Ulisse: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Amore butta la pasta che arrivo tra poco...|Ulisse sul suo imminente ritorno a casa}}
{{Avvisounicode}}
{{Cit2|E ora tutti a casa!|Ulisse e le ultime parole famose}}
{{nota disambigua}}
{{Cit2|Prendi le tue cose e vai a dormire sul divano!|[[Penelope]] al ritorno di Ulisse}}
{{Personaggio
{{Cit2|Nessuno è perfetto!|Il motto di Ulisse}}
|medium = mitologia
[[File:Filottete con piede fasciato.jpg|right|thumb|270px|Ulisse si sventaglia il piede, poiché soffre di [[puzza di piedi|bromidrosi plantare]], considerata una malattia mortale ai tempi. ]]
|saga = [[Ciclo troiano]]
{{NonCitazioniLink}}
|nome italiano = Ulisse
'''Ulisse''' (chiamato dagli amici '''Odisseo''' o '''Il piacere della scoperta''') è un celebre viaggiatore, protagonista dei due più famosi romanzi erotici, ovvero l’[[Iliade]] e l’[[Odissea]], nonché attore principale nel celeberrimo ''Torna a casa Ulisse!''. Conosciuto per il suo ''multiforme ingegno e [[culo]] stratosferico'', Ulisse viene visto da molti come l’incarnazione dell’intelligenza e dell’astuzia, da altri come il tipico racconta balle che per cuccare un poco con altre donne aveva dovuto usare la solita scusa dell’''esco e torno, cara! Tu aspettami, faccio subito'', altri lo definiscono proprio un bel [[delfino]] in quella pubblicità delle caramelle.<br /> Fu re di [[Itaca]], isoletta sperduta nel [[Mar Ionio]], figlio di [[Laerte]] e Anticlea, sposo infedele di [[Penelope]], padre di [[Telemaco]] e non è da escludersi che lo fosse anche di Gino, Pino ed Evaristo, [[cugino]] di Pierpaolo, cugino di secondo grado di Giulio, aveva un cane, [[Argo]], ed un pappagallo, Polly. Fu un re discreto, ''studia ma non si applica'' era il giudizio dei suoi maestri, per il resto non fece granché nella sua terra natia a parte passare le giornate a giocare interminabili partite a [[scacchi]] con sé stesso: e perdeva sempre. Però c’è da dire che sapeva scrivere ''Massachusetts'' senza sbagliare e lo sapeva anche pronunciare. <br /> Vediamo come il nostro eroe seppe far parlare di sé, e di certo non grazie alla sua scaltrezza.
|nome = {{Polytonic|Ὀδυσσεύς}}
|epiteto = ''Prudente'', ''distruttore di rocche'', ''luminoso'', ''astuto'', ''divino'', ''dal multiforme ingegno''
|immagine = Odysseus Tiresias Cdm Paris 422.jpg
|didascalia = Odisseo e [[Tiresia]]
|prima apparizione = [[Iliade]] di [[Omero]], [[IX secolo a.C.]] circa
|parenti = [[Laerte]] <small>(padre, secondo la maggior parte delle fonti)</small> <br /> [[Sisifo]] <small>(padre, secondo un'altra tradizione)</small> <br /> [[Anticlea]] <small>(madre)</small> <br /> [[Penelope (mitologia)|Penelope]] <small>(moglie)</small> <br /> [[Telemaco]], [[Telegono]] e [[Ausone]] o Ausonio <small>(figli)</small> <br /> [[Euriloco (mitologia)|Euriloco]] <small>(cognato)</small>
|alleati = [[Diomede]], [[Atena]], [[Eumeo]], [[Filezio]], [[Tiresia]], [[Alcinoo]], [[Nausicaa]]
|nemici = [[Troiani (popolo)|Troiani]] (e loro alleati), [[Poseidone]], [[Aiace Telamonio]], [[Polifemo]], [[Lestrigoni]], [[Proci]], [[Melanto (Odissea)|Melanto]], [[Melanzio]]
|incipit = no
}}
[[File:UlisseM.jpg|thumb|[[Villa del Casale]] di [[Piazza Armerina]]]]
'''Ulisse''' (dal [[lingua latina|latino]] Ulyssēs) o '''Odisseo''' (pronunciato /odis'sεo/ o alla latina /o'disseo/<ref>[http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=32170&r=8449 DOP].</ref>; dal [[lingua greca|greco]] {{Polytonic|Ὀδυσσεύς}}, Odysseus) è un personaggio della [[mitologia greca]]. Originario di [[Itaca]], è uno degli [[Eroe|eroi]] [[achei]] descritti e narrati da [[Omero]] nell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]'' e nell<nowiki>'</nowiki>''[[Odissea]]'', celeberrima opera [[letteratura|letteraria]], quest'ultima, che dal suo protagonista prende il nome.


==il nome e la sua vera storia==
== La guewwa di Twoia ==
{{Vedi anche|Iliade}}
[[File:Cavallo_a_dondolo.jpg|right|270px|thumb|L'ingegnoso [[cavallo di Troia]] costruito da quella faina di Ulisse.]]
=== Prima della partenza ===
Come ben sappiamo, Ulisse partecipò alla [[guerra di Troia]] grazie a quel rompicoglioni di Palamede, un tizio passato alla storia solo per non essersi fatto i cazzi suoi. Gli Achei difatti stavano tutti per partire per Troia e aspettavano solo Ulisse. Tutti lo cercavano e nessuno lo trovava: dietro a un albero, nel ripostiglio, sotto a un sasso. Niente!<br />
Così decisero di andarlo a prendere a Itaca, dove Ulisse, per non partire, si finse pazzo facendosi trovare su una spiaggia ad arare la sabbia. Il buon Palamede, capendo l'inganno, si mise davanti all'aratro, ma Ulisse gli passò sopra.<br />
Allora disse ad Agamennone – Mettiti tu davanti – Io? e perché io? – Perché io ci sono già stato e non mi ha cagato – Vabbé.<br />Fu così che Agamennone si tagliò un piede. Allora Palamede, che tutt'oggi è famoso solo per questo episodio, ebbe la geniale intuizione di mettere il figlio di Ulisse davanti all'aratro. Se non è pazzo – pensò quel cazzuto di Palamede – si fermerà. Fu così che Telemaco fu portato d'urgenza al [[pronto soccorso]], Penelope fece una cazziata a Ulisse e Ulisse partì pur di non sentirsi la moglie.


Ulisse successivamente tirò lo stesso pacco ad Achille che, per non partire per la guerra, si era vestito da donna e giocava alle bambole con le figlie del re Licomede fingendosi ricchione.
Il vero nome di questo eroe era Odisseo, nome dal significato formidabile datogli dal nonno [[Autolico]], che aveva previsto quanto il nipote avrebbe combattuto nella vita (''Odissèus'' significa "Colui che è odiato" o "colui che odia").
Ulisse, epiteto datogli dai Romani (reso celebre da [[Livio Andronico]]), che significa "Lo Zoppo" in riferimento ad una ferita riportata alla coscia in una battuta di caccia, è la "personificazione" dell'astuzia, del coraggio, della curiosità e dell'abilità manuale.
Figlio di [[Anticlea]] e di [[Laerte]], da parte materna Ulisse è nipote di [[Ermes]].


