Utente:Giallo Antracite/Sandbox: differenze tra le versioni

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==L’addio al celibato==
==L’addio al celibato==
L’addio la celibato presenta da sempre il suo lato positivo e quello che da tutti viene definito il ''"megarovescione della medaglia"''. Il lato positivo è che è possibile mettere le mani nelle mutande di una [[donna]] che non sia la tua futura [[moglie]] senza finire dagli avvocati ancor prima della cerimonia. Il ''“megarovescione”'' è rappresentato da quell’eterna e drammatica domanda che tutti gli sposi si pongono alla fine di questa goliardica serata:
L’addio la celibato presenta da sempre il suo lato positivo e quello che da tutti viene definito il ''"megarovescione della medaglia"''. Il lato positivo è che è possibile mettere le mani nelle [[mutande]] di una [[donna]] che non sia la tua futura [[moglie]] senza finire dagli [[avvocato|avvocati]] ancor prima della cerimonia. Il ''“megarovescione”'' è rappresentato da quell’eterna e drammatica domanda che tutti gli sposi si pongono alla fine di questa goliardica serata:


{{quote|Ehi! Guarda quante donne in una sola sera....ma chi cazzo me lo fa fare di sposarmi domani?|}}
{{quote|Ehi! Guarda quante donne in una sola sera... ma chi cazzo me lo fa fare di sposarmi domani?|}}


In realtà tutto è stato organizzato dai vostri amici più stronzi apposta per farvi cambiare idea ma un [[uomo]] in piena maturità sessuale è talmente annebbiato dai suoi ormoni da pensare davvero che le [[ragazza|ragazze]] in [[bikini]] escano dalle torte tutti i giorni, e così anche il giorno del [[matrimonio]] andrà scavando nella torta nuziale come una pala meccanica, in cerca di qualche segno di vita:
In realtà tutto è stato organizzato dai vostri amici più stronzi apposta per farvi cambiare idea ma un [[uomo]] in piena maturità sessuale è talmente annebbiato dai suoi [[ormone|ormoni]] da pensare davvero che le [[ragazza|ragazze]] in [[bikini]] escano dalle torte tutti i giorni, e così anche il giorno del [[matrimonio]] andrà scavando nella torta nuziale come una pala meccanica, in cerca di qualche segno di vita:


{{quote|Uao...! Stavolta l’avete nascosta bene, eh!|Sposo ai suoi amici mentre fruga nella torta nuziale con le mani}}
{{quote|Uao! Stavolta l’avete nascosta bene, eh?|[[Sposo]] ai suoi amici mentre fruga nella torta nuziale con le mani}}


==Un po’ di storia==
==Un po’ di storia==

Versione delle 19:15, 23 ago 2009

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Benvenuto straniero.
Questa è la Sandbox di Giallo Antracite, ovvero l'utero dove si annida l'insano ovulo della satira.
Se non sei già fuggito potresti fermarti a leggerne i contenuti e se ti hanno anche insegnato a scrivere puoi lasciare eventuali consigli qui.
Giallo ci tiene a fare articoli taglienti.


La perla di saggezza del giorno è....

Mai rimandare a domani quelli che puoi bocciare oggi.

Altri progetti in lavorazione

  • Giovanni Giolitti
  • Odissea
  • Addio al celibato
  • Pagina Utente: Hans Magnus

Piano piano ho mantenuto le promesse, dovrebbero farmi ministro.

ODISSEA

« E ora tutti a casa! »
(Ulisse)
« Troia sei grande! »
(Priamo su Troia)
« Sei una gran troia! »
(Menelao su Elena)


