Logorrea: differenze tra le versioni

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===Come evitare di confondere la logorrea con la diarrea: principali analogie e differenze===
===Come evitare di confondere la logorrea con la diarrea: principali analogie e differenze===
È facile saper distinguere la logorrea dalla diarrea, se sai come farlo. Innanzitutto, è necessario definire la prima e la seconda. Non mi sto riferendo alle taglie di reggiseno, che comunque sono molto interessanti.<ref>Per non parlare di tua cugina, poi!</ref> La definizione però non può non trascendere da alcune considerazioni di base, utili -anzi, no! necessarie!- al conseguimento del fine desiderato. La malattia può essere definita come una deviazione biologica dal progetto. Ma quale malattia colpisce solo gli architetti? Cioè, il punto è che sia la logorrea che la diarrea sono ''malattie'', quindi deviazioni biologiche dal progetto. Altre considerazione interessante da fare è che "''logorrea''" e "''diarrea''" ha ben 4 lettere in comune. Questo sta a significare la profonda denotazione semantica del linguaggio, strumento con il quale cerchiamo di interpretare le realtà. Malattie, quindi entrambe. Entrambe sono una grave piaga dell'umanità, comparabili solo alla [[peste]] del [[1200]] e il colera a [[Napoli]]. L'igiene è la branca della medicina che si occupa, insieme, ma in maniera diversa dall'epidemiologia, delle grandi malattie dell'umanità, come ad esempio la [[peste]] del [[1200]] e il colera a [[Napoli]]. Ma il punto centrale del discorso è che la malattia si può sconfiggere, se sai come farlo, e se sai quale malattia è. Quindi è necessario distinguere le varie malattie, e poter definire la malattia in generale. {{citnec|La malattia può essere definita come una deviazione biologica dal progetto.}} E la logorrea, come anche la diarrea, sono, ovviamente, incluse nell'insieme delle malattie.


== La logorrea come malattia mentale ==
== La logorrea come malattia mentale ==

Versione delle 16:50, 17 feb 2010

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Un'immagine che riporta la scritta "Logorrea" nella pagina sulla Logorrea può sembrare una cosa molto stupida. Eppure ci sono situazioni ben più assurde. Proprio parlando della logorrea, il famoso blablaologo Charlie Charlie, soprannominato "il buontempone che non riesce mai a stare zitto a causa del suo vizio di parlare a vanvera senza poi dire nulla di così interessante da poter essere riportato/annoverato/rimembrato", che ha scritto il famoso saggio sulla Logorrea: "Come annoiare l'ascoltatore senza incorrere in rischi per la propria salute o in modo equivalente per la salute dei rispettivi familiari" ed è fratello del campione mondiale di pignolerìa Franco Curàto che a sua volta ha contribuito
« Ti ho mai raccontato di quella volta in cui sono andato in Molise a cercare oro? Quella della caccia all'oro era una gran moda ai miei tempi, non era popolare quanto il charleston, che era una gran ballo ed era sicuramente meglio della lambada, ma era comunque una cosa che ti faceva sembrare fico agli occhi delle pupe. Partimmo tutti assieme, io, mio cognato ed il mio amico Gino, quello che vendeva dietorelle scadute spacciandole per miracolosi rimedi per la calvizie. Fu arrestato quando lo scoprirono, ma quando fu portato in tribunale riuscì a commuovere la giuria raccontando di quando aveva salvato il gatto del vicino da una pianta di ringosperna idrofoba servendosi di una corda ricavata intrecciando vecchie riviste pornografiche e per questo fu assolto. Comunque partimmo noi tre, armati soltanto con tre sacchi di iuta, i nostri fedeli mocassini, tanti sogni ed una chiave inglese legata ad un bastone che avevamo deciso di comune accordo da usare come piccozza. Eh sì, perché nel nostro paese non si potevano vendere piccozze, dato che erano state messe al bando da una vecchia legge mai abrogata risalente all'alto medioevo, secondo cui le piccozze sarebbero state uno strumento usato da Astaroth per portare le anime più deboli verso il peccato e la dannazione eterna. Andammo in Molise in autostop e ricevemmo un passaggio prima da una coppietta in fuga e poi da una carovana di invasori armati fino ai denti provenienti dalla Mongolia, che in cambio dei nostri mocassini ci insegnarono alcune efficaci tecniche di tortura. Arrivati, ci resimo conto che non avevamo la più pallida idea di dove cercare l'oro, così ci mettemmo a scavare delle buche a caso, sperando al limite di trovare una vena petrolifera, ma tutto ciò che riuscimmo a tirar fuori fu terra, sassi ed alcuni fusti radioattivi mal sotterrati. Alla fine fummo costretti a tornare a casa con un pugno di mosche, anche perché rischiavamo di mancare alla quarta edizione della partita "calvi contro filistei" organizzata dal bar di Lello, però per non rendere totalmente inutile il viaggio, decidemmo di iscriverci ad una chiesa di Scientology che trovammo per strada. E comunque fu così che diventai un giocatore di curling. »
(Mio Nonno sulla logorrea)
« Essere costretti ad interagire con un soggetto affetto da logorrea può rivelarsi un'esperienza a dir poco micidiale, specialmente se l'individuo in questione rientra nella nefasta cerchia degli pseudoletterati che traggono una soddisfazione affine a quella ottenibile durante il culmine dell'atto sessuale nell'ammorbare il proprio interlocutore mediante l'utilizzo di un linguaggio arcaicizzante comunemente caratterizzato da espressioni verbali inusitate se non del tutto defunte e generalmente accompagnato da avverbi derivati da forme aggettivali e contorte sequenze di termini mutuati ad uno o più linguaggi specialistici, con l'unico scopo di generare una solida confusione in coloro che futilmente tentano di percorrere il cammino logico del messaggio che, invece di procedere secondo la linea retta tracciata dalla frase principale, si perde nei labirintici meandri di incidentali e frasi secondarie che si dipanano da essa dando forma a quello che ad un impatto iniziale potrebbe sembrare un catastrofico effetto domino ma che ben presto si rivela una sapiente trappola metalinguistica affine ad un tunnel senza sbocchi verso l'esterno, che però la vittima non riesce a percepire perché nascosta da abili cesellature. »
(Pier Paolo Pasolini sulla logorrea)

