Lecce: differenze tra le versioni

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Versione delle 19:20, 1 dic 2008

'O Sud, o com c'chiam'n allu nord, 'a Terronia

« Se nelle regioni meridionali non ci fosse la criminalità organizzata, come mafia, 'ndrangheta e camorra, probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta. » (Faber)

Li paesììn: Avellìne  · Bàre  · Beneviento  · Brinnisi  · Caltanissetta  · Casul di Princip  · Caserta  · Catania  · Catantzaru  · Chijtë  · Cusenza  · U Fogg'  · Frusenone  · Lachil'  · Lecce  · Matàërë  · Missìna  · Napule  · Palermu  · Pischèrë  · Putènze  · Raùsa  · Rieti  · Riggiu  · Roma  · Salierno  · 'Sernia  · Tàrde  · Tèrm  · Siragusa  ·
Li stuputeun ch' c'abbt'n: Billy Ballo  · Lino Banfi  · Caparezza  · Albano Carrisi  · Gianni Celeste  · Don Vito Corleone  · Carmine Crocco  · Totò Cuffaro  · Christian De Sica  · Antonio Di Pietro  · Giusy Ferreri  · Gennaro Gattuso  · Mariottide  · Maurizio Mattioli  · Bernardo Provenzano  · Totò Riina  · Roberto Saviano  · Francesco Totti  · Checco Zalone  · Antonino Zichichi

Strunzat che ce putemm 'nventà sol nuj: Camorra  · Ciociaria  · Codice meridionale della strada  · U lanc' da mnezz'  · Mafia  · Musica neomelodica  · 'ndrangheta  · Ricchitell ch'i cim d r'p  · 'A pizza  · Pizzo  · Neoborbonici  · A sh'ppr'ss'h't!  · Sacra corona unita  · Munnezza  · Tombola  · Lega Sud


« Meglio un giorno da leccese che cent'anni da barese »
(leccesi)
« Ci cù tt'ene nu corpu te sanggu alle coronarie »
(La Rosina)
« Sono leccese, amo la mia città, non la tradirò mai »
(Antonio Conte)
« Leccese, falso e cortese »
(leccesi)
« Leccese, falso e cortese »
(tutti gli altri)
« Te lecce simu simu, lala lala lalà, a dhunca sciamu sciamu, lala lala lalà, lu core nui bu damu, lala lala lalà, lu culu bu scasciamu lala lala lalà! »
(Leccesi)
« Maaah.... sti pali?? »
(chiunque)


Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Lecce

Lecce (poppit-city in brindisino) è la fantomatica capitale del Salento, ma a nessuno importa. Ha origine in seguito alla secessione, dovuta allo schifo ed al ribrezzo nei confronti dei baresi (capitale dell'impero albanese). I Brindisini ed i Tarantini credono che Lecce sia il nome della loro università.

Secondo alcuni il Salento è un mito come Atlantide, l'Eldorado o Ccurciummanduria.

La città aveva una popolazione di circa 200 milioni di abitanti (milione più milione meno), divenuti circa 100 mila (mila più mila meno) dopo l'adesione al sistema dell'euro.


Storia

Lecce è un'antica città di origini messapiche (alcune voci dicono che prima era una penisola africana, poi distaccatasi dal continente nero per unirsi alla puglia); tanto messapica che appena si scava un po' dal suolo vengono alla luce antiche rovine messapiche. L'altro giorno nel mio giardino stavo scavando una buca per piantare un albero e all'improvviso è venuto fuori un busto messapico di Giulio Andreotti. Ho ricoperto subito la buca per timore che mi tassasse per lo scavo non autorizzato, ma adesso non so dove piantare l'albero (non si accettano suggerimenti).

(Inserto pubblicitario)

Informo gli eventuali collezionisti di pietre che, sempre nel mio giardino, ce ne sono numerose che risalgono all'epoca messapica, ed alcune sono proprio originali dell'età della pietra; possiamo ... metterci d'accordo.

(Fine della pubblicità)

Lecce fu fondata nel 6.666 a.N. da una tribù albanese proveniente dalla sponda meridionale dell'Albania; gli albanesi della sponda meridionale fondarono Brindisi, quelli "dell'altra sponda", infine, fondarono Bari. I leccesi più ignoranti credono che "Brindisi" sia il nome del loro aereoporto.

