Panchina

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Panchina

Una Panchina Rex, massimo predatore della specie
Classificazione scientifica
Regno Arredamento urbanistico
Phylum ... et Spiritum Santo
Famiglia Poggiculo
Genere IKEA
« Sopra la panca, la capra campa. Sotto la panca, la capra crepa. »
(Scioglilingua che insegna che sotto ogni panchina c'è una capra morta)
« Casa dolce casa. »
(Barbone su panchina)
« Ai miei tempi, qui era tutto panchine! »
(Anziano che vaneggia seduto su una panchina)
« Ma certo che ti facciamo giocare, per ora stai in panchina. »
(Allenatore della squadra su uno che non vuole far giocare)
« Ila è bona♥ »
(Scritte casuali sulle panchine, ad incidere il cuore ci è voluto così tanto che alla fine lei è morta di vecchiaia)
« Muore su una panchina, per 6 ore nessuno se ne accorge »
(Notizia di cronaca reale: mai avvicinarsi ad una panchina)

La panchina (diminutivo di panca, dal latino "luogodovepoggiareilculoinpiùpersone) è un oggetto da arredamento posto in spazi pubblici dove più persone possono contemporaneamente fermarcisi sopra e sprecare preziosi minuti della propria vita. La panchina è anche il ruolo di Filippo Inzaghi e Adriano.

La panchina e i giovani

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Panchina
Due ragazzi normalmente appollaiati su una delle panchine più brutte del mondo, in mezzo al vuoto cosmico.

Le panchine sono molto usate dai ragazzi giovani, come luogo di incontro. Perfino le panchine apparentemente più normali sono in realtà spruzzate di ferormoni con l'obiettivo di attirare ragazzi e ragazze che appollaiati sopra in equilibrio si scambiano battute sulla gente che li circonda e fischiano alle fighe di passaggio. La maggior parte delle volte ciò avviene per il puro e semplice cazzeggio, ma anche quando si è semplicemente in attesa del bus.

Habitat

Per i ragazzi una panchina è un vero e proprio trespolo dove allenarsi a mantenere l'equilibrio. Ovviamente, la normale base della panchina dove si presuppone di poggiare il delicato culo non è davvero l'obiettivo dei deretani dei ragazzi, che preferiscono stare seduti sopra lo schienale, per provare l'ebrezza dell'altezza. Quando però la quota è troppo alta i ragazzi tevono tornare a terra per riprendere ossigeno, quindi capita di vederli anche seduti normalmente. Gli opzionali braccioli della panchina sono in realtà un'estensione dove sedersi in gruppo, dove bisogna destricarsi per mantenere due chiappe in equilibrio su una singola sbarra orizzontale. Sarebbe più facile se la sbarra fosse verticale.

Una panchina che non sarà mai più la stessa.

Abbiamo detto che i ragazzi possono anche stare seduti nel normale spazio per il sedere, ma ovviamente non lo poggeranno realmente, è solo una finta. Difatti, la maggior parte dei sedere dei giovani sono calamite che, essendo di segno opposto alla forza emessa dalle panchine, non possono proprio poggiarcelo. Così, tengono i ginocchi sul petto e stanno con i piedi sulla panchina, tenendo il sedere contro lo schienale. Si, sembra che stiano cacando, ma in realtà è solo figo.

Vandalizzamento

Ma per passare il tempo su una panchina, parlare non è abbastanza. Moltissimi ragazzi lasciano ai posteri un odiosissimo messaggio tipo "Andrea puzza" o "Giulia ti amo bao". Questi messaggi, spesso scritti in bimbominkiese, contengono personali sfoghi come dichiarazioni d'amore o di odio. Come un diario, solo che invece di essere segretissimo e personale lo vai a dire a tutti. E ovviamente a tutti non piace vedere una panchina imbrattata di scritte al punto che le nuove coprono le vecchie e spesso non si capisce più un cavolo. Riscritti uno su l'altro, alcuni messaggi finiscono per essere "Marco sei paperotta bella chiamami ti voglio bene merda!" La pratica di vandalizzare le panchine con messaggi personali è talmente popolare che trovare una panchina pulita è praticamente impossibile. E mentre i vecchi lanciano insulti dialettali quando vedono una panchina imbrattata, dei giovani scrivono a pennarello indelebile "Minchione chi legge".

La panchina e i vecchi

Un branco di vecchietti durante una gara di sfrangiamento di maroni in panchina.
"Il vecchio sbronzo con moglie e cane su panchina", artista ignoto, Museo dell'Ouvre.

Per i vecchi la panchina è il santa-sanctorum: un vero e proprio luogo di culto e riflessione dove NON espiare le proprie colpe ed imparare a gettarle sugli altri. Un anziano non può resistere per più di dieci minuti in piedi senza trovare un luogo dove sedersi, e quei luoghi sono sparsi ovunque per la città, sono le panchine. C'è perfino chi ipotizza che esistano solo per gli anziani (perché effettivamente è così). I vecchietti si siedono quindi sulle panchine e cominciano a commentare tutto quello che gli succede attorno in modo negativo. La gioventù fa schifo, il tempo è brutto, la pensione è bassa, il caffè gli si è versato sui pantaloni.