La logorrea (dal greco λογορροια, in inglese Logorrhoea, tedesco Logorrhoe, francese Logorrhée, olandese Logorroe, russo Логорея, in eschimese non c'è perché non hanno una parola per identificare tale termine) è definita come un "flusso eccessivo di parole", derivante dalle parole λόγος (termine greco per individuare in italiano la parola parola, in inglese word, in tedesco wort, in francese mot, in spagnolo palabra, in giapponese 語, in ucraino Слово, in vichingo non c'è perché i vichinghi comunicavano con i cazzotti) e ῥέω (termine greco per individuare lo scorrere del tempo, dei fluidi, insomma un flusso di qualcosa che può essere sia reale che immaginifico, individuando quindi uno scorrimento in senso lato). La definizione esposta precedentemente è sostanzialmente la definizione di tipo semantico glottologico, il quale mostra l'origine del termine, la sua etimologia ed il suo significato più recondito, trascurando quindi quelle che sono le interpretazioni successive o non ufficiali, come quelle del Rinascimento fiammingo. Tale definizione è in accordo con la teoria dominante presente nella glottologia e anche con quello che c'è scritto sul Dizionario Garzanti. Le correnti minoritarie della glottologia moderna sostengono però, senza timore di esser fraintesi, che il termine logorrea abbia un significato più vicino a esperienze fisiche, quali l'alitosi, già presente nell'antica Grecia e diffusosi poi in tutte le regioni del Mediterraneo. Secondo altri invece la logorrea, nell'antichità classica, aveva il solo scopo di individuare in maniera equivocabile una caratteristica peculiare dei politici delle poleis greche, quali Pericle o Alcibiade, o gli oratori dei fori romani, quali Cicerone o Catone. In tale contesto quindi, il termine logorrea ha un'accezione indubbiamente positiva, poiché indica un individuo di grande levatura sociale e conseguentemente di grande spessore culturale, in grado di sostenere lunghe conversazioni senza timor di fallo o di annoiare il pubblico, al solo scopo di persuadere e convincere l'uditorio, o a scopo politico o a scopo giuridico o a scopo denigratorio o semplicemente per sapere raccontare correttamente una barzelletta, in modo quindi da risultare più amabile ai più.

