Facoltà di Lettere e Filosofia

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« E affinché il latino nulla ci perda, quel che in saper mi dà, gli rendo in merda quel che penar mi fa. »
(Scritta rinvenuta nei bagni della facoltà di Parma.)
« Almeno io ho seguito le mie passioni, non come voi che avete fatto odontoiatria solo per soldi!! »
(Tipico studente di lettere che chiede l'elemosina suonando la fisarmonica.)

La Facoltà di Lettere e Filosofia è una famosissima rosticceria diffusa in tutta Italia. In essa è possibile trovare rarissimi esemplari di Cojones maximi, convinti che al mondo d'oggi la cultura valga più delle tette. Se hai scelto di suicidarti a 23 anni, se non vuoi lavorare, se sei ricchissimo e desideroso di sprecare il tuo denaro, se ritieni che il cibo sia solo una perdita di tempo, se non vedi l'ora di vedere la tua famiglia fare il tocco a ora di cena per decidere quel giorno chi mangia, la facoltà di lettere e filosofia è quella che fa per te. Se invece ti sei iscritto convinto di voler fare il giornalista, l'editore, l'anchor man, il funambolo, il mimo, il lustrascarpe o qualsiasi lavoro che abbia un minimo di dignità sei un gran coglione.

Uno dei classici della letteratura italiana

Il laureato medio in lettere e filosofia è solito considerarsi fichissimo perché studia i grandi autori del passato. In realtà non ha probabilmente mai letto Dante, è convinto che Tasso sia un orsetto lavatore molto grande, e che Saffo sia quella che ha inventato le lesbiche.

Eteronimi

Laureato in Lettere e filosofia nell'età media in cui trova lavoro

È proprio per la notissima utilità di questa facoltà che i primi zappatori che si sono cimentati nella diffusione delle sue materie, hanno inventato una serie di nomi per questa facoltà:

  • Disoccupatologia
  • Bananologia
  • Facoltà del più e del meno
  • Non-sono-entrato-a-medicinologia (titolo che viene conteso anche da Biologia, Biotecnologie, Scienze della Comunicazione, Sociologia e qualsiasi altra facoltà che ti venga in mente).
  • Corso pratico per Pompini (ad oggi ci risulta che l'unica iscritta per scelta diretta a quest'ultimo sia Mara Carfagna, e la carriera che le ha permesso questa specialistica ha fatto impennare il numero di iscritti al suddetto).
  • Elemosinologia
  • Centro Rilascio Attestati di Inutilità
  • Harem dei decerebrati
  • Facoltà-scelta-dall-autore-di-quest'articolo-logia
  • Corso di studi in Detersivi e Ceramiche da Cesso (per i poveri illusi che pensano di riuscire a entrare nel ricco businness degli addetti all'igiene nei bagni delle stazioni)

Sbocchi professionali

Si dice che i laureati in Lettere e Filosofia abbiano ottime capacità di trovare lavoro come impagliasedie, affiggi manifesti, becchini, portantini, ragazze pon pon, squillo, anche se in effetti la prosecuzione naturale della laurea triennale in Lettere Moderne è il suicidio lento e doloroso che lasci il tempo al malcapitato di rendersi conto di come ha buttato la propria esistenza. Leggende metropolitane raccontano di mitici individui che, grazie a questa laurea, sono riusciti a diventare insegnanti[citazione necessaria]. Sono questi personaggi epici che risalgono all'era mesozoica quando ancora la mano destra del demonio non si era abbattuta sul mondo della pubblica istruzione con la furia famelica di una ninfomane tenuta segregata in una stanza decorata con poster di Emilio Fede in Bikini, poi liberata e messa improvvisamente di fronte l'uccello di Rocco Siffredi. Una legge non scritta dello Stato Italiano ci ricorda infatti che

Se non hai un numero di anni direttamente proporzionale al numero di peti che emetti e inversamente proporzionale ai denti che ti restano in bocca, non puoi insegnare in un'università italiana.

Questa legge è detta anche Leocrema di Pitagora, a ricordare il balsamo che il geometra greco utilizzava per insegnare e mantenere la sua pelle fresca e profumata come quella di un bimbo di 600 anni.

Decalogo del perfetto letterato

Il comandamento universale per i laureati in lettere: Non lavorerai mai nella vita [1]

Quando Mosè ricevette da Dio la strip a fumetti intitolata "Le tavole della leggi" tenne nascosto che l'altissimo gli aveva rifilato un altro volume, scritto in una misteriosa lingua che poi si scoprirà essere Itagliano, denominata La Legge del Non Iscritto a Legge, volgarmente Dieci regole che ogni laureato in lettere, dopo aver imparato a leggere[2], dovrebbe seguire:

  1. Non avrai altri soldi al di fuori di tre;
  2. Non nominare il nome di Dante invano;
  3. Ricordati di arrotondare durante le feste;
  4. Onora il padre e la madre perché ti manterranno fino all'età di 67 anni;
  5. Non uccidere, perché le tue vittime potrebbero potenzialmente essere elargitori di elemosina;
  6. Commetti atti impuri[citazione necessaria], farsi le alunne strafighe sarà il solo compenso che riceverai dalla tua professione;
  7. Ruba, ruba, ruba con tutto te stesso, perché non camperai d'altro;
  8. Se pure si tratta di denunciare tua madre, di' falsa testimonianza se pagato;
  9. Non limitarti a desiderare la donna d'altri, fattela sfruttando il fascino dell'intellettuale;
  10. Desidera la roba d'altri, perché non potrai mai permettertela.

