Genoa: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:42, 19 ago 2010

Genoa Cricket And Football Club
(Stemma)
Quant'è duro!!
Nazione Italia
Città Genova
Fondazione 1893
Motto Belin!
Allenatore Gian Gianni Gasparini
Capitano Palladinho
Scudetti vinti Scudetti vinti


« Arrivato da Principe, partito da Brignole! »
(Tifoso Sampdoriano su Milito)
« Belin, abbiam vinto 3-2 col Bogliasco! Quest'anno ci prendiamo la stella!! »
(Tipico tifoso genoano alla prima amichevole stagionale)
« Belin, sarà per l'anno prossimo! »
(Tipico tifoso genoano all'ultima di campionato su prendere la stella)
« Vincere non è tutto, nello sport contano solo la lealtà e il rispetto delle regole! »
(Tipico tifoso genoano prima di Genoa-Venezia del 2005)
« È duddo un gombloddo! »
(Enrico Preziosi dopo retrocessione in serie C per frode sportiva)
« Impara l'italiano! »
(Cristian Panucci a Enrico Preziosi)
« Ma chi? Quelli che non vincono da diec'anni? »
( Giulio Andreotti a quindici anni su Genoa)


Sogno erotico genoano.

Il Genoa è una squadra nata nel 1893 all'interno di un consolato britannico, per opera di britannici. L'associazione sportiva, prima che una compagine con l'obbiettivo di prevalere in ambito ludico e agonistico nelle varie discipline nelle quali dovrebbe cimentarsi, assume i caratteri di una setta medievale. I suoi adepti, che, come risulta dalle tesserazioni degli ultimi vent'anni, non superano mai i 20.000 iscritti, hanno, come unico scopo nella vita, il dovere di imporre la propria presunta superiorità in qualsiasi sfacettatura della vita, anche quando la realtà nega le loro tesi. Gli sport in cui la società si cimenta sono il cricket, la cirulla, l'invenzione di complotti e congetture, il rosicamento, ambito nel quale il genoano eccelle, e, in maniera minore, il calcio.

I primi scudetti

Nel 1898, il Genoa organizzò e poi vinse il primo campionato di calcio italiano, convocando a Genova le più importanti squadre d'Italia: ... . La squadra genovese vinse in questo modo altri 9 scudetti, tutti cuciti da Nonna Abelarda (gli scudetti sono ora conservati sotto vetro come la Sacra Sindone; purtroppo sono stati cuciti al rovescio e quindi non sono ben visibili nemmeno durante le ostensioni), arrivando al punto di doverne vincere solo un altro per raggiungere l'ambito "Scud-chilo", utopia e desiderio più recondito di ogni vero bibino. Ecco la descrizione approfondita di ognuno di essi:

  • Scudetto 1898: fu lo scudetto più breve. Infatti, dopo una partita durata 57 minuti, l'arbitro pose fine all'unico incontro, trovando inopportuno continuare un match i cui unici partecipanti erano i tesserati del Genoa. Per onor di cronaca, la partita si chiuse con il risultato di 3-2, mostrando come, già agli albori, la difesa della squadra fosse propensa a subire goal.
  • Scudetto 1899: il secondo scudetto, uno dei più sudati della storia, vide nascere la prima accesa rivalità tra tifosi. Il match, che vedeva affrontarsi il Genoa e il Genoa Riserve, si rivelò particolarmente ostico, ma, alla fine, il Genoa prevalse con il risultato di 13-12. Particolarità del match è che tutte le reti rossoblu vennero segnate da Milito in posizione di evidente fuorigioco.
  • Scudetto 1900: lo scudetto del 1900 fu vinto dal Genoa grazie a una valigetta contenente alcuni barattoli di pesto e una torta pasqualina, grazie alla quale, il presidente riuscì a comprare l'arrendevolezza in campo dell'FC Barboni Masone.
  • Scudetto 1902: il campionato venne vinto a tavolino dal Genoa, in quanto ai membri della FC Dopolavoro FIAT Torino venne assegnato un doppio turno che impedì loro di partecipare al grande match scudetto.
  • Scudetto 1903: nuovamente priva di sfidanti, la formazione genovese si autoproclamò campione d'Italia. Pare che l'allora presidente, Napoleone Bonaparte, pronunciò la storica frase "Dio mi ha dato lo scudetto, guai a chi me lo toglie!".
  • Scudetto 1904: è l'anno doro del Genoa. Ancora oggi ricordiamo il capocannoniere del campionato, il mitico Thomas Turbato e il faro del centrocampo, Lampa Dario.
  • Scudetto 1914/1915: finalmente uno scudetto su due anni. Si giocò il 31 dicembre e il 1 gennaio.
  • Scudetto 1922/1923: l'ottavo scudetto arrivò grazie a una carenza regolamentare, dovuta alla novità del campionato a più di due squadre. Il Genoa, così, vincendo la prima partita dell'anno, l'anticipo del sabato, si proclamò campione.
  • Scudetto 1923/1924: l'ultimo scudetto arrivò in maniera rocambolesca. Dopo aver perso lo scudetto sul campo, il presidente genoano Benito Preziosi, convinto che l'ultima posizione riportata in campionato fosse solo il frutto di un complotto, atto a sminuire la sua squadra, organizzò le proprie camicie rossoblù, come venivano chiamati allora i tifosi della Nord, e le spedì in marcia verso Coverciano. Quando arrivarono nel campo di allenamento della Nazionale, il presidente di Lega, Vittorio Emanuele Abete, convinto della bontà dei sentimenti genoani, scucì personalmente gli scudetti dalle maglie dell'AC Disabili Onegliesi e le diede alle proprie sarte, affinchè venissero affisse sulle magliette dei Piccioni.

