Lecce

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
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« Salento regione ma di quale nazione? Nazione lontana in terra africana. »
(Baresi sul Salento)
« Sono leccese, amo la mia città, non la tradirò mai. »
(Antonio Conte su se stesso il giorno prima d'iniziare ad allenare il Bari)
« Te lecce simu simu, lala lala lalà, a dhunca sciamu sciamu, lala lala lalà, lu core nui bu damu, lala lala lalà, lu culu bu scasciamu lala lala lalà! »
(Leccesi su capacità di esprimersi in italiano)

Lecce è la fantomatica capitale del Salento, ma a nessuno importa; secondo alcuni il Salento è un mito come Atlantide, l'Eldorado o Ccurciummanduria.
Nel 2000 la città aveva una popolazione di circa 200 milioni di abitanti (milione più milione meno), divenuti circa 100 mila (mila più mila meno) dopo l'introduzione dell'euro.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Lecce

Storia

Lecce è un'antica città di origini messapiche (alcune voci dicono che il Salento era una penisola africana, poi distaccatasi dal continente nero per unirsi alla Puglia); tanto messapica che appena si scava un po' dal suolo vengono alla luce antiche rovine messapiche. L'altro giorno nel mio giardino stavo scavando una buca per piantare un albero e all'improvviso è venuto fuori un busto messapico di Giulio Andreotti. Ho ricoperto subito la buca per timore che mi tassassero per lo scavo non autorizzato, ma adesso non so dove piantare l'albero.

Lecce fu fondata nel 6.666 a.N. da una tribù albanese proveniente dalla sponda meridionale dell'Albania; gli albanesi della sponda settentrionale fondarono Brindisi, quelli "dell'altra sponda", infine, fondarono Gallipoli. I leccesi credono che "Brindisi" sia una triviale variante del più raffinato "Prosit".

La città

Trattasi di una celebre città d'arte. I leccesi, infatti, non riescono a prendere sonno per l'eccitazione del sapere di vivere a Lecce. Infatti, è la capitale del barocco. Chessò, Piazza del Duomo con le famose guglie, la Torre pendente con in cima Sant'Oronzo, il monumento al rustico di besciamella e Giò Pomodoro. Recita un vecchio detto: "Lecce città d'arte, se ne fotte di chi viene e se ne fotte di chi parte". Il che la dice lunga...
Uno dei monumenti più celebri è l'arco di Prato. Trattasi di un banale archetto in pietra leccese, situato nel cortile dei Prato. Secondo un celebre aneddoto, il re Ferdinando di Borbone, in visita alla città, fu esortato dal sindaco ad ammirare il suddetto arco. Al che il sovrano, abituato a realtà ben più monumentali, disse "e che cazz' me nn fott". Una canzone popolare ha immortalato l'episodio, esaltando l'amore dei leccesi per le cosette locali. Che si riscontra ancor oggi, visto l'alto numero di tirature del foglietto scandalistico locale detto Il Quotidiano.

Dagli invidiosi Lecce è considerata la Firenze del sud; una corrente filo-palingenetica della locale abusiva Università, ha chiarito che in realtà Firenze è la Lecce del Nord. Recenti proteste della Lega Nord hanno precisato che la vera Firenze del Nord è Gallarate. Lecce ha pure, come Firenze, il suo fiume, che si chiama Idume; solo che, essendo timido, scorre sotto terra ed emerge in prossimità del mare. Il fiume Idume è famoso perché il Manzoni tentò invano di sciacquarvi i suoi panni; fu scacciato dai leccesi ai quali non andava a genio lo sciacquio di panni altrui.

Abitanti

Un Abruzzese che ha sbagliato regione ed è stato arruolato tra le file del Lecce Calcio.

Gli abitanti, noti per ostentare rango e censo e per ritenere di vivere nella capitale del mondo, usano esprimersi in modo forbito ma con accento ridicolo, caratterizzato dalla "Z" moscia, unico caso al mondo. Esiste poi una minoranza di snobissimi punkabbestia unici al mondo perché hanno gli zainetti griffati.

