Nonsource:Il nano Brunetta e i tre orsi

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A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
era una volta...

una casetta nel bosco, abitata da tre orsi: Papà Orso, un colossale operaio metalmeccanico che si spaccava la schiena nella fonderia della fabbrica del paese per mantenere la famiglia; Mamma Orsa, cassiera in un supermarket con contratto part time a tempo determinato; Orsettino, un cucciolotto che tentava di studiare nella fatiscente scuola posta alla periferia del bosco, perennemente sul punto di crollare a seguito dei tagli approvati con l'ultima manovra Finanziaria.

Una domenica, mentre erano nel bosco a passeggiare, il perfido nano Brunetta, un troll ripugnante alto tre mele o poco più, approfittò dell'assenza degli orsi per penetrare nella loro casa. Ivi giunto, si pappò senza pensarci le tre ciotole di zuppa che gli orsi avevano lasciato a raffreddare per il pranzo. Non contentò, frugò nei cassetti e rubò tutti i risparmi dei proprietari, compresi i bancomat, le carte di credito e gli assegni.

Il disgustoso e subdolo protagonista di questa fiaba

Compiuto il misfatto, poiché si sentiva stanco, andò al piano di sopra e si mise a pisolare beato nella stanza da letto.

Grande fu il disappunto dei tre orsi al loro rientro a casa.

Chi ha mangiato la mia zuppa?, chiese Papà Orso, con il suo vocione.

Chi ha mangiato la mia zuppa?, chiese Mamma Orsa.

Chi ha mangiato la mia zuppa?, chiese infine Orsettino, con la sua vocina.

Quando videro che i cassetti dove erano riposti i loro risparmi erano stati scassinati, il disappunto si trasformò in incazzatura.

Chi ha rubato i miei risparmi?, ringhiò Papà Orso, con il suo vocione.

Chi ha rubato i miei risparmi?, si lamentò Mamma Orsa.

Chi ha rotto il mio salvadanaio?, strillò infine Orsettino, con la sua vocina.

Sentendo russare, i tre orsi si precipitarono al piano di sopra e vi trovarono il nano malvagio che dormiva. Decisero di dargli una lezione: mentre Papà Orso lo teneva fermo, Mamma Orsa, trovato un bel bastone, gli dava sonore manganellate sui denti. Orsettino, nel frattempo, ci dava dentro con i calci negli stinchi. Il nano Brunetta ne prese un sacco e una sporta, al punto che uscì dalla casa più morto che vivo.

Fece causa agli orsi, lamentando di aver subito lesioni personali dolose gravissime, percosse e sequestro di persona. Riuscì a convincere i giudici, usando le arti magiche di cui era profondo conoscitore, che prima del pestaggio non era uno sgorbio umano ma un ragazzone forte e robusto, con gli occhioni blu e folti capelli di colore biondo acceso.

Papà Orso e Mamma Orsa finirono in galera e furono obbligati a pagare un copioso risarcimento, per onorare il quale vendettero la casa. Orsettino venne internato in riformatorio e divenne in seguito un delinquentello di strada.

Con i soldi del risarcimento, il nano Brunetta potè comprarsi una Laurea in Economia e Commercio e quindi una cattedra Universitaria. Per le sue doti, fu infine notato dallo psiconano, nel frattempo divenuto Presidente del Consiglio dei Ministri, e divenne Ministro della Repubblica. E tutti vissero felici e contenti.

Morale: se fai l'onesto, in questo Paese prima o poi farai una brutta fine.



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