== Le versioni della guerra di Troia ==
=== Durante la guerra ===
Ulisse, come detto, fu uno degli attori non protagonisti nella guerra di Troia ed è ricordato per numerose vicende, tra le quali ricordiamo:
{{vedi anche|Guerra di Troia}}
* il furto del Palladio, una statua di [[pongo]] con le fattezze della dea [[Atena]], che rubò grazie all'aiuto di [[Diomede]]: costoro infatti entrarono di nascosto a Troia vestiti da mendicanti e vinsero la statua al gioco delle tre carte con quel coglione di [[Priamo]]
* le percosse a [[Tersite]], che gli costarono una denuncia per [[mobbing]]
* il tentativo di riportare [[Achille]] in battaglia dopo il litigio con Agamennone, che gli valse un sonoro vaffanculo da parte del Pelide
* lo scontro con [[Aiace Telamonio|Aiace Telefonio]] per avere l'armatura di Achille in omaggio: Aiace era infatti una vera e propria [[fungirl]] di Achille, mentre Ulisse voleva l'armatura solo per rivenderla poi su [[eBay]]. Alla fine la spuntò Ulisse grazie alla sua astuzia e Aiace si suicidò con il gas.


=== Il cavallo di Troia ===
Esistono diverse versioni di tale racconto:
Grazie alle sue profonde conoscenze nel campo della falegnameria e del [[fai da te]] convinse i suoi compagni a costruire un enorme [[cavallo]] di legno, promettendo loro un bel panino con la porchetta a fine lavoro, che li avrebbe fatti trionfare nella famigerata guerra. In pratica dentro questo cavallo si sarebbero rifugiati tutti i Greci, il cavallo sarebbe stato trascinato fino alle porte di [[Troia (città)|Troia]], i Troiani, credendolo un dono di [[Poseidone]], poiché spesso offriva loro enormi animali di legno senza un motivo alcuno, l’avrebbero fatto entrare dentro la città, poi, credendo la guerra finita, si sarebbero ubriacati e addormentati e alla fine di tutto ciò, loro, i [[Greci]], sarebbero sbucati fuori dal cavallo e avrebbero trucidato quei babbei dei Troiani. Un piano diabolicamente perfetto.


{{quote|Ulisse, ma sei sicuro che funzionerà?|Qualcuno fa una domanda lecita di fronte a questa tremenda stronzata}}
* Secondo [[Pseudo-Apollodoro|Apollodoro]], Ulisse crea il progetto del cavallo ma è [[Epeo]], famoso artista a costruirlo prendendo il legno dal sacro monte Ida.<ref>Pseudo-Apollodoro, Epitome, 5,14</ref>
* Secondo [[Igino Astronomo|Igino]], Epeo, figlio di [[Panopeo]] sotto l'aiuto di [[Atena]] riuscì a costruire la creazione senza l'aiuto di Ulisse.<ref>Igino, Favola, 108</ref>
* Secondo [[Tzetze]], [[Prilide]] propose sotto la guida di Atena l'idea del [[cavallo]] di legno ed Epeo fu ben lieto di creare tale opera. Ulisse ne prese tutto il merito.<ref>Tzetze, Scoli a Licofrone, 219 e seguenti</ref>
* Secondo [[Pausania il Periegeta|Pausania]], il cavallo di legno era semplicemente una macchina bellica con la quale i greci attaccarono le mura e le distrussero.<ref>Pausania, Libro I, 23,10</ref>
* Secondo [[Virgilio]] per quanto riguarda il dono ricevuto, si pensava fosse di Atena perché Odisseo e Diomede avevano derubato il tempio della dea.<ref>Virgilio, Eneide, II, 13-249</ref> Ma Ulisse aveva consacrato il cavallo ad Atena per evitare la sua collera.<ref>Pseudo-Apollodoro, Epitome, 5,15</ref>


{{quote|Ma certo! Perché non dovrebbe?|Ulisse, dopo aver finito di costruire un cavallo a dondolo formato bambino}}
== Da Itaca e ritorno ==
[[File:Odysseus and Calypso.jpg|thumb|right|340px|''Gli amori di Ulisse e Calipso'', dipinto di [[Jan Brueghel il Vecchio]], [[Londra]], Johnny van Haeften Gallery]]
[[File:Lastman Odysseus and Nausicaä.jpg|thumb|right|350px|''Ulisse si presenta a Nausicaa sulla spiaggia'', dipinto di [[Pieter Lastman]], 1617, [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Alte Pinakothek]]]]


Ed effettivamente funzionò, il problema fu trasportare il cavallo fino alle mura di Troia, cosa che lasciarono fare ad Ulisse, ma soprattutto riuscire a starci tutti dentro, visto che il legno non bastava ed erano stati costretti a costruirlo più piccolo del dovuto. <br />Molti storici però mettono in dubbio che l’idea sia stata proprio sua, infatti sono state rilevate recenti epigrafi in cui si fa riferimento ad un certo ''Odisseo il babbeo'', un greco, re di Itaca, marito di una tale Penelope, però stupido e che soleva portare un paio di [[mutande]] sulla testa cantando ''Grazie Roma''; improbabile sarebbe quindi l’ideazione del piano del cavallo di legno, visto che probabilmente non sapeva neppure cos’era un cavallo e tanto meno un ''di legno''. La cosa non trova però un riscontro filologico, antropologico, frenologico, logico quindi che non daremo credito a queste notizie fuorvianti e fallaci.<br /> O forse sì.
Re di [[Itaca]], figlio di [[Laerte]] (anche se una tradizione lo vuole figlio di [[Sisifo]]) e di [[Anticlea]], sposo di [[Penelope (mitologia)|Penelope]], padre di [[Telemaco]], Ulisse vorrebbe ritornare agli affetti familiari e alla nativa Itaca dopo dieci anni passati a [[Troia (Asia Minore)|Troia]] a causa della [[guerra]] (suo è l'espediente del [[cavallo]] di [[legno]] che permette di sbloccare la situazione), ma l'odio di un dio avverso, [[Poseidone]], glielo impedisce. Costretto da continui incidenti e incredibili peripezie, dopo altri dieci anni, grazie anche all'aiuto della [[dio|dea]] [[Atena]], riuscirà a portare a compimento il proprio ritorno a casa.


== Da Itaca e ritorno: l'Odissea, ovvero come perdere la rotta di casa per ben dodici volte ==
Le tappe del ritorno (in greco ''nostos'') sono dodici, numero degli insiemi perfetti. Si alternano tappe in cui l'insidia è manifesta (mostruosità, aggressione, morte) a tappe in cui l'insidia è solo latente: un'[[Xenia (antica Grecia)|ospitalità]] che nasconde un pericolo, un divieto da non infrangere.
{{Vedi anche|Odissea}}
Dopo la partenza da Troia, Ulisse fa tappa a [[Ismaro]], nella terra dei [[Ciconi]], per fare bottino. Qui risparmia Marone, sacerdote di [[Apollo]], che gli dona quel vino forte e dolcissimo che gli tornerà utile nella grotta di [[Polifemo]].
[[File:Ulisse_e_le_Sirene.jpg|280px|right|thumb|'''Ulisse s'appresta a caricare tre meretrici sulla nave''', ''olio su tela, 3cm x 2cm=6cm''.]]
Seconda tappa nella terra dei [[Lotofagi]], ospitali ma insidiosi: offrono infatti ai compagni di Odisseo il [[loto]], un frutto che fa dimenticare il ritorno, costringendo l'eroe a forzarli per farli salire sulle navi.
Dopo aver passato dieci anni a gozzovigliare a [[Troia]], a Ulisse venne in mente di rincasare, anche perché aveva ormai esaurito la scorta di [[calzini]] puliti e Penelope continuava ad addebitargli le chiamate. Si mise quindi in [[viaggio]] con i suoi compagni, ma ecco, proprio mentre stava facendo il pieno alla nave, un [[piccione]] gli cagò in testa per poi finirgli direttamente addosso.


