Forma

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Esemplare di Homo formus.

La parola forma (o anche a volte sagoma o sfigato) si addice a quegli individui la cui ombra proiettata su una superficie costituisce una sagoma caratteristica del tutto riprovevole e deriva dal nome della specie di questi individui, Homo formus.

Spesso, tali figure vengono accompagnate da espressioni quali "Che forma!" o "What a shape!" che vogliono evidenziare il loro malessere psico-fisico.

Le forme nella società

Secondo studi statistici, il 75% degli individui appartenenti alla specie Homo formus frequentano una facoltà di ingegneria, e il grado di forma è in relazione biunivoca al tipo d'ingegneria frequentata:

  • Ingegneria Aerospaziale: In questa facoltà è stimata la maggior concentrazione di forme, alcuni geni disumani, altri capre pascolanti, ma che hanno in comune le peculiari caratteristiche di questa specie.
  • Ingegneria Meccanica: qui la concentrazione di forme è comunque molto alta, ma si mischia ad altre specie di Homo sapiens sapiens, definite volgarmente "più normali".
  • Ingegneria Informatica: si sa che il computer è il miglior amico delle forme, in quanto questi, incontrando gravi difficoltà a relazionarsi con appartenenti alla sotto-specie "più normali", si rintanano a fissare uno schermo, piuttosto che fissare, a ragion veduta, la propria faccia allo specchio.
  • Ingegneria Gestionale: la concentrazione di forme in questa facoltà è relativamente basso, ma sono quelle che più soffrono il dislivello sociale tra uomo-forma e uomo-normale. Hanno gravi difficoltà a relazionarsi con i "più normali", e quando ci provano vengono irrimediabilmente presi per il culo.

Il restante 25% sono i più sfigati, perché oltre ad avere evidenti difetti psico-fisici, presentano gravi defezioni mentali, indi per cui si ritrovano spesso a lavorare in McDonald's o in circhi come soggetti degli spettacoli.

Tratti somatici

Una forma è chiaramente distinguibile dal modo in cui veste, oltre che dai lineamenti molto poco accattivanti.

Uomo

  • Scarpe di cuoio o camoscio (ultimo grido), con suoletta color marrone o marroncino, tipo mocassino o da tracking, come se abitassero ull'Everest.
  • Calzino sottilissimo bianco panna ben in evidenza.
  • Pantaloni Levi's modalità ascellare ereditati come ricordo di famiglia dal trisnonno vissuto nel lontano West (in compagnia di Billy the Kid) drittissimi, opportunamente arrotolati sopra le caviglie per enfatizzare la fattura dei calzini e delle scarpe.
  • Cinta simil-scarpe, cuoio logoro marrone obsoleti per mio nonno.
  • Maglione abbondante di lana tutto l'anno, categoricamente privo di fantasie allegre, ma ornato di strisce color topo morto ormai in decomposizione.
  • Apparecchio oltre i vent'anni modello "Recuperiamo il recuperabile".
  • Occhiali a forma di poligono regolare spessi oltre il centimetro.
  • Giubbotto... libera interpretazione.
  • Capelli di massa unica pettinati otto settimane prima.
  • Brufoli sparsi qua e là su pelle bianca tendente al cadaverico.

Donna

  • Scarpe Total 90 (quelle con i tacchetti) color bordeaux/grigio visibilmente usurate.
  • Calzettoni ZiaDora bianchi pedissequamente arrotolati sulle caviglie.
  • Jeans lisci e larghi, che trucidano ogni fantasia erotica, precisamente più corti di un normale jeans di 10-15 cm, per evidenziare la femminilità del binomio scarpa-calzettone.
  • Nessuna cinta necessaria: il fisico provvede da sé a reggere i pantaloni.
  • Felpa U.S. Army verde militare utilizzato dal personale delle pulizie nell'esercito americano negli anni '50.
  • Viso non descritto per senso del pudore.
  • Capelli lunghi biondicci raccolti a malapena da una lenta coda di cavallo meno invitante di un culo di scimmia.
  • Giubbotto rosso Colmar ideale per prevenire catastrofi climatiche anche in pieno agosto.

Curiosità

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  • Osservando, ad esempio, le scarpe delle forme, si evincono due ipotesi, entrambe non molto confortanti:
    • Gliele comprano le madri (a vent'anni).
    • Le scelgono loro con uno spiccato gusto estetico.

Interessi

Nessuno oltre lo studio ostinato.