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= Rivalità calcistica Italia-Germania =
[[File:Striscione Italia-Germania alleati.jpg|right|thumb|240px|Un [[Er Monnezza|intellettuale romano]] fa un breve excursus su Italia-Germania.]]
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Si definisce '''rivalità calcistica [[Nazionale di calcio italiana|Italia]]-[[Nazionale di calcio della Germania|Germania]]''' l'unica soddisfazione a livello internazionale che l'Italia ha nei confronti dell'[[austerity]] tedesca.
 
== Ragione sociale ==
Siccome agli italiani il calcio interessa più della politica europea, ogni vittoria sulla Germania equivale al completo riscatto italiano sul piano socio-politico-economico in campo internazionale, nonostante l'Italia rischi più e più volte il [[default]], lo [[spread]] raggunga le sei cifre e la Germania la superi in tutti i ranking possibili ([[Standard&Poors]], [[ranking UEFA]], [[ranking FIFA]], classifica sulla durata media dei [[Sesso|rapporti sessuali]]...); nulla può toglierci la soddisfazione di dire ai tedeschi
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neanche la resurrezione improvvisa di [[Hitler]] deciso a scagliare la sua [[Bomba fine di mondo|arma più potente]] contro l'Italia.<br />
 
== La [[legge dei grandi numeri]] ==
[[File:Italia Germania nel calcio.jpg|right|thumb|200px|Litografia allegorica di inizio [[XXI secolo]].]]
Secondo questa legge è inevitabile che prima o poi la Germania trionfi sull'Italia. Non è possibile che ogni confronto tra ''Azzurri'' e ''Die Adler'' si traduca sempre in una sconfitta per l'undici teutonico.<br />
Se le leggi matematiche funzionassero regolarmente una volta applicate nella vita vera non avreste speso 1200 euro al [[videopoker]], un giorno vi farete una strappona e non ricevereste un mojito in faccia ogni volta che ci provate con una. Ma sappiamo bene che teoria e pratica viaggiano su due piani diversi, che raramente si incontrano: per questo motivo le uniche volte che i crucchi hanno vinto è stato durante le amichevoli.<br />
E l'ultima vittoria risale al [[1995]], quando [[Jürgen Klinsmann]] giocava nell'[[Inter]] e riceveva gli elogi della stampa tedesca, al posto degli insulti tributatigli nel [[2006]], a causa del [[Mondiali di calcio Germania 2006|piccolo incidente]] capitato a [[Dortmund]] in semifinale.<br />
 
== I confronti storici ==
La rivalità affonda le sue radici negli [[anni '20]], quando i giocatori erano in bianco e nero e il calcio internazionale somigliava al torneo parrocchiale di Pozzolo Formigaro.<ref>Ancora oggi uno dei tornei più prestigiosi in ambito internazionale.</ref><br />
Il primo confronto in una competizione ufficiale si ha solo nel [[1962]], nei gironi del [[Mondiali di calcio Cile 1962|mondiale del Cile]], durante una partita in cui a vincere fu la nazionale della [[Noia]], mentre le due squadre evitarono la porta avversaria come la [[Peste|peste nera]], preferendo concludere sullo 0-0.<ref>Per la cronaca: fu uno dei mondiali più noiosi della storia, infatti fu vinto dal [[Nazionale di calcio del Brasile|Brasile]].</ref>
 
=== [[Mondiali di calcio Messico 1970|Messico '70]] ===
{{Vedi anche|Partita del secolo}}
[[File:Lapide commemorativa partita del secolo.jpg|left|thumb|250px|Fu una partita talmente spettacolare come il Messico non ne vedrà mai più.]]
Fu nel 1970 che la rivalità assunse le note di folklore e di bestemmie che riveste tutt'oggi.<br />
L'Italia proveniva da una serie di critiche fatte dalla stampa nazionale che giocava allo sport preferito dagli italiani: la [[polemica]].<br />
Siccome da quell'anno venivano addirittura concesse ben due sostituzioni, l'allora CT, [[Ferruccio Valcarggi]], decise che [[Gianni Rivera|Rivera]] doveva occupare un posto d'onore in campo: la [[panchina]].<ref>Almeno per un tempo.</ref>
L'Italia come sempre passò un girone ostico solo per 1/4 e arrivò ai quarti contro i padroni di casa, reduci dalla recente rivoluzione guidata da [[Pancho Villa]]<ref>Sì, lo sappiamo che si era conclusa 50 anni prima, ma, si sa, i messicani sono un popolo indolente e ci hanno messo in po' a rendersene conto...</ref> e quindi non ancora pronti ad affrontare una competizione di quel livello; quindi in semifinale incontrò la Germania, reduce da un girone ancor più osceno e da un quarto contro i [[Nazionale di calcio dell'Inghilterra|campioni in carica]] (che ottennero il titolo in quanto inventori del calcio).<br />
La sfida si preannunciava tesissima, anche perché nell'intervallo si sarebbe tenuta un'appassionante gara di baffi, con le ''Aquile'' capitanate da un [[Kaiser|anziano giocatore di Monaco]] e da un [[Himmler|oriundo di origini argentine]] e gli ''Azzurri'' capitanati da [[Mazzola]] e Poletti.<br />
La partita inizia, con un'Italia frizzante, anche in virtù della acqua [[Perrier (acqua minerale)|Perrier]] bevuta prima del fischio d'inizio. Dopo 8' Mazzola, grazie alle sue doti da strozzino, si fa consegnare la palla da una terrorizzata difesa tedesca, la passa a [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]] che infila la palla in rete e festeggia con un [[fosbury]].<br />
 
