Che cosa sono le nuvole? (episodio di Capriccio all'italiana): differenze tra le versioni
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|titolo=Che cosa sono le nuvole? (episodio di ''Capriccio all'italiana'') |
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Versione delle 19:11, 13 dic 2020
Che cosa sono le nuvole? (episodio di Capriccio all'italiana) | |
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[[File:|frameless|center|260x300px]]Sapevatelo! | |
Paese di produzione | Italia |
Genere | Meteorologia |
Regia | Pier Pablo Pisolini |
Interpreti e personaggi | |
Totò, Ninetto Davoli, Franco e Ciccio |
Che cosa sono le pop nuvole? è l'episodio girato da Pasolini contenuto in Capriccio all'italiana, un film collettivo del 1968 composto anche da:
- Ma che cazzo ne so io, di Qualcuno.
- Ora chiedo a mio cugino, diretto da Qualcun altro.
- Parte la segreteria telefonica, di Stanley Rubik.
- Adesso gli scrivo su Uozzap, diretto da Mr. Lui.
La storia è tratta dalla tragedia Otello di Guglielmo Agitasfere, ma adattata in un contesto teatrale in pieno stile pasoliniano:
- gli attori recitano legati a fili come marionette;
- il regista diventa un puparo;
- le persone tra il pubblico diventano sceme a capire per quale motivo non smettono di buttare i soldi a vanvera.
La trama è nota a tutti, ma un ripassino prima di indugiare in un volo di fantasia, e spararla come viene, è d'uopo. Nel frattempo prendete un tè.
Pasolini si affida per l'ultima volta alla coppia Davoli-Totò, il primo è stanco dei ruoli da comprimario, il secondo è stanco di vivere e muore prima di vedere il film nelle sale.
In uno degli altri episodi troviamo Stefano D'Orazio, famoso in seguito come: "quello che ha ostinatamente tentato per anni di suonare la batteria con i Pooh senza riuscirci". Non è l'unica presenza mutuata dal mondo della musica, proprio nell'episodio di Pasolini recita Domenico Modugno, nel ruolo del "monnezzaro" che butta le marionette alla discarica. Sono tempi in cui non esiste la raccolta differenziata e comunque: trovare una collocazione per un attore che si finge una marionetta, è sicuramente più difficile che procurarsi un cassonetto differenziato per il frutto del peccato.
Ad interpretare Cassio e Roderigo troviamo la coppia Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, vere e proprie leggende dei film che tutti hanno visto ma guai a parlarne altrimenti si passa per deficienti.
- Roderigo : Non dirmi altro! Proprio tu, Iago, che ti sei servito del mio denaro come di roba tua, eri al corrente di tutto e me l'hai taciuto.
- Iago : Sangue di Dio. Non volete ascoltarmi. Se mi sono mai sognato una cosa simile, avreste ragione di detestarmi.
- Roderigo : Quindi non dovrei?
- Iago : Magari sputarmi in faccia ogni volta che mi vedete potreste evitarlo?!
La critica lo definì un film d'autore, che è come dire: "Qualcuno l'avrà girato, mica s'è fatto da solo!" È anche la peggiore cosa che possano dire di un film, i registi temono questa definizione come la peste, perché pone l'opera nella categoria "Cosa diavolo ti viene in mente di andarlo a vedere che al test del QI sei arrivato al livello Sgombro?!" Cosa che scoraggia quasi il 74% della popolazione.
Trama illustrata
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La compagnia teatrale Appesi a un filo si appresta ad entrare in scena. L'occasione è ghiotta, il famoso giornalista Piermatteo Tumulti Agitati vuole scrivere un pezzo sul loro peculiare stile, dal titolo: "Se non sai più cosa inventare puoi sempre darti fuoco", attenta analisi delle innovative scuole di recitazione che vanno affermandosi in provincia di Macerata. Gli attori sono euforici, finalmente qualcuno li sta cercando e non è l'esattore del pizzo.
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Iago, l'alfiere[1] di Otello, scopre sua moglie Emilia in atteggiamento ambiguo con Cassio. In realtà l'uomo le sta consigliando un prodotto per la lucidatura delle cassapanche in mogano, ma Iago è accecato dalla gelosia e vede il marcio in tutto, tranne sulla sua faccia, che sembra ci abbia vomitato sopra un vegetariano. Ordisce un machiavellico piano per liberarsi del rivale, farà credere a Otello che nelle mire di Cassio ci sia Desdemona, moglie del moro.