Da notare come i vecchietti non hanno davvero nulla da fare sulla panchina, ma spesso ne hanno bisogno per riprendere fiato o per tirare la loro dose quotidiana di bestemmie. Il modus operandi di un anziano seduto sulla panchina è abbastanza monotono:

  • Si siede sulla panchina.
  • Si guarda in giro.
  • Controlla che non si sia seduto su qualcosa.
  • Sputa.
  • Borbotta qualcosa.
  • Si guarda in giro.
  • Picchia il bastone per terra.
  • Guarda male un ragazzino.
  • Tira fuori un fazzoletto e si asciuga la fronte.
  • Si guarda in giro.
  • Fa un ampio respiro.
  • Si guarda in giro.
  • Si guarda in giro.
  • Si guarda in giro.
  • Un'altro ampio respiro.
  • Si alza.
  • No, è una finta, si risiede.
  • Si guarda in giro.
  • Fa un respiro grandissimo.
  • Tossisce perché l'ha caricato troppo.
  • Prende un fazzoletto e lo mette davanti alla bocca.
  • Già che c'è si pulisce il naso.
  • Borbotta qualcosa.
  • Si guarda in giro.
  • Punta meglio il bastone.
  • Dimentica il fazzoletto sulla panchina.
  • Fa un ampio respiro.
  • Si alza.
  • Si guarda in giro e se ne va.

Il tutto in un'ora e mezzo.

La panchina e i senzatetto

Un barbone si cava gli occhi sulla sua panchina preferita.

Per un barbone, una panchina non è un luogo di pausa, ma una villa. Pensava anche di allargarla e aggiungerci una sala da biliardo, ma poi la polizia potrebbe rompere con l'abuso edilizio. I senzatetto, come dice il nome, non hanno un pavimento: dove potrebbero mai andare a vivere? Si stendono quindi sulle panchine e vi dormono sopra tutta la notte. Svegliati dal sole dell'alba (o dalla sirena di un carabiniere che passa) i barboni se ne vanno dalla panchina e si mettono ai bordi delle strade per pregare la gente di donargli qualche spicciolo per comprarsi un pollo intero in macelleria. Al calare del sole, il barbone torna alla sua casa, si fa la doccia, mangia qualcosa e poi va a letto. In pratica, si stende sulla panchina. Questo lo porta a scontrarsi con gli altri esseri che usano la panchina.

Barboni VS giovani

I barboni odiano i ragazzini, perché non danno mai un soldo ma imbrattano la sua casa. Vi piacerebbe se un giorno vi trovaste sulle mura di casa "Pietro ama Lucia"? I risvolti di queste situazioni sono spesso grotteschi: i ragazzini più piccoli fuggono terrorizzati dall'odore delle ascelle del barbone quando gli grida contro, mentre i ragazzi più grandi danno fuoco al barbone con il kerosene.

Barboni VS vecchietti

Anche fra barboni e vecchietti c'è una grande antipatia, perché sono entrambi due omuncoli dalla vita vissuta e con un grande odio contro il mondo intero. Questo non significa che vadano d'accordo, anche se entrambi potrebbero stare per ore a parlare di come i ragazzini sono degli stupidi. Quando un vecchietto vede un barbone, lo guarda male (come qualsiasi altra cosa respiri) e minaccia di non avvicinarsi di più alla panchina. Insomma, li sfratta. E quando ci saranno notizie di un vecchietto che ha dato fuoco ad un barbone... beh, quella sarà una notizia spettacolare per i tg.

La panchina e lo sport

La squadra italiana di calcio in panchina con Lippi che fa da buttafuori.

La panchina esiste anche nel mondo dello sport: quando un giocatore non sa giocare ma è stato messo nella squadra dietro fittizi pagamenti, viene messo in panchina. Qui, non fa assolutamente nulla e la squadra vince. L'ingiustizia è che quando poi si festeggia, una fetta di pizza va anche a lui. La panchina in questo caso è molto più lunga del solito e sempre coperta, per permettere all'allenatore di non bagnarsi la preziosa testolina mentre grida cosa fare ai giocatori in campo. Se succedesse, evaporerebbe subito perché la testa gli va a fuoco dalla rabbia.

Anche se voi avrete capito che io parlassi di calcio[citazione necessaria], si tratta di una cosa applicabile a tutti gli sport. La panchina nel mondo dello sport è quindi un modello perfetto di panchina: comoda, spaziosa e coperta. Ma ovviamente non è quella che si trova in città. Quella nel parco non molto distante da casa vostra è piena di scritte, mezza storta e il legno sta marcendo.