L’Odissea è assieme all’Iliade una gigantesca soap opera divisa in 1316 puntate che spopolò dal IX al VI secolo a.C. dando inizio a fenomeni di divismo e di emulazione da parte di tutto il mondo antico. Venne trasmessa da tutte le principali emittenti del mondo allora conosciuto, compresa Al-Jazeera (dove il protagonista invece che Ulisse si chiamava Salaam Affheet) e Playboy TV (dove il protagonista si chiamava Palomo). L’opera, che valse ad Omero 8 Grammy Awards e ben 12 Oscar (tra cui miglior regia e migliori effetti speciali) avrebbe dovuto parlare di tutta la guerra di Troia, ma risultava essere uno sproposito di pellicola e così a 2 giorni dalla prima proiezione a Hollywood si decise di tagliare 13 chilometri di pellicola e di raccontare solo l’episodio del ritorno di Ulisse, fottendosene allegramente di tutti i massacri avvenuti nei decenni addietro. Le parti tagliate sono cmq disponibili nel Director’s cut. Mandato in onda per la televisione dall’emittente FOX ha sbaragliato tutti gli indici d’ascolto, battendo persino LOST e Ippocrate’s anatomy, che allora andava per la maggiore. Vennero fatte ben 20 stagioni (10 più di Baywatch), dopodiché Omero si ruppe il cazzo e si fermò, godendosi i proventi della serie televisiva prendendo il sole a bordo della piscina della sua megavilla, nella S. Bernardino Valley.

Prima stagione

Telemaco, il figlio di Odisseo, era ancora un bambino quando suo padre era partito per la Guerra di Troia. Tutto ciò che gli era rimasto di lui era il suo rasoio elettrico e un paio di mutande di pizzo. Ora sono passati dieci anni, Telemaco è un uomo, si è preso la patente, studia da geometra e lavora come barman per pagarsi gli studi e mantenere sua madre, Penelope, che ha il brutto vizio di dondolarsi sulla sedia.

Penelope, tuttavia, per portare anche lei qualche soldo a casa si è inventata anche lei un lavoro ed ha trasformato la sua casa in un bed & breakfast, occupato da anni da alcuni coinquilini molto fastidiosi, i Proci, metallari pieni di borchie, amanti del body building e del I proci sono più pieni di testosterone di un adolescente in un campo nudisti e per questo intendono convincere Penelope ad accettare il fatto che la scomparsa del marito è ormai definitiva e che, di conseguenza, lei dovrebbe scegliere un nuovo marito, approfittando degli incentivi del governo per chi si sposa una seconda volta. Ma Penelope, che già con Ulisse era bravissima a raccontare un sacco di palle per giustificare i succhiotti che aveva sul collo (sai caro, sono scivolata per le scale e ho battuto il collo sulla bocca del nostro vicino!) riesce ad imbastire le palle più mostruose solo per guadagnare tempo. Tra queste ricordiamo:

  • Sto tessendo una tela, un sudario per mio suocero Laerte; quado l’avrò finito sposerò uno di voi
  • Ho l’herpes, non posso baciarvi
  • Ho l’orecchio che mi fa contatto con il gomito
  • Non mi lavo i denti da quando mio marito è partito
  • Sono un trans, ma se per voi fa lo stesso sposiamoci pure!

Ma Penelope faceva molto di più: di notte disfa la tela che tesseva durante il giorno e al mattino versava del bromuro nel caffellatte dei Proci.


Intanto Odisseo non se la passa bene; finita da due anni la guerra di Troia, è imbottigliato nel traffico tra Pozzolatico e Roncobilaccio, dove si è preso tutto il traffico dell’Esodo di Agosto. La dea Atena, che è la protettrice di Odisseo, in un momento in cui il dio del mare Poseidone è impegnato a fare surf nella sua vasca da bagno, va da Telemaco e lo esorta a partire al più presto alla ricerca di notizie del padre.

Atena: Teleeeeemacoooo....!
Telemaco: Che c'èèèèè....?
Atena: sono Minerva, dea dei fiammiferi
Telemaco: mi dispiace, io uso solo gli svedesi
A: fai poco lo spiritoso o ti trasformo in un tappo di sughero. Tuo padre è nei guai.
T: donne, droga, politica?
A: no, si è inimicato un pezzo grosso dell’Olimpo ed ora vaga per il Mediterraneo di isola in isola come una nave della Costa crociere. Parti, o Telemaco, e vai in suo soccorso. Evita la A4 Firenze Borgo Panigale, ci sono dei rallentamenti. Ora và.

Il mattino seguente Telemaco convoca un'assemblea dei cittadini di Itaca e chiede loro di fornirgli una nave ed un equipaggio. Gli viene dato un gommone ed un cane che sa contare fino a 7.

