ATAC

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« Quando c'era lui... quando c'era lui gli autobus arrivavano in orario! »
(Vecchio rincoglionito sull'efficienza dei trasporti pubblici romani)
L'ATAC sa bene dove devi andare e ti ci porta lei.
« Ti A.tT.A.C.chi! »
(L'azienda all'utente in attesa dell'autobus)
« Mi apri dietro? »
(Tipico gemito di un viaggiatore ATAC durante le riprese di FakeBus)
« Atac! La chiave giusta per fottersi a Roma! »
(Slogan promozionale dell'azienda)

L'ATAC, acronimo di Attaccateve Tutti Ar Cazzo o in alternativa Arrivo Tardi A Casa, fa finta di essere la società pubblica che gestisce i trasporti di animali pubblici a Roma. Punta d'orgoglio della storica capitale, è oggi un'azienda a conduzione familiare; nello specifico, a distanza dalla sua carica, della famiglia Alemanno.

Ogni giorno più di 800 000 poveri e sfigati passeggeri vantano la possibilità di utilizzare i suoi oltre 2 000 cammelli da trasporto (oggi anche con tre gobbe!) per viaggiare comodamente nel traffico che a Roma non è mai stato un problema. L'azienda è altresì nota per i suoi piatti a base di autobus grigliati e tram sfusi.

Creazione

Nel 2000 a.C. la culla della civiltà era in Egitto, ma questo non è interessante. È infatti solo nel 1638 che si inizia a ipotizzare la creazione di una società con il compito di gestire i trasporti pubblici a Roma e di tormentare efficientemente i suoi abitanti. I primi abbozzi del progetto furono gettati dalla finestra dal cardinal Mazarino, al tempo primo ministro francese.

Sfortunatamente, in circostanze molto simili a quelle del Jumanji, furono riscoperti e riportati alla luce. Nel corso degli anni l'ATAC fu costretta a cambiare nome parecchie volte, forse per sfuggire a creditori senza scrupoli, forse per rifarsi una nuova vita nello stato del Kansas o forse solo perché non gli piaceva. Sta di fatto che per arrivare all'acronimo finale furono vagliate diverse ipotesi: AATM, ATM, ATG, ATAG, Mario Venuti, SRTO e STRONZO.

Finalmente, nel 1944, il portiere del palazzo dell'amico del cugino della sorella del suocero amico del presidente trovò nella buca delle lettere una raccomandata anonima: l'anno riportato nella data era il 4023. Si suggeriva inoltre di chiamare definitivamente l'organizzazione con il nome che ancora oggi la identifica ed esprime la sua essenza: Attaccateve Tutti Ar Cazzo.

Organizzazione a delinquere?

L'ATAC ogni tanto ha anche qualche piccolo problema.

È comune errore credere che l'ATAC sia realmente un'agenzia per il trasporto pubblico. Se così fosse, non si spiegherebbe perché già i primi progetti risalgano all'inizio del 1600, quando cioè i concetti di "trasporto" e "pubblico" nemmeno esistevano. È più logico pensare che ci sia sotto qualcosa di losco.

Molti hanno pensato a traffici internazionali di droga, ma sono stati tutti brutalmente assassinati. Quindi l'ipotesi non regge e nel dubbio è meglio non parlarne.

Altri sono arrivati alla conclusione che i fini ultimi di questa setta siano provocare l'abnorme ingrossamento degli organi genitali maschili e non solo ed esasperare la società intera, conducendo l'uomo medio verso la depressione cronica senza ritorno, per puro divertimento. Molti passeggeri dell'"azienda" hanno deciso di fare un tuffo a bomba senza ritorno nella fogna più grande de Roma.

Tecniche di alienazione

Nel corso dei secoli le tecniche utili alla distruzione mentale delle vittime si sono evolute in maniera così rapida da essere già arrivate a compimento ancor prima di essere inventate.

Il tempo di attesa

Il tempo di attesa dell'arrivo dei mezzi è il modo più semplice e comune per distruggere la pazienza di qualsiasi buon cristiano. La tecnica è semplice, basta non far passare la carretta per un tempo che va da mezz'ora a dodici ore e farcire l'attesa con piacevolezze come:

  • L'arrivo di un autobus con destinazione "DEPOSITO";
  • L'arrivo sì dell'autobus, però senza che esso si fermi;
  • L'arrivo dell'autobus con conseguente fermata, in un punto in cui non potrai azzardati a salire poiché troppo pieno di gente (probabilmente pagata appositamente per lo scopo);
  • L'arrivo dell'autobus che si ferma ed è vuoto ma con i controllori all'interno;
  • L'arrivo dell'autobus appena ci si accende la sigaretta.
  • Essere bloccati dalla zia di Alemanno mentre la si insulta utilizzando il servizio Chat WhatsApp di Atac

La fauna

Ammesso che si riesca a salire sull'autobus, si può andare incontro allo sfinimento ugualmente. Infatti l'ATAC si occupa di assumere personale altamente qualificato nel rompere i coglioni. Di seguito una breve esplicativa.

Il pazzo

Il pazzo è presente in ogni buon autobus, treno o vagone di metro che si rispetti. Il suo obiettivo è uno: infastidire i civili saliti a bordo. Ovviamente stipendiato.

Le tecniche sono diverse. C'è chi preferisce essere un pazzo aggressivo, mentre altri fingono di avere profonde paranoie ed essere terrorizzati dal contatto con gli altri.

Il pazzo aggressivo spesso porta con sé una bottiglia di vino o birra vuota, per far credere di essere in stato di ebrezza. La sua tecnica è semplice: cerca il contatto forzato con le altre persone, con cui spesso prova a conversare. Di solito è inoffensivo, però il profumo di birra e sterco lo rendono piacevole come i mosconi che non hanno niente di meglio da fare che ronzarti attorno.

Il pazzo mite è invece il più pericoloso. Come un agente doppio 0 esso ha la licenza di picchiare. Questa specie si crea un suo piccolo spazio privato, a cui nessuno può accedere. Spesso si tratta di un posto vicino al finestrino o vicino all'obliteratore. Se qualcuno prova a invadere questo suo sacro spazio immaginario, egli è per legge costretto a difenderlo. Soprattutto con la violenza!

Il frustrato

Sale sull'autobus (pieno) incacchiato già come una iena e subito dopo che la vettura parte, si dimena e comincia a predere a spallate/gomitate chiunque gli si trovi davanti uscendosene con frasi del tipo "Scusa..." o "Permesso..." per poi andarsi ad infilare in un posto senza uscita, perdendo quindi la fermata e diventando ancora più frustrato. Spesso agisce la mattina, per far innervosire qualche pendolare.

Il turista smarrito

Si incontra specialmente sulle linee periferiche. È riconoscibile, oltre che per le migliaia di cartine che porta con sé, anche per la sua incapacità di timbrare il biglietto nel verso giusto. Spesso si muove in branco, assieme ad un centinaio di altri suoi simili per i quali deve timbrare il biglietto. Gli esemplari più evoluti si dilettano nello scassare i maroni all'autista chiedendogli come si arriva a Termini in quello strano linguaggio.

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