Pancho Villa

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Un cavallo. Da qualche parte nella foto dovrebbe esserci anche Pancho Villa.

Pancho Villa, pseudonimo di José Doroteo Arango Arámbula Fulgencio Antonio Rubio Gonçalo Eufemio del Carraturos y Posalaquaglias y Vaccariellos Pinto e Olhalavechias, fu un rivoluzionario guerrigliero messicano, combattente per la libertà del suo popolo contro svariate dittature, che nel tempo libero faceva un sacco di film per finanziare le sue imprese. È considerato inoltre l'inventore dello stereotipo del messicano coi baffi e il sombrero, anche se è in corso un contenzioso con il Caffè Sombrero per il brevetto.

Biografia

José Doroteo Arango ecc. che, armato di mitragliatrice, si appresta a dominare il mondo

Nato a Macarena City alla fine dell'ottocento, iniziò subito a fare il ribelle: tirava caccole e pezzi di merda addosso ai passanti in nome della libertà. Entrò in contatto in seguito con Emiliano Zapata, e da lui imparò a ricamare i merletti sulle tovaglie.

La revoluciòn

Prese la città di Sfrantumadas nel 1913 con un esercito volontario di coscritti armati di pochi fucili, spazzole da water e turpiloqui; qui impiccò tutti assieme, con un'unica corda, i circa cinquemila sostenitori del dittatore Victoriano "la caroña 'mpestada" Huerta, ma lo sforzo dei suoi uomini per sollevare quell'enorme carico provocò moltissime ernie. Ciò fatto parlò al popolo liberato in nome della democrazia, iniziando il suo discorso con la storica frase "Pueblo de mierda...".

Nel 1916 attacca la città di Columbus, nel Nuovo Messico, dove era presente una guarnigione di seicento turisti americani. A Hollywood, a corto di soggetti per film dove prodi americani bianchi pestano per bene gente marroncina, fiutano subito l'affare. Se ne pentiranno amaramente.

La reazione americana

Gli americani assediano Pancho Villa nella sua hacienda nello stato di Chihuahua, dove si recò con pochi uomini, e molte donne, dopo il cordiale invito del nuovo governo messicano a togliersi dai coglioni.

Venne circondato e, rifiutandosi di arrendersi, tentò il suicidio ingurgitando 24 chili di fagioli borlotti lessi ed emettendo violente flautulenze i cui miasmi appestarono per molti mesi la Sierra che, di conseguenza, si spopolò; furono così violenti gli olezzi da lui emessi che l'esercito che lo aveva circondato si ritirò precipitosamente nel 1917, liberandosi anche degli abiti impregnati dalle puzze tremende che fuoriuscivano senza posa da questo pur nobile personaggio.

Nel 1923, mentre si intrattiene in un puttan tour automobilistico in quel di Parral Chihuahuese, urta accidentalmente una trentina di proiettili che vagavano senza meta per le vie della città. Le autorità negheranno l'attentato per decenni sostenendo che un uomo che sopravvive a 24 chili di borlotti può sopravvivere anche ai proiettili.

Il mito di Villa nella cultura di massa

Pancho Villa nei libri di scuola americani