La città

Trattasi di celebre città d'arte. I leccesi, infatti, non riescono a prendere sonno per l'eccitazione del sapere di vivere a Lecce. Infatti, è la capitale del barocco. Chessò, Piazza del Duomo con le famose guglie, la Torre pendente con in cima Sant'Oronzo, il monumento al rustico di besciamella e (Giò) pomodoro. Recita un vecchio detto: "Lecce città d'arte, se ne fotte di chi viene e se ne fotte di chi parte". Il che la dice lunga sulle larghe vedute dei lupiensi. Uno dei monumenti più celebri è l'arco di Prato. Trattasi di un banale archetto in pietra leccese, situato nel cortile dei Prato. Secondo un celebre aneddoto, il re Ferdinando di Borbone, in visita alla città, fu esortato dal sindaco ad ammirare il suddetto arco. Al che il sovrano, abituato a realtà ben più monumentali, disse "e che cazz' me nn fott'". Una canzone popolare ha immortalato l'episodio, esaltando l'amore dei leccesi per le cosette locali. Che si riscontra ancor oggi, visto l'alto numero di tirature del foglietto scandalistico locale detto Il Quotidiano.

Dagli invidiosi Lecce è considerata la Firenze del sud; una corrente filo-palingenetica della locale abusiva Università, ha chiarito che in realtà Firenze è la Lecce del Nord. Recenti proteste della Lega Nord hanno precisato che la vera Firenze del Nord è Gallarate (Lecce: non pervenuta). Lecce ha pure, come Firenze, il suo fiume, che si chiama Idume; solo che, essendo timido, scorre sotto terra ed emerge in prossimità del mare. Il fiume Idume è famoso perché il Manzoni tentò invano di sciacquarvi i suoi panni; fu scacciato dai leccesi ai quali non andava a genio lo sciacquio di panni altrui. (Altra bocciatura famosa fu quella del premio Nobel Rubbia che partecipò ad un concorso universitario per la cattedra di fisica, ma di questo diremo altrove).

Abitanti

Gli abitanti, noti per ostentare rango e censo e per ritenere di vivere nella capitale del mondo, usano esprimersi in modo forbito ma con accento ridicolo, caratterizzato dalla "Z" moscia, unico caso al mondo. Esiste poi una minoranza di snobissimi punkabbestia unici al mondo perché hanno gli zainetti griffati.

Gli abitanti della sua provincia, i poppiti (detti altrimenti zalli o mazzari), sono famosi perché hanno camminato scalzi fino a Brindisi per cercare lavoro. Solo nel 2001 si sono decisi a comprare le scarpe.

I leccesi snobbano i poppiti e fanno il possibile per non incontrarli. Ad esempio, quando vanno a cena fuori non escono mai prima delle 22. Quando i poppiti, per rientrare a casa a un'ora accettabile, si sono già rimessi sul carretto.

Il leccese rimuove prontamente questo complesso di superiorità ogniqualvolta si sente in condizioni di inferiorità, il che accade praticamente di fronte a chiunque (a esclusione di poppiti, calabresi, lucani, albanesi e negri). Allora, dimentico dell'alterigia nei confronti dei poppeti, ritrova la sua appartenenza al Salento e magnifica le virtù della pizzica, del vinaccio locale e della tradizione rurale dei suoi nonni.

