Nonsource:La piccola fiammifioraia

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A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
'era una volta, in una grande e fredda città del Nord, una giovane ragazza pakistana che vendeva rose e fiammiferi nei ristoranti.


Un bel giorno, entrando in un elegante risto-music-pub chiamato "Joe's Cool Garage", il suo sguardo incrociò quello di un uomo ben vestito e molto affascinante, che stava mangiando uno sfarzoso antipasto caldo-freddo di mare. Il generoso signore, mosso a compassione, le comprò dieci rose, sei accendini e le offrì la cena.
Mentre mangiavano la ragazza gli raccontò dei suoi sogni, voleva diventare un'attrice e fare tanti soldi, per poi mandarli alla sua povera madre che sgobbava nei campi di cannabis.
L'uomo le disse che conosceva molte persone nell'ambiente dello spettacolo, e che avrebbe fatto qualche telefonata.
Uscirono insieme dal locale, faceva molto freddo e lui le offrì il suo cappotto per scaldarsi, poi le disse:

« Vieni a casa mia, io sono vedovo ma ho ancora tutte le cose di mia moglie, troveremo qualcosa della tua misura. »

Giunti a casa le diede un caldo maglione di colore rosa, molto elegante. Lo vide fare le telefonate promesse, parlava sottovoce e sorrideva.
Dopo venti minuti arrivarono tre amici del suo benefattore, lei pensò che erano venuti per giocare a carte e invece, in men che non si dica, si ritrovò sbattuta sul letto e violentata a turno da tutti e quattro.
Dal giorno dopo fu costretta a prostituirsi in una strada di periferia, ma non sentiva freddo perché indossava il maglione rosa che le aveva dato quel porco, il suo Pig-maglione.

Morale: "l'abito non fa il maiale."
Morale omaggio: "chi bella vuole apparire, sul marciapiede va a finire."