Utente:Il Signor Lapa/Sandbox2: differenze tra le versioni

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'''NonLibri:Diario di un giramondo'''
'''NonLibri:Diario di un giramondo'''
[[File:Barbone3.jpg|right|thumb|180px|Come vorrei essere libero e gioioso come lui!]]
== Giorno 1 ==
== Giorno 1 ==
Caro diario, ho cominciato a scriverti perché qualche settimana fa ho litigato con il mio [[amico immaginario]], il contro-ammiraglio Celestino, e non avevo più nessuno con cui confidarmi, anche se c'è sempre [[Federica]] a [[erezione|tirarmi su]] nei momenti di solitudine. Ultimamente mi sento oppresso dalla mia [[vita]]: la società mi impone stili di vita artificiosi, il giudizio degli altri pesa sempre su di [[me]] e anche il fatto che mia [[madre]] mi porti in giro col guinzaglio [[eufemismo|non è che mi faccia sentire molto libero]].
Caro diario, ho cominciato a scriverti perché qualche settimana fa ho litigato con il mio [[amico immaginario]], il contro-ammiraglio Celestino, e non avevo più nessuno con cui confidarmi, anche se c'è sempre [[Federica]] a [[erezione|tirarmi su]] nei momenti di solitudine. Ultimamente mi sento oppresso dalla mia [[vita]]: la società mi impone stili di vita artificiosi, il giudizio degli altri pesa sempre su di [[me]] e anche il fatto che mia [[madre]] mi porti in giro col guinzaglio [[eufemismo|non è che mi faccia sentire molto libero]].

Versione delle 13:50, 29 ago 2010

NonLibri:Diario di un giramondo

Come vorrei essere libero e gioioso come lui!

Giorno 1

Caro diario, ho cominciato a scriverti perché qualche settimana fa ho litigato con il mio amico immaginario, il contro-ammiraglio Celestino, e non avevo più nessuno con cui confidarmi, anche se c'è sempre Federica a tirarmi su nei momenti di solitudine. Ultimamente mi sento oppresso dalla mia vita: la società mi impone stili di vita artificiosi, il giudizio degli altri pesa sempre su di me e anche il fatto che mia madre mi porti in giro col guinzaglio non è che mi faccia sentire molto libero.

Giorno 2

Oggi al ritorno da scuola sono andato per la prima volta al campo nomadi dietro il cavalcavia, sai, ho sempre ammirato questo popolo libero e fiero delle sue origini, e che per di più riesce a vivere onestamente e pagare le tasse costruendo un solo paiolo di rame ogni tanto[citazione necessaria]. Sono entrato dunque in mezzo alle roulotte dichiarando ad alta voce che volevo intraprendere con loro un proficuo scambio culturale interloquendo al fine di intrecciare nuovi rapporti di rispetto reciproco con loro, i quali prima mi hanno sputato in un occhio[1], poi ci siamo seduti intorno ad un copertone in fiamme e mi hanno gentilmente offerto una specie di the molto rilassante[2]. Pensa, era così rilassante che, dopo averlo bevuto, forse per il sonno arretrato, mi sono addormentato e mi sono poi risvegliato all'imbrunire in un fosso senza nulla addosso, con un forte dolore anale e una grossa ferita ricucita alla bell'e meglio all'altezza di un rene. Caspita, è ora che mi curi questi vuoti di memoria...

Giorno 3

Questa notte non sono riuscito a dormire, un po' per le idee che mi frullavano in testa e un po' perchè la ferita si era infettata e mi era venuta una gran febbre cancrenosa. Stavo pensando a mio cugino, che mi ha detto che quando aveva soli nove anni, era fuggito col circo per fare il domatore di clown, aveva viaggiato a lungo, era comparso su tutte le più importanti riviste circensi, era diventato così ricco da andare in giro con un camper fatto interamente di caviale e all'età di sette anni era tornato a casa fra due ali di folla e il Presidente degli Stati Uniti lo ha convocato in America per domare un orda di clown che stavano sterminando a torte in faccia il suo staff. A volte ho l'impressione che mio cugino esageri un po' i suoi racconti, ma un fondo di verità ci deve essere, anche perché come insegna la Disney, se ci si crede veramente, i sogni si avverano, e io sono covinto che un giorno riuscirò a diventare un vagabondo, alla faccia del mio zio ministro che mi ha prenotato una poltrona in Parlamento!

Giorno 4

Ho deciso che non rivelerò ai miei genitori la mia decisone di diventare un globetrotter[3], sai, sono persone molto sensibili e apprensive: già me lo immagino mio padre, appena gli rivelassi i miei piani mi rutterebbe la vodka in faccia come fa di solito, con quell'alito che sembra voler dire "Perché, figliolo, ti arrischi in cotanta impresa?". Anche mi madre non reggerebbe allo shock, dovresti vederla, è veramente una donna d'altri tempi, con quanta delicatezza e decisione mi tappa la bocca con una ciabatta quando la disturbo mentre guarda Studio Aperto! A questo punto non mi resta che cominciare a preparare le valigie, ma ora è tardi, domattina è domenica e dopo la Santa Messa avrò tutto il tempo che voglio per fare i bagagli.