In senso lato, o sotto un altro punto di vista, si definisce logorrea una caratteristica tipica di individui che parlano molto, che discutono spesso, in maniera animosa o non. Il tono della discussione è può calmo e pacato ma sostanzialmente può anche non esserlo, portando l'individuo a discutere in maniera animosa pur di dar ragione alle proprie opinioni e tesi.

Tipi di logorrea

La logorrea, come ben sanno gli studiosi di psicopatologia non lineare, i quali da tempo sono impegnati in studi ascientifici non riconosciuti dalla comunità degli esperti, che a loro volta hanno proposto altri tipi di classificazioni, la logorrea, dicevamo, può essere suddivisa in trentaquattro tipologie ben definite da parametri addizionali non particolarmente pregnanti, dato il loro scarso potere predittivo, potere insito sostanzialmente nella loro capacità di far corrispondere isomorficamente il mondo delle idee con quello delle parole e quest'ultimo con quello delle cose. Considerando quanto facilmente la letteratura specialistica tenda a pubblicare articoli di scarso interesse scientifico, risulta quanto meno complesso stabilire quali dei trentaquattro tipi di logorrea sono da considerarsi coerenti e consistenti, benché gli ultimi esperimenti in psicologia cognitiva abbiano permesso di concludere che esiste un certo pattern di contigue similitudini autodescrittive. D'altro canto, non è ancora stata dibattuta a dovere la questione della demarcazione fra studi psicologici e studi psicanalitici in correlazione alle già note conoscenze in campo neurobiologico e neurochimico, questione che non ha mancato di suscitare vive polemiche nell'ambiente filosofico postmoderno, guidato dagli esponenti della Gestalt austroungarica e dalla scuola neoirrazionalista di Lione. Un ulteriore spunto di complessizzazione endognostica è stato posto dal dr. Johann Sebastian Bacharach, il quale ha fornito diverse soluzioni al problema della preterintenzionalità del parlato, preterintenzionalità che si trova a contrastare l'approccio semantico-semeiotico di scuola neopositivista.
Per ovvi motivi di spazio, ci troviamo qui a sintetizzare brevemente le suddette categorizzazioni di logorrea in brevi descrizioni esaurienti, la cui parva stringatezza non può che impedirci di perseguire l'ideale dell'esaustività enciclopedica:

Logorrea Gonorraica

Tipologia di logorrea particolarmente infida, probabilmente anche la più diffusa, di tipo specificamente infettivo - contagioso. Come la nomea suggerisce, è una tipologia di parlantina trasmissibile da persona a persona, esattamente come avviene per le malattie veneree, tra uomo e vagina. Ovverosia, per essere concisi, lo sbrodolamento verbale di una persona particolarmente prolissa può contagiare, in particolarissimi ma nemmeno troppo rari casi, anche le persone che lo circondano. Come rivelano gli studi ginecologici del professor Grullone, blablaologo dell'Università Interplanetaria di Marte, vera e propria autorità nel campo dello studio e della prevenzione contro l'ammappamento della bocca, ben il 56% delle chiacchiere urbane e senili è provocata non da una naturale predisposizione alla ciarla, bensì al contagio di Logorrea Gonorraica avvenuto da parte di un'altra persona infetta. Il professor Grullone, inoltre, in una famosissima conferenza sulla logorrea, intitolata "Diarrea verbale, come curarla? Oppure come difendersi? O alternativamente, come prendere delle precauzioni contro la stessa, prima che chiaramente ci colpisca? Ma volendo anche dopo" durata alcune settimane, e tenuta presso il Collegio dei Collegi a Voghera sul Reno, la Logorrea Gonorraica estende il proprio contagio anche attraverso la produzione scritta. Uno studio presentato dallo staff del professore, riassunto in alcuni volumi, in novantasette tomi, ordinati in ordine alfabetico, dimostrava in maniera inequivocabile (oserei dire ineccepibile) quanto la lettura di un testo prolisso provocasse un attacco di logorrea, per l'appunto di tipo Gonorraico infettivo, al 90% dei lettori del suddetto, o all'8 per mille dei membri della Chiesa Cattolica. Lungi dall'essere di rapida lettura, infatti, il sunto distribuito da Grullone al pubblio astante, ha provocato - esattamente come prevedibile e dimostrabile - un attacco di Gonorraica generale, che ha travolto la maggior parte della platea per diverse settimane a seguire. Nonostante le proteste numerose da parte dei degenti, "in nome del progresso scientifico" è stato una giustificazione sufficiente di fronte alla comunità antidolorifica internazionale, che, dopo alcuni mesi di seduta plenaria, ha finalmente convenuto che l'operazione di dimostrazione/studio del prof. Grullone è stata di prezioso aiuto al progresso umano e umanitario.