{{quote|Porco Poseidone!}}
La terza tappa è nella terra dei [[Ciclope (mitologia greca)|Ciclopi]]. Qui Odisseo, insieme ad alcuni compagni, entra per chiedere ospitalità nella grotta di Polifemo, figlio di [[Poseidone]], rischiando invece di trovarvi la fine del viaggio: sei compagni vengono infatti divorati dal Ciclope e solo grazie alla sua astuzia Odisseo riesce a evitare l'insidia. Egli infatti, fatto ubriacare il ciclope con il vino donatogli da Marone, lo acceca; così, mentre Polifemo porta a pascolare le capre, Odisseo ed i suoi compagni superstiti ci si nascondo sotto e riescono a fuggire. Giunge quindi nell'isola di [[Eolo]], dio dei [[Vento|venti]], da cui viene ospitalmente accolto ricevendo in dono l'[[otre]] dei venti, accompagnato da un [[Tabù|divieto]] da non infrangere: nessuno dovrà aprire l'otre. Saranno i compagni però che, invidiosi del dono dell'ospite, ormai in prossimità di Itaca, approfittando del sonno di Odisseo, apriranno l'otre scatenando i venti che risospingeranno la nave al largo.


Non l’avesse mai detto! Poseidone udì dall’alto dell’[[Olimpo]] e si incazzò come una [[biscia]], quindi decise: gli avrebbe tolto il saluto. Poi ci ripensò, riportò alla mente quella volta che Ulisse aveva scaricato scorie radioattive sui suoi mari e decise di rendergli impossibile il ritorno a casa. Ma fu ampiamente favorito da Ulisse stesso che, nella sua decantata astuzia e intelligenza, aveva perso la [[bussola]]. Letteralmente. Gli era caduta in mare.
Quinta tappa presso i [[Lestrigoni]], mostruosi quasi quanto i Ciclopi. Anche qui Odisseo perde alcuni compagni e molte navi, ma riesce a salvarsi. Giunge poi nell'isola di [[Circe]], una maga seducente che trasforma i compagni di Odisseo in porci. Grazie all'aiuto di [[Ermes]], che gli dà una misteriosa erba quale [[antidoto]] alla maledizione della maga, l'eroe riesce ad evitare l'insidia e costringe Circe a restituire ai compagni sembianze umane. Dopo l'avventura di Circe, Odisseo - su indicazione della stessa maga - si accinge a una nuova prova, la [[catabasi]] nel regno dei morti. Lì riesce a entrare in contatto con le figure dei compagni perduti durante la guerra di Troia, con la madre e con l'indovino [[Tiresia]], che gli presagirà un ritorno luttuoso e difficile, invitandolo a guardarsi dal toccare le vacche del [[Elio (mitologia)|Sole]] [[Iperione (mitologia)|iperionide]].


{{Dialogo|Compagni|Ulisse, da che parte andiamo?|Ulisse|Ehm… di là!|Compagni|Ma di là si va in [[Africa]]!|Ulisse|Ah, ok allora da quella parte!|Compagni|Ma così ritorniamo a Troia!}}
Rimessosi in rotta Ulisse dovrà vedersela ancora con le pericolose [[sirene]], i mostri [[Scilla (mitologia)|Scilla]] e [[Cariddi]] e con la disubbidienza dei propri compagni che non riescono a frenare la voglia di [[Banchetto|banchettare]] con le attraenti mucche. Per questo Odisseo racconta di essere stato per nove giorni in balia di terribili tempeste scatenate da Zeus, da cui riuscì a scampare grazie all'arrivo sull'isola di [[Ogigia]] dove incontra [[Calipso]]. Odisseo giunge quindi nella terra dei [[Feaci]] a cui racconta lo stratagemma del cavallo di Troia. L'eroe è dunque riaccompagnato dai Feaci a casa con abbondanti doni, e dopo essersi rivelato al figlio e al fedele [[Eumeo]] si reca alla reggia dove si fa accogliere come un mendicante. Qui, schernito ripetutamente dai tracotanti [[Proci]], partecipa alla gara di arco organizzata da Penelope, che aveva promesso di consegnarsi in sposa a colui che sarebbe riuscito a scoccare una freccia dal pesante arco del marito facendola passare per le fessure di dodici scuri allineate. Nessuno dei pretendenti riesce anche solo a tendere l'arco, e così Odisseo chiede di poter fare un tentativo. Sotto gli occhi torvi dei Proci, dopo aver scaldato l'arma sulla fiamma, Odisseo riesce perfettamente nell'impresa di tendere l'arco e scoccare. A questo punto, spalleggiato da Atena, non gli rimane che scatenare la vendetta che aveva attentamente preparato con Eumeo, [[Filenzio]] e il figlio.


Nonostante tutto, alla fine riuscirono a salpare per una meta indefinita, convinti da Ulisse che disse loro di aver visto una [[stella cometa]] che gli stava indicando la via: meno male che tutti credevano che la stella cometa fosse il gabbiano.<br />Grazie alle indicazioni sbagliate di Ulisse e all’intromissione di Poseidone, che escogitava sempre qualche nuovo burla per evitare loro un felice ritorno, non si persero '''una''' volta, ma ben '''dodici'''! La prima tappa fu a '''Ismaro''', dove incontrarono il sacerdote di Apollo, Marone<ref>Un nome un perché.</ref>, a cui chiesero la strada di casa, ma che li ammorbò con [[Sindrome dell'indicazione fuorviante|indicazioni fuorvianti]]:
== Le possibili morti di Ulisse ==
[[File:Il-Mio-Nome-è-Nessuno.jpg|left|250px]]
[[File:Odysseus from Schwab book 1.jpg|thumb|right|330px|''La strage dei pretendenti'', disegno, 1882, Illustrazione da [[Schwab Gustav]]]]
{{quote|Allora, vedi l’edicola di Chrisostomos l’edicolante? Bene, prendi la terza traversa a destra, non ho detto né la prima né la seconda né la quarta, ma proprio la terza. Sali, poi giri intorno a quello scoglio a forma di rondella, sai com’è fatta una rondella no? Mio cugino ha un negozio di rondelle, se vuoi te ne procuro qualcuna, i prezzi sono convenienti. Ah dicevo, lo scoglio… Poi prendi quella stradina, quella che c’è accanto alla panetteria di Chrisostomos il panettiere, vai vai vai vai vai, continua a salire, poi ti fermi e prendi per quella strada a sinistra là…}}