Tradizioni Popolari

Festa dei SS. Oronzo, Giusto e Fortunato: festa patronale della durata di tre giorni. I Leccesi, attaccatissimi ai loro Santi Patroni (in modo speciale ad Oronzo, considerato cittadino a tutti gli effetti e verso il quale si riservano sempre degli elogi speciali ad ogni sventura), si ritrovano per le strade del centro cittadino circondati da luminarie, che in realtà sono cremini, e da bancarelle di tipici prodotti locali quali le borse contraffatte, i paninari, abbigliamento made in China, gatti lessi (e qui vi rimandiamo alla sezione culinaria), petardi e mefisti, birra Dreher (pr. Dregher) e le immanacabili bancarelle d'abbigliamento Punkabbestia. Attrazione speciale però sono i fuochi d'artificio che vengono sparati alla mezzanotte del terzo giorno festivo. Qui i leccesi si sono specializzati nel corso degli anni: dalle prime esibizioni pirotecniche (in cui prendevano fuoco i quartieri Stadio, Ferrovia, Mazzini e la zona di mare San Cataldo, meglio detta "mare di merda") i nostri hanno corretto gli errori arrivando a bruciare l'intera città. Altra attrattiva sono le giostre, posizionate nel parcheggio dello stadio Via del Mare, la zona migliore di Lecce nota per diversi omicidi, rapine, rapimenti, stupri e bombe al tritolo inesplose e a tutt'oggi piazzate sotto l'asfalto. Avete presente le bellissime giostre con i cavallucci, le montagne russe, lo zucchero filato ed i lecca-lecca (meglio detti lecca-lecce per l'occasione)??? Niente di tutto questo. Vere e proprie macchine della morte la fanno da padrone: in particolar modo il "Rangers", che arriva a Lecce il primo giorno di festa lucida e sbrilluccicante, e viene smontata l'ultimo che è ricoperta da 10 strati di liquido verde meglio noto come rigetto o vomito. Ma è sulle macchine da scontro che i leccesi danno il loro meglio: dall'alto del loro saper guidare (e qui vi rimando alla sezione traffico) i leccesi si uccidono, vere e proprie faide tra macchine, clan rivali che si tamponano, risse e sparatorie...si contano ad oggi almeno 5000 vittime. L'impiegato o artigiano leccese che si rispetti rimanda volentieri ogni tipo d'incombenza a "dopo S. Oronzo". In qualsiasi giorno dell'anno.

Il Premio Barocco, detto anche "Premio Tarocco", è un evento rubato dall'ex-sindaco Poli A.Bortone al folklore gallipolino, internazionalizzato e trasmesso su Raiuno ogni anno. Si tratta di allestire un palco enorme con una scenografia che faccia pena persino alla Melevisione, chiamare quanta più gente famosa possibile che abbia a che fare anche alla lontana con Lecce (anche persone che per sbaglio l'hanno nominata in un discorso) e premiarli per la loro "baroccaggine" conferendoli una statua dorata di Galatea, ninfa sfigata del pantheon greco che nessuno ha idea di chi sia esattamente. Con quale autorità e per quale preciso motivo si premia questi personaggi famosi, non è dato sapere. È certo che il Premio Barocco spreca ogni anno centinaia di migliaia di euro per una rivoltante messinscena mediatica a base di squallore e salotti che di culturale danno ben poco alla città.

Il traffico

Il traffico di stupefacenti a Lecce è molto ordinato e controllato, quasi non si vede che c'è.

Il traffico automobilistico invece era invece molto caotico perciò l'Amministrazione Comunale, per renderlo più ordinato (come quello della rivale e triviale Bari, borgo di pescatori e mangiatori di pesce crudo), decise di abbellire la città con numerosi sensi rotatori (chiamati alla francese rondò - si nota quel quid di sciccheria che da sempre caratterizza i leccesi e che i baresi non riusciranno mai ad eguagliare).

I leccesi, poco abituati a queste diavolerie dell'epoca moderna e mostrando molta più lungimiranza dei loro amministratori, si sono incasinati completamente. Giunti nei pressi di un "rondò" (come si chiama a Lecce, e non banalmente "rotatoria" come si chiama a Brindisi) non sanno che pesci prendere, anche perché a Lecce non c'è il mare. Non sanno come prenderlo questo rondò, se prenderlo da destra o prenderlo da sinistra (né possono prenderlo per il culo perché essendo rotondo è difficile capire da che parte sta il culo). Grazie ai rondò il traffico automobilistico procede finalmente lento e ordinato: tutti in fila per chilometri. L'effetto rondò si fa sentire a molti chilometri di distanza. Se in questo momento c'è un ingorgo stradale a Genova, la colpa è sicuramente di un rondò di Lecce.

