Nonsource:Il cuoco creativo: differenze tra le versioni

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|testo=[[File:Dipinto medievale 2.jpg|160px]] '''Il cuoco creativo'''<br /><br /> Il reame di [[Re]] Buzzicone era famoso per i banchetti che si tenevano nel grande [[castello]].<br /> Alla morte del vecchio [[cuoco]] di corte il sovrano cercò subito un sostituto, giacché era dimagrito di circa tre etti in una sola settimana. Come suol dirsi: "la fretta è cattiva consigliera", l'unico disponibile era appassionato di [[Gualtiero Marchesi|cucina creativa]].<br /> In realtà il cuoco era un gran pasticcione, anche molto distratto, ma [[Paraculo|sapeva vendersi bene]].<br /> Il primo assaggio di quelle insolite pietanze lasciò il re perplesso, i ''pinoli finti in salsa giuliva'' lo avevano incuriosito, ma dover aprire la [[pigna]], e tirare fuori dei chicchi di [[riso]] uno ad uno, lo rese nervoso. Come se non bastasse, il riso era condito con miele e sugo alla puttanesca, che non si abbinavano molto al sidro di nespole.<br /> Re buzzicone era esigente ma allo stesso tempo di grande appetito, quindi chiese al cuoco del cibo che lo rendesse sazio.<br /> La seconda portata era mezzo [[uovo]] sodo, adagiato su un letto di [[cicoria]] e accompagnato da una composta di amarene e capperi. Il re borbottò qualcosa e la regina disse: ''Marito mio! Se lo venisse a sapere il vescovo..."'' <br /> Il sovrano chiese anche il dolce, mentre un brivido freddo gli correva lungo la schiena.<br /> Giunse un magnifico ''profitterol'', ma quando il re addentò il primo bignè scoprì che era ripieno di lardo di Colonnata e [[funghi]].<br /> Il cuoco finì in pasto ai [[maiali]] reali, condito con una salsa composta da farina di ghiande, [[pomodoro]] e marmellata di [[pere]] spadone.<br /> I suini lo divorarono voracemente, loro sì che erano di [[bocca]] buona, e non schizzinosi come Re Buzzicone.}}
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[[Re]] Buzzicone era famoso per i banchetti che teneva nel grande [[castello]], che erano i più buoni e maestosi del mondo.


Alla morte del vecchio [[cuoco]] di corte il sovrano cercò subito un sostituto, giacché era dimagrito di circa tre etti in una sola settimana. Purtroppo, come suole dirsi: "la fretta è cattiva consigliera" e l'unico candidato disponibile era un appassionato di [[Gualtiero Marchesi|cucina creativa]].

In realtà il nuovo cuoco era un gran pasticcione, anche molto distratto, ma [[Paraculo|sapeva vendersi bene]].

Il primo assaggio di quelle insolite pietanze lasciò il re perplesso: i ''"pinoli finti in salsa giuliva"'' lo avevano incuriosito, ma dover aprire la [[pigna]], e tirare fuori dei chicchi di [[riso]] uno ad uno, lo rese nervoso. Come se non bastasse, il riso era condito con miele e sugo alla puttanesca, che non si abbinavano molto al sidro di nespole.

Re buzzicone era esigente ma allo stesso tempo di grande appetito, quindi chiese al cuoco del cibo che lo rendesse sazio.

La seconda portata era mezzo [[uovo]] sodo, adagiato su un letto di [[cicoria]] e accompagnato da una composta di amarene e capperi. Il re borbottò qualcosa e la regina disse: ''"Marito mio! Se ti sentisse il vescovo..."''

Il sovrano chiese anche il dolce, con un brivido freddo che gli correva lungo la schiena.

Gli portarono un magnifico profitérol, ma quando il re addentò il primo bignè scoprì che era ripieno di lardo di Colonnata e [[funghi]].

Il buon Re Buzzicone a quel punto perse la pazienza e decise di punire il cuoco.

Il cuoco finì in pasto ai [[maiali]] reali, condito con una salsa composta da farina di ghiande, [[pomodoro]] e marmellata di [[pere]] spadone.

I suini lo divorarono voracemente: loro sì che erano di [[bocca]] buona, e non schizzinosi come Re Buzzicone.

'''Morale:'''<br />
''"Omo de panza, omo de sostanza!"''}}

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Versione attuale delle 18:54, 29 mar 2016

A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
'era una volta, in un reame lontano, il Re Buzzicone.

Re Buzzicone era famoso per i banchetti che teneva nel grande castello, che erano i più buoni e maestosi del mondo.

Alla morte del vecchio cuoco di corte il sovrano cercò subito un sostituto, giacché era dimagrito di circa tre etti in una sola settimana. Purtroppo, come suole dirsi: "la fretta è cattiva consigliera" e l'unico candidato disponibile era un appassionato di cucina creativa.

In realtà il nuovo cuoco era un gran pasticcione, anche molto distratto, ma sapeva vendersi bene.

Il primo assaggio di quelle insolite pietanze lasciò il re perplesso: i "pinoli finti in salsa giuliva" lo avevano incuriosito, ma dover aprire la pigna, e tirare fuori dei chicchi di riso uno ad uno, lo rese nervoso. Come se non bastasse, il riso era condito con miele e sugo alla puttanesca, che non si abbinavano molto al sidro di nespole.

Re buzzicone era esigente ma allo stesso tempo di grande appetito, quindi chiese al cuoco del cibo che lo rendesse sazio.

La seconda portata era mezzo uovo sodo, adagiato su un letto di cicoria e accompagnato da una composta di amarene e capperi. Il re borbottò qualcosa e la regina disse: "Marito mio! Se ti sentisse il vescovo..."

Il sovrano chiese anche il dolce, con un brivido freddo che gli correva lungo la schiena.

Gli portarono un magnifico profitérol, ma quando il re addentò il primo bignè scoprì che era ripieno di lardo di Colonnata e funghi.

Il buon Re Buzzicone a quel punto perse la pazienza e decise di punire il cuoco.

Il cuoco finì in pasto ai maiali reali, condito con una salsa composta da farina di ghiande, pomodoro e marmellata di pere spadone.

I suini lo divorarono voracemente: loro sì che erano di bocca buona, e non schizzinosi come Re Buzzicone.

Morale:
"Omo de panza, omo de sostanza!"