Conservatorio

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
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La signorina Cazhenmajen, docente-tipo delle più anziane presenti nei conservatori, inorridita nel vedere un alunno che suona il citofono senza leggere lo spartito.

Hai appena finito il liceo classico ma hai la sensazione di non aver fatto una scuola abbastanza inutile?
Hai una forte propensione per il masochismo?
Sei un sedicenne metallaro che passa le giornate in cantina con la sua Epiphone?
Sei troppo grassa per il pop ma vuoi cantare comunque?
Sei abbastanza ricco da poterti permettere di non fare nulla nella vita?
Non hai mai avuto amici e non ti disturba l'idea di doverti esercitare per 12 ore al giorno?
Ti spaventano la fisica, la matematica, la chimica, la biologia, la letteratura, le lingue, l'economia e le scienze sociali, insomma tutte le materie a parte la musica e il ballo del qua qua?
Allora iscriviti subito al Conservatorio, è la scuola che fa per te!

« Dopo la perdita del mio imene con un ufficiale di passaggio i miei genitori mi obbligarono a scegliere: o il convento o il conservatorio! »
(Giovane novizia sui pericoli del libertinaggio selvaggio)

Il Conservatorio, o per i più colti, Le Conservatoire, è una nobile istituzione adibita all'accoglienza e all'istruzione di disadattati sociali e geni incompresi, che permette a questi di sfogare le energie in eccesso imparando qualcosa di (in)utile ma di abbastanza complesso per tenerli occupati per una decina d'anni: la musica.

Nella società moderna, l’aver efficacemente frequentato un conservatorio è considerato un invidiato simbolo di prestigio che assicura l’entrata nell’élite dei musicanti professionisti. Non assicura invece un posto di lavoro, essendo il conservatorio un’istituzione troppo prestigiosa per preoccuparsi di volgarità quali il guadagno del vile pane quotidiano.

Le origini

Il termine conservatorio deriva dal verbo "conservare", e questo non a caso, dato che i primissimi e inconsapevoli allievi dei primi conservatori furono poveri orfanelli che vennero rapiti adottati dalle autorità religiose locali, che li "conservarono" poi per sempre impartendo loro preziosi insegnamenti di musica. Oltre a ricevere dai magnanimi confratelli lezioni di canto (all’epoca era disponibile solo il gregoriano) i fortunati orfanelli imparavano anche a suonare diversi strumenti, come l'organo, il clavicembalo (disponibile solo nei conventi più danarosi) e il pianoforte sbilenco (per i meno abbienti), mentre altre volte erano gli orfanelli ad essere suonati. La caritatevole iniziativa dei monaci riscosse molto successo, specialmente durante i tempi di carestia e di guerra, quando le iscrizioni di giovani smaniosi di imparare tutto sulla musica sacra aumentarono inspiegabilmente. A quel punto nacquero i primi veri e propri Conservatoris, una manna per tutta una generazione di giovani sfaccendati d'alto lignaggio e signorine per cui il punto croce non era abbastanza nella vita. Ai giorni nostri il conservatorio è una struttura di grande importanza[citazione necessaria] (una delle più note è il Conservatorio G. Verdi di Milano), che ogni anno produce milioni di più o meno (s)conosciuti grandi talenti, dei quali nessuno opta per il suicidio al termine degli studi.

Sbocchi lavorativi

È bene sapere che un Conservatoir che si rispetti offre, per i motivi sopracitati, sbocchi lavorativi inesistenti quantomeno opinabili.

Ammesso che abbiate superato più o meno dignitosamente tutti i difficili[1] esami e siate riusciti a corrompere con successo la commissione che è stata punita con l’ascolto del vostro saggio finale, dovreste aver infine ottenuto l'agognato diplome du music. Sorvolando sul fatto che dopo una decina d’anni passati a suonare sempre la stessa solfa avrete probabilmente una gran voglia di porre fine alle vostre sofferenze, il titolo di professional musician vi permette di ambire a diverse, dignitosissime professioni. Elenchiamo a seguito solo quelle legate all’ambito della musica, avendo fede che l’intelletto del lettore supplirà da sé alla mancanza di tutti quegli impieghi alternativi, cui pur un giovane musico può aspirare.

