Utente:GorillaK2/Sandbox

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FILM DA SALVARE

Qualcuno ha definito questa pellicola "spazzatura intollerabile".
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GorillaK2/Sandbox
[[File:|frameless|center|260x300px]]La locandina
Paese di produzioneRoma
GenereAzione convulsa
RegiaTakeshi Kitano
Interpreti e personaggi
Stefano Maregal, Franco Trentalance, gli Zingari

Trappola sulla Metropolitana, titolo originale Train Fear, è un film del 2015 diretto da Takeshi Kitano. Il regista si ostina però a negarlo, è probabile che l'abbia fatto durante uno dei suoi terribili attacchi di sonnambulismo.
Il protagonista è Stefano Maregal, già apprezzato in

altri film nei quali c'era da menare a qualcuno. Serviva comunque un attore in possesso di un'eccellente staticità della mimica facciale, quindi in grado di comunicare il sentimento di "indifferente e rassegnata costernazione".
È il seguito di Trappola in autogrill, altra fortunata pellicola in cui l'attore aveva già interpretato il personaggio dell’ex marine, cuoco, agente segreto, guida turistica, domatore di tigri e ambientalista Casey Ryback.

Terrorista : Non puoi scendere a Ponte Mammolo e sperare di uscirne indenne!
Casey Ryback : Calmate ciccio! Prima che arrivassi io se chiamava Ponte Brontolo!

Il film è ambientato nella Metropolitana di Roma, che occupa il sesto posto nella classifica dei "Luoghi totalmente avversi alla vita umana", esattamente tra: Tundra siberiana e Deseto del Mojave.

Personaggi principali

Trama

Scena 1. La base dei cattivi

Akkastan - 21 luglio 2015, 3:57 pm. In una sperduta località tra le montagne dell'Andokazzostan, nascosto in una grotta alla vista dei satelliti spia americani, il covo dei terroristi vive attimi di fermento. La base è attrezzata con tecnologie all'avanguardia:

Dove tutto ha inizio.

Non c'è un traliccio nel raggio di 60 km e la città più vicina, un villaggio di allevatori di capre, è raggiungibile in quattro giorni di marcia, al punto che viene da chiedersi: "In Italia l'Enel ha interrato i cavi l'altro ieri, dove minchia la prendono l'elettricità?!"
Ali Akbar Sadeqi, temuto e rispettato capo dei terroristi, fa il suo ingresso. Imbraccia un Machine Gun 7.62mm e ha due nastri di proiettili attorno al collo da 600 colpi cadauno. Per il peso si è incrinato la vertebra T9 e ne ha compromesse un paio lombari, anche se nessuno minaccia la sua vita è l'equipaggiamento standard per il suo ruolo.

Ali Akbar Sadeqi : Abdulaziz, a che punto siamo con la fase due?
Abdulaziz : Ci sei seduto sopra, il corriere UPS ci ha appena consegnato i tre quintali di C-4!
Ali Akbar Sadeqi : Djamal e Tarik si sono fatti vivi?
Abdulaziz : Sono partiti da diverse ore, dovrebbero essere quasi arrivati.

Scena 2. La prima cellula arriva in Italia

Lampedusa - 22 luglio 2015, 5:22 am.

Djamal e Tarik, perfettamente camuffati, raggiungono l'Italia.
  • Djamal Al Shibani: esperto in esplosivi. Può assemblare una bomba semplicemente facendo la spesa in un supermercato. Nella sua ultima missione ha ucciso l'ambasciatore inglese a Fangul, si è servito di un micidiale ordigno contenuto in una scatola di al cardamomo, che si è innestato tirando il filetto del filtro.
  • Tarik El Khaoushi: supporto logistico. Per sei mesi ha venduto rose nei ristoranti della Capitale, conosce il territorio e la differenza tra i biglietti BIRG, BTR, CIS e CIRS, di cui i romani ignorano perfino l'esistenza.

Appena scesi dal barcone vengono controllati dalla Polizia.

Poliziotto : Da dove venite?
Djamal : Da là (indicando il mare col dito)
Poliziotto : Volete presentare domanda per l'asilo politico?
Djamal : No, vorremmo arrivare a Roma per fare un attentato.
Poliziotto : Meglio così, non ne potevo più di riempire scartoffie inutili.
Tarik : Sa dirmi dove poter acquistare un fucile a pompa?
Poliziotto : Chiedete a Turi, lo trovate uscendo sulla destra.
Tarik : Ok, grazie!