Tra non molto l'amministrazione comunale riuscirà ad eguagliare il record della capitale (non Roma ma Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie), e cioè il blocco totale del traffico automobilistico. Questo, grazie alla costruenda metropolitana di superficie. Nessuno ha mai capito cosa fosse questa metropolitana di superficie finché la città non è stata riempita di pali neri, dall'estetica tipica del ventennio futurista, e tra i pali hanno fatto la loro comparsa dei fili. Solo allora gli allocchi, che davvero ci avevano creduto, hanno capito che la metropolitana di superficie altro non è che il filobus. Gli ecologici filobus elettrici sostituiranno finalmente gli inquinanti e puzzolenti autobus a metano, con grossi guadagni di chi ci ha creduto fino in fondo.

Lecce, per mostrare che non è niente rispetto a BARI, si è dotata di ben due tangenziali, la tangenziale est e la tangenziale ovest. Per di più, nella tangenziale ovest è stato ralizzato un lungo tunnelo, cosa rarissima in città di pianura e degna di menzione speciale. La realizzazione del tunnel si deve al fatto che in quel punto la tangenziale avrebbe attraversato la cosiddetta "zona Condò", che non si sa chi è questo Condò; probabilmente il nome deriva da "condo-no". Infatti il territorio circostante, sul quale sorgono antiche ville messapiche, probabilmente abusive altrimenti non si spiegherebbe il nome, è stato dichiarato patrimonio di alcuni notabili leccesi. Altri invece ritengono che si tratti di una storpiatura voluta di "rondò", atta a confondere le idee allorquando sorgerà, caso più unico che raro, un rondò in una tangenziale rettilinea. Questo per fare pendant con il resto della città.


Tipologie di automobilisti leccesi

Per definire una tipologia degli automobilisti leccesi ci siamo avvalsi della caratterologia avulsa del Lombroso, esposta nel noto trattato Homo automobilisticus lupiensis (per i baresi: Lupiae è il nome latino di Lecce). Circolando nella città di Lecce è possibile incontrare:

A) Mamme-sprint: trattasi di una tipologia prevalente tra le femmine leccesi. Sono particolarmente pericolose nel periodo scolastico, nelle ore di accompagnamento dei figli a scuola o quando vanno a riprenderli, al termine delle lezoni, momenti in cui le mamme-sprint diventano particolarmente feroci. Sfrecciano in ogni dove, tanto che ti chiedi se a Lecce ci siano 10 femmine per ogni maschio. Sorpassano a destra, sinistra, sopra, sotto, ma soprattutto godono quando stanno sotto. Nei pressi delle scuole parcheggiano in terza, quarta e quinta fila, fregandosene di tutti gli altri automobilisti. Si consiglia di evitare accuratamente di transitare in prossimità delle scuole di ogni ordine e grado, se non si vuole passare l'intera giornata ad imprecare. Ultima caratteristica delle femmine leccesi è che non te la danno, la precedenza, e per questo sono tra le più isteriche del pianeta.

B) Peri-patetici perditempo: sono coloro che circolano a tutte le ore alla velocità media di 50 metri l'ora, collocandosi strategicamente a centro strada in quanto fermamente convinti che voi che state dietro di loro dobbiate andare alla stessa velocità (nella categoria sono annoverate le Api Piaggio). La Polizia Municipale consiglia caldamente di avere a bordo un kalashnikov da usare per purificare la strada da codesti tipi. La città vi ringrazierà.

C) 'Schumacheriani': è la tipologia opposta a quella di cui al punto B. Sfrecciano ad almeno 300 km al secondo incuranti di ogni comune regola di convivenza civile. Se siete davanti a loro scansatevi immantinente poiché sono convinti che voi dobbiate andare più veloci di loro. Di solito esibiscono BMW, Audi, SLK, SUV, ma soprattutto Porschscse Cayenne, che hanno la funzione di rassicurarli sulla loro virilità, a compensare il loro insignificante cazzetto impotente e rattrappito. Una sotto-tipologia degli schumacheriani, particolarmente pericolosa, è quella dei leccesi di bassa statura a bordo di Fiat Panda rosse vecchio modello; non c'è verso di convincerli che il loro auto-mezzo, se pur di colore rosso, non è una Ferrari e che Schumacher è più alto di un metro e cinquanta. Li possiamo trovare soprattutto nelle vie del centro storico e sui viali dell'università di Lecce, pronti ad accompagnare (con l'immancabile cortesia) il primo pedone in un paesino lontano.

