Nonbooks:Tesi di laurea: differenze tra le versioni

Nonbooks, cosi e altri cosi che cosano.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Riga 28: Riga 28:
In primo luogo, andranno doverosamente evitati come la [[peste]] i titolari dei corsi nei quali avete riportato voti maggiori di 26. Non vorrete permettere che la reputazione di studente rispettabile che quel professore ha di voi venga irrisa dalla vostra voglia prossima allo [[Renato Zero|zero]] di spremervi per la tesi, vero? Dite, volete veramente ringraziare quel [[Padre Livio Fanzaga|sant’uomo]] del voto che vi ha assegnato facendogli penare per mesi e mesi la vostra proclamazione a [[dottore]]? No eh? Bene, allora scartate questi docenti e vedrete che potrete quantomeno salvare le apparenze.
In primo luogo, andranno doverosamente evitati come la [[peste]] i titolari dei corsi nei quali avete riportato voti maggiori di 26. Non vorrete permettere che la reputazione di studente rispettabile che quel professore ha di voi venga irrisa dalla vostra voglia prossima allo [[Renato Zero|zero]] di spremervi per la tesi, vero? Dite, volete veramente ringraziare quel [[Padre Livio Fanzaga|sant’uomo]] del voto che vi ha assegnato facendogli penare per mesi e mesi la vostra proclamazione a [[dottore]]? No eh? Bene, allora scartate questi docenti e vedrete che potrete quantomeno salvare le apparenze.


Un altro buon consiglio è di rivolgervi ai docenti più conosciuti della facoltà, possibilmente [[pappone|pieni di incarichi]] e che si facciano trovare non più di un paio di volte al mese a ricevimento. In questo modo non correrete il rischio di finire sotto la supervisione di un [[Sergente Maggiore Hartman|docente troppo pressante]] e potrete più facilmente procrastinare quanto più possibile il momento della conclusione, adducendo una scusa plausibile e confidando sul fatto che ogni volta andrete là pronti a sentirvi dire che [[merda|abbisogna di qualche revisione]]. Potrete altresì ridurre al minimo l’effetto [[sputtanamento]], dal momento che il professore vi vedrà tanto raramente che a malapena si ricorderà la vostra faccia. Non sarà così per voi però, dato che ogni volta uscirete dal suo studio dovendo rifare gran parte del vostro lavoro, con la gaiezza d’animo di un [[emo]] a [[Gardaland]].
Un altro buon consiglio è di rivolgervi ai docenti più conosciuti della facoltà, possibilmente [[pappone|pieni di incarichi]] e che si facciano trovare non più di un paio di volte al mese a ricevimento. In questo modo non correrete il rischio di finire sotto la supervisione di un [[Sergente Maggiore Hartman|docente troppo pressante]] e potrete più facilmente procrastinare quanto più possibile il momento della conclusione, adducendo una scusa plausibile e confidando sul fatto che ogni volta andrete là pronti a sentirvi dire che [[merda|abbisogna di qualche revisione]]. Potrete altresì ridurre al minimo l’effetto [[sputtanamento]], dal momento che il professore vi vedrà tanto raramente che a malapena si ricorderà la vostra faccia. Non sarà così per voi però, dato che ogni volta che uscirete dal suo studio, vi accorgerete che del vostro {{citnec|lavoro}} potrete a malapena conservare la sequenza delle pagine.


== Passo 2: Scegliere l’argomento ==
== Passo 2: Scegliere l’argomento ==

Versione delle 15:15, 28 mar 2011

Se avete bisogno di questa guida, probabilmente siete ridotti così
« Mesi di lavoro, ricerche e rotture di coglioni per scrivere un lavoro che non servirà a un cazzo a nessuno »
(Studente su tesi di laurea)
« Sì, ma a me interessa sapere se sa usare la fotocopiatrice »
(Dirigente aziendale a un laureato in fisica, leggendo che nella tesi ha scoperto l’alternativa al petrolio)



Come chiunque sa, la tesi di laurea è l’opera che conclude il periodo di studi, spesso più che decennale, dello studente universitario.

Esistono rari casi in cui lo studente al termine della stesura della tesi giunge a conclusioni interessanti o a scoperte in grado di dare un senso ai lunghi anni passati sui libri, quali ad esempio il cesso atomico o la cura contro il male di vivere. Tuttavia, nella larga maggioranza dei casi, il laureando viene calciorotato fuori dall’Ateneo al termine della scrittura di un’opera priva di qualsivoglia contenuto, indegna di suscitare interesse anche sul più sfigato dei siti e di cui perfino l’adorato tutor CEPU si vergognerebbe di figurare come relatore.

