Utente:Rama-nefru/Rama Nefru

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Alla facciazza tua, Wikipedia!
Rama Nefru paparazzata con le tette di fuori a Saint Tropez.


« Non ti sopporto più! Mi hai rotto i coglioni! »
(Rama Nefru alla prima persona che passa)
« Non ti sopporto più! Mi hai rotto i coglioni! »
(Il tizio di prima a Rama Nefru)
« Rama Nefru, tu che illumini le tenebre, fai qualcosa per il mio nome (e poi, per cortesia, fai risplendere il tuo sul mio papiro affinché vinca un’altra volta sottobanco il Grinzane-Cavour) »
(Lo Scriba)
« Rama Nefru, tu che illumini le tenebre, quando hai tempo, gentilmente puoi archiviare queste pratiche? Grazie  »
(Il ministro dei ministri)

Rama Nefru, o come c'è scritto sul suo profilo Facebook "Colei che illumina le tenebre" è una giovane principessa ittita (1200 a.C. o giù di lì - viva, vegeta e rompipalle). Figlia del re degli ittiti Muwatalli, chiamato Nutella dagli amici e coglione dai nemici. Famoso per aver rotto le palle e anche qualcos'altro al grande Ramesse II figlio illegittimo di se stesso,[1], nella terribile battaglia di Qadesh, presso Napoli[2].

C'era una volta...

...Un re! Diranno i miei piccoli lettori, e invece no amici cari, c'era una volta un pezzo di legno che...?? Pardon, libro sbagliato... La nostra storia inizia quando il potente[citazione necessaria] re Muwatalli decide di scendere (a dirla tutta salire) nella Padania africana: l'attuale Egitto, e di menare senza alcun motivo apparente della gente che passava di lì per caso.

File:Pittura egizia.jpg
Ecco perchè gli egizi perdevano tutte le battaglie a cui partecipavano, con gli occhi messi ai lati della faccia, non potevano vedere il nemico!.

La battaglia, svoltasi nell’odierna Irpinia, ha visto vincitori gli ittiti, armati di Miracle Blade e carri da guerra turbo, che sconfissero facilmente gli egiziani, in svantaggio con le loro pattine ai piedi e le loro spade dalla punta arrotondata.

Si sa però che la fantasia del popolo egizio è ineguagliabile, perciò una rovinosa sconfitta diventa un'eroica impresa di Ramesse 2 (il ritorno), che invece di raccontare la verità e nient'altro che la verità, racconta ai suoi sudditi di come a testa alta aveva caricato contro il popolo ittita, di come la sua spada si era scontrata contro quella del re Nutella eccetera, eccetera... In realtà Ramesse aveva caricato, era però inciampato in un sasso poco più avanti, e così aveva fatto anche il suo potente esercito. Comunque, la cosa interessante di tutta questa incredibile accozzaglia di minchiate è che al termine della battaglia di Qadesh viene firmato il primo trattato internazionale della storia, almeno che si sappia.

Ramesse si impegna a non oltrepassare più i confini dell'Egitto, e in cambio Nutella gli offre in moglie la più incazzosa delle sue figlie, Rama Nefru appunto. Il resto è storia di sesso[3].

La vita a corte

Ramesse II.

Ramesse non è pero contento della sua nuova mogliettina: è simpatica come un pezzo di vetro nel culo e acida come uno Yogurt scaduto, gira in casa senza vestiti[4], rompe tutti i souvenir che gli aveva inviato la zia dall'aldilà e lascia tutte le ditate sui vetri. Non è particolarmente simpatica ai ministri, che vedono in lei una spia ittita e una provocatrice che con i suoi insulti gratuiti va alla continua ricerca di richiami e ostracizzazioni; non piace a Nefertara, moglie ufficiale di Ramesse dalle tette più grosse ma grinzose, la pelle più scura e regina incontrastata di Città Laggiù; e dispiace anche alle altre 134 concubine egiziane, senza le quali non si spiegherebbe come quest'uomo tutto d'un pezzo abbia avuto 316 figli, abbia governato per 86 anni e 15 legislature e sia vissuto per 103 anni senza mai annoiarsi e senza mai andare in galera.