D) 'Zanguni': tipologia di automobilista facilmente individuabile dallo stereo a palla, i neon verdi sotto la macchina, il cappellino che copre la visuale del guidatore così che deve piegare il collo in modo fisicamente impossibile per vedere, la tinta viola metallizzata dell'auto, la velocità smodata, gli abbaglianti ed i fendinebbia accesi 24 ore al giorno, gli atteggiamenti estremamente virili ma soprattutto scurrili. Si ritiene che non siano leccesi da sette generazioni - troppo poco snob - bensì siano originari di Taurisano, ma studi recenti dimostrano che tale atteggiamento è dovuto ad un virus che si diffonde per via aerea. In seguito al primo avvistamento di uno Zangone, questi, registrato il fatto di essere stato guardato, deve (per religione si pensa) obbligatoriamente passare tutta la giornata a sprecare pozzi di benzina a passare ogni 3 minuti nel luogo dell'avvistamento a fissare chi, curiosamente, lo osserva.

Le buche

Nel capitolo del traffico di Lecce le buche nelle strade rappresentano un sottocapitolo importantissimo. Le buche sono infatti il pepe del traffico, senza le buche non ci sarebbe gusto a guidare. A Lecce le buche delle strade sono numerosisissime; sappiamo da fonte certa che le buche vengono scavate apposta dall'Amministrazione Comunale per facilitare il traffico dei SUV, automezzi che, notoriamente, hanno grosse difficoltà di marcia su strada liscia; entro l'anno i lavori saranno completati. Per studiare più a fondo il fenomeno delle buche stradali è stata costituita una commissione di noti tetragoni leccesi i quali hanno evacuato le seguenti ipotesi: a) le buche sono dovute ad un fenomeno bradisismico che ha interessato il Salento negli ultimi anni, a macchia di leopardo. b) le buche sono causate dal rivoltarsi nelle tombe degli antichi messapi, sconcertati per la fetenzia di discendenza cui hanno dato origine.

Indagini supersegrete hanno invece acclarato, ma i risultati sono top secret, che in realtà le buche sono provocate da una particolare specie di topi, i topi dell'asfalto, che escono di notte a rodere l'asfalto stradale. Questa specie di topi prolifera anche grazie allo scarseggiare dei gatti (vedi sotto il paragrafo sulla culinaria).

L'economia

L'economia leccese si basa su alcuni importanti pilastri.

Un primo pilastro è una nota (agli archivi giudiziari) associazione filantropica, la SCU (Sacra Corona Unita), le cui attività economiche spaziano dall'estorsione e racket al traffico di stupefacenti, rapine e traffico di armi. Il contrabbando di sigarette è un po' in calo. Quello che manca a Lecce è una microcriminalità degna di questo nome. Nè scippi né borseggi. In ciò rimarrà sempre seconda all'eterna rivale Bari.

Un secondo pilastro dell'economia leccese è rappresentato dagli impiegati pubblici i quali vengono assunti solo dopo aver superato prove di selezione durissime, tra le quali la lettura del giornale in ufficio con i piedi appoggiati sulla scrivania e con la sedia obliqua (cosa richiedente una notevole dose di equilibrio oltre che di coordinazione video-motoria).

Un terzo, e fondamentale, pilastro è rappresentato dal clero, numerosissimo a Lecce, e attivissimo nel dare impulso all'economia leccese. Degno di menzione è l'hotel-residence a 4 stelle edificato facendo credere che avrebbero costruito un seminario, ed ovviamente esente dall'ICI quale luogo di culto; una presa per il cul-to, appunto.

Un quarto è rappresentato dalle multe. È stato studiato tempo addietro un sistema di "strisce blu" a macchia di leopardo lungo il territorio urbano, seminato seguendo un preciso criterio esoterico che nessuno ha mai capito (i parcheggi a pagamento sono collocati soprattutto attorno agli atenei, università e strade senza negozi), ma che frutta una valanga di soldi. Per non parlare poi dei semafori con il verde tarato sul femtosecondo per ingrassare le registrazioni dei Photored.

