Nonsource:Il mago balbuziente

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A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
Non sai leggere? Ascolta questa pagina direttamente dalla voce di Bood Spoonsar!

'era una volta, in un reame lontano, un mago balbuziente.


Il mago viveva nella foresta incantata di Frescafronda, alle pendici del monte Scapicollo, in una casetta che si era costruito da solo.
Il mago era capace di prodigi prodigiosi, ma come muratore faceva veramente pena.

Sin da quando era un apprendista stregone sognava di poter trasformare lo sterco di vacca in lingotti d'oro, senza però riuscirci.

La formula magica era "cuccuruccuccù bidibi-bodibi-bbù", ma lui non riusciva a dirla come si deve, ci metteva quasi venti minuti e gli veniva pure male. Eppure aveva tentato:

« C-C-CCCu-CCCC-urrucc-ccc-u-C-C-CCù B-Bid-dd-dd-ibod-d-dii-bbb-b-bù »

e la cacca diventava un piatto di pasta e ceci,

« C-C-u-CCCC-urr-rrrr-RRRRRucc-ccc-u-C-C-CCù B-B-(ma porc...)Bid-dd-dd-ibbbod-i-bb-b-bù »

e si trasformava in una Chevrolet Camaro.

Aveva provato anche con un sassetto in bocca, un trucco che gli aveva insegnato il suo vecchio maestro di Sortilegi per andare di corpo, ma niente, non ci riusciva.
Un giorno gli venne un'idea davvero meravigliosa, trasformò un vecchio gufo in un logopedista e si fece curare. Finalmente poteva riuscirci.

« Cuccuruccuccù bidibi-bodibi-bbu »

Purtroppo aveva dimenticato l'accento sull'ultima u, lo sterco divenne un Tyrannosaurus rex e lo divorò.

Morale:
"Un gufo non fa primavera!"