Rama Nefru sta sul culo a tutti.

Rama Nefru

Pregi

AHAHAH!!! No, seriamente Rama Nefru non ha pregi. Non sa scrivere, non è di buona compagnia e non sa nemmeno che ore sono, però come ogni donna è dotata di più orifizi, e questo per Ramesse è più che ok.

Difetti

Veramente troppi per elencarli tutti.

Gli amanti di Rama Nefru

Sono ancora di più dei difetti, ma stiamo parlando pur sempre di sesso, quindi le pagine non si sprecano.

Avete presente quegli enormi cosi che gli egizi piantavano nel terreno? Gli Obelischi? Beh, sono solo un omaggio al fallo di Ramesse (non era dotato di niente di eccezzionale, era però un gran megalomane), la giovane ittita è perciò frustrata dalla mancanza del suo maritino e, nelle sue noiose giornate a palazzo, non può fare a meno di guardarsi attorno alla ricerca di roba un po’ meno usata. E parecchi fedeli al re[citazione necessaria] non si lasciano certo scappare l’occasione per farsi una principessa straniera (tra l’altro analfabeta e quindi incapace di sputtanarli per iscritto), nonostante rischino per questo la mummificazione da vivi. Così, prima uno e poi l’altro, ma spesso anche contemporaneamente, se la passano e se la ripassano e si fanno fare cose turche, o ittite.

Ma andiamo ad elencare i principali favoriti di Rama Nefru, in ordine decrescente di efficienza a letto e dimensioni falliche.

Il sacerdote di Ammon

Forse l’individuo più intelligente e più depravato dell’intero palazzo, come dice il nome, costui si dimostra una vera potenza anche nell’alcova segreta di Rama Nefru, da lui chiamata affettuosamente “bambina porcellina”, anche se nei momenti di maggiore estasi diventa la più prosaica “sgualdrina e meretrice”.

Il ministro dei geroglifici

Il secondo per esperienza e per dimensioni, ma il primo in ordine cronologico a violare il sacro tempio di Rama Nefru (ovviamente dopo quel buontempone di Ramesse) nulla di particolare, soffre però della sindrome dei sentimenti offesi, quindi è anche antipatico, ma a Rama basta che respirino.

Il ministro dei ministri

Nefertara, la vecchia regina, ritratta con una gallina sulla testa.

Ministro sia del palazzo che del foro (anche se non si sa ancora cosa cavolo significhi questa carica) in prima fila tra la fazione anti-ittita e acerrimo nemico della povera principessa, alla quale non perdona di parlare una lingua differente dalla sua, di scorrazzare impunemente nel foro (per cui è costretto ogni volta a grattare via dalle pareti le sue sconclusionate e oltraggiose invettive contro l’intellighenzia egizia) e soprattutto di avergli cancellato un cartiglio di dubbio gusto dalla parete della sua stanza da letto, ripetendole come un pazzo che quella che lei chiama “sua” camera è in realtà “di tutti”, un giorno viene subdolamente avvicinato dalla stessa Rama Nefru, così subdolamente che giustamente l’accorto ministro teme che gli stia giocando uno dei suoi odiosi scherzi da prete, rifugiandosi di conseguenza in un’imprevista (considerata la fama di “duro” del ministro) paura fottuta che la ragazzina lo stia prendendo per il culo. Ma d’altronde è troppo ubriaco per accorgersene e, quando se ne accorge, è ormai troppo tardi. Anzi, fa finta di niente perché ha scoperto che gli piace molto farsi fare certe cosette dalla principessa, salvo poi additarla e seguitare a perseguitarla pubblicamente, per salvare la faccia e il culo, che sono poi la stessa cosa. Considerate quindi la viziosa libertà privata e la virtuosa censura pubblica, il ministro dimostra che tra i due la più brava è lei, soprattutto a letto.