 
== Note ==
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{{Calcio}}
 
= Gli altri cantieri =

Versione delle 19:00, 9 giu 2014

Walter Fontana

« È un calcio mélato! »
(Walter Fontana riconosce l'importante ruolo dell'attrice milanese nel calcio internazionale.)
« E la lira s'impenna! »
(Walter Fontana spiega la recente crisi economica.)
« Nel mondo ci sono milioni di videocamere, ma ancora più numerosi sono gli stronzi che le manovrano. »
(Walter Fontana su tv verità.)
« Il programma che sta al giornalismo come l'alluce valgo sta all'alluce. »
(Walter Fontana su Quinta Colonna.)
« Benché abbia scoperto che esistere nuoce alla mia immagine »
(Walter Fontana si confessa su Chi)

.


Walter Fontana (Sala doppiaggio Merak Film 1957) è una famosa voce di Mai dire Gol. E nient'altro, in quanto non esiste come corpo fisico. Tanto quanto la Gialappa's Band.

Biografia

Walter Fontana nasce da un'involontario spasmo muscolo-gastro-polmonare di Carlo Romano mentre prestava la sua voce a Jerry Lewis. Era un momento critico in cui serviva una tonalità molto alta: lo sforzo fece fuoriuscire un acuto dalla gola dell'attore romano. La voce però non si esaurì e cominciò invece a riempire l'aria[1] densa e pregna ed iniziò a prendere vita, emettendo dapprima suoni, poi vocalizzi, infine elaborando concetti complessi. Improvvisò inoltre una serie di dissacranti prese in giro verso tutto lo studio; da questo episodio si poté saggiare il suo talento comico ed intuire il destino che gli profilava: posto fisso come dipendente pubblico.

Sepp mon amour

Alla vigilia dei Mondiali 1998 il mondo intero si è reso conto che la Fifa non solo esisteva davvero, ma aveva anche un presidente. Anche se stava meglio senza.
Fontana se ne accorse meglio di chiunque altro ed utilizzò le sue schede per illustrare al pubblico le grandi manovre operate dal brillante presidente Blatter, come l'introduzione del Golden Gol e del ballottaggio in caso di pareggio dopo 120', del doppio arbitro in campo, l'obbligo per tutte le nazionali di imparare a memoria l'inno composto da Ricky Martin ed usarlo in sostituzione del proprio inno nazionale e la sostituzione dei tacchetti di ferro con quelli di porcellana perché si abbinavano meglio ai manti erbosi francesi. Questo almeno secondo quanto riportavano le fonti citate da Fontana, tra cui segnaliamo beppegrillo.it. Condusse le inchieste in maniera assolutamente imparziale, anzi si fece consigliare da Emilio Fede per essere più sicuro. Portiamo come esempio alcune frasi che testimoniano la sua neutralità:

« Un altro pallino di Blatter è il suo cervello, incastrato all'interno del cranio. »