Giorno 5

Ho l'impressione che la mia famiglia abbia intuito i miei propositi, oggi ho trovato uno zaino da trekking già preparato con sopra un biglietto con scritto "sgombra la camera entro domani mattina, l'abbiamo affittata a una decina di universitari fuori sede". Che bello essere così in sintonia con i propri genitori da leggersi nel pensiero, e come sono premurosi! Non mi resta che infilare nel sacco il mio iPad con iAlimentatore ad iManovella su cui ho caricato tutti i video di McGyver e Bear Grylls che mi serviranno per sopravvivere nelle avversità.

Giorno 6

Sono partito furtivamente di casa poco prima dell'alba, addio, addio, oh dolce nido, culla dei miei momenti più sereni! Ero arrivato in fondo al vialetto, quando mi sono ricordato di aver lasciato lo spazzolino da denti sullo scaffale, quindi sono tornato indietro, ma ho trovato la porta sbarrata con quattro assi di legno inchiodate sopra, mentre all'interno la luce era accesa e sentivo urla animalesche di felicità accompagnate da un ritmico sbattere sulla porta: ancora una volta i miei genitori mi avevano aiutato a non tornare sui miei passi e stavano festeggiando questo mio momento di crescita sbattendo due scimmie urlatrici sulla porta[4].

Ho camminato per tutta la giornata sotto il sole cocente di lunedì[5], diretto al centro commerciale, dove c'è il cartello tutte le direzioni, tappa fondamentale per chi vuole partire alla scoperta di tutte le terre. Poco dopo mezzanotte, oramai esausto, ho trovato uno strano edificio con su scritto "Biblioteca" e sotto un cartello che diceva "Una pizza gratis a chiunque venga a prendere un dannatissimo libro". Non mi sono fatto sfuggire l'occasione e sono entrato in quel misterioso palazzo deserto, mi sono ingozzato di pizze gratis anche se un po' stantie e adesso mi stendo in terra per dormire.

Giorno 7

Oggi al risveglio ho finito il cibo omaggio e per curiosità ho aperto uno di quei libri sugli scaffali: non ci crederai, ma non assomigliava per niente a quelli di Geronimo Stilton, non aveva né figure né paroline

Un mio scarabocchio che illustra come mi sia beccato la borchia più lunga proprio in faccia.

colorate[6]. Ho cominciato a sfogliare tutti i libri uno dietro l'altro: erano tutti quanti scritti in quel modo ed avevano un'aura negativa di saccenza e pedanteria, sì, erano una specie di Wikipedia, però senza messaggi di Jimbo Wales che chiede sette milioni di dollari per scopi benefici[citazione necessaria] alla gente che passava di lì per caso. Allora capì perché fosse così deserta, nessuno sano di mente avrebbe passato le sue giornate lì, doveva essere una trappola! E allora io, che sono furbo, me ne sono andato di corsa, e verso sera sono arrivato al suddetto cartello sulla strada statale, dove c'era una simpatica signora che guardava le auto passare e che mi ha chiesto se volevamo giocare un po' assieme. Io, sentendola parlare con lo stesso accento dei rom che avevo conosciuto cinque giorni fa, l'ho salutata come loro avevano fatto con me, ossia sputandole in un occhio. Temo però che lei non fosse della stessa etnia, infatti ha cominciato a inseguirmi furiosamente cercando di accoltellarmi con un tacco a spillo, fino a quando sono saltato sul cassone di un camion pieno di chiodi, non puoi immaginare che dolore. Cioè, per "chiodi" intendo "giacche a maniche lunghe in pelle in voga negli anni '50", ma visto che erano ricoperti di borchie lunghe un paio di centimetri ti assicuro che facevano male lo stesso.

Giorno 8

Stamattina mi sono svegliato di buon ora per ripulire il mio sangue dalle giacche e ricucire al loro posto le due borchie che mi erano rimaste incastrate tra le vertebre, a quel punto, non volendo abusare oltre del camion su cui mi ero introdotto clandestinamente, sono sceso rotolandomi a terra come fa Vin Diesel nei suoi film e ho imparato che prima di gettarsi da un veicolo in corsa bisognerebbe accertarsi che non ce ne sia un altro che lo segue a ruota. Ho dunque cominciato a camminare lungo il ciglio della superstrada, ma ho incontrato solo paesini dai nomi tanto sconosciuti quanto il dialetto che vi si parla, per tutto il giorno non ho incontrato nulla che si distinguesse dal resto: non un monumento, non un punto di riferimento, i villaggi sono uguali tra di loro e sono uguali alla campagna al mare, la gente in auto passa senza fermarsi, non c'è niente di niente di notevole, ho il timore di essere finito in Molise.

Giorno 10

Wow, ma allora esiste davvero, mi sento come Cristoforo Colombo quando ha scoperto Atlantide!

