Cassio Dione: differenze tra le versioni

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{{quote|Il più grande venditore di pesce-sega che abbia scritto degli imperatori romani, ha ispirato il mio impero e il pesce per le mie truppe dentro le loro tende|Napoleone}}
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{{quote|Senza di lui non avrei mai capito il valore della politica. I popoli non tengono in mano la spada ma il pesce.|Marco Aurelio}}
{{quote|Senza di lui non avrei mai capito il valore della politica. I popoli non tengono in mano la spada ma il pesce.|[[Marco Aurelio]]}}




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==L' identificazione con Priapo==
==L' identificazione con Priapo==



{{quote|L'invidia del pene tra gli uomini e nelle donne nasce dall'Africa grazie al Cassio Dione e si espande in tutto l'occidente.|Sigmund Freud}}
{{quote|L'invidia del pene tra gli uomini e nelle donne nasce dall'Africa grazie al Cassio Dione e si espande in tutto l'occidente.|Sigmund Freud}}
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==Attualizzazione di Cassio==
==Attualizzazione di Cassio==



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« Il più grande venditore di pesce-sega che abbia scritto degli imperatori romani, ha ispirato il mio impero e il pesce per le mie truppe dentro le loro tende »
« Senza di lui non avrei mai capito il valore della politica. I popoli non tengono in mano la spada ma il pesce. »


Biografia

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Cassio Dione

Cassio Dione (Tokio - 3298 a.C. - Oslo - 235 d.C.) è stato un commerciante e uno storico nippo-romano. Suo padre era Cassio Aproniano, un senatore romano chiamato così perchè viveva sempre prono. Cassio nacque nel XXXIII secolo a.C. a Vergate sul Membro nipponica, nel Giappone sud-orientale. L'altro nome suo era "Unno" abbreviato molte volte in "Unn". C'è da aggiungere che veniva anche chiamato per cognome e nome, quindi "Dione Cassio", a seconda della circostanza.

Cassio Dione vagò per molti secoli in Asia vendendo l'aria in dei vasi. Intorno al 186 d.c giunse a Roma dove la sua ascesa politica su fulminea. Da cittadino romano trascorse la maggior parte della sua vita restante nel servizio pubblico, come funzionario imperiale che doveva essere nominato dai cittadini, in preda a crisi isteriche, contro la burocrazia.

Cassio Dione, grande storico che si faceva i pesce sega, in un busto dove non è lui.

Il suo lavoro consisteva nell'essere osteggiato al posto dell'imperatore, sopratutto in vece di Settimio Severo. Divenne anche proconsole d'Africa e in loco familiarizzò con i neri vendendogli a buon prezzo il pesce artico, per soddisfare la solitudine e le balene. Guidò l'esportazione di statue di Priapo che influenzarono l'autosmima virile romana e causò indirettamente le invasioni barbariche. L'imperatore Severo, anch'egli africano, invidiò i suoi connazionali per i sollazzi forniti dal pesce importato dalla Pannonia superior superior superior oltre superior perché questi pesci non erano reperibili a corte ma solo presso il popolo. Pensò bene di condannare a morte Cassio e la sua stirpe, ma ci ripensò nel 229. La Guardia pretoriana, irritata contro di Severo per la sua non-severità condannò Dione Cassio. Cassio scappò in Pannonia e ormai vecchio morì di overdose di pesce. Fu anche uno storico, nel tempo libero.

Commercio internazionale

La prima fase del suo commercio riguardò il pesce per gli africani. La provincia romana del Timbuctù divenne il maggior mercato mondiale di pesce sega del mondo. Proprio in perifeira della città sorgeva la fabbrica di statuette di Priapo, modello africano. Le statuette presero il nome di "Statue di Cassio" in onore al proconsole commerciante. Il membro fallico delle statuette era più lungo anche dei peni africani, oltre che di quelli romani. Cassio accettava le statuette in cambio di pesce sega, necessario agli africani per i loro sollazzi.