Il quinto pilastro è la colonna che regge la statua di Sant'Oronzo nell'omonima piazza. Donata in tempi remoti alla città dai fratelli brindisini, ora è al centro di una contesa. I munifici donatori, infatti, la rivorrebbero indietro. Intervistato al riguardo, Sant'Oronzo dichiara di guardarsi bene dal voler scendere. Da lassù gode indubbiamente di una magnifica vista su Mc Donald's.

Il Grande Salento

I leccesi, si sa, sono generosi. Essi amano condividere le proprie gioie ma anche le proprie sventure con il prossimo, specie se meno fortunato. Per questo hanno concepito l'idea del Grande Salento, ovvero coinvolgere anche le tristi e contigue città di Brindisi e Taranto in un sodalizio. Il reale scopo di questa Triplice Alleanza è ignoto ai più, visto che le contigue controparti continuano allegramente a farsi i cazzi propri: Taranto a spargere diossina nell'aria come una passata di deodorante dopo un'abbondante cagata, e Brindisi.....ma dai, a chi vuoi che importi di una simile città. Nonostante non si sia ancora capito a chi giovi tutto ciò, c'è aria di crisi nella pacifica intesa: le velleità dei brindisini nella spinosa questione della Colonna stanno minando i principi di concordia che erano alla base del concetto di Grande Salento. Le due compagini stanno tuttavia ponderando di organizzare una conferenza di pace nella quale si incontreranno i due saggi illuminati, i massimi esponenti dell'intelletto di ciascuna città. Per Brindisi ,Al Bano, per Lecce, Lecciso. Arbitra Adriano Pappalardo. A patto che lo si lasci sfogare. Il Grande Salento, che come la Bat, nessuno ha ancora capito dove inizia e dove finisce, ha tutte le caratteristiche che contraddistinguono quelle che in termini geopolitici si definiscono grandissime cagate. Uno dei criteri per stabilire i confini del Grande Salento, come proposto dal grande Pancrazio Lu Ancogghionutu, già autore del volume antropologico "Ci ete ca dittu?",è quello di fissare i confini in prossimità del primo e dell'ultimo Lecce Club venendo da Brindisi e da Manduria. Tra le tre città più inutili di Italia ossia Lecce, Brindisi e Taranto sono già sorti i primi contrasti su quale debba essere il capoluogo. Ma al resto del mondo interessa poco. In compenso il Grande Salento ha già ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali dal capo della Triade Cinese Tha Ammèng La Bomb, dall'ambasciatore della Yakuza giapponese, dal premier dell'Andorra, dal sultano dell'Oman che voleva ancorare il suo panfilo a Lecce ed è rimasto molto male quando gli hanno riferito che a Lecce il mare non c'è anche se i leccesi sono convinti di avere anche il porto. La bandiera dovrebbe contenere i tre simboli delle tre meravigliose città di cui sopra ossia : un cane che piscia contro un albero(che Adriana Poli Bortone provvederà a far abbattere al più presto per fare un ampio viale giardino),un deficiente a cavallo di un delfino con un forcone in mano e una birra Raffo nell'altra,un cervo(il che la dice lunga sulla tipologia di rapporto che le brindisine instaurano con i propri partner). Data la bruttezza rara di questa bandiera l'Arci Gay di Roseto Capo Spulico ha presentato un esposto alla magistratura presso il Palazzo di Giustizia di Lecce ma gli avvocati si sono persi in una delle 400 (in euro) rotatorie e vagano tra il Bar Commercio e l'Euro Spin dove hanno comprato una cassa di Rum Iguana(prodotto genuinamente con gli scarti di lavorazione del Petrolchimico di Brindisi). Stanno tutt'oggi bevendo (per dimenticare di essere avvocati e di essere a Lecce) seduti sulle impalcature di Porta Napoli,divenendo la seconda attrazione cittadina dopo il barocco che i leccesi non sanno nemmeno come se lo trovano.

Radio locali

Da FM 85,5 a FM 108,00: Radio Maria. da FM 108,00 a FM 85,4 RadioSalento (solo musica con l'accento). Dal centro storico si leva anche l'onda di Ladio Quin (in realtà sarebbe Radio Queen, ma lo speaker di punta non lo sa). È la voce ufficiale dei bimbominkia locali.