Sciolta l'assemblea, Telemaco, all'insaputa della madre, fa quindi vela verso la casa di Nestore, un reduce del Vietnam e della guerra di Troia ed insieme al figlio di Nestore Pisistrato, suo vecchio compagno di Università, si dirigono verso Sparta. Qui incontrano Menelao ed Elena, che si sono infine riconciliati. Menelao dice di aver sentito dalla parrucchiera di Elena (che sa sempre i cazzi di tutti) che Odisseo era stato visto a Ogigia, un’isola della Grecia, in compagnia della ninfa Calipso, una nota escort da 4.000 dracme a notte. Scacciati infine dall’antipatico Menelao a colpi di corna i due ragazzi si mettono in viaggio per Ogigia.

ADDIO AL CELIBATO

« Finalmente una buona ragione per sposarsi. »
(Men's Health su addio al celibato)
« Ragazzi, ragazzi... perché organizzate queste cose? Io amo la mia ragazza! »
(Lo sposo prima dello strip)
Ecco un tizio che domani non vede l'ora di sposarsi.
« Togliti le mutande! Togliti le mutande! »
(Lo sposo dopo lo strip)

L’addio al celibato è quel rito goliardico con cui una coppia si fa le corna ancor prima di essere sposata. Se chiedete ad un uomo perché vuole fare l’addio al celibato egli vi risponderà:

« Eh beh, è il mio ultimo giorno di libertà e me lo godo! »

Quindi matrimonio = carcere a vita, un’ottima premessa prematrimoniale.

Se invece chiedete a una donna perché vuole fare l’addio al nubilato ella vi risponderà:

« Beh... così... sai... per provare... »

Traduzione = no dico, hai visto chi devo sposare domani? È il mio ultimo giorno per spupazzarmi qualche uomo decente in vita mia!

Il fidanzato visto come un bidet con le manopole, anche questa è un’ottima premessa.

La conclusione evidente degli scienziati di tutto il mondo è che l'addio al celibato sta bene a tutti, è quello che c'è dopo che si vorrebbe evitare assolutamente. L'uomo che inventerà l'addio al celibato rimanendo celibi riceverà senz'altro il premio Nobel alla cazzimma.

L’addio al celibato

L’addio la celibato presenta da sempre il suo lato positivo e quello che da tutti viene definito il "megarovescione della medaglia". Il lato positivo è che è possibile mettere le mani nelle mutande di una donna che non sia la tua futura moglie senza finire dagli avvocati ancor prima della cerimonia. Il “megarovescione” è rappresentato da quell’eterna e drammatica domanda che tutti gli sposi si pongono alla fine di questa goliardica serata:

« Ehi! Guarda quante donne in una sola sera... ma chi cazzo me lo fa fare di sposarmi domani? »

In realtà tutto è stato organizzato dai vostri amici più stronzi apposta per farvi cambiare idea ma un uomo in piena maturità sessuale è talmente annebbiato dai suoi ormoni da pensare davvero che le ragazze in bikini escano dalle torte tutti i giorni, e così anche il giorno del matrimonio andrà scavando nella torta nuziale come una pala meccanica, in cerca di qualche segno di vita:

« Uao! Stavolta l’avete nascosta bene, eh? »
(Sposo ai suoi amici mentre fruga nella torta nuziale con le mani)

Un po’ di storia

La festa di addio al celibato esiste già dal tempo dei fenici, dove lo sposo andava letto con una dozzina di donne il giorno prima del matrimonio. Alla donna non era consentito fare lo stesso ma in compenso era la donna a scegliere con quali donne dovesse fare sesso il futuro marito. Per motivi a noi rimasti ignoti le feste di addio al celibato presso i fenici erano rarissime.

Al tempo degli egizi l’addio al celibato era lecito e praticato, ma si poteva fare sesso solo con la faraona. La gallina.

Di solito dopo serate del genere le rappresaglie femminili sono tremende.

I romani invece non gradivano l’addio al celibato, preferivano di gran lunga il “benvenuto all’amante fissa” e si dilettavano in questa pratica subito dopo il matrimonio.

