Josè Luis Palomino

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera dagli inestetismi della cellulite.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Palomino in un contrasto su Mario Balotelli nella partita amichevole Magliette-Torsi Nudi all'epoca del Metz
« Quest'anno lo vinciamo noi il Bidone d'oro! »
(Presidente Atalanta dopo acquisto di Palomino)
« Vabbeh, mi accontenterò del Pallone d'oro... »
(Presidente Atalanta a gennaio su Palomino)
« "Il ruvido gentiluomo" »
(Mario Sconcerti su Palomino)

Josè Luis Palomino (Stazione dei treni di Buenos Aires, 12 gennaio 1990) è il più grande difensore del mondo, arrivato all'Atalanta dopo l'esperienza in Bulgaria come magazziniere per la folle cifra di 3 som uzbeki e una Goleador.

Biografia

Ecco cosa esce su Google Immagini se si cerca Palomino...

Primi anni

All'età di 2 anni nasce da una spacciatrice argentina e da un tossicodipendente transessuale brasiliano un bambino. Ancora non si è capito chi tra i due è la madre e chi il padre. Comunque, viene dato alla luce in un deposito dei treni. Questo fatto condizionerà la sua prima parte di carriera calcistica. Infatti, inizialmente, sui campi da calcio, tenterà il più possibile di imitarli, entrando sugli avversari, appunto, come un treno. Alla nascita pesava già 23 Kg e i genitori pensavano che fosse solo un pezzo di piombo (si erano appena fatti di LSD) Il piccolo pargoletto cresce senza poter avvicinarsi ai campi da calcio per obbligo del padre (o della madre), Soares Gerardo Magela Rodriguez Dos Santos De La Madonna Incoronada, conosciuto come "Cotequiñho", ex calciatore di Flamengo e Napoli[Citazione necessaria], per proteggere il figlio da quello sport infame. Così non si avvicinò mai a quei posti satanici per lavorare e aiutare la famiglia a campare.

Ma qualcosa stava cambiando...

L'avvicinamento al calcio

Tutto avvenne quando Josè emigrò in Francia per lavorare, dopo che i genitori morirono di overdose ad un festino di Lapo Elkann. Trovò un lavoro come uomo delle pulizie nella piccola città di Metz, ma, guardate il destino cosa fa, il suo compito sarà quello di pulire gli spogliatoi dello stadio della città. Inizia ad appassionarsi a questo sport, conoscendo di persona i calciatori della squadra, a cui dà preziosi consigli... Con questi, il Metz retrocede in Seconda Divisione. Tutti i giocatori se ne vanno, e, per salvare la squadra, viene tesserata gente casualmente, tra cui Josè (una leggenda narra che in quella squadra, acquisiti per alzarne il valore, giocassero Marco Capparella, Vratislav Greško e una sedia Billy dell'IKEA). Ma le squadre in Ligue 2 sono principalmente squadre di oratori delle periferie di Marsiglia e Parigi, con una rappresentativa dei braccianti agricoli della Loira. Così il Metz vince la competizione, dopo una lunga lotta testa a testa con il "Ventru F.C.". Palomino scopre anche di avere dei piedi, e inizia fare le prime rabone agli avversari ultracinquantenni e a entrare sulle rotule dei giovani promettenti. Conclude la stagione con 3' giocati, trecento palle perse, due autogol, tre espulsioni, quattro denunce e due condanne in primo grado all'ergastolo. Al termine della stagione viene acquistato dal club bulgaro del Ludogorets dopo che il Metz, per i problemi con la giustizia a causa sua, lo sostituì con un lampione.

Eccolo il nostro eroe! Non vi ispira fiducia?

L'esplosione in Bulgaria

Mentre gioca nel Ludogorets, a metà stagione, dopo tre tentati attentati alla sua vita da parte dei tifosi della squadra, Palomino viene messo fuori rosa per il suo gioco falloso. Per sbarcare il lunario, lavora in una centrale nucleare. E qui, dopo essere rimasto coinvolto nell'esplosione di un reattore,

il suo piede inizia a raddrizzarsi e la sua cattiveria si affievolisce. In breve rientra nella squadra e ne diventa il trascinatore. Sui suoi avversari (i quali erano anche peggiori di quelli della Serie B francese) non arriveranno più scivolate scomposte, ma potenti pestoni e spallate, che, per la maggiore parte degli arbitri, non sono che carezze. Grazie a lui, il Ludogorets stravince il campionato bulgaro e Josè viene insignito dei titoli di:

  • Giocatore dell'Anno
  • Uomo dell'Anno
  • Cittadino Onorario di Razgrad
  • Patriarca di Costantinopoli
  • Gran Visir dei Balcani
  • Santità

Qui, inoltre, incominciò ad essere chiamato "il ruvido gentiluomo". Durante il ritiro estivo, alcuni osservatori dell'Atalanta lo visionano ripetutamente, e a luglio riescono a strapparlo dopo una lunga trattativa con i dirigenti bulgari. Approda così in Italia, nonostante un generale sciopero della fame indetto in Bulgaria contro la sua partenza.


In Italia

Quando atterrò all'aereoporto di Orio al Serio, tutti i bergamaschi lo scambiarono per l'ennesimo immigrato sudamericano: nessuno poteva immaginare che quello era l'uomo destinato a riscrivere la storia del calcio per come lo conosciamo. Antonio Percassi aveva già deciso a Gennaio di comprare "il ruvido gentiluomo" per farne l'ereditiere del prestigioso ruolo di "Trinciagambe" che prima di lui fu di giocatori del calibro di Paolo Montero, Fabio Rustico, Moris Carrozzieri e di Giulio Migliaccio. Ma, appunto, le statistiche erano quelle del girone di andata e a Bergamo non era arrivata alcuna notizia sui progressi dell'argentino. Si capì che qualcosa non andava quando, durante la partita Valencia-Atalanta, con entrate di classe, solo con piccole sbavature che mostravano la sua antica vena. In quella partita segnò anche un gol che, per come fu segnato, fece ricordare ai tifosi all'ex SuperPippo e alla SDI. Per tutto il girone di andata, successivamente, ha dato prova del suo valore con qualità fino ad allora in lui sconosciute, quali la corsa e il cross. Adesso è in lizza per il Pallone d'oro e la nomina di vescovo dello Stato Neutrale di Bergamo Unita.