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Dopo la confidenza di Iago, Otello è incazzato nero. Il suo primo istinto sarebbe stato di sguainare la scimitarra e fare tre metri di salsicce con Cassio, ma Iago consiglia prudenza: "Prima dobbiamo scoprire se la baldracca si è attaccata al Cassio", una battuta di cui al moro sfugge sia la sottile ironia che la parola "baldracca", unico sinonimo di troia che non ha ancora fatto suo. "Fido Iago, hai ragione! Prima di dare colpa alla mia amata, vediamo se quel Cassio l'ha ingroppata."
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A volte ci vuole davvero poco a confondere la parola "fazzoletto" con "letto", soprattutto se chi ti sta vicino fa apposta rumore mentre il soggetto spiato la dice. Otello è amareggiato, non tanto per la perdita della donna, quanto per il calo della sua autostima. Evidentemente, la ragione per cui una donna bianca di buona famiglia andrebbe a scegliere un moro come marito, è stata soppiantata da un motivo ancora più grosso. Otello ordina a Iago di liberarsi di Cassio, con ogni mezzo.
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Il brigadiere Roderigo non è certo un audace, l'ultima decisione presa in proprio (meditata per tre giorni) è stata quella di ciucciarsi il pollice. Con Cassio la prende larga, usando tatto e diplomazia: "Hai per caso copulato con Desdemona?" ... "Un coito senza volere?" ... Un amplessino per sbaglio?" Cassio è disorientato, possiede un lessico di 43 parole in totale, per ordinare un pranzo al ristorante dice solo "pappa". Quando Roderigo diventa diretto e gli chiede: "Ti sei trombato Desdemona?", va nel pallone per l'infamante accusa.
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Nel frattempo Otello si occupa
della maialdi Desdemona. Il rimedio è ancora sperimentale, ma è comunque un'alternativa preferibile al mestolo, che tra l'altro potrebbe rovinare la mercanzia. Purtroppo il genere dell'opera è il dramma, quindi un morto ci deve scappare. Durante una votazione, a cui ha partecipato tutta la compagnia, si è scelto di far morire "quella col nome più idiota", proposta che ha ottenuto il 100% dei voti. -
Il pubblico sembra non gradire il teatro sperimentale, ancora meno un'accozzaglia di principianti e una presuntuosa biondina con le doti recitative di Sara Tommasi, specie se li tratta da idioti. Sul palco piombano alcuni facinorosi provenienti dall'ala di estrema destra del teatro. Hanno staccato i braccioli dei sedili e li muovono nervosamente in aria, il grido "famoli a pezzi" è il segnale che scatena l'ecatombe. Il bilancio è pesante: fili strappati e parti di marionette sparse ovunque.
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Domenico Modugno carica quel che resta di Iago e Otello su un Apecar, per poi portarli alla discarica. In attesa che giunga l'oscura signora, che apparirà presto sotto la forma di una ruspa, i due hanno modo di contemplare la bellezza del creato. Dopo il fastidioso incontro con un gabbiano, in evidente difficoltà intestinale, Otello resta incantato dal cielo e dalle nuvole. Iago non condivide l'entusiasmo del moro, però tutto sommato poteva andare peggio... ed inizia a piovere.
Riconoscimenti
- Il film era su uno scaffale sbagliato nel magazzino della De Laurentiis, se ne sono accorti ma non l'hanno spostato per pigrizia.
Curiosità
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- Maurizio Gasparri, dopo aver visto il film in tv, si è fatto firmare un autografo dalla moglie. Era entrata nella camera da letto con la maschera antirughe al cetriolo, lui ha pensato che fosse Totò.
- Gian Luigi Rondi ha definito la pellicola: "Cinema d'avanguardia, un audace sconfinamento nel Teatro Kabuki". Ha poi aggiunto: "Franco e Ciccio hanno confermato la maturità mostrata in 2 mattacchioni al Moulin Rouge"
Voci correlate
Note
- ^ ma potrebbe anche essere un pedone
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