Anche in tempi più recenti non sono mancati episodi eclatanti:

Nel 1868 Umberto I prima di sposare la regina Margherita di Savoia organizzò uno storico addio al celibato con cubiste brasiliane in topless e fiumi di Bacardi allungato col bicarbonato. Di quella memorabile sera ci rimane un tanga masticabile alla fragola (conservato al Museo delle vergogne regie di Bassano della Grappa) e le parole di uno degli invitati, il marchese di Rudinì:

« non ho mai visto tanti culi femminei in vita mia. »

Preparare l’addio

Una settimana prima delle nozze: è lì che bisogna temere l’organizzazione del festino da parte degli amici. Di solito rapiscono lo sposo all’alba con una scusa credibile (vieni a vedere il lungomare di Milano, dai!!) e lo sottopongono ad una serie di prove degne di un Centro addestramento reclute. Quando farà ritorno, se farà ritorno, nulla sarà più come prima.

Il night club

E io vidi quattro fiere che sanza alcun riposo,
Con la lingua viscida strusciavano lo sposo,
Ed una col frustino e un perizoma leopardato,
fammi capir ch’era la bolgia degli addii al celibato.

Dante Alighieri- Divina Commedia


Il night dell’addio al celibato è un marcio luogo di perdizione, pieno di luci stroboscopiche, musica ad altissimo volume, donne lascive e seminude, insomma una via di mezzo tra il Crazy Horse e una puntata di Lucignolo. Lo scopo è chiaramente la copula prematrimoniale, le spose lo sanno, gli amici lo sanno, lo sposo lo spera fortemente.

L'ultima novità dall'America: il SuperObama.

Ed ecco che il futuro marito viene messo su una sedia al centro del palco e da dietro le quinte spunta la quinta di Jasmine (in realtà si chiama Assuntina, ma il nome francese fa più porca). Jasmine è talmente procace che le sue tette la precedono di cinque secondi. Avanza lenta e ancheggiante come una top model con una protesi al bacino e inchioda il suo tacco a spillo sulla sedia a 2 centimetri dai gioielli dello sposo. Poi si siede sopra lo sposo che simula indifferenza, mentre un geyser di vapore fuoriesce dalle sue parti intime.

Dopo circa mezz’ora di spettacolo l’uomo non si ricorda più nemmeno il nome della tizia che deve sposare domani; il suo pacco ha raggiunto la temperatura record di 15.000 gradi Fahrenheit, ci si potrebbero cuocere sopra uova e bacon. È sudaticcio, ha la salivazione azzerata, palpitazioni, edema della lingua, allucinazioni a sfondo “sadomasomistico”, dalla platea gli sembra di vedere San Pietro in completo di lattice che lo saluta. Jasmine si gira verso di lui e in modo provocatorio gli chiede: e così domani ti sposi....

E lo sposo:

Eh?....BOH??!!.......

Da questo momento in poi non sarà in grado di dire altro per le prossime 4 ore. Se invece lo spettacolo si conclude con l’accoppiamento la copula lo stenderà talmente tanto che quello che rimarrà all’interno dei suoi boxer sarà considerato zona denuclearizzata per almeno 2 giorni.

Le simpatiche burle

Ma l’addio la celibato non deve significare per forza sesso, con buona pace dello sposo. Esiste infatti tutta una serie di giochi improbabili e di situazioni imbarazzanti che gli amici organizzano al malcapitato sposo, per metterne alla prova lo sprezzo del periglio o (ipotesi più verosimile) poterlo ricattare in futuro ed ottenere da lui qualunque favore. Ecco un pout purrì di minchiate preconiugali:

  • farsi fotografare con un prete che sfoglia Playboy (dov’è la cosa insolita? –direte voi. Giusto.)
  • camminare con un cartello autodenigratorio in mezzo a una strada trafficata
  • Cercare di rimorchiare ragazze a caso per strada accumulando una piccola collezione di vaffanculo.
  • Mettere il culo su una fotocopiatrice ed eseguire un centinaio di copie delle proprie terga. Sembra incredibile, ma vanno via come il pane. Piccola avvertenza: il laser della fotocopiatrice può stimolare i vostri melanociti provocando il rilascio di melanina nella zona esposta ai raggi. Sì hai capito bene, il culo vi si abbronza.