Tradizioni Popolari

Festa dei SS. Oronzo, Giusto e Fortunato: festa patronale della durata di tre giorni. I Leccesi, attaccatissimi ai loro Santi Patroni si ritrovano per le strade del centro cittadino circondati da luminarie, che in realtà sono cremini, e da bancarelle di tipici prodotti locali quali le borse contraffatte, i paninari, abbigliamento made in China, gatti lessi, petardi e mefisti, birra Dreher e le immancabili bancarelle d'abbigliamento Punkabbestia.
Attrazione speciale però sono i fuochi d'artificio che vengono sparati alla mezzanotte del terzo giorno festivo. In questo campo i leccesi si sono specializzati nel corso degli anni: dalle prime esibizioni pirotecniche (in cui prendevano fuoco i quartieri Stadio, Ferrovia, Mazzini e la zona di mare San Cataldo) i nostri hanno corretto gli errori arrivando a bruciare l'intera città.

Altra attrattiva sono le giostre, posizionate nel parcheggio dello stadio Via del Mare, la zona migliore di Lecce nota per diversi omicidi, rapine, rapimenti, stupri e bombe al tritolo inesplose e a tutt'oggi piazzate sotto l'asfalto. Avete presente le bellissime giostre con i cavallucci, le montagne russe, lo zucchero filato e i lecca-lecca? Niente di tutto questo, vere e proprie macchine della morte la fanno da padrone. Ma è sulle macchinine a scontro che i leccesi danno il loro meglio: dall'alto del loro saper guidare i leccesi si uccidono, vere e proprie faide tra macchine, clan rivali che si tamponano, risse e sparatorie... Si contano a oggi almeno 5000 vittime.

L'impiegato o artigiano leccese che si rispetti rimanda volentieri ogni tipo d'incombenza a "dopo S. Oronzo". In qualsiasi giorno dell'anno.

Il concerto di Alessandra Amoroso: simpatico concerto, che si tiene tradizionalmente l'8 aprile, ogni 5 anni, in coincidenza con la Santa Pasqua, fin dalla prima. In occasione di questa festosa ricorrenza si possono osservare le tipiche manifestazioni d'affetto delle quindicenni salentine in calore, che intasano il traffico della tangenziale accompagnate dai genitori, anch'essi in calore.

Il traffico

Il traffico di stupefacenti a Lecce è molto ordinato e controllato, quasi non si vede che c'è.

Il traffico automobilistico invece era molto caotico perciò l'Amministrazione Comunale, per renderlo più ordinato decise di abbellire la città con numerosi sensi rotatori, chiamati alla francese "rondò" (si nota quel quid di sciccheria che da sempre caratterizza i leccesi e che i baresi non riusciranno mai a eguagliare).

I leccesi, poco abituati a queste diavolerie dell'epoca moderna e mostrando molta più lungimiranza dei loro amministratori, si sono incasinati completamente. Giunti nei pressi di un "rondò" non sanno che pesci prendere, anche perché a Lecce non c'è il mare. Grazie ai rondò il traffico automobilistico procede finalmente lento e ordinato: tutti in fila per chilometri. L'effetto rondò si fa sentire a molti chilometri di distanza. Se in questo momento c'è un ingorgo stradale a Genova, la colpa è sicuramente di un rondò di Lecce.

Tra non molto l'amministrazione comunale riuscirà a eguagliare il record della capitale (non Roma ma Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie), e cioè il blocco totale del traffico automobilistico. Questo, grazie alla costruenda metropolitana di superficie. Nessuno ha mai capito cosa fosse questa metropolitana di superficie finché la città non è stata riempita di pali neri, dall'estetica tipica del ventennio futurista, e tra i pali hanno fatto la loro comparsa dei fili. Solo allora gli allocchi, che davvero ci avevano creduto, hanno capito che la metropolitana di superficie altro non è che il filobus. Gli ecologici filobus elettrici sostituiranno finalmente gli inquinanti e puzzolenti autobus a metano, con grossi guadagni di chi ci ha creduto fino in fondo.