Naturalmente, però, la redazione della tesi è un processo che richiede un periodo che va da alcuni mesi a qualche eone, articolandosi in più fasi, tutte egualmente fondamentali ai fini di una corretta riuscita.

Quindi, se sei anche tu uno studente al terzo anno fuori corso, se anche tu dopo lunghi e faticosi studi in Scienze delle merendine sei ansioso di fregiarti del tuo 66 e lode e della meritata corona d’alloro, se non resisti all’idea di passare dal fare un cazzo in facoltà al fare un cazzo a casa in attesa di trovare un lavoro dove sfoggiare la tua infima cultura, questa nuova opera della Edizioni del Bradipo è la guida che fa per voi.

Sviluppata con la preziosa collaborazione di luminari del calibro di Bobo Vieri, Amadeus e quel coglione della pubblicità delle suonerie, essa ti fornirà tutti i preziosi consigli di cui abbisogni per mandare finalmente affanculo il Magnifico Rettore e mostrare con orgoglio il documento che attesta la conclusione dei duri anni trascorsi sulle sudate carte. Template:Manuali


Passo 1: Trovare il relatore

Il docente-garanzia: non ha reso intelligente Rocco Buttiglione, ma lo ha fatto arrivare addirittura al dottorato

Questa fase, che a prima vista può sembrare la più banale, in realtà nasconde non di rado numerose insidie, in grado di scoraggiare l’entusiasmo con cui lo studente, dopo aver finalmente superato l’ultimo esame al diciottesimo appello, si accinge a iniziare l’ultima fatica. Inoltre, la scelta del docente da contattare dev’essere condotta in maniera oculata, condizione imprescindibile per una tesi coi fiocchi.

In primo luogo, andranno doverosamente evitati come la peste i titolari dei corsi nei quali avete riportato voti maggiori di 26. Non vorrete permettere che la reputazione di studente rispettabile che quel professore ha di voi venga irrisa dalla vostra voglia prossima allo zero di spremervi per la tesi, vero? Dite, volete veramente ringraziare quel sant’uomo del voto che vi ha assegnato facendogli penare per mesi e mesi la vostra proclamazione a dottore? No eh? Bene, allora scartate questi docenti e vedrete che potrete quantomeno salvare le apparenze.

Un altro buon consiglio è di rivolgervi ai docenti più conosciuti della facoltà, possibilmente pieni di incarichi e che si facciano trovare non più di un paio di volte al mese a ricevimento. In questo modo non correrete il rischio di finire sotto la supervisione di un docente troppo pressante e potrete più facilmente procrastinare quanto più possibile il momento della conclusione, adducendo una scusa plausibile e confidando sul fatto che ogni volta andrete là pronti a sentirvi dire che abbisogna di qualche revisione. Potrete altresì ridurre al minimo l’effetto sputtanamento, dal momento che il professore vi vedrà tanto raramente che a malapena si ricorderà la vostra faccia. Non sarà così per voi però, dato che ogni volta che uscirete dal suo studio, vi accorgerete che del vostro lavoro[citazione necessaria] potrete a malapena conservare la sequenza delle pagine.

Passo 2: Scegliere l’argomento

Voi, dopo esservi visti segare mezza tesi per la quattordicesima volta

Avete scelto il vostro uomo? Eccellente, ora potrete passare a concordare l’argomento su cui verterà l’opera che tramanderete alla posterità.

Vorrete certamente poter esporre nella vostra tesi un tema che risalti la competenza e le conoscenze che avete accumulato durante la vostra ormai muffosa militanza in Università, ma non illudetevi, c’è un modesto 100% di probabilità che siate costretti a rivedere i vostri propositi.

È infatti pressoché inevitabile che una materia che rispecchi i vostri interessi sia già stata scelta da qualcun altro, oppure richieda un tempo e una mole di lavoro tali da spaventare perfino Costantino Vitagliano. Dovrete perciò certamente ripiegare su un argomento di cui non sapete alcunché e che mai avete visto durante i vostri studi.