Li prende in carico Turi Panzanè, un volontario della Protezione Civile segretamente affiliato alla famiglia Zappalà, che li carica su un furgone assieme ad alcuni marocchini. La destinazione è l'entroterra ragusano, con l'obbiettivo di farne schiavi in una piantagione di melanzane. Durante il trasferimento i due vengono stuprati, tentano di resistere ma la situazione peggiora a causa delle numerose buche sulla strada, che giocano a favore della compagine africana. Per loro fortuna arriva una telefonata all'autista, gli ordini sono cambiati: dovranno essere portati in un centro di accoglienza a Latina, nell'ottica del nuovo business sviluppato dalla ghenga di Mafia Capitale.

Scena 3. Raggiungere Roma

Tarik cerca di procurare il mezzo per arrivare a Roma.

Latina - 24 luglio 2015, 10:00 am. I due terroristi iniziano a studiare gli obiettivi. Latina dista appena 70 km da Roma, percorrendo la Pontina in auto basta un'ora per arrivarci. Se non si intasa la Pontina, altrimenti ci si matura la pensione. Tarik sceglie con cura l'auto: serve veloce, ma allo stesso tempo deve passare inosservata. Purtroppo ha scelto la macchina di Marian Korasteanu, sposato con una discendente diretta di Casalesi II e supervisore del clan nella città. Suona l'antifurto e dal bar di fronte sopraggiungono quattro individui con passo deciso, uno di loro è rimasto indietro, si è attardato a selezionare nel jukebox la Cavalcata Delle Valchirie. Per un attimo Tarik pensa alla biblica apocalisse, ma il pensiero che stia perdendo la vera fede svanisce subito, nella realtà perde sei denti, tre dita e un occhio. Se non altro è ancora vivo, la missione può continuare.
Djamal suggerisce di servirsi del treno. Per qualche strana ragione la Stazione di Latina non si trova nella città ma a Latina Scalo, a circa 15 km. Un senegalese che vende fazzolettini, incontrato nella piazza centrale, gli parla di un autobus che dovrebbe arrivare alla stazione dei treni. Per ottenere la vitale informazione sono costretti a comperare:

Su Trenitalia puoi sempre contare... almeno fino a 10.800 secondi.
  • 20 pacchi di fazzoletti a due veli (quelli che quando ne usi uno si disintrega e sei costretto a finire il pacchetto per pulirti le mani dal moccio);
  • 32 paia di calzettoni in spugna bianchi con righette colorate (che quando li togli i piedi sono evaporati e riesci a calzare le scarpe di Cicciobello);
  • 14 paia di occhiali da sole per truzzi con la scritta Lay-ban (sospettosamente made in China).

Lo scaltro ominide di colore, dopo aver raggiunto una certa distanza di sicurezza, li informa di un paio di dettagli che aveva omesso:

  1. è in vigore l'orario estivo, quindi l'ultimo autobus è passato già da circa mezz'ora;
  2. nei dintorni è presente un'attivissima sezione di CasaPound e allora, se vogliono arrivare vivi all'ora di pranzo, è bene che svaniscano nel giro di 3-4 minuti, prima che le numerose spie rendano di dominio pubblico la loro posizione.

Tarik e Djamal fanno i 15 km di corsa, sotto un sole implacabile. Alle soglie dell'infarto arrivano finalmente alla stazione, ma è in corso lo sciopero del Sindacato Autonomo dei Macchinisti di Pordenone e quindi:

  • i treni provenienti da Sud aderiscono alla protesta;
  • quelli che da Nord vanno a Sud non esistono[1];
  • il locale delle 12:50 è stato soppresso;
  • quello proveniente da Formia è fermo a Terracina per un guasto;
  • quello di Gaeta transita (senza fermarsi) a velocità Mach 3.

Meno male che c'è un taxi, l'unico. Forse i 300 euro sono un prezzo leggermente esoso, ma almeno si viaggia comodi. Il tassista, dopo averli "squadrati" per due minuti, ha voluto prendere qualche precauzione:

  1. incassa i soldi in anticipo e li affida al suo amico edicolante;
  2. si fa dare i passaporti, li fotografa e allega il tutto in una mail a sua moglie;
  3. li avvisa che il cognome di sua moglie è Korasteanu.