Nessuno aveva capito un [[cazzo]] e in tutta risposta lo menarono e gli rubarono il [[vino]], come era d’uso ai tempi. La seconda tappa li portò dai '''Lotofagi''', che li accolsero con grandi cerimonie, ovvero tirandogli secchiate d’[[acqua]] putrida in faccia, e poi li indussero a mangiare il loto, un frutto ''che sballa 1 cifra, cumpà'' e che fece dimenticare loro il perché di quel viaggio<ref>O più semplicemente molti fingevano di averlo scordato per non imbarcarsi nuovamente con quell'ovino di Ulisse.</ref>. Ulisse invece rifiutò di mangiarlo, perché era intollerante al lattosio e poi gli veniva l’acidità di stomaco.<br />Dopo aver caricato a forza i suoi compagni sulla nave, il prode Ulisse si rimise in viaggio consultando stavolta una cartina che tenne per tutto il tempo al contrario: fu così che sbarcarono sulla [[terra]] dei '''[[ciclope|Ciclopi]]'''. Stanchi e con i [[coglioni]] che ruotavano a [[velocità]] direttamente proporzionale alla voglia di uccidere quel testa di pigna di Ulisse, decisero di entrare in una grotta per chiedere ospitalità. E chi ci trovarono se non un orrido, puzzolente, grasso, con la barba malfatta, i vestiti laceri, le unghie rotte e mangiate, i capelli spettinati, i denti gialli ecc ecc... insomma, chi ci trovarono se non un ciclope?
Nel libro undicesimo dell'''Odissea'', l'indovino Tiresia predice il futuro del re itacese infatti gli predice una morte "Ex thalos" che vuol dire "dal mare" o "lontano dal mare" . Una volta uccisi i Proci, ripartirà verso terre lontane, ai confini del regno di Poseidone ossia oltre le [[Colonne d'Ercole]]. Giungerà ad una terra dove non si conoscono il mare e le navi, dove non si condiscono i cibi col sale. Quando un viandante scambierà il remo di Ulisse per un ventilabro, potrà fermarsi, piantare il remo e offrire sacrifici a Poseidone. Tornerà quindi ad Itaca, offrirà sacrifici a tutti gli dèi e una lieta morte verrà dal mare durante una serena vecchiaia, circondato da popoli pacificati. Le ulteriori peregrinazioni di Ulisse e la sua morte sono state trattate in canti epici che non sono pervenuti. Per questo, diversi scrittori hanno ipotizzato la possibile morte di Ulisse. Letteratura e miti ci narrano tre diverse versioni sulla morte di Ulisse:
* Nell'''Epitome'' dello [[Pseudo-Apollodoro]], tornato ad Itaca, l'eroe scopre che Telemaco ha lasciato la sua casa. Dopo che un oracolo gli ha predetto infatti che Ulisse sarebbe morto per mano del figlio, Telemaco ha scelto l'esilio volontario nella vicina [[Cefalonia]]. Ulisse, senza esserne a conoscenza, ha dato un figlio a Circe, presso la quale aveva soggiornato nel suo lungo viaggio di ritorno da Troia. [[Telegono]], questo il suo nome, era alla ricerca del padre e, sulle sue orme, giunge ad Itaca. Lo sbarco di stranieri provoca un immediato allarme, così Ulisse e le sue guardie scendono alla riva. Ne nasce una battaglia, in cui Ulisse muore proprio per mano di Telegono.
* Nella ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]], [[Inferno-canto XXVI]], il poeta immagina l'ultimo viaggio di Ulisse (riferendosi alla versione in latino di Ovidio), l'ultima sfida oltre le [[Colonne d'Ercole]]. L'impresa si conclude con il naufragio provocato da un'enorme vortice e la morte dell'eroe greco con tutti i suoi compagni.
* In "l'ultimo viaggio" (nei ''Poemi Conviviali'') di [[Giovanni Pascoli|Pascoli]], Ulisse, passati dieci anni dal suo ritorno, riprende il mare e percorre a ritroso il viaggio dell'Odissea. Ma i suoi ricordi non corrispondono più alla realtà. Presso l'isola delle sirene naufraga e il suo corpo è trasportato dal mare sull'isola di Calipso.


{{dialogo|Polifemo|Chi siete che venite a turbare la mia pace? Proprio ora che ero nel bel mezzo di [[Harry Potter]] poi!|Ulisse|Io sono… [[Nessuno]] e questi sono i miei compagni Pieros, Pinos, Ginos, Giannis, Pinottos…|Polifemo|Certo che tu hai proprio un nome di merda, i tuoi ti volevano proprio male per chiamarti così…}}
== Ulisse nell'arte ==
Dopo questa constatazione amichevole, Polifemo li annusò per bene uno per uno e siccome aveva voglia di [[pollo]] decise di mangiarli e pulirsi i denti con le loro ossa. I compagni maledirono cento volte quel [[babbuino]] del loro comandante e le loro ultime parole furono spesso <<''Ci rivedremo nell’[[Ade]] e là ti farò il [[culo]] a strisce!''>>. Ulisse usò buona parte del tempo a urlare come una donnetta isterica, finché non si ricordò del vino che aveva rubato a Marone: gli venne in mente un’[[idea]]. Prese la bottiglia e ''pam!'', con un gesto magistrale la gettò nell’unico occhio del ciclope che urlò di dolore.
Nell'[[arte greca]], le prime raffigurazioni di Odisseo sono di pittori vascolari del periodo orientalizzante, inizio del [[VII secolo]], dunque immediatamente successive la composizione dell'''Odissea'' stessa. Nelle loro opere la più rappresentata è la scena dell'accecamento di [[Polifemo]] da parte di Odisseo e dei suoi compagni, episodio che più di altri evidenzia l'astuzia e l'intelligenza dell'eroe, per cui si vede come sin dall'inizio l'arte figurativa interpreti correttamente la figura di Odisseo, secondo la lettura che ne verrà data nei secoli successivi. In quanto a frequenza di attestazione, poi, per secondo viene l'incontro con [[Scilla (Forco)|Scilla]], il peggior pericolo forse tra quelli effettivamente corsi da Odisseo durante le sue peregrinazioni e per terzo, infine, quello con le Sirene, simbolo per eccellenza del potere della seduzione della conoscenza.


{{quote|Ahia, ma sei scemo?!}}
Dopo l'età protogreca le raffigurazioni del mito di Odisseo, comparse, come s'è detto, improvvisamente e massicciamente nella pittura vascolare e in quella minore nella prima metà del VII secolo, si interrompono quasi del tutto. Per l'età classica ci è pervenuto un solo esempio, un cratere italico del tardo [[V secolo]], che però si riferisce non al testo omerico ma a ''Il Ciclope'', il dramma satiresco di [[Euripide]]. Il tema diventerà nuovamente fiorente solo in età [[ellenismo|ellenistica]], per poi diventare una tra le fonti di maggiore ispirazione per l'[[arte romana]].


Lui e i pochi sopravvissuti approfittarono della confusione generale per fuggire verso la nave e salpare. Ah, e per rubargli il [[portafoglio]]. Polifemo, nero di rabbia, chiese aiuto ai suoi fratelli affinché uccidessero Ulisse e i suoi compagni:
== Ulisse nella letteratura ==
Ulisse è, per antonomasia, l'uomo affascinato dall'ignoto. [[James Joyce]] prende a modello la sua figura e la sua storia per il suo romanzo, l'''[[Ulysses]]''. [[Ugo Foscolo]] vide nel proprio destino di esule somiglianze con quello dell'eroe omerico. [[Guido Gozzano]], in piena polemica antidannunziana, lo presenta ironicamente come un moderno ''"viveur"'' (''L'Ipotesi'').
* ''[[Il ritorno di Ulisse (Bridges)|Il ritorno di Ulisse]]'' - Dramma di [[Robert Seymour Bridges]].
* ''[[L'arco di Ulisse]]'' - Opera di [[Gerhart Hauptmann]].
* ''[[L'ultimo viaggio di Ulisse]]'' - Poemetto di [[Arturo Graf]].
* ''[[Le avventure di Ulisse]]'' - Composizione in prosa
* ''[[Los trabajos de Ulises]]'' - Commedia di [[Luis de Belmonte Bermúdez]].
* ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'' - Romanzo di [[James Joyce]].
* ''[[Ulisse (Rowe)|Ulisse]]'' - Tragedia di [[Nicholas Rowe]].
* ''[[Ulisse (Ponsard)|Ulisse]]'' - Dramma di [[François Ponsard]].
* ''[[Capitan Ulisse]]'' - Dramma di [[Alberto Savinio]].
* ''[[Mensagem]]'' - Plaquette di versi di [[Fernando Pessoa]], nella quale è contenuta anche una poesia dal titolo ''Ulisses'', dedicata all'eroe greco in quanto ipotetico fondatore di Lisbona.
* ''[[Ulisse (Saba)|Ulisse]]'' - poesia lirica di [[Umberto Saba]], facente parte della raccolta ''[[Canzoniere]]''.
* ''[[Ulisse, il Mare Color del Vino]]'' - Il mito di Ulisse narrato per giovani lettori da [[Giovanni Nucci]].
* ''[[L'oracolo]]'' di [[Valerio Massimo Manfredi]] - Un Ulisse misterioso sopravvissuto fino ai giorni nostri.
* ''[[Ulysses (Tennyson)|Ulysses]]'' - Poema di [[Alfred Tennyson]]
* ''[[Dicono di Odisseo]]'' - Romanzo di [[Imme Dros]]
* '' [[le avventure di Ulisse]] ''- libro di Geronimo Stilton, della collana grandi libri pubblicato nel 2008-2009
* ''[[L'importanza di chiamarsi Ulisse]]'' - Saggio di Francesca Alghisio e Nicola Fedel
* ''[[Ulisse e Batman]]''- Fumetto di Bob Kane
==== Nella commedia dantesca ====
Nel XXVI canto dell'Inferno di [[Dante Alighieri|Dante]] è condannato alla tribolazione eterna, nella [[Cerchi dell'Inferno#Ottava bolgia|bolgia dei consiglieri di frode]], a causa degli inganni perpetrati (il Cavallo di Troia, l'inganno che fa ad Achille per partire a Troia e il furto del [[Palladio (mitologia)|Palladio]]). Viene anche narrata la sua morte: Ulisse venne rovinato dalla sua smania di conoscenza, oltrepassando le colonne d'Ercole ([[Inferno - Canto ventiseiesimo|Canto XXVI]]) e naufragando miseramente giungendo in vista della montagna del [[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]. Per Dante, il ''folle viaggio'' rappresenta la volontà di superare i limiti della conoscenza umana; la [[follia]] di Ulisse non consiste nella ribellione personale contro un ordine prestabilito, bensì nel tentativo di superare i limiti della finitezza dell'essere umano. Ulisse è perciò sicuramente considerato da Dante un [[Magnanimità|magnanimo]]. Ma il peccato di Ulisse, oltre essere quello di aver provocato con le sue menzogne dolore e sofferenza, nasce anche dall'aver portato all'eccesso le sue [[virtù]], confidando in esse senza il sostegno della Grazia divina, e volendo farsi simile a Dio stesso. La follia consiste nella dimenticanza di essere una semplice [[Creazione (teologia)|creatura]], esaltando la propria intelligenza al punto di trasformare ciò che è positivo (il desiderio di seguire ''virtute e conoscenza'') in un'irragionevole negazione dell'esistenza di ogni limite.


