A mille ce n'è... nel mio cuore di fiabe da narrar...
'era una volta, tanto tempo fa, il reame di Re NziMatteo.
In quella terra, conosciuta come un luogo felice in cui regnava benessere e democrazia, tutti avevano la possibilità di diventare immensamente ricchi, bastava volerlo. Forse serviva anche avere gli amici giusti, ma era comunque fondamentale volerlo. E gli amici. Quelli giusti. Nel regno vivev sopravvivevano tre amici senzatetto, che si incontravano tutti i giorni alla mensa dei poveri.
Gaetano, 22 anni, aveva deciso di vivere da barbone l'anno prima, suo padre era un esodato e non voleva gravare sui pochi averi della famiglia.
Giuseppe, 19 anni, aveva perso i genitori nell'esplosione del loro negozio, perché non volevano pagare il pizzo. Lo Stato si era preso cura di lui, grazie alla legge che tutelava le vittime delle mafie, per sei mesi. Poi era finito sotto i ponti.
Marcello, 25 anni, dormiva alla stazione dei treni e chiedeva l'elemosina in centro, quando le zingare erano in ferie. Quello che guadagnava lo spendeva tutto in alcolici scadenti.
Mentre mangiavano giunsero alla conclusione che non potevano andare avanti così, che dovevano abbandonare quella vita di stenti e trovarsi un lavoro. Si separarono, con la solenne promessa di rincontrarsi, da lì ad un anno, per vedere com'era andata a ciascuno di loro. Passato l'anno Gaetano giunse sul luogo dell'appuntamento in scooter, seguito subito dopo da Giuseppe a bordo di una Fiat Panda, il vecchio modello.
- Gaetano: “Ciao Giuseppe, che bella macchina. Dai raccontami come ti è andata!” - Giuseppe: “Benissimo, dopo due contratti part time di tre mesi mi hanno assunto in un supermercato. Ora ho un discreto stipendio e vivo in un monolocale, che ho preso con un mutuo trentennale. E tu invece?”
- Giuseppe: “Anche a me non è andata male. Sono stato assunto come factotum in una banca, mi danno 1.100 euro appena ma le possibilità di fare carriera ci sono.” - Gaetano: “Sono proprio contento, ma sai qualcosa di Marcello?”
Mentre vengono pronunciate queste parole li raggiunge barcollando il loro amico, ancora vestito di stracci. Giuseppe rompe l'imbarazzante silenzio.
- Giuseppe: “Marcello, che ti è successo? Perché sei ancora in questo stato?” - Marcello: “Io bevo... hic! Bevo tanto... hic!”
- Giuseppe: “Marcello, l'alcol non è mai la risposta ai problemi, devi impegnarti!” - Gaetano: “Dai, ci rivedremo tra un anno, rendici fieri!”
Gli anni si susseguono, Gaetano e Giuseppe hanno un successo professionale sempre maggiore, Marcello continua a bere, sempre di più. ... Sono passati molti anni, è il giorno del loro tradizionale incontro, come sempre nello stesso luogo. Giuseppe arriva a bordo di una lussuosa Mercedes, Gaetano lo raggiunge con una Porsche Cayenne. I due iniziano a raccontare cosa è successo nell'ultimo anno.
- Gaetano: “Ce l'ho fatta, sono arrivato in cima. Adesso sono il direttore della banca, mi sono anche comperato una casa più grande.” - Giuseppe: “Tra un mese dovrei inaugurare il mio primo minimarket, entro sei anni voglio arrivare almeno a due.”
I due si danno fraterne pacche sulle spalle, sono lontani i tempi della fame. Sorridono, ma un pensiero corre al loro sventurato amico, all'incontro dell'anno prima, in cui Marcello è arrivato trascinandosi sui gomiti, completamente sbronzo. Un rumore improvviso irrompe nei tristi pensieri, un elicottero atterra proprio lì vicino. Non è quello dell'elisoccorso, nemmeno uno delle forze dell'ordine, per quanto l'idea possa sembrare assurda è d'oro massiccio. Si apre il portellone:
due lacchè scendono ed iniziano a stendere tappeti persiani fino ai loro piedi;
dal velivolo compaiono quattro ragazze con ceste di vimini, sembrano antiche vestali e procedono solennemente, spargendo petali di rosa e biglietti da venti euro;
compare una sorta di ciambellano con un lungo bastone, dopo essersi schiarito la voce annuncia il suo padrone.
- Ciambellano: “SUA ALTEZZA MERCELLUS PRIMO!” - Marcello: “Ciao bbelli! Che c'avete? Pare che avete visto un fantasma!”
- Giuseppe: “Ma... no è che...” - Gaetano: “Ma porc... ma che è successo?!”
- Giuseppe: “Hai bevuto in tutti questi anni, come hai fatto a diventare ricco improvvisamente?” - Marcello: “Ho venduto il vetro dei vuoti!”
Morale: riciclare è un dovere sociale, ma farci i soldi è meglio!