Le statue di Cassio deprimevano i romani che ricorsero ad operazioni chirurgiche scoprendo la chirurgia plastica.

Il nostro Cassio pescava personalmente questi pesci per la felicità fisica dei cittadini dell'impero
Statua priapea del Cassio, dall'Africa demoralizzava l'impero romano

La seconda e ultima fase del commercio del Cassio riguardò le balene giapponesi, sempre per gli africani. Per comprare le balene la fabbrica di Timbuctù produsse delle versioni di statuette di priapo ancora più grandi, anche nei membri, per stare agli standard di valore dei cetacei venduti da Cassio Dione. Fù così che le statue arrivarono a Roma peggiorando l'isteria maschile e sociale, che neanche i Beatles secoli dopo. Nessuno volle più lavorare e inizio il declino finanziario. I greci non riconobbero il membro di Priapo nelle statue di Cassio come familiare alle loro statue di Priapo.

Rocco, cittadino italico di quel periodo, cercò di fermare il malumore maschile ma venne schiacciato in una rissa da Platinette. L'imperatore Severo non potè fermare la rivoluzione commerciale ma solo fuggire verso una nuova campagna in Britannia dove si disperse tra le truppe nemiche per non far sapere a tutti il proprio cambio di sesso, deponendo così il trono a favore dei figli Bimbominkia.

La fine del mondo nel Terzo Secolo: causata da Cassio

« Cassio Dione causò le invasioni barbariche perchè non stava accadendo nulla da poter scrivere di abbastanza interessante alla società. Fu la rivoluzione del Cassio. »

Successivamente a questi commerci di statue, I Mori del Burundi furono causa di devastazione, decenni prima dei barbari che scendevano dal nord europa. Dal Burundi si mossero a nord e invasero l'impero, provocando la crisi del terzo secolo, anticipando la crisi dell'anno 1000, la rivoluzione francese e il crollo del muro di Berlino.

Nel 217 d.C. sotto Caracalla imperatore, i "neri armati di lungo bastone", come li definì Malgioglio (ancora signorina all'epoca), partirono dalle foreste e credendo di essere venerati dai romani grazie alla voce sulle statuette priapee portate da Cassio a Roma attraversano il mediterraneo. Giunti in italia parcheggiarono ovunque le macchine, rubate anni prima ai zingari dell'est, (nella storiografia chiamati "Barbari"). Depredarono le case e festeggiarono Priapo con i romani. Come accennato sopra, risale a quest' epoca la ribalta femminile di Malgioglio.

Intorno al 250 d.C. i zingari dell'est (i veri barbari) invasero la penisola e in generale tutto l'impero in cerca delle loro auto nuove parcheggiate, come ad esempio la Trabant. Arrivando in africa dove si vendicarono sui Mori. I barbari in africa si chiamarono Vandali e nel medioevo si nascosero negli stadi, distruggendoli per secoli. A questo punto gli italiani tra le statue dei neri e i neri reali strinsero le chiappe nella depressione arrivando al culmine della crisi nel 267, sotto Marco Arurelio.


Le Trabant rubate furono parcheggiate non "a Cassio" ma secondo eleganza e ordine. Provocarono la discesa dei barbari che entrarono dentro l'impero per riprendersele

Opere letteriarie

Cassio Dione, da storico, pubblicò una Storia romana Priapea in milleottanta libri, scritti in giapponese, frutto delle sue ricerche sociali e del lavorò in Africa. Descrive il mondo romano di quegli anni venne fortemente messo in crisi economica dal commercio (o del Cassio) del suo pesce, perché gli africani lo compravano SOLO con statuette di Priapo, dio del membro. Le statuette divennero causa di depressione negli uomini dell'Impero che paragonavano Priapo africano con il Priapo greco, dal membro più accettabile per i loro standard. In pochi anni il lavoro nel mondo romano calò drasticamente provocando l'inflazione e la crisi del terzo secolo, ovvero l'invasione dei barbari, l'orticaria, e il confronto genitale tra eterosessuali. Cassio narra queste vicende e confessa di aver provocato lui tutti i mali dell'umanità ma ritiene la sua opera necessaria: "il mondo aveva bisogno di Priapo e del pesce tanto quanto lui aveva bisogno di scrivere la storia". Famoso il suo commento "cose che succedono"