Le buche

Nel capitolo del traffico di Lecce le buche nelle strade rappresentano un sottocapitolo importantissimo. Le buche sono infatti il pepe del traffico, senza le buche non ci sarebbe gusto a guidare.
A Lecce le buche delle strade sono numerosisissime; sappiamo da fonte certa che le buche vengono scavate apposta dall'Amministrazione Comunale per facilitare il traffico dei SUV, automezzi che, notoriamente, hanno grosse difficoltà di marcia su strada liscia; entro l'anno i lavori saranno completati.
Per studiare più a fondo il fenomeno delle buche stradali è stata costituita una commissione di noti tetragoni leccesi i quali hanno evacuato le seguenti ipotesi:

  • Le buche sono dovute a un fenomeno bradisismico che ha interessato il Salento negli ultimi anni, a macchia di leopardo.
  • Le buche sono causate dal rivoltarsi nelle tombe degli antichi messapi, sconcertati per la fetenzia di discendenza cui hanno dato origine.

Indagini supersegrete hanno invece acclarato, ma i risultati sono top secret, che in realtà le buche sono provocate da una particolare specie di topi, i topi dell'asfalto, che escono di notte a rodere l'asfalto stradale. Questa specie di topi prolifera anche grazie allo scarseggiare dei gatti (vedi sotto il paragrafo sulla culinaria).

L'economia

L'economia leccese si basa su alcuni importanti pilastri.

Un primo pilastro è una nota (agli archivi giudiziari) associazione filantropica, la SCU (Sacra Corona Unita), le cui attività economiche spaziano dall'estorsione e racket al traffico di stupefacenti, rapine e traffico di armi. Il contrabbando di sigarette è un po' in calo.
Quello che manca a Lecce è una microcriminalità degna di questo nome. Nè scippi né borseggi. In ciò rimarrà sempre seconda all'eterna rivale Bari.

Un secondo pilastro dell'economia leccese è rappresentato dagli impiegati pubblici i quali vengono assunti solo dopo aver superato prove di selezione durissime, tra le quali la lettura del giornale in ufficio con i piedi appoggiati sulla scrivania e con la sedia obliqua (cosa richiedente una notevole dose di equilibrio oltre che di coordinazione video-motoria).

Un terzo, e fondamentale, pilastro è rappresentato dal clero, numerosissimo a Lecce, e attivissimo nel dare impulso all'economia leccese. Degno di menzione è l'hotel-residence a 4 stelle edificato facendo credere che avrebbero costruito un seminario, e ovviamente esente dall'ICI quale luogo di culto; una presa per il cul-to, appunto.

I pensieri di ogni Leccese durante i bisogni primari.

Un quarto è rappresentato dalle multe. È stato studiato tempo addietro un sistema di "strisce blu" a macchia di leopardo lungo il territorio urbano, seminato seguendo un preciso criterio esoterico che nessuno ha mai capito (i parcheggi a pagamento sono collocati soprattutto attorno agli atenei, università e strade senza negozi), ma che frutta una valanga di soldi. Per non parlare poi dei semafori con il verde tarato sul femtosecondo per ingrassare le registrazioni dei Photored.

Il quinto pilastro è la colonna che regge la statua di Sant'Oronzo nell'omonima piazza. Rubata in tempi remoti alla città dai fratelli brindisini, ora è al centro di una contesa. I munifici donatori, infatti, la rivorrebbero indietro. Intervistato al riguardo, Sant'Oronzo dichiara di guardarsi bene dal voler scendere. Da lassù gode indubbiamente di una magnifica vista su McDonald's.

Il Grande Salento

I leccesi, si sa, sono generosi. Essi amano condividere le proprie gioie ma anche le proprie sventure con il prossimo, specie se meno fortunato. Per questo hanno concepito l'idea del Grande Salento, ovvero coinvolgere anche le tristi e contigue città di Brindisi e Taranto in un sodalizio. Il reale scopo di questa Triplice Alleanza è ignoto ai più, visto che le contigue controparti continuano allegramente a farsi i cazzi propri: Taranto a spargere diossina nell'aria come una passata di deodorante dopo un'abbondante cagata, e Brindisi... Ma dai, a chi vuoi che importi di una simile città. Nonostante non si sia ancora capito a chi giovi tutto ciò, c'è aria di crisi nella pacifica intesa: le velleità dei brindisini nella spinosa questione della Colonna stanno minando i principi di concordia che erano alla base del concetto di Grande Salento. Le due compagini stanno tuttavia ponderando di organizzare una conferenza di pace nella quale si incontreranno i due saggi illuminati, i massimi esponenti dell'intelletto di ciascuna città. Per Brindisi ,[Al Bano]], per Lecce, Lecciso. Arbitra Adriano Pappalardo. A patto che lo si lasci sfogare. Il Grande Salento, che come la Bat, nessuno ha ancora capito dove inizia e dove finisce, ha tutte le caratteristiche che contraddistinguono quelle che in termini geopolitici si definiscono grandissime cagate.