Lo Scriba

Terzo, o quarto, in ordine cronologico, comunque dopo il sacerdote, viene Lo Scriba, con la S maiuscola perché è il primo fra gli scribi, anzi lo si ribadisce qui per chi ancora non lo sapesse e per evitare che vada a piangere dalla mammina, ovvero la regina Nefertara, per la quale scrive le lettere ufficiali perché costei sa esprimersi solamente a versi e glifi astrusi. Costui è un tipo strano e a Rama Nefru piacciono i tipi strani. Ma quando la stranezza si dimostra puro infantilismo elementare e i suoi gusti erotici fantasie deviate da seconda media, la principessa lo manda al diavolo, cioè a Seth (assèttati, trad. dal napoletano arcaico: scendi dal piedistallo), comunque non prima di avergli fatto bere la sua bevanda dorata, che non è la birra. Cosa per Lo Scriba assolutamente inammissibile, considerata la sua schizzinoseria psicotica per qualunque cosa provenga da una donna che non sia la sua regina o lui stesso, e che non sia un suo lungo, tedioso e privo di senso papiro.

La concubina

Qui invece è raffigurata mentre annaffia le ortiche, sempre con le tette di fuori, naturalmente.

Ciò che pero desidera veramente Rama Nefru però, non può esserle dato da un uomo, e no, non sto parlando della luna, ma della patata[5], l'Egitto è pieno di donne, ma non abbastanza avanzate mentalmente come Rama, quindi quando lei chiedeva loro di appartarsi un'attimo, l'unica cosa che le rispondevano era "non potrei mai, mia signora"! Punta perciò un’ospite fenicia di passaggio che la colpisce per il suo turpiloquio a cena, in particolare quando rutta in faccia a Ramesse. Così le due si infrattano per i fatti loro, mentre gli altri commensali continuano a sproloquiare se sia più giusto calarsi le braghe o aprire la bocca davanti ai terribili nemici Assiri, Babilonesi ed Ebrei. Il sesso con la visitatrice sconosciuta è qualcosa di sublime, tanto che Rama Nefru incomincia a pensare di traslocare a Beirut e di mandare a quel paese (Sodoma) tutti i suoi amanti dai testicoli piccoli, il pene corto e la lingua lunga, salvo poi mandarne solo un paio, raggiunti comunque di lì a poco dal ministro dei ministri.

La fine della storia

A questo punto, nel suo letto resta ormai solo il sacerdote. Ma purtroppo costui, stremato dalle continue richieste contronatura e dall’insaziabilità della principessa, ha una crisi mistica e morale che lo fa tornare da Ammon per una vacanza, così che la povera Rama Nefru, rimasta senza una valida ragione per rimanere, impara finalmente l’egizio, a chiudere la bocca, a scrivere libelli in geroglifico e a pensare al suicidio per mezzo di una lettura compulsiva della Biografia Trasfigurata di Anna.

Il canto d’amore di Rama Nefru

« Rama Nefru, roseto che ardi, assiduo splendi

e ardendo accresci le tue chiome

Rama Nefru, lietissima luna che mai non scemi,

ma più piena ti fai presso il mio sole

Rama Nefru, conchiglia marina che freme

tra divine folgori e gocce stillanti

Rama Nefru, i tuoi seni, calici di giglio, rugiadosi anemoni

narcisi purissimi, più candidi che neve

tu, della vita terrena soave virgulto

sacro sussulto d’imperitura bellezza,

acceso arbusto, rosa dalle corolle d’oro

corona di tutti i fiori cresciuti tra spine

Rama Nefru, giacinto purpureo che divini segni

porti della libertà, non già di morte

tu, morbido lauro, che lontano respingi non lampi

e folgori, ma dei demoni in fiamme... e poi...

baci... piano... piano... su tutta la tua ambrata pelle

mia Dea, mia Maga,

tu che conosci l’essenza più intima di me uomo

Rama Nefru tu lo sai signora della vita e della morte e pur mortale

che a tutto rinuncerei anche al respiro pur di odorare

il tuo corpo divino che profuma di mirto e ginestra selvatica. »

(Dall’originale canto ittita, copi-incollato l'altro ieri da Gogol)

Voci correlate

Note

  1. ^ Si, proprio come Fry. Che volete farci, nell'antichità i regnanti erano considerati dei. Beh ma anche adesso, no?
  2. ^ Ca dett? Qa desh.
  3. ^ Finalmente!!
  4. ^ Svergognata!
  5. ^ La patata ci deve essere sempre, tutto è meglio con la patata!