    • Nel corso della storia, inoltre, possiamo trovare numerosissimi esempi di persone terribilmente logorroiche, che hanno poi infettato con Logorrea Gonorraica il pubblico dei loro ascoltatori o lettori. Figura, primo tra tutti, il signor Ivano Dio, autore del best seller Bibbia. Oltre ad essere un libro tremendamente lungo e barboso, tra l'altro, è l'opera che nei secoli ha maggiormente provocato attacchi di logorrea anche nei propri lettori o commentatori. Indipendentemente dal fatto che fossero degli estimatori dello stesso, o dei critici feroci, in 2000 anni di storia travagliatissima, migliaia e migliaia di individui sono stati colpiti da fortissimi attacchi di Logorrea Gonorraica che li ha costretti a consumare intere foreste e aree boschive, per ricavarne carta, per scrivere tomi e volumi di commento, critica, compendio e guida alla lettura del Vecchio Testamento. Altri contagiatori di Gonorraica famosi sono stati Niccolò Machiavelli, che con le sue opere e parole ha contagiato innumerevoli professori, politologi, commentatori e professoresse di italiano a blaterare per ore parlando del suo operato. Tra i filosofi è d'obbligo citare Platone e Aristotele, i greci più chiacchierati del mondo; ma anche Hegel, Nietzsche e Totti. J.R.R. Tolkien, col suo Signore degli Anelli, che ha contagiato centinaia di autori, facendo loro scrivere le cacate fantasy più famose. Inenarrabile la quantità di parole spese da attori e poeti, a causa di Dante, Petrarca e Shakespeare. In anni più recenti, le parole di personalità di spicco della politica, da Silvio Berlusconi a Pier Luigi Bersani, contagiano di logorrea l'intera casta gionalistica italiana.

Logorrea di tipo Jakozpil

Scoperta dallo studioso ungherese Beniamino Jakozpil, psichiatra, chirurgo e podologo della Seconda Università dell'Università di Sofia, sua cugina, nel 1932, essa consiste nel ripetere in maniera compulsiva e anemica lo stesso concetto nella speranza che l'individuo interloquente venga ascoltato, o semplicemente cagato, dagli individui circostanti. Colpisce solitamente persone sole, bisognose d'affetto e d'attenzioni, e si presenta normalmente in luoghi pubblici affollati, quando si ha a che fare con persone non note, non conosciute, o semplicemente intraviste qualche volta per strada, insomma le classiche persone note di vista. Tali luoghi sono usualmente la fila alle poste, la sala d'aspetto di un dottore, il pullman affollato. Qui il soggetto comincerà a parlare di un evento con cui mettersi in mostra con i presenti, come l'incontro con un personaggio famoso. Il monologo dell'individuo comincia con affermazioni che tentano di attirare l'attenzione dei presenti. Normalmente può capitare che qualcuno risponda, e allora ha inizio la conversazione, altrimenti succede che il tizio comincia a parlare da solo e a darsi ragione da solo. Esempio di conversazione:

- Tizio: “Avete visto il Ministro l'altro giorno ai funerali di stato?”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “No, perché io l'ho visto, e rideva quell'imbecille. L'avete visto?”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “No perché io l'ho conosciuto... quello è siciliano. L'ho conosciuto ...quell'imbecille.”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “E rideva! Ai funerali di stato e rideva!”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “No perché io l'ho conosciuto. Quello è siciliano.”
- Nessuno risponde: “...”

Logorrea di tipo Wladuvustock

È un tipo di logorrea che si contrae mangiando il cervello di alcune scimmie polinesiane.