{{dialogo2|Polifemo|Fratelli, nessuno mi ha accecato e mi ha pure rubato il portafoglio, quella cloaca!|Fratelli|Ma non rompere, torna a giocare con le tue pecore.}}
==== ''Iliade'' ====
[[File:Eolo.JPG|260px|right|thumb|[[Eolo]], dio dei venti. Vi immaginavate chissà quale figaccione e invece assomiglia ad uno dei sette nani. ]]
Fu così che Ulisse si salvò<ref>Accidenti!</ref>, ma le cose non migliorarono affatto. Finirono da [[Eolo]], il dio dei venti che, mosso a compassione, donò loro l’otre dei venti accompagnata dal divieto di non aprirla per nessun motivo<ref>Vi chiederete a cosa servisse, ma non lo so neppure io.</ref>. Purtroppo però ad Ulisse scappò da pisciare e, siccome i bagni erano tutti occupati, decise di farla dentro l’otre che, una volta aperta, sprigionò i venti che li portarono totalmente fuori rotta.<br />Da qui in poi quel volpone di un [[re]] di Itaca fece tante immani cazzate, tra cui: finire dai '''Lestrigoni''', mostri brutali e violenti, andare a letto con la maga '''[[Circe]]''' e dirle solo alla fine che è sposato con prole a carico, finire nel regno dei morti dove incontra gli spiriti dei compagni deceduti, che finalmente possono suonarlo come un [[tamburo]], la madre, che gli raccomanda di tenere sempre la maglina di lana sennò prende freddo, e l’[[indovino]] [[Tiresia]] che gli presagirà un ritorno luttuoso e difficile.


{{quote|E capirai!|Ulisse mentre si tocca le palle}}
Nell'''[[Iliade]]'' Ulisse non ha un ruolo molto importante, anche se il poeta non manca di sottolineare il suo valore bellico. Ulisse compie le sue imprese più note perlopiù a fianco di [[Diomede (Tideo)|Diomede]]: nel decimo libro, i due assaltano il campo dei Traci, con Diomede che sgozza i nemici addormentati e Ulisse che gli copre le spalle: nell'undicesimo, Ulisse colpisce a morte il giovane [[Molione]], valletto e auriga del re asiatico [[Timbreo]], ucciso poco prima da Diomede.


Per non parlare poi di quando se la vide con le temibili [[sirena|sirene]] della [[polizia|pula]] o di quando finì nell’[[isola]] di Ogigia insieme a [[Calipso]] e gente come [[Adriano Pappalardo|Pappalardo]] o [[Cecchi Paone]] in un improbabile [[Isola dei Famosi|reality show]]. Alla fine, dopo ben nove anni sprecati a rimbalzare da un posto all’altro, Ulisse riesce a tornare ad Itaca dopo essere riuscito miracolosamente ad accendere con un cerino il [[navigatore satellitare]]. Qui vi trova i '''Proci''', intenti a fare la corte alla moglie per insediarsi sul suo trono, e li scaccia a colpi di [[scopa]] sul [[culo]].
==== ''Odissea'' ====
L<nowiki>'</nowiki>''[[Odissea]]'' è uno dei ''[[nostoi]]'' (o ritorni) che raccontano le avventure degli eroi omerici dopo la guerra, ma tra tutti questi [[poema|poemi]] (in principio trasmessi oralmente) è certamente il più famoso. La fama del poema è certamente legata al suo personaggio principale che rappresenta, anche secondo la nozione comune, l'''uomo moderno''. Una caratteristica di Ulisse è certamente la tradizionale ''καλοκαγαθία'' (=benignità) eroica, l'essere di bell'aspetto ed eticamente virtuoso, cui aggiunge uno straordinario senso pratico e una grande curiosità che, unita al suo incredibile genio, lo rendono capace di risolvere ogni ostacolo con successo.


{{dialogo2|Ulisse|Penelope non ci crederai mai a quello che mi è successo!|Penelope|Sì, ora chissà quale stronzata ti inventerai per non dirmi che hai dimenticato di comprare il sale.}}
Si deve inoltre ricordare che Ulisse nel suo viaggio all'interno dell'Ade incontra anche la madre, morta di dolore dopo la partenza del figlio per la guerra. Odisseo incontra amici e personaggi illustri (come [[Achille]], il giudice [[Minosse]], [[Orione (mitologia)|Orione]]): vede anche i dannati, come [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]] e [[Sisifo]]. Tuttavia le anime che Ulisse incontra nell'Ade sono prive di vera e propria forza interiore, sono prive di ricordi, sono ombre presentate sotto forma di sogni. Esse infatti hanno bisogno di [[sangue]] (ed è per questo che Circe dona a Ulisse e ai suoi compagni un agnello e una pecora nera da sacrificare) per ricordare le loro vite passate, e le rimpiangono amaramente. Anche per questo l'Odissea può essere considerata un "proseguimento dell'''Iliade''": alla morte di personaggi illustri come [[Achille]], [[Ettore (mitologia)|Ettore]] o [[Patroclo]], i nemici o gli eroi stessi annunciano il rimpianto, molto diverso dalla nostra concezione di morte attuale, l'andare in un mondo migliore, onore concesso solo a pochi fortunati parenti, amici o umani amati dagli dei.


== La nuova partenza ==
I morti rimpiangono la luce del sole perché è la cosa che ricorda più ai defunti la vita, l'amore, la vendetta, gli istinti primordiali dell'uomo. La madre e la moglie di Ulisse sono intese come persone "buone" e molto legate alla famiglia per fedeltà e forza d'animo, così come nell'Iliade lo sono la madre e la moglie di Ettore, [[Ecuba (mitologia)|Ecuba]] e [[Andromaca (mitologia)|Andromaca]], che mal sopportano la morte di Ettore ma continuano la loro vita, amaramente.
Come predetto da Tiresia, Ulisse partì di nuovo dopo dieci anni per arrivare presso popoli che non conoscevano il mare, che non usavano il sale e che avrebbero scambiato la sua pala per uno STOP dei [[vigile urbano|vigili urbani]]. Probabilmente si trattava degli [[Svizzeri]].