L'inganno del Dottor Frattale

Per smentire le voci sulla sua presunta mancanza di un corpo fisico un giorno si presentò davanti alle telecamere con un nuovo personaggio: uno stronzo dalla lingua di velluto (altrimenti noto come responsabile delle risorse umane), che spiegava a luminosi dirigenti dallo stipendio di giada come crocifiggere in sala mensa i propri subalterni seguendo la filosofia zen, il feng shui e tutte quelle vaccate new age che andavano tanto di moda fino al 2005; a ciò si aggiungano alcuni impercettibili manifestazioni psicotiche riguardo una Volvo i e suoi accessori, mutui a tasso variabile e altre disgrazie varie che da sempre funestano la classe media: era il 12 maggio 1998 (me lo ricordo bene fu l'ultima volta che Maurizio Gasparri disse una cosa intelligente) quando nacque il dottor Frattale.
Ma la gente era scettica e volle toccare con mano, ma fu qui che si scoprì che Walter Fontana aveva utilizzato dei fondi neri di Fininvest (cosa di cui qualche malpensante magistrato comunista avrebbe poi incolpato gli innocenti Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri) per farsi costruire da ingegneri compiacenti al CERN di Ginevra un involucro robotico in cui far risiedere la propria entità vocale; ovviamente per completare le varie operazioni si avvalse di alcuni prestacorpo, essendo lui sprovvisto di arti per portare le valigette.
Scoppiò lo scandalo e per questo gli fu proibito di ricomparire in video, motivo per cui non esistono altri personaggi fisici da lui interpretati, ma solo voci di sottofondo.

  1. ^ assieme agli odori e sapori della pajata che aveva mangiato a pranzo

Burlesque

Il Burlesque è quell'arte[citazione necessaria] che ha convinto tutte le donne più brutte del mondo di essere delle vagine di dimensioni stratosferiche capaci di sedurre anche il titanio.

Burnout 3: Takedown

« Ieri sera ho bevuto qualche Singapore Sling di troppo... »
(Dj Stryker informa sulla situazione del traffico nel sud-est asiatico)
« Prendi questo Atomika! »
(Dj Stryker con il/la suo/a amante segreto/a[1])
« Sapete cosa ci vorrebbe qui a... OH CAZZO! »
(Dj Stryker prima di essere colpito dalla portiera vagante che ha posto fine alla sua carriera)

Burnout 3: Takedown è il terzo capitolo della serie ideata da Criterion Games che ha insegnato ai videogiocatori di tutto il mondo come "pimpare" le proprie auto sui guardrails.
In questo episodio è stata aggiunta una nuova manovra, il Takedown per far cessare le bestemmie e permettere al giocatore di sfogare i propri istinti omicidi.

  1. ^ Questa ambiguità è dovuta alla differenza di sesso di Atomika tra la versione in inglese e quella in italiano.


Richard Hammond

« Yeah. »
(Richard Hammond ammette di aver guidato una Smart.)
« L'auto più bella di tutti i tempi. »
(Hammond su qualunque serie di Porsche 911.[1])
« È come fare fuoristrada con un palazzo! »
(Hammond quella volta che uscì di strada con una Fiat Multipla.)
« Hammond io ti ammazzo! »
(Jeremy Clarkson dopo aver scoperto la passione di Hammond per la Nascar.)

Richard Hammond, detto anche Hamster, ovvero criceto, per le dimensioni, l'attitudine alla corsa e la folta peluria invernale, è un famoso nano, nonché conduttore radiofonico, esperto di motori e conduttore televisivo con la passione per la terapia intensiva. Ma soprattutto nano.

Biografia

Richard Hammond nasce a Soulihull il 19 dicembre 1969, dopo due settimane di gravidanza. Ancora oggi detiene il record della gravidanza umana più controversa di tutto il Regno Unito per la durata incredibilmente lunga del parto, che durò 7 mesi 15 giorni 2 minuti e 27 secondi netti, secondo il timekeeping ufficiale. Il nascituro non voleva uscire in alcun modo dall'utero, poiché temeva le avversità della vita, come incidenti d'auto, uomini alti e stronzi o uomini di mezz'età con noiosi e con pessimo gusto nel vestire. I medici avviarono le trattative e lo convinsero, mentendo, della bellezza del mondo. La prima cosa che vide al mondo fu una Porsche 911 che subito riconobbe come madre, motivo per cui è ancora così legato a questo modello di auto, anche perché la 911 è sempre la 911. Perché non cambia mai nonostante gli anni, le serie e miliardi spesi in progettazione. Ma andiamo avanti.

  1. ^ Sì, anche il Maggiolino.

Rivalità calcistica Italia-Germania

Un intellettuale romano fa un breve excursus su Italia-Germania.
(Italiano dal 2006 in poi su Italia-Germania.)
« Prima o poi... »
(Tedesco che autoalimenta false speranze.)
« Ci vendicheremo del 2006! »
(Stampa tedesca che alimenta false speranze, prima della semifinale di Euro 2012.)
« È dal 1945 che non vedevo la Germania trionfare sull'Italia! »
(Nando Martellini commenta l'amichevole dell'8 ottobre 1977, ricordando la Confederations Cup del 1945.)