Logorrea Flanderson

La logorrea Flanderson non è stata tuttora diagnosticata, ma si sa che c'è. Il dottor Emerius Flanderson, gastroenterologo dell'Università di Svezia, ha sempre desiderato fin da bambino dare un nome a una malattia, una patologia, o anche solo un paio di scarpe. Fu così che il dottor Flanderson fu il primo a diagnosticare quella che poi sarà riconosciuta a livello internazionale come logorrea Flanderson. I sintomi di tale logorrea sono sconosciuti ai più, si narra difatti che il dottor Flanderson, durante una seduta oftalmologica ad un paziente, sia uscito dal suo studio urlando: ha la logorrea Flanderson! Da allora tale terminologia è stata riconosciuta da tutti gli studiosi e sono presenti diverse pubblicazioni mai pubblicate relative all'argomento. La logorrea Flanderson si presenta come un flusso ininterrotto e ininterrompibile di parole.

Logorrea di tipo Vermont

Logorrea di tipo Karpen

La logorrea di tipo Karpen è uguale alla Logorrea di tipo Vermont, solo che si chiama di tipo Karpen. Il Dottor Nostromo Karpen, norvegese di origine inca,

Logorrea delle Isole Samoa

La logorrea delle isole Samoa è un tipo di logorrea di derivazione linguistica, essa cioè è derivata dal particolare tipo di comunicazione vigente tra i guerrieri delle isole Samoa, nell'Oceano Atlantico. Il linguaggio dei guerrieri delle isole Samoa difatti è molto ricco, astruso e arzigogolato, portando quindi conseguentemente ad un terrifico allungamento dei termini comunicativi più banali. Di seguito un chiaro esempio sufficientemente esemplificativo:

« Abiabaluba maiorba maluba abaiocoloba maluba maroba, cululoba marakoba midoba, maioa carua baloba kiliakanda maioka culioka makka maruoka maruroka, kayakka abioluka maroka biliuoka caioka marioka balibola »
(Trad. Ciao)

Tale tipo di comunicazione è volutamente lunga per ritardare l'inizio di una guerra tra due popolazioni. Riportiamo a titolo squisitamente esemplificativo un tipico dialogo tra due capi tribù che sono in procinto di cominciare una guerra, una faida o una battaglia, per il possesso del territorio, di alcune donne o di un procione marsupiale.

- Capo Tribù 1: “Aiaroka malula mararoka caioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka masenda malula mararoka caioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka (trad. Benvenuto)”
- Capo Tribù 2: “Caioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tartotica caiotamaluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka (trad. Benvenuto a te)”
- Capo Tribù 1: “Marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka daioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakkamaroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca toka (trad. Come stai?)”
- Capo Tribù 2: “Aaba mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa marokarussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caiokke peressekka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa marokarussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette (trad. Eccellentemente, e tu?)”

Dopo circa dodici ore di conversazione, i due capi tribù sono a malapena arrivati alle presentazioni e, stanchi e spossati dal lungo parlare, decidono di abbandonare la via del dialogo e di non dichiarare guerra pur di non parlare così tanto. Ciò ha portato la cultura del popolo della giungla di Samoa ad attaccare i nemici tramite imboscate improvvise.

Logorrea Morelli

Logorrea amicale nota anche come diarrea verbale

La logorrea di tipo amicale, tipicamente femminile, risulta evidente in situazioni quali colazioni, tè, spuntini, brunch e asti in genere, tagli unghie, spinzettamento sopracciglia/stinchi/pube/mento, tosamento chiome, viaggi in auto, attese in coda, shopping tours, tastamento meloni nel reparto ortofrutticolo Coop/Bennet/Lidl (l'Interspar invece è silenziosetto) nonchè riconoscimento per strada dopo "unavitachenoncisivedeva". Sono presenti diverse varianti del fenomeno in relazione alla quantità di individui logorroici presenti: quando gli individui logorroici sono entrambi nella coppia di amiche o più di due in un gruppo ristretto l'universo si contrae e persino la cartilagine delle orecchie delle persone attorno acquista questa possibilità.

Quando gli individui sono due nel gruppo esteso, questo subirà lo spaccamento di palle in due fazioni, ognuna delle quali sorbirà una delle verbalmente diarroiche amiche.