{{dialogo|Penelope|Ulisse, ma dove cazzo vai un'altra volta?|Ulisse|Vado aldilà del mare, Tiresia mi ha detto che....|Penelope|Ma che me ne frega a me di quello che ha detto Tiresia. Tu devi rimanere qua. Ci sta una casa da portare avanti! Argo, quel cane di merda, ha fatto 13 figli, e chi se ne occupa?}}
==== ''Aiace'' ====
Nella tragedia di [Sofocle] ''[[Aiace (Sofocle)|Aiace]]'', che prende il nome dal protagonista, Ulisse è colui che con [[Agamennone]] e [[Menelao]] ha suscitato l'ira, e con essa la follia di [[Aiace Telamonio|Aiace]]. La tragedia ha infatti inizio con Aiace che ha trucidato di notte un intero gregge di pecore, credendole soldati Greci a causa di un inganno di [[Atena (mitologia)|Atena]], perché voleva vendicarsi della decisione da parte dei due Atridi di assegnare a Ulisse, piuttosto che a lui, le armi del defunto [[Achille]].


Così Ulisse partì di nuovo pur di non sentire la moglie, questa volta per non più tornare. Dante racconta che Ulisse, dopo aver varcato le [[colonne d'Ercole]], entrò nell'Oceano e navigò per mesi, finché non sbarcò su una terra, scese dalla nave, baciò il suolo e la battezzò [[San Salvador]]. Poi Dante racconta anche che nel viaggio di ritorno sbagliò rotta e arrivò presso la Montagna del [[Purgatorio]], zona su cui vigeva il segreto militare e per questo fu affondato.
Tuttavia in questa tragedia Ulisse ha un ruolo quasi marginale, ma alla fine è lui ad intervenire nella lite fra [[Teucro (Telamone)|Teucro]] (figlio di [[Telamone (mitologia)|Telamone]] e fratellastro di Aiace) che voleva seppellire il corpo del fratellastro suicida, e i due capi Atridi che volevano invece negare al cadavere la sepoltura per punirlo del tentato eccidio. Ulisse infatti entra in scena e con poche parole riesce a convincere [[Agamennone]] a lasciare che Aiace venga sepolto in virtù dei suoi meriti e del suo passato apporto all'esercito greco.
Teucro tuttavia non gli permetterà di partecipare alla sepoltura, come egli avrebbe invece voluto, per non fare cosa sgradita al defunto.


Secondo il commediografo '''Apollodopo''', Ulisse sarebbe morto per mano di un figlio generato con la maga Circe, '''Telefono'''.
Va ricordato inoltre che nell'''[[Odissea]]'' (Libro XI), quando Ulisse andrà nel regno dell'Ade ed incontrerà fra gli altri personaggi Aiace, costui si rifiuterà orgogliosamente di rivolgergli la parola e riappacificarsi con lui.

== Ulisse nelle altre opere ==
=== L'incontro con Dante ===
Dante racconta di aver incontrato Ulisse nel suo viaggio immaginario nell'[[Inferno]], posto nella bolgia degli stronzi e degli uomini di malaffare. Ulisse viene rappresentato come un freddo razionalista [[ateo]], che con la sua gelida curiosità scientifica oltrepassa i limiti imposti da Dio, avventurandosi in campi proibiti, come la montagna del Purgatorio e le [[cellule staminali]]. Per questo fu punito da Dio.

=== L'Ulisse di Joyce ===
Il nome di Ulisse compare, anche se non si sa il perché, nel romanzo sconclusionato di [[James Joyce]], un tizio che aveva evidenti problemi di linguaggio già alle scuole medie. Il romanzo narra una sorta di viaggio interno del protagonista, ma il libro è così noioso che nessuno l'ha mai finito e saprebbe raccontarlo.

== Curiosità ==
{{curiosità}}
* Ulisse è quel [[mona]] che sbatte le porte di [[Troia]] urlando.
* Ulisse, prima di inventare il [[cavallo di Troia]], ha consultato [[Nonciclopedia]].
* Ulisse ha conosciuto Penelope mentre stava lurkando il forum di [[Girlpower]]. Il suo nick era.::PiKkol@.eM0_PuCcHoZa312::..
* Ulisse ha giocato nell'[[Inter]].

== Note ==
{{Legginote}}
{{note}}

== Voci correlate ==
* [[Odissea]]
* [[Capitan Findus]]
* [[Nessuno]]
* [[Polifemo]]
* [[Guerra di Troia]]
* [[Sindrome dell'indicazione fuorviante]]
{{Wos
|categoria = articoli
|dataelezione = 15 novembre 2010
|votifavorevoli =10
|votitotali =10
}}


[[Categoria:Personaggi storici]]
==== ''Eneide'' ====
[[Categoria:Esploratori]]
Nel poema virgiliano Ulisse compare in carne e ossa nel libro II: calatosi dal cavallo di legno con molti altri Achei, entra in Troia, dove ferisce Pelia, un amico di Enea. Nel libro VI si scoprirà anche che in quell'occasione egli ha fatto irruzione insieme a Menelao nella casa di [[Deifobo]], come narrato dalla stessa vittima (incontrata da [[Enea]] nell'Ade); che però non rivela il nome del suo assassino.
[[Categoria:Programmi televisivi]]


[[en:Odysseus]]
=== Musica ===
[[es:Odiseo]]
* ''[[Odissea (musical)|Odissea]]''<ref>Vedi: [http://www.odisseathemusical.com Odissea, the Musical]</ref> - ''[[Musical]]'' di [[Marco Grieco]] e [[Massimo Grieco]].
[[fi:Odysseus]]
* ''[[Il ritorno di Ulisse (Pugno)|Il ritorno di Ulisse]]'' - Opera comica di [[Stéphane Raoul Pugno]].
[[fr:Ulysse]]
*
[[pt:Odisseu]]

Versione delle 09:25, 3 mag 2012

« Amore butta la pasta che arrivo tra poco... »
(Ulisse sul suo imminente ritorno a casa)
« E ora tutti a casa! »
(Ulisse e le ultime parole famose)
« Prendi le tue cose e vai a dormire sul divano! »
(Penelope al ritorno di Ulisse)
« Nessuno è perfetto! »
(Il motto di Ulisse)
Ulisse si sventaglia il piede, poiché soffre di bromidrosi plantare, considerata una malattia mortale ai tempi.
Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Ulisse.


Ulisse (chiamato dagli amici Odisseo o Il piacere della scoperta) è un celebre viaggiatore, protagonista dei due più famosi romanzi erotici, ovvero l’Iliade e l’Odissea, nonché attore principale nel celeberrimo Torna a casa Ulisse!. Conosciuto per il suo multiforme ingegno e culo stratosferico, Ulisse viene visto da molti come l’incarnazione dell’intelligenza e dell’astuzia, da altri come il tipico racconta balle che per cuccare un poco con altre donne aveva dovuto usare la solita scusa dell’esco e torno, cara! Tu aspettami, faccio subito, altri lo definiscono proprio un bel delfino in quella pubblicità delle caramelle.
Fu re di Itaca, isoletta sperduta nel Mar Ionio, figlio di Laerte e Anticlea, sposo infedele di Penelope, padre di Telemaco e non è da escludersi che lo fosse anche di Gino, Pino ed Evaristo, cugino di Pierpaolo, cugino di secondo grado di Giulio, aveva un cane, Argo, ed un pappagallo, Polly. Fu un re discreto, studia ma non si applica era il giudizio dei suoi maestri, per il resto non fece granché nella sua terra natia a parte passare le giornate a giocare interminabili partite a scacchi con sé stesso: e perdeva sempre. Però c’è da dire che sapeva scrivere Massachusetts senza sbagliare e lo sapeva anche pronunciare.
Vediamo come il nostro eroe seppe far parlare di sé, e di certo non grazie alla sua scaltrezza.