In altri casi ben più estremi invece si approfitta dell’evento per dare sfogo a vecchi rancori e lo sposo viene legato, incappucciato, depilato e frustato. Abu Grahib a confronto sembrerà un villaggio vacanze.

E olèèè! Pagate qualunque cifra per avere i negativi delle foto a fine serata, vi conviene.

Un altro gioco molto in voga è la caccia al tesoro, che consiste nel nascondere una serie di oggetti sexy all’interno di un locale pubblico, ad esempio un ristorante. Come un novello Indiana Jones del feticcio il futuro sposo dovrà recuperare gli oggetti sparsi nel locale ed è stupendo guardare le facce imbarazzate dei clienti mentre il nubendo tira fuori perizomi leopardati da sotto la tovaglia di una coppia di pensionati a cena:

  • Vecchia babbiona: Aldebrando! Che ci fa un perizoma leopardato sotto al tuo piatto?
  • Vecchio: eh?....io pensavo fosse il tovagliolo di Tarzan!

Il gioco generalmente si conclude con la cacciata dei goliardi quando viene ritrovato un dildo di gomma sul vassoio dei dolci.

La festa allo sposo esausto si conclude generalmente con la megatorta. Le torte degli addii la celibato sono raffinate quanto una gara di rutti tra adolescenti e comprendono varie forme:

  • due tette di panna
  • un corpo femminile nudo con tanto di mona in pan di spagna; indovinate un po’ cosa rappresentano i chicchi di cioccolato.

Dopo la torta la versione classica dell’addio al celibato vuole che si rispetti la sempiterna tradizione, ovvero che si faccia come a Filicudi: il bagno tutti nudi.

Se lo sposo non abita in una zona di mare lo si getta di peso nella prima fontana disponibile senza neanche vedere se la fontana è prosciugata o meno. A questo punto lo sposo viene riportato a casa, vuoi perché s’è fatto tardi, vuoi perché oramai è al limite della sopportazione umana e sta andando a sporgere denuncia alla polizia.

Ora sì che il matrimonio gli sembrerà una liberazione!

Addio al nubilato

La versione in salsa rosa della maialata preconiugale non è meno terrificante di quella maschile. Per la donna la parola emancipazione si traduce con “fare esattamente le stesse identiche cose che fanno i maschi, fossero pure delle cazzate madornali”. Ed ecco che un gruppo di donne affittano una limousine lunga quanto una puntata di Porta a Porta e vanno a prendere la nubenda sotto casa per farle passare una serata bollente.

Lo spogliarello maschile

Storico finto regalo per la sposa, lo spogliarello maschile è in realtà un desiderio represso delle amiche tardone, quelle che non vedono un uomo in mutande da quando entrarono per sbaglio nella toilette dei maschi e che così possono aggrapparsi al pacco di un uomo svestito in un locale pubblico senza passare per ninfomani. Lo spogliarellista degli addii al nubilato è un modello intramontabile e viene distribuito in differenti modalità, scegliendo tra le categorie di persone più spesso al centro delle fantasie represse delle donne in astinenza da sesso:

  • Il pompiere
  • Il cow boy
  • L’idraulico
  • Il giardiniere figo
  • l’operaio del cantiere
  • il medico
  • Il becchino

Lo spogliarellista ha però alcune caratteristiche che lo rendono inconfondibile: è truce, muscoloso, pieno di mostarda addosso, coi capelli lunghi e bagnati di qualcosa di viscido, molto simile al muco delle lumache. A questa ipertrofia somatica corrisponde un cervello in formato salva spazio cosicchè il suo vocabolario è limitato a poche frasi di grande effetto:

  • Ciao
  • come ti chiami?
  • Lecca
  • tocca
  • ti piace, eh?
  • passa la mano qui
  • indovina cos’è grosso, duro e proprio dietro di te

Esce con un’ovazione dalla tendina e mentre cammina indurisce ritmicamente le sue tette maschie come se avesse le convulsioni. Con un solo colpo vigoroso si toglie i pantaloni posticci e rivela al bavoso pubblico il suo pezzo forte: le chiappe depilate e solcate da un tanga nero che le trancia in due come un flex. A questo punto punta il suo deretano viscido sulla sposa malcapitata di turno, in attesa che lei le morda il sedere come se fosse una prugna unta: è l’apice della serata.