La culinaria

Per la cul-in-aria Lecce è molto famosa (ogni riferimento a fatti o leccesi è puramente CAUSALE). Tipico piatto di lecce sono le orecchiette baresi. I leccesi sono convinti di avere le migliori pastarelle del pianeta. Si producono, infatti, i famosi pasticciotti detti "pasticciotti leccesi" perché si fanno a Lecce, però sono delle pastefrolle con la crema come si fanno in tutto il mondo civile (cioè, giunto all'età della crema).

Le malelingue, soprattutto i baresi, dicono che i leccesi sono mangiagatti. Questa è una infame calunnia che ha allontanato da Lecce i simpatici felini. Questa leggenda metropolitana nasce dal fatto che i conigli messapici hanno la testa rotonda, le orecchie piccole e la coda lunga, ma non hanno niente a che vedere con i gatti, sia ben chiaro.
Il nostro consiglio, se mangiate in un ristorante leccese, è quello di evitare di chiedere come secondo una porzione di coniglio.

Il vero leccese

È ormai universalmente noto che il vero leccese deve rispondere a delle caratteristiche ben precise. Il contravvenire anche solo a una di queste può erroneamente portare alla convinzione che si tratti di un barese, e per questo venire calciorotato direttamente sotto le macerie di Punta Perotti, quale eterna punizione

Ti si può definire vero leccese se e solo se rispondi a questi dieci requisiti:

  • Per fare 100 metri prendi la macchina;
  • Quando devi andare da una parte inizi a ripetere all’amico: MENA, COTULATE, MANISCIATE;
  • Odi i baresi(consapevole che sono delle merde pelose...) e per insultare qualcuno, anche extracomunitario, usi la frase: STU BARESE DE MMBERDA...
  • Hai la felpa SALENTO 12 per l’inverno e per l’estate la maglietta SALENTU, LU SULE, LU MARE, LU JENTU;
  • A ogni rumore che senti ti affacci a vedere che è successo;
  • Dopo 3 ore che conosci una persona la inviti a Lecce per le vacanze estive;
  • Quando incontri fuori dalla puglia un tuo concittadino che non avevi mai cagato in città,ci parli come se usciste insieme da una vita;
  • Quando ti trovi lontano da casa e qualcuno ti presenta un pugliese come se fosse un tuo conterraneo ti atteggi a vergine violata che esclama nauseata e sorpresa: ma io di Lecce sonoo, mica sono pugliesee!;
  • Ti mangi lu purpu, la pitta, e ti bevi Primitivo di Manduria accompagnato dai taralli
  • Per richiamare gli amici gridi “VAGNUNIII!”

Curiosità

  • Se dici "calzone" sei leccese, se dici "panzerotto" ti fai sgamare perché sei barese e verrai linciato sotto supervisione suprema. Se dici "calfone" o "panfarotto" sei impedito da problemi della fonazione oppure sei Jovanotti.
  • Alcuni studiosi affermano che in realtà Lecce non esista e che sia solo una trovata per far aumentare il turismo in Puglia.Molti turisti infatti nel loro subconscio hanno vaghi ricordi di Lecce (o meglio quella che loro credono sia Lecce) ma per vantarsi con gli amici inventano fatti eccezionali e parlano di un mare bellissimo.In realtà appena un turista entra in Puglia diretto a Lecce viene fermato,indirizzato in una città fittizia e senza saperlo diventa oggetto di una trasmissione simile a The Truman Show. Prima di essere rimandato a casa viene drogato e gli inculcano l'idea che Lecce sia bellissima e di consigliarla agli amici.
  • C'è chi dice che sia più facile incontrare Mastrolindo dal vivo che un gatto a Lecce.

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