Si definisce rivalità calcistica Italia-Germania l'unica soddisfazione a livello internazionale che l'Italia ha nei confronti dell'austerity tedesca.

Ragione sociale

Siccome agli italiani il calcio interessa più della politica europea, ogni vittoria sulla Germania equivale al completo riscatto italiano sul piano socio-politico-economico in campo internazionale, nonostante l'Italia rischi più e più volte il default, lo spread raggunga le sei cifre e la Germania la superi in tutti i ranking possibili (Standard&Poors, ranking UEFA, ranking FIFA, classifica sulla durata media dei rapporti sessuali...); nulla può toglierci la soddisfazione di dire ai tedeschi

« Suca »

neanche la resurrezione improvvisa di Hitler deciso a scagliare la sua arma più potente contro l'Italia.

La legge dei grandi numeri

Litografia allegorica di inizio XXI secolo.

Secondo questa legge è inevitabile che prima o poi la Germania trionfi sull'Italia. Non è possibile che ogni confronto tra Azzurri e Die Adler si traduca sempre in una sconfitta per l'undici teutonico.
Se le leggi matematiche funzionassero regolarmente una volta applicate nella vita vera non avreste speso 1200 euro al videopoker, un giorno vi farete una strappona e non ricevereste un mojito in faccia ogni volta che ci provate con una. Ma sappiamo bene che teoria e pratica viaggiano su due piani diversi, che raramente si incontrano: per questo motivo le uniche volte che i crucchi hanno vinto è stato durante le amichevoli.
E l'ultima vittoria risale al 1995, quando Jürgen Klinsmann giocava nell'Inter e riceveva gli elogi della stampa tedesca, al posto degli insulti tributatigli nel 2006, a causa del piccolo incidente capitato a Dortmund in semifinale.

I confronti storici

La rivalità affonda le sue radici negli anni '20, quando i giocatori erano in bianco e nero e il calcio internazionale somigliava al torneo parrocchiale di Pozzolo Formigaro.[1]
Il primo confronto in una competizione ufficiale si ha solo nel 1962, nei gironi del mondiale del Cile, durante una partita in cui a vincere fu la nazionale della Noia, mentre le due squadre evitarono la porta avversaria come la peste nera, preferendo concludere sullo 0-0.[2]

Messico '70

   La stessa cosa ma di più: Partita del secolo.
Fu una partita talmente spettacolare come il Messico non ne vedrà mai più.

Fu nel 1970 che la rivalità assunse le note di folklore e di bestemmie che riveste tutt'oggi.
L'Italia proveniva da una serie di critiche fatte dalla stampa nazionale che giocava allo sport preferito dagli italiani: la polemica.
Siccome da quell'anno venivano addirittura concesse ben due sostituzioni, l'allora CT, Ferruccio Valcarggi, decise che Rivera doveva occupare un posto d'onore in campo: la panchina.[3] L'Italia come sempre passò un girone ostico solo per 1/4 e arrivò ai quarti contro i padroni di casa, reduci dalla recente rivoluzione guidata da Pancho Villa[4] e quindi non ancora pronti ad affrontare una competizione di quel livello; quindi in semifinale incontrò la Germania, reduce da un girone ancor più osceno e da un quarto contro i campioni in carica (che ottennero il titolo in quanto inventori del calcio).
La sfida si preannunciava tesissima, anche perché nell'intervallo si sarebbe tenuta un'appassionante gara di baffi, con le Aquile capitanate da un anziano giocatore di Monaco e da un oriundo di origini argentine e gli Azzurri capitanati da Mazzola e Poletti.
La partita inizia, con un'Italia frizzante, anche in virtù della acqua Perrier bevuta prima del fischio d'inizio. Dopo 8' Mazzola, grazie alle sue doti da strozzino, si fa consegnare la palla da una terrorizzata difesa tedesca, la passa a Boninsegna che infila la palla in rete e festeggia con un fosbury.


Note

  1. ^ Ancora oggi uno dei tornei più prestigiosi in ambito internazionale.
  2. ^ Per la cronaca: fu uno dei mondiali più noiosi della storia, infatti fu vinto dal Brasile.
  3. ^ Almeno per un tempo.
  4. ^ Sì, lo sappiamo che si era conclusa 50 anni prima, ma, si sa, i messicani sono un popolo indolente e ci hanno messo in po' a rendersene conto...

Gli altri cantieri

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