Se la nubenda sopravvive a quest’incontro ravvicinato unto del 3° tipo le viene consegnato il dolce finale, una torta a forma di fallo di dimensioni roccosiffrediche, che si dice sia beneagurante per la futura vita di coppia.

L'addio al celibato nel mondo

Il mondo si sa, è bello perché è avariato: ecco le consuetudini dell’addio al celibato nelle varie parti del mondo:

  • In India è consentito l’addio al celibato, purchè il sesso prematrimoniale venga fatto con una mucca.
  • In Afghanistan è altresì consentito l’addio al celibato ma le donne devono rimanere col burqa anche durante il rapporto sessuale e bisogna pregare Allah tre volte, prima, durante e appena dopo il rapporto.
  • In Pakistan è consentito il sesso prematrimoniale ma è la futura moglie a decidere con chi. O con che cosa.
  • In Vaticano è severamente proibito l’addio al celibato. I festini sadomaso nei palazzi apostolici garantiscono l’anonimato e vengono a costare molto meno.

E concludiamo con i risultati dell'infruttuosa ricerca del rinomato istituto Onzi Ponzi di Phoenix sul Naviglio alla domanda: siete favorevoli all'addio al celibato?

  • 56% degli uomini: sì perchè no?
  • 32% delle donne: perchè lo dico io!
  • 46%: no, ma sono favorevole alla guerra in Iraq
  • 12%: prima mi serve una moglie
  • 5%: lo sa ma non risponde
  • 2%: lo sa ma non può rispondere

Giovanni Giolitti

Giovanni Giolitti (pseudonimo di Giolitti Giovanni e anagramma di moderato dalle mani legate- Mondovisione 1842- Cavour 1965) è stato un famoso campione di bocce nonché politico italiano, nominato 3 volte presidente del Consiglio dei ministri e ben cinque volte amministratore del suo condominio. È stato a lungo considerato uno dei più grandi statisti della storia d’Italia finché non si è scoperto il significato della parola “statista”.

Giolitti in una foto di gruppo.

Giolitti, un uomo che è stato per la politica ciò che Van Gogh è stato per la politica ha cercato in tutta la sua vita di modernizzare la base economica, di favorire l’industria, di dare slancio alle imprese e di favorire la diffusione dei preservativi nelle scuole. Ha dato inoltre inizio ad un’epoca che con molta fantasia venne nominata età giolittiana.

Biografia

Stranamente non abbiamo notizie di Giolitti antecedenti alla sua nascita. Gli studiosi sono tuttavia concordi nel ritenere che Giolitti sia un personaggio realmente esistito. Una rinomata ricerca fatta dai ricercatori dell’International Stanford Fiesta College di Used Tampax, in Florida, con un elenco telefonico in mano non ha dato risultati, segno che Giolitti ammesso che sia davvero esistito, dev’essere ormai sicuramente morto.
Sappiamo tuttavia per certo che dopo un breve passato come ballerino di flamenco fece domanda per diventare Ministro del tesoro e venne assunto. Allora c’era una grossa carenza di personale e per diventare ministro i requisiti richiesti erano davvero minimi, quasi inferiori a quelli richiesti per fare il ministro ai tempi nostri.Il governo di cui faceva parte era il governo di Francesco Crispi, che ormai a 106 anni suonati era convinto di essere un pittore impressionista.