Dopo due giorni di cammino ininterrotto nel vuoto spinto, ormai sicuro di essere in Molise, stavo per arrendermi e lasciarmi morire in mezzo alla strada, quando all'improvviso ho visto un campanello di una villa con il nome del capo del mio zio senatore di cui ti avevo scritto una settimana fa. Allora ho suonato e ho subito detto di chi ero nipote, che sono contraio ai tagli alla magistratura e che Lodo Alfano puzza e subito costui mi è venuto incontro dicendo nell'incomprensibile vernacolo locale:

« Che c'azzecca qua il nipote di Fabietto "Mano Lesta"?! Fatti dentro! <gesticola come per invitarmi ad entrare> Che sorpresa! Sai, io e tuo zio abbiamo stati i migliori parlatori alla facoltà di giuspu... giurip... giursp... Pam! Pam ! Pam! <mima un giudice che batte il martelletto> »

Poco dopo mi ha offerto una camera dove dormire e abbiamo cenato assieme e penso di aver capito dai suoi gesti che mi stava offrendo di diventare consigliere di quella regione: ecco dov'era la fregatura, vuole relegarmi in eterno nel nulla!

Giorno 11

Stamattina sono fuggito dalla finestra prima dell'alba, non sono così scemo da preferire richezza e potere facili ad una sana vita di vagabondaggio lungo le circonvallazioni e le autostrade che di cui può vantarsi il nostro Bel Paese. È giunto il momento di trovarsi un compagno di viaggio a quattro zampe, sai, è odioso sentire gli altri barboni che si pavoneggiano dei loro pastori tedeschi pulciosi che rendono anche nove euro di elemosina al giorno. Prima di partire da casa ho svitato i pomelli d'ottone massiccio del letto di mio nonno, li ho divisi in due e ho colorato una metà di bianco e l'altra di rosso, in modo da costruirmi delle sfere poké adatte a catturare gli animali selvatici come l'idolo di tutti i bracconieri, Ash Ketchum. Ebbene, nel tardo pomeriggio ho visto un randagio venire verso di me e gli ho tirato la prima pokéball, ma l'ho preso sulle costole e lui mi ha addentato un braccio. Siccome io non sono uno che molla facilmente e neanche lui mi voleva mollare il braccio, gli ho tirato una sfera in faccia e un'altra su quella cosa che va proverbialmente in direzioni casuali. A questo punto è stramazzato a terra e ho provato ad infilarlo nella Pokéball, ma mi sono accorto che era troppo piccola, forse era per quello che non ero riuscito a catturarlo con quelle precedenti. Me lo sono dunque caricato sulle spalle: se si fosse svegliato entro la notte sarebbe diventato il mio migliore amico, roccia della difesa nelle avversità e bastone della vecchiaia, se invece non avesse sato segni di vita sapevo cosa mangiare per cena.

Pikane mentre gli sto insegnando con successo le mosse Sfuriate, Morso e Iper Raggio.

Giorno 12

Il bau bau si è svegliato un po' rimbambito, sembra che non si ricordi di me e forse è un bene. Ho deciso di chiamarlo Pikane in onore del più grande dei Pokémon, Pikachu, e del più famoso dei cani, Cane. Assieme abbiamo passato un giornata felice saltellando nei campi puntinati di margheritine, abiamo ascoltato i canti degli uccellini di bosco, abbiamo guardato il tramonto seduti sotto una quercia frondosa e gli ho chiesto se temere di più di essere diventato gay o zoofilo e lui ha dissolto tutte le mie preoccupazioni con una rassicurante Wof! Wof!.

Giorno 13

Stamane ho accidentalmente inciampato in un condominio che non avevo notato da quanto era ben mimetizzato con gli altri edifici e mi sono rotto l'unghia del quinto dito del piede[7]. Con una tale invalidità non potevo più portare indosso le scarpe e il mio viaggio sembrava giunto ad una misera conclusione, ma la mia buona sorte mi ha fatto apparire proprio dietro l'angolo una bici da cross nuova fiammante e me l'ha anche legata con una catena ad un alberello, in modo che nessuno me le rubasse. Forse aveva un po' esagerato con la premurosità, ma come dice il proverbio, "aiutati che Dio t'aiuta": ho sradicato la pianta dicendo ad una vecchia petulante che passava di lì che avevo bisogno di una toilette portatile per il mio cane e sono partito verso l'avventura più spedito che mai e senza più il problema di cercare luoghi predisposti all'espletamento della minzione.

Note

  1. ^ Dev'essere il loro modo per salutare...
  2. ^ Ah, che bella l'ospitalità che il mondo moderno ha dimenticato...
  3. ^ Ho letto su Wikipedia che quelli che girano il mondo si chiamano così.
  4. ^ (o almeno credo)
  5. ^ Il mio professore insiste che si dica sole cocente di fine maggio, ma sono convinto che la tamperatura dipenda dal giorno della settimana.
  6. ^ Come ad esempio "elettricità" scritto in giallo con lettere a forma di fulmine o "testicoli" in caratteri rosa tondeggianti e pelosi.
  7. ^ Quello che ci è stato affibbiato dalla lobby dei mobili sadici giusto per soffrire nello sbatterlo.