La culinaria

Per la cul-in-aria Lecce è molto famosa (ogni riferimento a fatti o leccesi è puramente CAUSALE). Tipico piatto di lecce sono le orecchiette baresi. I leccesi sono convinti di avere le migliori pastarelle del pianeta. Si producono, infatti, i famosi pasticciotti detti "pasticciotti leccesi" perché si fanno a Lecce, però sono delle pastefrolle con la crema come si fanno in tutto il mondo civile (cioè, giunto all'età della crema).

Le malelingue, soprattutto i baresi, dicono che i leccesi sono mangiagatti. Questa è una infame calunnia che ha allontanato da Lecce i simpatici felini. Questa leggenda metropolitana nasce dal fatto che i conigli messapici hanno la testa rotonda, le orecchie piccole e la coda lunga, ma non hanno niente a che vedere con i gatti, sia ben chiaro. Il nostro consiglio, se mangiate in un ristorante leccese, è quello di evitare di chiedere come secondo una porzione di coniglio.

Prelibate ricette leccesi: - Gatto al forno con patate Ingredienti: un gattino da latte, patate tagliate a rocchetti, rosmarino, sale, olio e pepe quanto basta. Preparazione: infornare in una teglia il gatto con contorno di patate, cuocere per 30 minuti con forno a 150°, sfornare e gustare ancora caldo. Tipica l' immagine della famiglia leccese che mangia questa squisita prelibatezza: La mamma torna a casa dopo aver fatto la spesa nella macelleria di fiducia (dove si assiste al dialogo tra macellaio e casalinga: "com' è il gatto oggi?" "ottimo e tenero!"), bacia i suo bambini che subito le chiedono "cosa si mangia oggi" e lei risponde "gatto al forno!". E i bambini esclamano: "EVVIVAAAA"

- Coda di gatto fritta Ingredienti: Coda di gatto mozzata da una tipica auto leccese in corsa, olio, ketchup o maionese per condimento. Preparazione: riempire una friggitrice d' olio, farlo scaldare, friggere la coda finché non avrà raggiunto una bella coloratura dorata, salare e servire.

Curiosità

Se dici "calzone" sei leccese, se dici "panzerotto" ti fai sgamare perché sei barese e verrai linciato sotto supervisione suprema. Se dici "calfone" o "panfarotto" sei impedito da problemi della fonazione oppure sei Jovanotti.

Proprio al centro dell'altrettanto centrale Piazza S.Oronzo c'è il disegno dello stemma cittadino, la lupa sotto un albero di leccio (in realtà è un cane che urina). Il buon leccese non ha mai calpestato il disegno poiché si ritiene che questo gesto porti terribili sventure (perdita di capelli, calli ai piedi, eiaculazioni precoci, salvezza del Bari). Se calpesti la lupa sei considerato barese e per questo fulminato dal sovrastante S.Oronzo, come ciliegina sulla torta delle già sovracitate sventure. Se calpesti la lupa e sei universitario rassegnati: non ti laureerai mai più, in quanto un marchio d'infamia si formerà immediatamente sulla tua fronte come la cicatrice di Harry Potter rendendoti riconoscibile agli occhi di ogni professore, che ti punirà per il terribile gesto perpetrato costringendoti a marcire per millemila anni fuori corso. Se vedete un leccese con il cappellino non pensate subito che sia un truzzo. Sta solo cercando di nascondere il marchio. O forse è appena tornato dal Guendalina e quindi è un truzzo. In quest'ultimo caso massacratelo pure senza pietà, ma prima chiedete al pusher se è d'accordo nel perdere siffatto cliente.

Alcuni studiosi affermano che in realtà Lecce non esista e che sia solo una trovata per far aumentare il turismo in Puglia.Molti turisti infatti nel loro subconscio hanno vaghi ricordi di Lecce (o meglio quella che loro credono sia Lecce)ma per vantarsi con gli amici inventano fatti eccezzzionali e parlano di un mare bellissimo.In realtà appena un turista entra in puglia diretto a Lecce viene fermato,indirizzato in una città fittizia e senza saperlo diventa oggetto di una trasmissione simile a The Truman Show,prima di essere rimandato a casa viene drogato e gli inculcano l'idea che Lecce sia bellissima e di consigliarla agli amici,il tutto se viene moltiplicato al numero di persone che vanno a "Lecce" esce una somma che somiglia al numero di truzzi nell'universo(Almeno 20miliardimila).