A breve le sbobinature di un'osservazione svolta in tuta mimetica dietro le colonne di una piazza della capitale per osservare due esemplari di femmina, una umana e una logorroica

Logorrea di tipo Kyoto

Logorrea di tipo Tokyo

La logorrea di tipo Tokyo è una variante della logorrea di tipo Kyoto ottenuta anagrammando la parola Kyoto. Portata alla luce dallo studioso Kekatso Mi Dichi, famoso neuro-pneumatologo di un gommista. Dopo la scoperta fu cacciato dall'albo professionale dei gommisti di Hokkaido, per essere poi ammesso come decente di reopneumatologia dell'Università di Singapore, in Connecticut.

Logorrea Mazza-Van der Kiappen

Scoperta da due passanti, Gerolamo Mazza e Armin Van der Kiappen, essa si manifesta con delle chiazze rosse sul viso

Logorrea inversa

Consiste nel rimanere ostinatamente in silenzio

Logorrea ugro-finnica

Logorrea alcalino terrosa

La logorrea alcalino terrosa si contrae assumendo sostanze chimiche alcalino terrose per via endovenosa. Scoperta da un team di studiosi dell'International Universiti ov S.ta Minkia

Logorrea Jonson detta anche Logorrea del Cuculo bruno di Volterra

Questo tipo di logorrea ha radici profonde nella storia, come quelle del platano che lo zio Giampietro ha nel suo giardino, un giorno voleva sradicarlo per venderlo a Peppino Spatozza, un tizio che compra alberi da collezione scambiandoli con elettrodomestici, e non c'è riuscito neanche con la macchina quella di John Deer per sradicare gli alberi, cioè una vergogna. Comunque la logorrea Jonson è nata nel 1200, o giù di lì, non sono mai stato bravo in storia, una volta ho scritto che i Galli avevano raggiunto per primi Marte nel 300 avanti Cristo; e deve il suo nome a Fiorenzo Jonson, un frate minore che seguiva San Francesco d'Assisi (che poi non è che venisse proprio da Assisi, veniva da Assisi al mare). Jonson era un po' come Watson di Sherlock Holmes, quello che poi alla fine era un idiota messo lì solo per interrompere quei monologhi logorroici e pieni di quella insopportabile boria inglese che tutti odiano, solo che Holmes diceva a Watson: "Elementare, Watson" e invece San Francesco a Jonson diceva: "Elementale, Jonson", perché a lui piacevano tutte quelle cose della natura, un po' come Bono Vox, solo che lui è pure fastidioso e un po' cazzone.

Sì, insomma c'era San Francesco che parlava con gli uccelli, e non uccelli-uccelli, tipo cazzo e pene, uccelli veri, quelli con le piume; poi però l'uccello gli rispondeva e stavano ore e ore a parlare della prozia Concetta che aveva i calli e facevano commenti sui vestiti delle matrone che andavano in Chiesa e poi si raccontavano barzellette sconce tipo quella dove uno compra un cammello speciale che va avanti solo dicendogli culo e si ferma solo dicendogli merda e poi arriva a un burrone e non si ricorda più qual è la parola che bisogna dire per fermare il cammello e allora si mette a imprecare: "Che cazzo faccio adesso, merda!" e così il cammello si ferma e allora lui è contento e dice: "Oh! Che culo!" e poi ridevano come idioti pensando a quel poverino che era caduto giù, cioè non è carino insomma poveraccio forse si era fatto male. Quello che intendo dire è che la violenza fa ridere, ma solo se non sei tu a subirla, ci vuole un po' di contegno e di misura, magari c'è gente che sta male e i bambini! Oh perché nessuno pensa ai bambini!

