson, il suo matrimonio è una bara e i suoi figli sono i chiodi.

Pasquale Ametrano emigrante Lucano

La storia di questo ominide, anello di congiunzione tra l'Homo Sapiens e il meridionale e terronica personificazione della Sfiga® è infelice o, per dirla con parole sue:
...
...
...
Anzommaèsuggiesduddecòsechepartivadaggermaniaindoveamugghierac'avevapreparatouncamiontirdiroppaacolazzionevenivapuprenneroduddecondendeearrubbavanoumanciacassettodaintoosetilepoisiferm afaallautogrillocispendevacuattrocientcincuantmilalirainbuttanéttornavadentrocopaninoincoppaascellaperprendersiuleccheleccheeciarrubavanoanatravortatuttalecuaddrociendmileliradispessaarrivavaallapiazz oladovecieraggientecaciocavac'ozuperteloloputtavaintaautostrataenonpotevatornareintietrocenavaantratturiaecifuottevanoanatravortausetileanterioreuparaprezzaeucerchionesifacevaatuttalautosrtatach'i
moscerinisulfisoarrivavancoppamateraantavaavvotaretuttncazzoteciparlavaaiciudiciscuotatoredaggiornatamertosacheciècapitataelimantavaaffanguloduddequa.
Chiaro, no?

Ma le parole non possono bastare a descrivere questi miserrimi emarginati sociali. E laddove il verbo non basta ecco che ci arrivano in aiuto i contributi auidiovisivi:


Furio ispira una grande simpatia.

Mimmo il playboy.

Profondi messaggi politico-social-filosofici talmente reconditi che nemmeno il regista sa che ci sono

L'espressione del pubblico durante i titoli di coda.

La colonna sonora è composta da Ennio Morricone, e annovera brani originali di sua creazione, anche se i maligni sostengono che abbia plagiato il popolare singolo Inno d'Italia di Mogol-Mameli, che allora impazzava nei juke-box.
Particolare attenzione va posta all'espressione Nghé zenzo? recitata da Mimmo. Questa perifrasi, che sembra solo dimostrare l'idiozia del personaggio, in realtà nasconde la diffidenza di un intero paese nei confronti del voto che aliena le menti con la falsa propaganda dei partiti confondendo gli elettori che alla fine votano con nonchalance. E poi si lamentano. E pizza spaghetti mandolino aùmm-aùmm.
La sfiga di Pasquale invece indica la sfiga del paese di chiamarsi Italia, votare DC a tutte le elezioni, nonostante tutti neghino di votare per i democristiani, e simboleggia la volontà di tutti di emigrare in Germania, ma alla fine resterei in Italia perché ci sono affezionato e perché le opere d'arte e la cucina che ha non ce le ha nessuno.
La figura di Furio infine simboleggia... Non simboleggia proprio un cazzo. Semplicemente Verdone è feticisticamente innamorato di questo personaggio che appena può lo infila dappertutto. In merito a ciò Margherita Buy[3] racconta:

« Mi ricordo che una volta ero a cena da lui e, mentre il cognato disquisiva sul mercato azionario europeo a suon di scorregge, lui ha iniziato a parlare di come la democrazia sepppur come forma di governo imperfetta fosse necessaria allorquando il popolo ha la capacità di leggere, ma che ognuno dovrebbe votare con coscienza e... non mi ricordo perché in quel momento fui rapita dal nodo delle spighette delle mie scarpe. E avevo le ballerine. »

Curiosità

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Carlo Verdone esplode in tutta la sua originalità.
  • Come già detto la colonna sonora è stata scritta da Ennio Morricone. Lui però nega che ciò sia mai accaduto e anzi minaccia querele a chiunque osi dirlo.
  • Carlo Verdone è stato in cura da uno psichiatra per disturbo da personalità multiple, o almeno questo è quello che mi ha detto Furio.
  • Se cambiate il tema del film da "elezioni" a "luna di miele" e le protagoniste femminili otterrete Viaggi di Nozze.
  • Secondo la critica questo è uno dei migliori film italiani di sempre. Ciò dimostra in un sol colpo il baratro verso cui è fieramente sprofondato il cinema italiano e l'incompetenza dei critici.
  • I sedili della vostra Volvo potrebbero assomigliare a quelli dell'auto di Pasquale. Sarà una coincidenza?
  • Se il vostro perone è più grosso della tibia avete il 99,99% delle possibilità di diventare un cagacazzi patologico.
  • Girare gli occhi verso l'alto per più di 5 secondi non è sintomo di intelligenza.
  • Anche l'ACI ha un limite di sopportazione.
  • Massimo Cacciari ha fondato tutto il suo sistema sulla frase Nghé zenzo?.
  • Lo sfogo di Pasquale è stato elogiato da Dario Fo con questo commento:
« IlhafàtciuccundiscurssobralasituassiundelItaliacoigarbuglissiegliimbrogissichefanciucilitalianicheseingananesesbrogiaciuciigiorni.Trà: el stivàl! »

Note

  1. ^ Nghé zenzo?
  2. ^ con l'accento sulla "o", mi raccomando
  3. ^ o forse era Robert De Niro?Aspetta, Margherita Buy è quella di Taxi Driver? No perché m'era rimasta impressa l'interpretazione di Margherita Buy in Taxi Driver, no...

Voci correlate

Carlo Verdone
Italia
Elezioni
Viaggi di nozze