C'è chi dice che sia più facile trovare Mastrolindo dal vivo che un gatto a Lecce.

Il vero leccese

È ormai universalmente noto che il vero leccese deve rispondere a delle caratteristiche ben precise. Il contravvenire anche solo ad una di queste può erroneamente portare alla convinzione che si tratti di un barese, e per questo venire calciorotato direttamente sotto le macerie di Punta Perotti, quale eterna punizione

Ti si può definire vero leccese se e solo se:

  • se odi Bari.
  • se quando vivi fuori, almeno 1 volta al mese ricevi il pacco che ti manda tua madre con il caffè Quarta, le frise, la salsa e i pomodori secchi;
  • se, pur vivendo al Nord da dieci anni, a) non hai perso una virgola del tuo accento; oppure b) fingi di non intendere più la lingua nativa; oppure, la più esilarante, entrambe le opzioni;
  • se parcheggi la macchina in doppia fila e dopo ti lamenti pure perché ti hanno fatto la multa mentre a Napoli questo non succede;
  • se per fare 100 metri prendi la macchina;
  • se quando devi andare da una parte inizi a ripetere all’amico: MENA, MOVATE, MANISCIATE;
  • se odi i baresi(consapevole che sono delle merde pelose... )e per insultare qualcuno, anche non comunitario, usi la frase: STU BARESE...;
  • se hai la felpa SALENTO 12 per l’inverno e per l’estate la maglietta SALENTU, LU SULE, LU MARE, LU JENTU;
  • sei salentino se vai allo stadio con la macchina piena di gente vestita giallo rossa, con la sciarpa dietro Forza Lecce, e canti CI NU ZUMPA NU BARESE È;
  • sei hai tutti i cd dei sud sound system e quando sei al Nord li fai sentire a tutta la comitiva;
  • se ad ogni rumore che senti ti affacci a vedere chè è successo;
  • se gridi anche se la persona a cui parli ti sta a 10 cm di distanza;
  • se dopo 3 ore che conosci una persona la inviti a Lecce per le vacanze estive;
  • se ti disinteressi totalmente alle questioni sociali al punto da cadere dalle nuvole quando le persone che hai votato a cazzo iniziano a calpestare anche i tuoi interessi (Es.: legge sul bivacco), e di conseguenza protesti sul fatto che i politici sono tutti ladri e bastardi;
  • se parcheggi la macchina ai parcheggi abusivi ed è perfettamente normale;
  • se quando vai in macchina alzi la musica a palla;
  • se quando incontri fuori dalla puglia un tuo concittadino che non avevi mai cagato in città,ci parli come se usciste insieme da una vita;
  • se quando ti trovi lontano da casa e qualcuno ti presenta un pugliese come se fosse un tuo conterraneo ti atteggi a vergine violata che esclama nauseata e sorpresa: ma io di Lecce sonoo, mica sono pugliesee!;
  • se ascolti i Negramaro anche se non ti piacciono perché sono di Lecce;
  • se almeno una volta nella tua vita usi i proverbi: Dopu ca rubàranu a Santa Chiara misera le catine; Lu cane sècuta lu strazzàtu; Ogni petra ausa parite; Quandu autru nu tieni, cu mammata te curchi; Tira chiui lu pilu ca lu nsartu;
  • se scrivi sui muri con le bombolette ODIO BARI;
  • se hai alte probabilità di essere un truzzo neofascista
  • se ti mangi lu purpu, la pitta, e ti bevi Primitivo di Manduria accompagnato dai taralli
  • se il sabato sera vai a ballare solo se hai gli omaggi
  • se per richiamare gli amici gridi “VAGNUNIII!!!”
  • se ogni domenica nel tardo pomeriggio per te sono sacre le vasche sul corso tra porta Rudiae e piazza Mazzini, che pullulano di mamme-poppite con carrozzina che arrivano sui talloni a tutta velocità, pellicciotti dei piumini dei bimbiminkia negli occhi, puzza di sudore di tre giorni prima, t triplicate nell'accento

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