Prendete esempio da lui: si è laureato con una tesi sul decorso post-operatorio del trapianto di perineo

A questo punto, vi raccomandiamo di avere cura di scegliere la materia che vi appare la più difficile e intricata tra quelle che vi vengono proposte. Così facendo, potrete dilatare senza troppi sforzi i tempi di redazione del vostro ultimo scritto, con l’innegabile vantaggio di potervi giustificare con vostra madre per la laboriosità dell’argomento che vi è stato assegnato. Infatti, sebbene nella gran parte dei casi i vostri genitori comunque non abbiano la più vaga idea di ciò di cui andrete a discutere dinanzi alla commissione nel giorno che vi state industriando a posporre (anche perché, essendovi immatricolati nel 1974, con tutta probabilità sono morti nella vana attesa della vostra laurea), vi sarà certamente più facile abbindolarli scrivendo di “Ruolo del non-soggetto senziente nell’ambito di un’esegesi d’apostasia ermeneutica in ottica Kantiana” che dell'ermeneutica del Buio ghei.

Inoltre, così facendo darete al vostro relatore l’impressione di essere degli impavidi e volenterosi studenti che non si scoraggiano di fronte alle prima difficoltà. Certo, poi alla seconda manderete tutto a puttane, ma è indispensabile dare un’impressione di fiducia al primo impatto, potrebbe sempre darsi che il docente abbia una particolare simpatia per voi e, se mostrerete quantomeno un buon impegno, decida di profondervi la sua sapienza.

Passo 3: L’attività di ricerca

Ora che avete scelto l’argomento e ponderato i vantaggi della vostra scelta, dovrete iniziare a informarvi in materia e cercare materiale che possa risultare utile al vostro caso.

Conviene esordire in questa sezione con un avvertimento che, duole affermarlo, viene trascurato da numerosi laureandi, con conseguenze nefaste sull’esito finale dei loro elaborati. All’inizio di questa fase, infatti, il docente vi fornirà certamente del materiale con cui iniziare a prendere confidenza con ciò di cui in seguito andrete a scrivere.

File:Corano2000.GIF
Nei documenti che vi vengono forniti inizialmente, potreste trovare cose di questo genere

Bene, ve lo diciamo fin d’ora: limitatevi a darci un’occhiata, ma sentitevi dispensati dall’imparare alcunché di ciò che sia di provenienza del docente e che a detta sua rivesta una qualche importanza per la vostra tesi. Sì, avete capito bene, ignorate il contenuto del materiale che vi darà il docente, poiché immancabilmente gli articoli, libri o quant’altro vi sia stato consigliato non avranno niente a che fare col vostro argomento: non sorprendetevi dunque se per una tesi in Filosofia vi verrà chiesto di leggere articoli sul differenziale di pressione e temperatura che si crea tra interno ed esterno nel momento di una fiammata anale, è tutto regolare, basta che anziché leggere quei documenti li arrotoliate e li adoperiate a mo’ di tubetto per pipparvi un gattino.

Va precisato però che una rapida sfogliata agli incartamenti che riceverete merita sempre di essere data: potrebbe infatti succedere che per errore riceviate la fattura del sexy shop intestata al docente, cosa che potrebbe facilitare notevolmente la stesura del documento nel caso decidiate di non utilizzarla per la pippata di cui sopra. D’altra parte, tenete presente che il presidente del nostro comitato etico, Fabrizio Corona, deplora siffatte pratiche, e che anche un altro nostro consulente di alto profilo, Lapo Elkann, suggerisce di utilizzare comunque i fogli per l’uso alternativo.

L’importante a ogni modo è che non prendiate in alcun caso in esame il contenuto di quegli articoli: nel caso doveste malauguratamente inserire parti consistenti di quegli incartamenti nel vostro lavoro, preparatevi a venire torturati sulla pubblica piazza in anticipo, e in modo assai più doloroso, rispetto alla proclamazione a dottore di cui vorreste essere oggetto.

Ciò detto, una volta esaminati questi documenti e appurato che non vi contengono niente d’interessante, dovrete comunque iniziare a ricercare materiale utile per conto vostro. Vi consigliamo vivamente a questo punto di precipitarvi in biblioteca universitaria e ispirarvi a piene mani alle altre tesi su cui compare la firma del vostro relatore. Fidatevi, in questo modo andrete a colpo sicuro: se il contenuto di quelle tesi era sufficiente al docente per far laureare quegli studenti, sarebbe davvero stronzo da parte sua se, rileggendo quelle stesse frasi, dovesse eccepire sulla loro qualità.

Potete anche copiare da libri o articoli correlati come fate da quando avevate 9 anni, ma in questo caso vi raccomandiamo di usare la massima accortezza: il docente potrebbe accorgersi di aver già letto quelle stesse frasi.