Logorrea Marta Marzotto

La logorrea nella medicina

La medicina ufficiale riconosce nella logorrea la principale causa di logorrea. Sebbene la scuola di Cleveland abbia ammesso che la logorrea può derivare da un disturbo neurovegetativo oppure di tipo colorettale si è dovuti attendere il 1965 per arrivare a capire che affinchè si possa parlare di logorrea è necessario che il soggetto in questione parli in modo smodato e per dimostrare che la scuola di Cleveland aveva confuso la logorrea con la diarrea. La logorrea presuppone la presenza di un soggetto logorroico, che non è per niente facile da trovare. Potremmo esplorare cliniche, ospedali, tribunali, bar, frigobar, piste da sci, campi da golf, campi di grano, campi di concentramento, pizzerie, alberghi, uffici postali, studi di commercialisti e banche del seme senza mai riuscire a trovarne uno, oppure cimiteri e obitori senza mai riuscire a trovarne uno vivo. Eppure la logorrea è molto più frequente di quanto si pensi, a volte basta leggere l'articolo di una wikia per rendersene conto o, se sono più di uno, per rendersene conti. E siccome i conti tornano sempre lasciate aperta la porta, così almeno gli risparmiate la fatica di suonare. Il dottor Flavio Alluce, detto L'incompetente dai suoi pazienti, ha pubblicato nel 2007 un interessante articolo scientifico in cui mette in relazione la logorrea con la logopedia e la prematura morte di Puffetta con l'aumento dell'attività masturbatoria nel villaggio dei puffi. Sono teorie ardite, che necessitano di ulteriori indagini per poter essere degnamente messe alla berlina, con buona pace di tutti i cabriolet. Facciamo un passo indietro, altrimenti le porte dell'ascensore non si chiudono. Nel 2001 il CURISG (Centro Universitario di Richerche Inutili Sovvenzionate dal Governo) per dimostrare gli effetti deleteri della logorrea sugli animali di piccola taglia selezionò un criceto logorroico (che chiameremo Guglielmo per rispettare la sua privacy) e lo mise all'interno di una gabbia piena di criceti. L'esperimento fu un clamoroso insuccesso, dopo circa 15 minuti il criceto si era già ingroppato 8 criceti senza spiccicare neanche una parola e forse la scelta di criceti femmine per tentare il dialogo con Guglielmo si rivelò un errore madornale.

Come evitare di confondere la logorrea con la diarrea: principali analogie e differenze

È facile saper distinguere la logorrea dalla diarrea, se sai come farlo. Innanzitutto, è necessario definire la prima e la seconda. Non mi sto riferendo alle taglie di reggiseno, che comunque sono molto interessanti.[1] La definizione però non può non trascendere da alcune considerazioni di base, utili -anzi, no! necessarie!- al conseguimento del fine desiderato. La malattia può essere definita come una deviazione biologica dal progetto. Ma quale malattia colpisce solo gli architetti? Cioè, il punto è che sia la logorrea che la diarrea sono malattie, quindi deviazioni biologiche dal progetto. Altre considerazione interessante da fare è che "logorrea" e "diarrea" ha ben 4 lettere in comune. Questo sta a significare la profonda denotazione semantica del linguaggio, strumento con il quale cerchiamo di interpretare le realtà. Malattie, quindi entrambe. Entrambe sono una grave piaga dell'umanità, comparabili solo alla peste del 1200 e il colera a Napoli. L'igiene è la branca della medicina che si occupa, insieme, ma in maniera diversa dall'epidemiologia, delle grandi malattie dell'umanità, come ad esempio la peste del 1200 e il colera a Napoli. Ma il punto centrale del discorso è che la malattia si può sconfiggere, se sai come farlo, e se sai quale malattia è. Quindi è necessario distinguere le varie malattie, e poter definire la malattia in generale. La malattia può essere definita come una deviazione biologica dal progetto.[citazione necessaria] E la logorrea, come anche la diarrea, sono, ovviamente, incluse nell'insieme delle malattie.