Scena 4. La Metropolitana

I controlli sono severi ma grazie anche al corso serale di mimetismo Djamal passa inosservato.

Roma - 24 luglio 2015, 4:00 pm. I due decidono di dividersi: Djamal si fa lasciare al capolinea Anagnina della Linea A, Tarik prosegue verso la fermata Laurentina, capolinea della Linea B. Si incontreranno poi alla Stazione Termini, dove le due linee si intersecano.
Appena entrato Djamal capisce che si è attivato il livello Foxtrot del piano antiterrorismo della Questura di Roma, i segnali ci sono tutti.

  1. I contenitori per i rifiuti, che qualcuno ritiene un luogo ideale per piazzare ordigni, sono spariti. Un vantaggio è evidente: nel caso esploda una bomba non sarà necessario separare i pezzi di cadavere dalla plastica o dalla carta, sarà tutto organico.
  2. Due Carabinieri controllano la Linea. Considerando che: un convoglio impiega circa un'ora ad andare e venire; che il treno è formato da molti vagoni; che è impossibile spostarsi da un vagone all'altro perché è impossibile muovere un solo muscolo; l'eventualità di trovarti appiccicato a uno dei due è davvero remota.
  3. Le corse hanno una frequenza attorno ai 5 minuti. Qualcuno potrebbe pensare che così è peggio, più gente ammassata nei vagoni equivale a più vittime. Invece no. Secondo uno studio di qualche genio, l'estrema vicinanza dei corpi impedisce alla bomba di deflagrare per l'intera potenza, limitandone i danni. Questa ipotesi, seppur affascinante, è ritenuta dalla maggior parte dei pendolari: "Una scusa del cazzo per risparmiare sulle corse!"
  4. I tornelli di ingresso sono dotati di metal detector. Anzi, no! In effetti è paradossale che per prendere un aereo (in cui viaggiano 500 persone) devi metterti in mutande per passare i controlli, mentre per prendere la metropolitana (in cui ne viaggiano 1500) puoi entrare anche con un bazooka.

Con estrema meraviglia Djamal si accorge che sulla Linea A è possibile usare il cellulare, ne approfitta per chiamare il collega.

La folla non sembra curarsi del lanciamissili di Tarik, probabilmente scambiano il terrorista per un abitante del Tufello.
Djamal : Ciao Tarik, ho scoperto che nei vagoni c'è il segnale telefonico. Non saremo costretti a farci esplodere, basterà collegare un telefonino alla bomba e chiamare il numero per farla detonare.
Tarik : Sulla Linea B invece non c'è il segnale. Vabbè, per scegliere la linea faremo testa o croce... Perdonami Allah, ho detto croce!

Dopo aver terminato la fase di esplorazione delle rispettive linee i due si incontrano a Termini. La giornata è stata lunga, ma possono ritenersi soddisfatti: la sicurezza sulla metropolitana di Roma fa davvero cagare.
Per festeggiare si recano dal kebabbaro di fronte alla stazione, un luogo che sta all'igiene come un paraplegico alla corsa campestre. Si narra di scarafaggi talmente grossi che riescono a farsi il panino col kebab da soli, usando il coltello, si mettono anche le salse.
Per l'euforia non si accorgono del passare del tempo, esistono solo due posti più pericolosi della Stazione Termini dopo il tramonto: il castello di Dracula e Marte. Vengono trascinati in un vicolo da una baby gang, accoltellati e derubati. Tarik muore subito, Djamal si trascina fuori del vicolo e chiede aiuto al primo che passa. Purtroppo incappa in un nero razzista, che prima si guarda intorno e poi lo riporta nel vicolo per aiutarlo, a tirare le cuoia.

Scena 5. L'eroe

Roma - 25 luglio 2015, 11:00 am. Casey Ryback

to be continua...

Queste le uso dopo

L'eroe tenta di fermare i terroristi con l'assolo di Foxy Lady.
Il commando sbarca a Ostia.
« Questi ambulanti sono uno scandalo! Tremila euro per quattro catenacci arrugginiti! »
(Hashem Nakisa (responsabile acquisti del commando))
I detonatori vanno smarriti in circostanze misteriose.
Grazie ad una fortuita coincidenza i terroristi fanno comunque bella figura.

Note

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  1. ^ a che servirebbero?!