Passo 4: La stesura dello scritto

Una volta trovato sufficiente materiale con cui imbastire il vostro elaborato, non vi resta che procedere alla relazione. Potrete facilmente comprendere che questa è la fase in cui la vostra creatività trova la massima libertà, perciò avrete certamente bisogno di capire come incanalare nel migliore dei modi il vostro slancio creativo.

In questa fase, tuttavia, conviene stabilire se siete il solito studente fancazzista che spreca il proprio tempo e denaro in una facoltà umanistica o se invece, pur essendo nota al mondo intero la vostra inettitudine, vi ritenete innovativi e avete deciso di pulirvi il culo con la merda optando per una facoltà scientifica.

Tesi umanistica

Le vostre pagine dovrebbero avere un aspetto simile

In questo caso, la vostra tesi consiste essenzialmente nello scrivere una relazione sulle vostre laboriose ricerche, che solitamente avvengono scartabellando millemila volumi, in particolare polverosi incunaboli in oscuri archivi.

Raccolto il frutto delle vostre ricerche, potete quindi passare immediatamente a redigere la vostra tesi, avendo cura di attenervi ad alcune semplici norme:

  • La tesi dovrà risultare come un collage fatto in qualche modo di qualche appunto tratto a caso dalle vostre fonti, ed è importante che mostri un lessico incerto e una sintassi tale da far sembrare Nonno Fiorucci un accademico della Crusca rispetto a voi, al fine di fugare qualsiasi dubbio sull’autenticità del vostro sforzo.
  • Abbiate l’accortezza di inserire un quantitativo d’informazioni tale da far sì che la tesi abbia uno spessore, se non elevato, quantomeno visibile a occhio nudo.
  • Fate sì che la suddivisione in capitoli e paragrafi venga eseguita.
  • Sì, sì, come cazzo vi pare, purché la facciate.
  • Se disponete di grafici o tabelle, non dimenticate di metterle esattamente al centro della pagina, enfatizzandone le dimensioni. Questo semplice espediente, oltre a contribuire all’aumento del contenuto cartaceo del vostro lavoro, farà sì che la componente grafica abbia il risalto che merita.
  • Il controrelatore è già a conoscenza della qualità del lavoro che dovrà suo malgrado leggersi. Perciò, anche se inserite a insaputa del relatore qualche contenuto che nulla ha a che fare con il resto del lavoro, il vostro giudizio non ne risentirà. Anche perché nonostante il desiderio della commissione sia quello di liquidarvi con un 17, almeno il 66 è assicurato. È tuttavia consigliabile attuare questo stratagemma solo dopo che la vostra domanda di laurea sarà stata firmata, onde evitare che alla discussione giungano sgradite sorprese.

Tesi scientifica

Le regole generali sopra esposte sono valide anche per tesi scientifiche, ma in questo caso potrete giocarvi altri due jolly:

  • Dovete a tutti i costi enfatizzare la vostra padronanza della materia, e per questo scopo nessun metodo è più efficace di un ricorso abbondante a formule ed equazioni. Enfatizzate al massimo questo aspetto, e non esitate ad aumentare artatamente lo spessore del vostro lavoro aggiungendo in ogni equazione almeno diciassei termini che poi andranno a cancellarsi.
  • Per pervenire alla conclusione della tesi dovrete aver svolto degli esperimenti, delle simulazioni o delle prove cliniche, di cui poi dovrete ovviamente riportare i risultati. Se per caso questi non dovessero corrispondere alle aspettative del docente che vi sta seguendo, siate prodighi nel taroccarli, possibilmente seguendo i consigli riportati nel prodotto di punta della nostra casa editrice, “Come diventare qualcuno pur non sapendo neanche pagare con una banconota falsa”, capolavoro del nostro consulente Fabrizio Corona che potete ordinare e pagare in ventordici comode rate da appena 480.000 euro ciascuna.
Anche stavolta non avete capito un cazzo, e il docente non l'ha presa bene...

In entrambi i casi siate comunque solerti nel presentarvi dal docente ogni volta che avrete aggiunto almeno tre capoversi al vostro elaborato. Una simile strategia presenta indubbiamente un duplice vantaggio: in questo modo, darete infatti l’idea di avere almeno la volontà di concludere le vostre fatiche studentesche.