Crispi Presidente del Consiglio, Ministro di Grazia e Giustizia Zanardelli, Ministro della Marina Benedetto Brin, Ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli: l’età media era di 136 anni, talmente alta che per abbassarla avrebbero dovuto nominare ministro un embrione di 22 settimane. Giolitti che era il teenager della situazione tentò di tenere alto il suo ruolo di ministro delle finanze emanando la famosa tassa sul possesso auto, una manovra che avrebbe dovuto rimpinguare le casse dello stato se non fosse che nel 1891 gli italiani con un auto erano 7 di cui 5 militavano nel suo governo e uno era lui. Dopo essere sfuggito ad un pestaggio ad opera dei suoi colleghi ministri il giovane Giolitti (Gitty per gli amici) ebbe l’occasione che capita una sola volta nella vita: le premature dimissioni di Francesco Crispi. I ministri tuttavia cercavano proprio un fantoccio da mettere al posto di Crispi per continuare a fare i loro comodi, qualcuno che fosse o troppo vecchio o troppo ebete per capire qualcosa di come si governa un paese e Giolitti, avendo entrambi requisiti, risultava la scelta ideale.

I cinque governi Giolitti

Dopo una breve parentesi di governo (6 febbraio 1891 -8 Febbraio 1891) del marchese Di Rudinì (un uomo che capiva di politica quanto Daniele Interrante di metrica latina) Giovanni Giolitti si insediò come Primo Ministro. Il suo governo durò meno di un governo di centrosinistra: dopo poco più di un anno infatti il giudice PierJohn Woodcock (che i puristi della lingua italiana chiamavano Piergiovanni Membrodilegno) pubblicò alcune intercettazioni telefoniche che lo vedevano coinvolto nello scandalo della Banca Romana che si era macchiata di gravi irregolarità nell’emissione delle banconote. Giolitti cercò di negare un suo coinvolgimento nella questione ma sulle banconote false emesse dalla banca romana c’era la sua faccia. Il primo Governo Giolitti fu segnato da alcuni fatti molto importanti, quindi vi citeremo i più inutili:

  • l’enciclica Rerum Novarum (trad: rerum novarum, frase intraducibile) di papa Leone XIII che riprendeva alcuni concetti dell’enciclica Nulla di novum di papa Tigre XXXII e dell’emiciclica rotatoria Magno cum appetito di papa Giaguaro V.
  • la rivolta dei fasci siciliani, un gruppo di naziskin del Palermo che rivendicavano alcuni gol annullati nell’ultimo derby contro il Catania.

Per la questione siciliana Giolitti si guardò benne dall'usare la forza limitandosi a distribuire biglietti omaggio per il circo a chiunque sopprimesse col sangue i moti insurrezionali.
Frattanto emersero volti nuovi nel panorama politico italiano: difatti all’età di 107 anni tornò Francesco Crispi , in carne ossa e catetere.

Giolitti risponde alle contestazioni dei disoccupati nel giugno del 1898.

Le principali operazioni di Crispi furono:

  • tre bypass
  • una rimozione di cataratta
  • risoluzione della questione dei Fasci siciliani organizzando bombardamenti a tappeto (il capo delle spedizioni fu Aladino)
  • risanamento del bilancio vendendo la Gioconda ai francesi.
  • conquiste coloniali (Etiopia, Libia e l'isola d’Elba).

Frattanto nel 1896 Crispi dovette dimettersi per impegni improcrastinabili col Padreterno. Dopo averlo commemorato con un sentito discorso funebre (era un uomo buono e generoso....ma cazzo aveva il culo incollato alla poltrona! Finalmente tocca a me! Ahahah!) Giolitti si apprestava a riprendere in mano le redini del paese, con la stesso impeto dell’incosciente che non sa minimamente cosa stia facendo.

Giolitti back in action

  • Per prima cosa tentò di sistemare l’ala massimalista del partito socialista offrendo loro dei soldi sottobanco. Ma i tempi di Craxi erano evidentemente prematuri perché Filippo Turati si offese e si indignò. Io non mi vendo per così poco- dichiarerà poi al suo gatto. Allora Giolitti giocò d’astuzia: puntò tutto sul 29 che non usciva da sei settimane. E poi propose a Turati un posto nel suo ministero il che voleva significare stipendio fisso, posto auto, biglietti per le partite gratis, ristoranti gratis, cinema gratis, treni gratis, aerei gratis, puttane gratis. Turati rifiutò sdegnosamente, ma riuscì a mettersi d’accordo telefonicamente con Giolitti per la faccenda delle puttane gratis.

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