Catalogo delle opere di Dione Cassio

Come si può vedere dai titoli delle sue opere, di cui rimangono a noi ben pochi frammenti, Cassio era uno storico molto avanti per l'epoca:

  • Pesce sega per solitari e accoppiati. Come venderlo e usarlo in bagno (in fretta)
  • Storia romana universale da Romolo al Fascismo
  • Crisi del III secolo a.C. secondo gli storici del XX secolo d.C.
  • Storia romana Priapea
  • La guerra di religione nel III millennio a.C. tra la Norvegia Cristiana e il Giappone Buddista
  • Storia del Giappone romano prima della bomba atomica
  • Alessandro Orlando, uomo del domani nel commercio internazionale
  • Teologia educativa per i barbari sopra il mio nome, oltre il sistema Hegeliano"'
  • La menata storica con gli africani

Lo stile

Cassio Dione ha imitato Alessandro Orlando nello stile di vendita, conosciuto nel 1000 a.c. a Creta mentre facevano i Cretesi. Famose sono le cassiane "aste energiche" di davanti a miliardi di cittadini del Burundi, solitari e bisognosi del pesce sega. Ma l'imitatore non è paragonabile all'originale nella velocità di vendita e nella distribuzione truffatore-cliente dei prezzi superscontati. Non supera Alessandro neanche nella solidità della missione umana e nel ragionamento accurato di commercio internazionale.

L' identificazione con Priapo

« L'invidia del pene tra gli uomini e nelle donne nasce dall'Africa grazie al Cassio Dione e si espande in tutto l'occidente. »
(Sigmund Freud)

Il grande uomo è stato venerato come figlio di Priapo, proprio dai romani che identificavano le statue africane del dio proprio con Cassio Dione. L'invida era diretta proprio personalmente a Cassio, per le dimensioni del pene. L'imperatore Severo non lo condannò a morte per ammirazione fallica, riporta la fonte Vladimir Luxuria.

Attualizzazione di Cassio

« E che Cassio Dione!!! »
Colonna eretta virilmente "a Cassio Dione" dall'imperatore Settimio Severo, in Groelandia, luogo dal quale pescava e usava i pesce sega.

"Cassio Dione" è anche una potente imprecazione, si dice creata da Settimio Severo in persona. Fu addirittura resa ufficiale e valida dal vate, che si astenne da metterla nella sua teologia e pratica santa e bestemmiatrice. L'analisi del Vate su tale bestemmia, riguarda la parola "Cassio" e "Dione". Il difficile rapporto dialettico tra i due termini è di difficile comprensione ed è attualmente un mistero.

Nell'epoca moderna e contemporanea la cultura cattolica e la tolleranza religiosa, che ha radici illuministiche, suggerisce a noi il dovere di non pronunciare mai il nome di Dio in vano. Dotti esponenti filosofici come Hegel e tantissimi altri trovarono il modo di sfogare istintivamente la collera con il mondo intero attraverso l' esclamazione del nome di "Cassio Dione". Oggi giorno è molto in voga e risolutiva tale pratica anche da esponenti clericali, sopratutto da quelli che amano gli interessi comuni al personaggio, ovvero il pesce e la storia. Tale imprecazione è in uso presso i discendenti di chi visse la crisi del terzo secolo e se la prendono ancora con Cassio. Specie in circoli culturali come pomeriggio 5.

Il famoso egocentrico tuttologo Vittorio Sgarbi ha annoverato, sin dal 1897, tale imprecazione nel suo repertorio più pregiato.

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