Inoltre, così facendo avrete modo di esasperare il docente che vi segue con continue richieste di chiarimenti che dovrete guardarvi bene dall’applicare nel momento in cui vi presenterete al successivo colloquio con lui. In questo modo, nel breve volgere di due o tre anni riuscirete a esaurire la sua pazienza, conducendolo al punto in cui potranno presentarsi due possibili scenari:

  • Mosso da pietà, il professore prenderà le tre pagine che avrete faticosamente prodotto, vi dirà di integrarle con qualche suo scritto, farà modeste aggiunte durante una seduta al cesso e vi manderà alfine a stamparla. Certo, l’ideale sarebbe rimandare ulteriormente la conclusione della vostra vita da studenti, ma non avevate detto che avevate fretta di fregiarvi del vostro ambito titolo?
  • Verrà indagato per omicidio preterintenzionale.

Fase 5: La discussione

E così, non sapendo bene neanche voi come, siete giunti al momento della presentazione dinanzi a commissione e uditorio della vostra sudata tesi. Per dare l’impressione di esservi sbattuti indefessamente per il compimento della vostra fatica e fornire a chi vi ascolta l’illusione di una presenza di un qualsiasi contenuto degno di tal nome, abbiamo ancora un paio di consigli da fornirvi.

Innanzitutto, non dimenticate per nessun motivo di drogarvi prima di andare a esporre il vostro lavoro. Così facendo infatti potrete abilmente esporre l’argomento del vostro elaborato, coinvolgendo inoltre uditorio e commissione creando un pathos altrimenti impossibile tramite l’evocazione di immagini che daranno di voi l’idea che siate un fenomeno dell’oratoria. Non esagerate però, potreste inavvertitamente dar luogo a un’apparizione satanica in Aula Magna, come spesso accade in atenei quali l’Università la Sapienza di Roma, dove questi frequenti incidenti hanno poi impedito la visita del Papa per l’apertura dell’anno accademico, come saggiamente ha osservato Padre Livio Fanzaga.

Un buon modo di presentarsi alla discussione

In secondo luogo, dopo che avrete finito la vostra esposizione e vi sottoporrete al fuoco di fila delle domande del controrelatore e della commissione, fate molta attenzione a non menzionare mai, per alcuna ragione, il vostro relatore, in particolare qualora vi venga mossa una critica. Non tanto per arrogarvi i meriti che non avete, quanto per assumervi ogni responsabilità sulla vostra produzione. D’altra parte è il minimo che possiate fare: non è carino ringraziare il vostro docente per avervi portato in tutti i modi alla laurea scaricando su di lui la responsabilità delle pecche della vostra tesi, sputtanandolo dinanzi a tutti i colleghi. Anche perché, se non è arrivato a meditare l’omicidio al passo prima, potrebbe non trattenersi dal farlo ora. E dopo tutta la fatica che avete fatto, non volete che rimanere dottori solo per qualche giorno, vero?

Infine, vi suggeriamo di non presentarvi alla discussione vestiti come se doveste sposarvi: ancorché poco seguito, è molto più efficace il metodo San Francesco, che consiste nel fare come segue. Andate là sbragati, in ciabatte e con la stessa maglia con cui due giorni fa avete verniciato il Ciao Piaggio elaborato Polini (sì, anche se vi laureate a gennaio). Mostrerete così che, anziché dar peso alle apparenze, sarete vestiti solo dei contenuti che esporrete. Un approccio simile garantisce una presa eccellente sulla commissione, che anziché ritenervi l’ultimo dei coglioni capirà che invece siete il principe degli ebeti.

Fase 6: Proclamazione

Congratulazioni, vi siete laureati, e siete pronti a essere brutalizzati dai vostri amici dopo aver strappato il vostro ambito 66 e lode.

Ma non crediate di aver finito qui: vi aspetta ora una faticosa ricerca di lavoro, che date le vostre credenziali non potrà che essere un impiego precario su qualcosa che nulla ha a che fare coi vostri studi. Ma potete comunque rendervi la vita più semplice acquistando un altro volume della nostra collana.

Con appena 666 rate da 99.99 euro, per le quali potrete avvalervi del nostro finanziamento flessibile, potete aggiudicarvi il nostro volume, pluripremiato dalla critica, “Come fare i soldi senza saper fare un cazzo”, al quale hanno collaborato tutti i nostri migliori consulenti sotto la costante supervisione di Paris Hilton. Questo volume, come quello che avete appena letto, contiene tutte le dritte necessarie affinché, pur essendo una testa di cazzo, possiate far successo diventando opinionista di calcio o parlamentare di Forza Italia.

Voci correlate

Questo articolo è entrato nella
Walk of Shame Articoli

con 7 voti a favore su 8.