La guewwa di Twoia

   La stessa cosa ma di più: Iliade.
L'ingegnoso cavallo di Troia costruito da quella faina di Ulisse.

Prima della partenza

Come ben sappiamo, Ulisse partecipò alla guerra di Troia grazie a quel rompicoglioni di Palamede, un tizio passato alla storia solo per non essersi fatto i cazzi suoi. Gli Achei difatti stavano tutti per partire per Troia e aspettavano solo Ulisse. Tutti lo cercavano e nessuno lo trovava: dietro a un albero, nel ripostiglio, sotto a un sasso. Niente!
Così decisero di andarlo a prendere a Itaca, dove Ulisse, per non partire, si finse pazzo facendosi trovare su una spiaggia ad arare la sabbia. Il buon Palamede, capendo l'inganno, si mise davanti all'aratro, ma Ulisse gli passò sopra.
Allora disse ad Agamennone – Mettiti tu davanti – Io? e perché io? – Perché io ci sono già stato e non mi ha cagato – Vabbé.
Fu così che Agamennone si tagliò un piede. Allora Palamede, che tutt'oggi è famoso solo per questo episodio, ebbe la geniale intuizione di mettere il figlio di Ulisse davanti all'aratro. Se non è pazzo – pensò quel cazzuto di Palamede – si fermerà. Fu così che Telemaco fu portato d'urgenza al pronto soccorso, Penelope fece una cazziata a Ulisse e Ulisse partì pur di non sentirsi la moglie.

Ulisse successivamente tirò lo stesso pacco ad Achille che, per non partire per la guerra, si era vestito da donna e giocava alle bambole con le figlie del re Licomede fingendosi ricchione.

Durante la guerra

Ulisse, come detto, fu uno degli attori non protagonisti nella guerra di Troia ed è ricordato per numerose vicende, tra le quali ricordiamo:

  • il furto del Palladio, una statua di pongo con le fattezze della dea Atena, che rubò grazie all'aiuto di Diomede: costoro infatti entrarono di nascosto a Troia vestiti da mendicanti e vinsero la statua al gioco delle tre carte con quel coglione di Priamo
  • le percosse a Tersite, che gli costarono una denuncia per mobbing
  • il tentativo di riportare Achille in battaglia dopo il litigio con Agamennone, che gli valse un sonoro vaffanculo da parte del Pelide
  • lo scontro con Aiace Telefonio per avere l'armatura di Achille in omaggio: Aiace era infatti una vera e propria fungirl di Achille, mentre Ulisse voleva l'armatura solo per rivenderla poi su eBay. Alla fine la spuntò Ulisse grazie alla sua astuzia e Aiace si suicidò con il gas.

Il cavallo di Troia

Grazie alle sue profonde conoscenze nel campo della falegnameria e del fai da te convinse i suoi compagni a costruire un enorme cavallo di legno, promettendo loro un bel panino con la porchetta a fine lavoro, che li avrebbe fatti trionfare nella famigerata guerra. In pratica dentro questo cavallo si sarebbero rifugiati tutti i Greci, il cavallo sarebbe stato trascinato fino alle porte di Troia, i Troiani, credendolo un dono di Poseidone, poiché spesso offriva loro enormi animali di legno senza un motivo alcuno, l’avrebbero fatto entrare dentro la città, poi, credendo la guerra finita, si sarebbero ubriacati e addormentati e alla fine di tutto ciò, loro, i Greci, sarebbero sbucati fuori dal cavallo e avrebbero trucidato quei babbei dei Troiani. Un piano diabolicamente perfetto.

« Ulisse, ma sei sicuro che funzionerà? »
(Qualcuno fa una domanda lecita di fronte a questa tremenda stronzata)
« Ma certo! Perché non dovrebbe? »
(Ulisse, dopo aver finito di costruire un cavallo a dondolo formato bambino)

Ed effettivamente funzionò, il problema fu trasportare il cavallo fino alle mura di Troia, cosa che lasciarono fare ad Ulisse, ma soprattutto riuscire a starci tutti dentro, visto che il legno non bastava ed erano stati costretti a costruirlo più piccolo del dovuto.
Molti storici però mettono in dubbio che l’idea sia stata proprio sua, infatti sono state rilevate recenti epigrafi in cui si fa riferimento ad un certo Odisseo il babbeo, un greco, re di Itaca, marito di una tale Penelope, però stupido e che soleva portare un paio di mutande sulla testa cantando Grazie Roma; improbabile sarebbe quindi l’ideazione del piano del cavallo di legno, visto che probabilmente non sapeva neppure cos’era un cavallo e tanto meno un di legno. La cosa non trova però un riscontro filologico, antropologico, frenologico, logico quindi che non daremo credito a queste notizie fuorvianti e fallaci.
O forse sì.

Da Itaca e ritorno: l'Odissea, ovvero come perdere la rotta di casa per ben dodici volte

   La stessa cosa ma di più: Odissea.
Ulisse s'appresta a caricare tre meretrici sulla nave, olio su tela, 3cm x 2cm=6cm.

Dopo aver passato dieci anni a gozzovigliare a Troia, a Ulisse venne in mente di rincasare, anche perché aveva ormai esaurito la scorta di calzini puliti e Penelope continuava ad addebitargli le chiamate. Si mise quindi in viaggio con i suoi compagni, ma ecco, proprio mentre stava facendo il pieno alla nave, un piccione gli cagò in testa per poi finirgli direttamente addosso.

« Porco Poseidone! »

Non l’avesse mai detto! Poseidone udì dall’alto dell’Olimpo e si incazzò come una biscia, quindi decise: gli avrebbe tolto il saluto. Poi ci ripensò, riportò alla mente quella volta che Ulisse aveva scaricato scorie radioattive sui suoi mari e decise di rendergli impossibile il ritorno a casa. Ma fu ampiamente favorito da Ulisse stesso che, nella sua decantata astuzia e intelligenza, aveva perso la bussola. Letteralmente. Gli era caduta in mare.

- Compagni: “Ulisse, da che parte andiamo?”
- Ulisse: “Ehm… di là!”
- Compagni: “Ma di là si va in Africa!”
- Ulisse: “Ah, ok allora da quella parte!”
- Compagni: “Ma così ritorniamo a Troia!”

Nonostante tutto, alla fine riuscirono a salpare per una meta indefinita, convinti da Ulisse che disse loro di aver visto una stella cometa che gli stava indicando la via: meno male che tutti credevano che la stella cometa fosse il gabbiano.
Grazie alle indicazioni sbagliate di Ulisse e all’intromissione di Poseidone, che escogitava sempre qualche nuovo burla per evitare loro un felice ritorno, non si persero una volta, ma ben dodici! La prima tappa fu a Ismaro, dove incontrarono il sacerdote di Apollo, Marone[1], a cui chiesero la strada di casa, ma che li ammorbò con indicazioni fuorvianti:

« Allora, vedi l’edicola di Chrisostomos l’edicolante? Bene, prendi la terza traversa a destra, non ho detto né la prima né la seconda né la quarta, ma proprio la terza. Sali, poi giri intorno a quello scoglio a forma di rondella, sai com’è fatta una rondella no? Mio cugino ha un negozio di rondelle, se vuoi te ne procuro qualcuna, i prezzi sono convenienti. Ah dicevo, lo scoglio… Poi prendi quella stradina, quella che c’è accanto alla panetteria di Chrisostomos il panettiere, vai vai vai vai vai, continua a salire, poi ti fermi e prendi per quella strada a sinistra là… »

