Tersite

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« I tuoi genitori hanno anche figli normali oltre te? »
(Sergente Maggiore Hartman alla recluta Tersite)
« Soldato, tu sei talmente brutto che sembri un quadro di arte moderna! »
(Sergente Maggiore Hartman alla recluta Tersite)
« Non venne a Troia di costui più brutto

ceffo; era guercio e zoppo, e di contratta gran gobba al petto; aguzzo il capo, e sparso di raro pelo. Capital nemico del Pelìde e d’Ulisse, ei li solea morder rabbioso: e schiamazzando allora colla stridula voce lacerava anche il duce supremo Agamennone.

 »
(Fedele descrizione di Tersite, in atto di rompere i coglioni (lacerava) ad Agamennone, fatta da Omero (Iliade, libro II))


Tersite è un cesso ambulante, personaggio dell'Iliade.

Infanzia tragica

Gli antichi avevano paura a ritrarre direttamente Tersite. Pochi sanno che i vasi cosiddetti geometrici in realtà nascondono la sua effige. Se guardati da una certa distanza appare l'immagine qua sotto.

Giacomo Tersite Leopardi, nasce nel 1203 a.C. nel demo laconico di Recanati, in provincia di Spartaaaaaaa! Fin da piccolo venne educato in modo particolarmente rigido, spartano insomma. Sua madre Adelaide Antici soleva percuoterlo con una sbarra di piombo almeno una volta al giorno, dopo averlo tenuto incatenato alla sedia della biblioteca casalinga per 16 ore di fila. Durante quest'agonia il giovane Giacomo si dedicava a uno studio "matto e disperatissimo", come ebbe egli stesso a confessare molti anni dopo. La separazione dei genitori fu una manna dal cielo per il giovane, che infatti fu affidato al padre dal Tribunale Civile di Sparta. La madre in seguito si diede di brutto all'alcol e si precipitò dalla rupe di Leucade.

Giovinezza, il periodo pre-troiano, o troico

Giacomo Tersite seguì il padre ad Atene, dove quest'ultimo aveva da poco aperto un bordello di alta classe, frequentato da tutti i personaggi più influenti dell'epoca: Eracle, Agamennone, Menelao, Pericle, Termosifone, Castellano & Pipolo. Purtroppo la sua bruttezza, causata da anni di vessazioni materne, non gli permise una vita normale. Le ragazze lo fuggivano come il colera, i ragazzi lo canzonavano ignobilmente. Celebre quello che gli ripeteva il nipote del parroco di Atene: Gobbus esto, fammi un canestro, fammelo cupo, gobbo fottuto! Preso da tremenda crisi esistenziale, il giovane Tersite decise di arruolarsi nell'esercito. La vita militare poteva offrirgli una nuova opportunità. Tanto – pensava – in questi tempi di pace e prosperità chi vuoi che faccia scoppiare una guerra?

La risposta era: l'atride Menelao.

Il periodo troiano

Imbarcato a forza dal porto di Aulide con il fiore della gioventù greca, maledisse per tutto il viaggio la sua avventata scelta. La maledisse anche in seguito. Infatti, giunto sotto le mura di Troia, invece di combattere, o almeno di fare finta, passava tutto il giorno e la notte a lagnarsi, a bestemmiare, ad abusare di alcol e droghe. Finché una mattina, più o meno a metà del libro secondo dell'Iliade, il laerziade Ulisse lo bastonò sonoramente, mostrandoci un tipico topos letterario dell'epica: un mod owna uno spammer. Ulisse era il cognato di primo letto di quarto grado di sua madre Adelaide.

La bruttezza di Tersite

La proverbiale bruttezza di Tersite.
  • Si dice che fosse talmente brutto che i ciclopi, battendogli una pacca sulle spalle, esclamassero: Zeus non esiste.
  • Si dice che Zeus stesso si aggirasse sconsolato per l'Olimpo esclamando: che cosa abbiamo fatto?
  • Si dice che Agamennone gli avesse personalmente regalato un campanello di bronzo, così da poter fuggire quando lo sentiva arrivare.
  • Si dice che i brutti lo ringraziassero perché adesso apparivano più carini.
  • È rimasto proverbiale il detto: sei brutto come Tersite e scemo come un protozoo.

Dubbi sulla vita post-bastonatura

Dopo che Ulisse lo ebbe ripassato col piombo, non sappiamo nulla della vita di Tersite. Le fonti storiche e il suo principale biografo, Omero, tacciono sul punto. Elenchiamo varie ipotesi:

  • Si vocifera che sia scappato dal campo greco e si sia alleato coi troiani. Tanto, diceva, questa città non cadrà mai, le sue mura sono troppo spesse per un esercito che usa come armi d'assedio migliori le fionde e gli aeroplanini di carta. Si sa poi come è andata a finire.
  • Secondo la versione pseudo-apocrifa, e quindi vera, di Dan Brown, sarebbe fuggito e approdato nella Francia del sud. I suoi discendenti avrebbero fatto i campanari a Notre-Dame.
  • Tersite sarebbe semplicemente morto per le ferite riportate dopo le percosse.