Il traguardo dello scud-chilo non venne mai raggiunto dalla squadra genovese, che fu vittima del complotto organizzato da tutto il resto del mondo, invidioso della bellezza del suo calcio piumato e del fascino del presidente. Fu così che la squadra rossoblù passò il resto della sua esistenza a cavallo tra serie B e C, giocando contro squadre prestigiose quali Pizzighettone e FC Borgoratto, in meraviglie architettoniche quali lo stadio Nino Ciccione di Imperia.

Il genoano D.O.C.

Il Genoano D.O.C. ha circa 180 anni e, anche se ne ha 20, comunque ne dimostra minimo 180. Nato a Sotto Ripa e traviato da piccolo da genitori irresponsabili, è costretto a tifare per una squadra di cricket, spacciandola per una di calcio.

Il suo processo di educazione consiste in 3 fasi:

  • Il fanciullo, ancora sano, viene legato su una sedia dal nonno Giobatta e obbligato a vedere innumerevoli volte bobine sbiadite risalenti al secolo XIX (da cui il nome del famoso giornale di informazione unilaterale rossoblù) in cui presunti atleti dai nomi pittoreschi rantolano su campi di patate con una felpa di lana bicolore. Nonno Giobatta commenta ogni fallo laterale come si trattasse di un'impresa gloriosa, da qui il genoano impara a rendere mitologica ogni insulsa e rara vittoria della sua squadra.
  • Ora adolescente, il cadetto genoano subisce un nuovo tipo di indottrinamento: papà Pippo, ormai centottantenne a sua volta, lo paralizza su una poltrona, indebitamente fatta appartenere al Professor Scoglio, immobilizzandogli le palpebre in posizione aperta (il famoso cineasta Stanley Kubrick, in vacanza 6 giorni a Pegli, ne prese spunto per il suo capolavoro Arancia Meccanica). A questo punto, espone davanti ai suoi occhi un vessillo blucerchiato, mentre mamma Gina gli somministra gargantuesche dosi di Guttalax. Il cadetto imparerà così il disprezzo per qualsiasi tipo di colore e di riflesso cromatico vivace, cosa che lo indurrà a coprirsi a vita di stracci di un bicolore sgualcito, che lui spaccerà per appartenuti almeno a Pato Aguilera.
  • L'esame: papà Pippo porta con orgoglio suo figlio, oramai centottantenne, per la prima volta a quello che la tradizione rossoblù definisce "il Tempio" come conclusione di un pellegrinaggio cominciato alla Madonna della Guardia 27 ore prima. Armato di sciarpa (straccio del 1912), maglia da gioco ufficiale della stagione 1914-15 che non conferì il sacrosanto scudetto ai Grifoni solo a causa dello scoppio della prima guerra mondiale (complotto ordito dai vertici della Lega Calcio), bandiera con stemma del tacchino giallo su cui è impressa la tanto desiderata e defraudata Stella. Il giovane centottantenne deve dare prova della sua genoanità: accomodatosi in gradinata nord (rigorosamente in piedi e su una sola gamba per dare prova della virilità dell'oceanico popolo rossoblù) urla e strepita, inveendo contro il tifoso blucerchiato (non presente, trattandosi di un Genoa - Pizzighettone). Ad ogni fallo laterale vergognosamente concesso agli avversari, il genoano bestemmia, urla al complotto, e si abbandona a cerimonie tribali assieme ai compagni, cantando in lacrime canzoni in un dialetto ligure risalente a non prima del 1492. Quindi, accade l'inevitabile: quello che era stato il fido compagno di sventure di un minuto prima, il tifoso seduto affianco, diventa per futili motivi un traditore della Sacralità rossoblù (vedi innumerevoli scontri tra genoani in gradintata nord). Il confronto fisico diventa inevitabile: se l'aspirante genoano ne uscirà vivo, sarà proclamato Genoano dai capi tifoseria che assistono agli eventi dalle inferriate del vicino carcere di Marassi. Potrà quindi tornare a casa sanguinante lamentandosi dell'ennesima sconfitta subita, imbrattando i muri e incendiando automobili e cassonetti di Genova.