Nessuno aveva capito un cazzo e in tutta risposta lo menarono e gli rubarono il vino, come era d’uso ai tempi. La seconda tappa li portò dai Lotofagi, che li accolsero con grandi cerimonie, ovvero tirandogli secchiate d’acqua putrida in faccia, e poi li indussero a mangiare il loto, un frutto che sballa 1 cifra, cumpà e che fece dimenticare loro il perché di quel viaggio[2]. Ulisse invece rifiutò di mangiarlo, perché era intollerante al lattosio e poi gli veniva l’acidità di stomaco.
Dopo aver caricato a forza i suoi compagni sulla nave, il prode Ulisse si rimise in viaggio consultando stavolta una cartina che tenne per tutto il tempo al contrario: fu così che sbarcarono sulla terra dei Ciclopi. Stanchi e con i coglioni che ruotavano a velocità direttamente proporzionale alla voglia di uccidere quel testa di pigna di Ulisse, decisero di entrare in una grotta per chiedere ospitalità. E chi ci trovarono se non un orrido, puzzolente, grasso, con la barba malfatta, i vestiti laceri, le unghie rotte e mangiate, i capelli spettinati, i denti gialli ecc ecc... insomma, chi ci trovarono se non un ciclope?

- Polifemo: “Chi siete che venite a turbare la mia pace? Proprio ora che ero nel bel mezzo di Harry Potter poi!”
- Ulisse: “Io sono… Nessuno e questi sono i miei compagni Pieros, Pinos, Ginos, Giannis, Pinottos…”
- Polifemo: “Certo che tu hai proprio un nome di merda, i tuoi ti volevano proprio male per chiamarti così…”

Dopo questa constatazione amichevole, Polifemo li annusò per bene uno per uno e siccome aveva voglia di pollo decise di mangiarli e pulirsi i denti con le loro ossa. I compagni maledirono cento volte quel babbuino del loro comandante e le loro ultime parole furono spesso <<Ci rivedremo nell’Ade e là ti farò il culo a strisce!>>. Ulisse usò buona parte del tempo a urlare come una donnetta isterica, finché non si ricordò del vino che aveva rubato a Marone: gli venne in mente un’idea. Prese la bottiglia e pam!, con un gesto magistrale la gettò nell’unico occhio del ciclope che urlò di dolore.

« Ahia, ma sei scemo?! »

Lui e i pochi sopravvissuti approfittarono della confusione generale per fuggire verso la nave e salpare. Ah, e per rubargli il portafoglio. Polifemo, nero di rabbia, chiese aiuto ai suoi fratelli affinché uccidessero Ulisse e i suoi compagni:

Polifemo : Fratelli, nessuno mi ha accecato e mi ha pure rubato il portafoglio, quella cloaca!
Fratelli : Ma non rompere, torna a giocare con le tue pecore.
Eolo, dio dei venti. Vi immaginavate chissà quale figaccione e invece assomiglia ad uno dei sette nani.

Fu così che Ulisse si salvò[3], ma le cose non migliorarono affatto. Finirono da Eolo, il dio dei venti che, mosso a compassione, donò loro l’otre dei venti accompagnata dal divieto di non aprirla per nessun motivo[4]. Purtroppo però ad Ulisse scappò da pisciare e, siccome i bagni erano tutti occupati, decise di farla dentro l’otre che, una volta aperta, sprigionò i venti che li portarono totalmente fuori rotta.
Da qui in poi quel volpone di un re di Itaca fece tante immani cazzate, tra cui: finire dai Lestrigoni, mostri brutali e violenti, andare a letto con la maga Circe e dirle solo alla fine che è sposato con prole a carico, finire nel regno dei morti dove incontra gli spiriti dei compagni deceduti, che finalmente possono suonarlo come un tamburo, la madre, che gli raccomanda di tenere sempre la maglina di lana sennò prende freddo, e l’indovino Tiresia che gli presagirà un ritorno luttuoso e difficile.

« E capirai! »
(Ulisse mentre si tocca le palle)

Per non parlare poi di quando se la vide con le temibili sirene della pula o di quando finì nell’isola di Ogigia insieme a Calipso e gente come Pappalardo o Cecchi Paone in un improbabile reality show. Alla fine, dopo ben nove anni sprecati a rimbalzare da un posto all’altro, Ulisse riesce a tornare ad Itaca dopo essere riuscito miracolosamente ad accendere con un cerino il navigatore satellitare. Qui vi trova i Proci, intenti a fare la corte alla moglie per insediarsi sul suo trono, e li scaccia a colpi di scopa sul culo.

Ulisse : Penelope non ci crederai mai a quello che mi è successo!
Penelope : Sì, ora chissà quale stronzata ti inventerai per non dirmi che hai dimenticato di comprare il sale.

La nuova partenza

Come predetto da Tiresia, Ulisse partì di nuovo dopo dieci anni per arrivare presso popoli che non conoscevano il mare, che non usavano il sale e che avrebbero scambiato la sua pala per uno STOP dei vigili urbani. Probabilmente si trattava degli Svizzeri.

- Penelope: “Ulisse, ma dove cazzo vai un'altra volta?”
- Ulisse: “Vado aldilà del mare, Tiresia mi ha detto che....”
- Penelope: “Ma che me ne frega a me di quello che ha detto Tiresia. Tu devi rimanere qua. Ci sta una casa da portare avanti! Argo, quel cane di merda, ha fatto 13 figli, e chi se ne occupa?”

Così Ulisse partì di nuovo pur di non sentire la moglie, questa volta per non più tornare. Dante racconta che Ulisse, dopo aver varcato le colonne d'Ercole, entrò nell'Oceano e navigò per mesi, finché non sbarcò su una terra, scese dalla nave, baciò il suolo e la battezzò San Salvador. Poi Dante racconta anche che nel viaggio di ritorno sbagliò rotta e arrivò presso la Montagna del Purgatorio, zona su cui vigeva il segreto militare e per questo fu affondato.

Secondo il commediografo Apollodopo, Ulisse sarebbe morto per mano di un figlio generato con la maga Circe, Telefono.

Ulisse nelle altre opere

L'incontro con Dante

Dante racconta di aver incontrato Ulisse nel suo viaggio immaginario nell'Inferno, posto nella bolgia degli stronzi e degli uomini di malaffare. Ulisse viene rappresentato come un freddo razionalista ateo, che con la sua gelida curiosità scientifica oltrepassa i limiti imposti da Dio, avventurandosi in campi proibiti, come la montagna del Purgatorio e le cellule staminali. Per questo fu punito da Dio.

L'Ulisse di Joyce

Il nome di Ulisse compare, anche se non si sa il perché, nel romanzo sconclusionato di James Joyce, un tizio che aveva evidenti problemi di linguaggio già alle scuole medie. Il romanzo narra una sorta di viaggio interno del protagonista, ma il libro è così noioso che nessuno l'ha mai finito e saprebbe raccontarlo.

Curiosità

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  • Ulisse è quel mona che sbatte le porte di Troia urlando.
  • Ulisse, prima di inventare il cavallo di Troia, ha consultato Nonciclopedia.
  • Ulisse ha conosciuto Penelope mentre stava lurkando il forum di Girlpower. Il suo nick era.::PiKkol@.eM0_PuCcHoZa312::..
  • Ulisse ha giocato nell'Inter.

Note

Template:Legginote

  1. ^ Un nome un perché.
  2. ^ O più semplicemente molti fingevano di averlo scordato per non imbarcarsi nuovamente con quell'ovino di Ulisse.
  3. ^ Accidenti!
  4. ^ Vi chiederete a cosa servisse, ma non lo so neppure io.

Voci correlate

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in data 15 novembre 2010
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