Allieva del conservatorio al termine degli studi di chitarra elettrica. L'aspetta una ruggente carriera nel mondo della musica!
  • Musicista di strada (meglio conosciuto come Barbone musicale)
  • Chitarrista di Ligabue (necessaria la lode)
  • Facchino di Laura Pausini (requisito per far parte della band è di non saper suonare, ragion per cui ogni mansione che implichi il vostro impiego in campo strumentale vi è preclusa)
  • Boy toy di Gianna Nannini (anche se non direttamente impegnati in campo musicale, fruirete comunque di un contatto più che diretto con la “musica”[2])
  • Addetto al suono e alle luci della band dell’oratorio
  • Direttore del coro parrocchiale
  • Cantante sotto la doccia (fino ad eventuali lamentele dei vicini)
  • Soddisfatore di casalinghe insoddisfatte (al termine delle lezioni)
  • Backing vocals per la band del quartiere
  • Avvelenatore di componenti anziani della Filarmonica di Vienna
  • Concorrente a X-Factor (con eliminazione al primo provino)
  • Mantenuto musicale (ossia individuo dotato di genitori abbienti che esercita la propria arte in casa di questi)


Moderni studi dimostrano che ogni altro impiego in campo musicale resterà ad un giovane conservatorista nell’88,9% dei casi proscritto. Per la restante percentuale valgono le sottoelencate fortunate eccezioni:

  • Stretta parentela con il direttore della Scala
  • Pianista/violinista più veloce del mondo
  • Svergognata ricchezza

La variabile “grandissima quanto improbabile botta di culo” è altresì contemplata nel modello. In attesa che la suddetta vi capiti, vogliate essere così gentili da servirmi un Big Mac con patatine. E anche un Mc Flurry, grazie.

Materie studiate al conservatorio

Lei purtroppo non la troverai al conservatorio.

Le materie studiate al conservatorio sono varie, ovvero un’accozzaglia di cose che poco hanno a che vedere con la ragion di studio principale. È dimostrato che su duecento materie studiate al conservatorio, due saranno effettivamente utili allo studente medio. Per motivi personali (mia nonna ha l’influenza), l’autore di questo articolo ha deciso di rinunciare ad una suddivisione canonica, optando per una più moderna suddivisione per tipo di sostanza stupefacente consigliata[3].

Questi tipi di droghe, oltre ad essere ottime per le interminabili ore di esercizio solitario che vi aspettano, sono indispensabili durante lezioni quali: teoria della musica, solfeggio, impostazione canora, pianoforte complementare, musica d’insieme.

Va benissimo per la storia della musica. Qualora il vostro conservatorio offrisse anche corsi di teatro/balletto, è indicata anche per la storia del teatro/balletto. Non dimenticatene di prenderne un pizzico prima di tutti i concerti a cui sarete costretti ad andare durante la vostra permanenza nella struttura. A meno che non siate voi a dover suonare, in quel caso abusate delle droghe sopracitate.

Consigliata per le lezioni di drammaturgia; sarete tanto più propensi a fare le imbarazzanti assurdità richiestevi, quanto maggiore il livello di fattanza raggiunto[4]. Si raccomanda però di trattenere le risa nelle parti a forte intensità emotiva. Utile per l’improvvisazione (obbligatoria per il free jazz).

Consigliato per tutte le materie. Attenzione però al rilassamento corporeo indotto dall’alcool, non ci si aspetta da voi che cadiate svenuti sull’orchestra.

Indispensabile durante lo studio di uno strumento particolare per sopravvivere alle emozionanti lezioni di storia e letteratura dello stesso strumento. Nel caso del timpano, sono consigliate dosi abbondanti.