La logorrea come malattia mentale

La logorrea come sport

Storia della logorrea

La storia della logorrea, volendo intendere la stessa sia come capacità di collegare un numero pantagruelico di costrutti verbali in una sequela di proposizioni, sia volendo fare riferimento alla psicopatologia della stessa, indicando con tale termine una situazione in cui della condizione precedentemente descritta ne viene fatto un uso nocivo all'equilibro psicofisico individuale, sia anche tenendo conto del suo impiego in attività ludiche e, più in generale, volte a catturare l'attenzione di un soggetto su un oggetto a lui esterno, provocandogli una sensazione di piacere e appagamento, si perde in quella che si è soliti definire "la notte dei tempi". Questa curiosa locuzione deve il suo appellativo non ad un qualsivoglia legame con un preciso fenomeno atmosferico, nella fattispecie, o specie di fatto, a quell'evento che si verifica con cadenza periodica in un qualsiasi corpo celeste rotante intorno ad un astro o comunque ad una fonte luminosa - difatti, è d'obbligo precisare, le conoscenze astronomiche di cui finora l'umanità è in possesso non sono sufficienti a poter affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che siano le stelle le uniche sorgenti luminose dell'universo; come si è scoperto che nelle primordiali galassie le regole della fisica e dell'ortografia non valgono, grazie alle osservazioni compiute dal telescopio spaziale Hubble proprio nel momento in cui state leggendo questa frase, csì potrebbe essere anche per le stelle, dunque, taremo fiuciosi a vedere - ma bensì imperciocché ad una figura retorica detta scrivere parole a caso, in cui ciò che conta non è tanto l'ordine delle parole, ma l'impressione che esse danno sul lettore. Ora, poiché la notte dei tempi non è storicamente contestualizzabile e le fonti risalenti a quell'epoca sono assai scarse, ciò è dovuto principalmente alla totale assenza di luce, è impossibile ipotizzare con certezza quale sia l'origine del fenomeno qui in esame, tuttavia è possibile rifarsi a delle fonti bibliografiche successive per tentare una costruzione storiografica cronologica che quantomeno possa soddisfare i pressanti requisiti che il criterio di enciclopedicità ci impone.


La logorrea in linguistica

La logorrea nelle altre culture

La logorrea nella storia

Personaggi famosi per la loro logorrea

La logorrea nella moderna società occidentale da un punto di vista psicanalitico, biologico e anche un po' gay

È molto importante comprendere gli intimi funzionamenti della logorrea, dal punto di vista psicologico, nella società moderna. È importante perché, come diceva quella persona che non mi ricordo e che diceva proprio questa cosa, se non ci fosse la logorrea non ci sarebbe la tendenza a parlare troppo e si finirebbe per scrivere articoli lunghissimi e prolissi e pieni di ridondanze che si ripetono inutilmente, e noi non vogliamo che ci siano ridondanze che si ripetono inutilmente perché le ridondanze che si ripetono non piacciono a nessuno e tutti odiano le ridondanze che si ripetono inutilmente. Ci limiteremo, in questa brevissima trattazione, alla logorrea nella civiltà occidentale, perché la logorrea in oriente... Ehi! A proposito di oriente, vi ho mai raccontato di quel mio zio che viveva in Trentino (regione italiana del nord contenente le province di Trento e Bolzano, famosa anche per le mele) che un giorno stava raccogliendo le zucchine nel suo orto quando gli suonò il cellulare, solo che questo si trovava nella borsa della SNAM... Non sapete cos'è la SNAM? beh, avete presente quando non trovate qualcosa che però eravate sicuri che fosse lì e invece no, lì non c'è ma cavolo ero proprio sicuro di averla messa lì... uff, ma dov'è? aspetta che la cerco... Dicevamo? Ah sì, parlavamo della logorrea nella civiltà occidentale. Ecco, la logorrea nella civiltà occidentale non esiste. Questo perché nel mondo industrializzato il tempo è denaro e dunque anche la comunicazione deve essere breve e circoncisa, non è infatti pensabile di smettere di produrre beni di consumo per metterci a parlare del più e del meno, come faceva mia zia Guendalina che appena le chiedevo di dirmi dov'era la marmellata iniziava a parlarmi di cose che non c'entravano nulla, come quella volta che mi raccontò che quando suo marito (ossia mio zio Gervaso, e non abbandonatevi a facili battute sul nome) faceva il militare (al tempo c'era la leva obbligatoria. E no, Archimede non c'entra nulla. Che poi la leva non l'ha inventata lui, lui l'ha solo studiata) gli capitò di vedere una macchina costosa che sfrecciava veloce, allora gli fecero segno di fermarsi e su sapete chi c'era? No? nemmeno io, l'ho scordato. E dopo questa breve spiegazione scusate ma devo andare a rispondere al telefono, mia nonna mi chiama.

Voci correlate

Note

Nota alle note

  1. ^ Per non parlare di tua cugina, poi!