Cose per cui vale la pena studiare lettere

Un'equipe di ricercatori coadiuvata dalla squadra di esperti dell'NCIS è costantemente alla ricerca di una ragione valida per cui una persona sana di mente dovrebbe iscriversi a Lettere Moderne. Esistono diverse scuole di pensiero, la più diffusa è che gli iscritti, semplicemente, non siano sani di mente. Tutto, nella facoltà, lascia infatti presumere che per frequentarla bisogna soffrire di forti tendenze all'autolesionismo. Un'altra scuola di pensiero è che i laureandi in lettere siano dei poveri sfigati troppo stupidi per frequentare qualsiasi altra facoltà. Un'altra, teoria completamente folle e senza alcun fondamento[3] è che per uno studente di lettere, avere la possibilità di leggere e studiare cose come:

"O frati," dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".

Sia una ricompensa più che sufficiente per anni e anni di derisioni e calpestamenti da parte di chi ha seguito facoltà più degne di questo nome. Questa teoria però risulta talmente campata in aria che in tutti paesi dell'Unione Europea chiunque sia trovato a declamarla a voce alta sarà impiccato, bruciato, frustato, fatto mangiare dalle sanguisughe, costretto a vedere la versione integrale di Scusa ma ti chiamo amore, forzato a sciropparsi tutta la stagione 2007/2008 di "Porta a porta".

Manuale di sopravvivenza per il letterando

Per chi, nonostante i chiarissimi avvertimenti, avrà la malsana idea di iscriversi a lettere, ecco un prontuario che, se non la sopravvivenza totale, garantirà almeno di vivere più a lungo degli iscritti a sociologia e scienze delle comunicazioni, che sono gradini talmente bassi della scala sociale da essere posti addirittura dopo i decompositori nella catena alimentare, la posizione più naturale che un laureato in socio-comunicazioni-logia[citazione necessaria] deve assumere per avere una minima possibilità di guadagnare qualcosa.

Dopo la digressione, ecco il Vademecum del letterando:

  • Non potrai permetterti né i vestiti, né un parrucchiere, né tanto meno uno shampoo dal sapore diverso dall'aroma cacca di caribù gravido ed è per questa ragione che dirai sempre, anche sotto tortura, che per te l'immagine esteriore non conta, che solo i superficiali guardano alla messa in piega, che sei troppo figo per cambiarti la maglia che porti da due giorni;
  • Non potrai permetterti la palestra. Gli iscritti a lettere chiamano gli osceni rotolini di lardo che strabordano dai loro Jeans unti e bisunti pancia da intellettuale. Anche se in realtà la tua pancia ricorda più quella di un'otaria che ha fatto indigestione o di quell'alcolizzato di tuo zio che a furia di bere birra ha il fegato grosso quanto un forno a microonde, tu dirai così.
  • Non capisci la matematica. Non è colpa tua, ma quegli imbecilli dei tuoi genitori ti hanno fatto in un pomeriggio di noia mentre guardavano Uomini e donne. Tieni sempre a mente che uno più uno fa due[4]. Per il resto, nessuno pretenderà niente da te. È già tanto con il tuo Q.I. che tu riesca a respirare e leggere contemporaneamente senza andare in tilt.
  • Non avrai un partner. Non è che sei brutto, è solo che nessuno vuole uscire con qualcuno che non può permettersi niente di più chic di un McDonald's. È per questo che al giorno d'oggi esistono modi fricchettoni per definire la masturbazione, come onanismo, autoerotismo, amar sè stessi, scoprire il proprio corpo, raggiungere il Nirvana. Per quanto segaiolo tu possa essere, da oggi parlerai della masturbazione come di un gesto filosofico e mistico. Diogene il Cinico, filosofo greco, si masturbava in pubblico urlando; impara il suo nome e mentre compri una rivista hot ripeti a te stesso che sei un seguace della sua scuola.
  • Per i maschietti: tuo padre ti odierà. Non incolparti, ma i padri sognano i figli calciatori, ingegneri, puttanieri, al massimo. Nessun padre ha mai letto qualcosa di diverso dalle trame dei porno che fittava da ragazzo. Proprio non capisce come tu possa passare la vita a studiare gente che scriveva. Avrebbe preferito un figlio omosessuale piuttosto che un paramecio[5] iscritto a lettere, anche se non mancano le possibilità che tu appartenga a entrambe le categorie, anzi... È per questo che da oggi in poi venererai la tua genitrice come se fosse il più potente degli dei. Ricorda cosa il saggio ha detto "Ma'e soldi pe'Camel chi te li dà? La borzetta di mammà"
  • Ogni volta che parlerai con un iscritto a medicina, ingegneria, fisica, taglio e cucito, windsurf, origami, ti sentirai un fallito. È per questo che dovrai circondarti di iscritti a sociologia, con loro la tua autostima potrà ritrovare quei guizzi che la completa inutilità del tuo corso di laurea ti costringe a reprimere.
  • Per qualsiasi altro problema, ricorda cosa diceva Primo Levi a proposito di Auschwitz: C'è sempre il suicidio

Voci correlate

Note

  1. ^ è anche il primo comandamento per tutti i diplomati al liceo classico
  2. ^ Attività che impiega il primo anno del corso di laurea
  3. ^ paragonata, per capirci, a quella che sostiene che la scatola cranica di Paris Hilton contenga qualcosa, a livello di credibilità
  4. ^ lo scrivo a lettere per evitarti la figura grama di dover cercare su Yahoo Answer che numeri sono 1 e 2
  5. ^ Se non sai cosa sia leggi qui
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