Fauna tipica del Conservatoir

  • Gli asiatici: Questa categoria rappresenta circa il 60% del corpo studentesco. Quasi sempre dotati di un talento fuori dal comune, non di rado concludono gli studi quando voi siete appena al secondo anno. Li si vede solitamente accompagnati dal loro strumento, che portano con se in ogni dove, indipendentemente dal fatto che sia una viola di 90 kg. L'unico campo in cui è possibile non farsi surclassare da un asiatico è l'opera drammatica. Nonostante la tecnica invidiabile infatti, vengono spesso e volentieri scartati ai provini per insufficiente espressività dei tratti facciali. Seguono nei soggetti autofustigazione e harakiri. L'ammirazione per il talento asiatico ha portato però all'ammissione compulsiva di tutti gli appartenenti a questa categoria. Ecco che dunque, seppur una minoranza, sono comparsi i cinesi imbranati, ma nonostante ciò con impressionanti doti divistiche.
  • Gli europei dell'est: Non numerosi come gli asiatici, ma altrettanto determinati ad eccellere nel loro campo. Spesso, a spingerli nel vostro conservatorio, è il bruciante desiderio di suonare qualcosa di diverso dai canti popolari approvati dall'URSS capolavori dei compositori sovietici. Si dimostrano schivi nei confronti del loro intorno e sembrano disconoscere la lingua ivi parlata. Salvo esibirne all’occasione una conoscenza perfetta qualora ciò sia in qualche modo relazionato con la materia di studio. Se siete studenti di conservatorio, probabilmente non sentirete mai il suono della loro voce. A meno che non siano cantanti. In quel caso li sentirete cantare (meglio di voi) ma mai parlare.
  • I metallari invasati: Il metallaro invasato ha passato l’adolescenza chiuso in un tugurio a cercare di suonare i suoi assoli preferiti. Non ha mai sognato di fare nient’altro che il chitarrista metal né ha mai trovato alcunché che lo emozionasse tanto quanto il metal. Non avendo mai avuto né amici né qualunque tipo di interazione con un individuo del sesso opposto, non è per niente disturbato dall’idea di dover passare ore e ore ad esercitarsi sul suo strumento. Non chiede niente di meglio. Nelle ore libere il metallaro invasato si dedica al suo hobby: provare con la sua band.
Due studenti marinano le lezioni per una giornata di trasgressioni
  • I ricchi snob: Essere un ricco snob è un requisito necessario per studiare musica classica al conservatorio. I ricchi snob vestono sempre con l’eleganza di un lord inglese, o di una gran diva dell’opera nel caso siano donne. Si distinguono per il portamento eretto, disconoscono lo slang e le parolacce, non sono mai stati ad un party ed escono di casa solo per recarsi alle prime a teatro e ai concerti di gala, anche se hanno appena vent’anni. Vengono da famiglie borghesi e conservatrici e sono stati tirati su fin da bambini a pane e Mozart. Quando entrano alla Scala si sentono un po' come a casa.
  • I figli di musicisti: Inspiegabilmente optano sempre per la carriera musicale. Il loro talento si misura in base a quello dei genitori: se i genitori sono buoni musicisti, i figli saranno musicisti mediocri o scarsi. Se i genitori sono cattivi musicisti, i figli saranno musicisti pessimi. Solitamente hanno poca voglia di affaticarsi eccessivamente, ragion per cui li si incontra facilmente fuori dalle mura del conservatorio intenti ad osservare il cielo, mentre aspettano di recarsi alla prossima lezione di improvvisazione teatrale. Non avendo abbastanza talento per esprimersi attraverso la musica, esprimono il proprio spirito artistico attraverso accessori e taglio di capelli. Tuttavia all'interno del Konservatorium saranno inspiegabilmente lodati e apprezzati come grandi musicisti e avranno sempre un "trattamento di favore".

Appendice

Partendo da due premesse dalla verità (in)dubbia, intendiamo in questo frammento illustrare la logica perversa che regola il funzionamento di un conservatorio e ne assicura la sopravvivenza negli anni futuri.

Premessa a): Scopo di un conservatorio è unicamente quello di fungere da sala prove.

Premessa b): Frequentando un conservatorio, il 99,9% delle cose si imparano da sé.

Vogliamo ora collegare i due presupposti utilizzando un breve esempio costruito su modello platonico:

Docente di flauto traverso (per comodità da ora chiamata Fräulein Rottermeier): Miss Adelaide, è necessario che voi[5] impariate a suonare il concerto in fa minore per flauto di Bach entro mercoledì prossimo.

Adelaide: Ma Fräulein, sono più di duecento pagine di spartito!

Signorina Rottermeier: Mercoledì ci sarà il grande saggio della nostra Musikakkademie, saranno presenti tutte le personalità importanti della città. Non vorrete mica gettare fango sul buon nome dell’accademia con un’esecuzione scadente, nevvero?

Adelaide: Certamente no, Fräulein, vado subito a rinchiudermi nella prima stanzetta libera ad esercitarmi!

Come il lettore arguto avrà certamente già intuito, Adelaide non uscì più da quella stanzetta per i successivi diec’anni. Dopodiché si laureò a pieni voti al Konservatorium, e potè quindi diventare una spogliarellista di successo nei sobborghi di Francoforte; secondo alcuni tuttavia in verità non fu Adelaide ad avere infine successo nei night club crucchi, bensì sua sorella gemella, poichè Adelaide, intuito il futuro non proprio auspicabile, ipnotizzò la sorella per farla sostituire a lei, e andò direttamente a battere nel quartiere malfamato di Rotterdam, evitando di sprecare dieci anni della sua vita.

Note

  1. ^ Mica poi tanto.
  2. ^ E con musica intendo topa.
  3. ^ Non vi sarete mica aspettati di concludere il conservatorio senza l’aiuto delle droghe, spero.
  4. ^ Scientificamente provato.
  5. ^ Il “voi” settecentesco, allocuzione antiquata per il resto del mondo, è ancora più che attuale nel microcosmo del conservatorio.
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