Il destino beffardo dei Genoani

La cosa peggiore dell’essere genoano è l’incredibile dolore cui ogni tifoso, dalla notte dei tempi, è costretto a sottostare. Come ogni fiaba ci insegna, infatti, mai un buono, un valente, un paladino della giustizia potrà condurre una vita felice, senza che gli si opponga un rivale malefico, spietato e comunista. Nello specifico, il nemico del Genoano è il resto del mondo, notoriamente sampdoriano e terrone. Le nefandezze del Mondo contro il povero Genoa sono infinite e innumerabili, non si contano le centinaia di falli a centrocampo prepotentemente negate dal complotto blucerchiato, per cui, si andranno a elencare gli esempi più clamorosi di accanimento antipiccioniano. La prima cospirazione ordita all’avvilimento della sacralità Rossoblù è da ricercarsi nel 1582, data di introduzione del calendario gregoriano. Infatti, l’allora papa Gregorio XIII, indossando la maglietta autografata di Flachi, istituì l’attuale susseguirsi del tempo, sancendo che il 7 settembre 1893, o Big Bang, come amano chiamarlo i Genoani, sia trascorso ben dopo il 1891 e il 1892, date di fondazione rispettivamente di Internazionale Torino e Pro Vercelli, togliendo il primato di squadra più antica d’Italia ai poveri, cornuti e mazziati bibini. Ma la propensione al complotto, dopo questo brutto gioco, non si placò, anzi, le manifestazioni antigenoane si infittirono. Nel 1915, le federazioni di tutta Europa prima, e del Mondo poi, si organizzarono per interrompere i campionati di ogni nazione, utilizzando a pretesto un conflitto bellico che fece solo 16 milioni e mezzo di morti, impedendo ai beniamini rossoblù di ottenere quello che sarebbe il decimo scudetto, quello dell’agognato Scud-chilo! Più recentemente, dopo anni passati a galleggiare tra la B e la C, nel 1992, solo per una assurda regola, che recita che chi segna più gol tra andata e ritorno accede al turno successivo, il Genoa non poté presentarsi vittorioso e fiero alla prima finale di Coppa Uefa. Per finire, anche se gli affronti continuano ancora oggi, basti pensare all’unica decisione penalizzante del campionato, un fallo non fischiato al 91’ minuto perché sostituito dal fischio finale, mentre i rossoblù conducevano per 3-0 contro il Sestri Levante, riportiamo l’ingiusta e chiaramente provocatoria lotteria dei rigori, con la quale, secondo un sistema non equo, basato sull’abilità tecnica individuale e sulla freddezza mentale, il Genoa salutò la serie A, grazie all’errore decisivo dal dischetto di Fabio Galante (si narra che sul petto abbia tatuato un peperoncino piccante con, a fianco, il Baciccia). Il vecchio cuore rossoblù rimase sopito in serie B per molto tempo, finché un benefattore, Enrico Preziosi, dopo aver mostrato le sue doti di grande manager al Como, acquistò la società e una serie di partite, ottenendo la promozione. Il presidente di Lega, abbonato da anni nella Sud e membro onorario degli ultras Tito Cucchiaroni, si oppose a questi onesti metodi, visto che il buon Enrico elargiva regolare fattura per gli acquisti, spedendo per l’ennesima volta, i Grifoni, ormai privati delle penne e più simili ad anatre all’arancia, nella gloriosa Serie C1.

Altro

Si sono tentate varie cure contro la malattia che spinge a tifare Genoa. Le più promettenti erano quelle basate sulla somministrazione di vitamina B e C1 ma hanno avuto effetto modesto. Una cura a base di vitamina C2 è stata ipotizzata ma bloccata dalle autorità competenti.

I sintomi più frequenti che si riscontrano sui genoani sono:

  • Adorazione sconfinata per Enrico Preziosi.
  • Incapacità ad accettare la realtà.
  • Vive di soli e unici ricordi risalenti al 1900 a.c.
  • Festeggerebbe anche per una vittoria nel Trofeo Birra Moratti
  • Si tolgono soddisfazioni tramite le disgrazie altrui.
  • Invidiosi delle vittorie dei cugini.
  • Adorazione per i parenti napoletani.
  • Hanno dei brividi pure quando la palla esce fuori di 5 metri.
  • Continuano dicendo che i loro colori sono i più belli e unici del mondo quando altre 85420 squadre in italia ce li hanno esattamente identici e se glielo ricordi si odorano le ascelle per motivi ancora sconosciuti all'uomo moderno e dicono Unz.

Bisogna fare molta attenzione nelle festività natalizie; sono stati riportati casi di tifosi genoani arrivati quasi alla vittori giocando al gioco dell'oca ma che sono poi incappati nella casella "valigetta" ritornando indietro di 2 caselle e perdendo immancabilmente tutta la bontà della Santa Notte, manco avessero assistito a una partita in notturna - cosa molto complicata, visto che per risparmiare lo stadio viene illuminato solamente da quattro candeline ai lati delle porte.

Voci correlate