Giosuè: differenze tra le versioni

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[[File:Giosuè Carducci.jpg|thumb|right|250px|[[Giosuè Carducci|Giosuè]] in una foto d'epoca]]
{{Accusa|accusa=APU|firma={{Utente:Undead Lord/firma}} 23:37, feb 2, 2012 (CET)}} {{Processo|14 febbraio 2012|note=}}
{{Wikipedia|Giosuè (Bibbia)}}
{{Cit|Ma chi? [[Carducci]]?|[[Tutti]] su [[Giosuè]]}}
{{Cit|Con permesso...|[[Giosuè]] entra in [[Palestina]], armi in pugno}}
{{Cit|Ci fermiamo un attimo, solo il tempo di bere un caffè, poi scappiamo ché abbiamo il gatto nella [[pentola a pressione]].|[[Giosuè]] ai palestinesi}}
{{Cit|Ci rubano il lavoro!|[[Palestinesi]] sul [[ebrei|popolo ebraico]]}}


'''Giosuè''' ([[Alessandria]] 1606 a.c. - [[Canaan]] 1504 a.c.) è un personaggio [[Bibbia|biblico]] che successe a [[Mosè]] alla guida del popolo [[ebreo]]. Di mestiere era muratore, ma aveva l'hobby della tromba, e suonava nel Dopolavoro [[FNME|Ferroviario]] di Luxor. È più celebre come alter ego di [[Gesù]] nelle [[bestemmia|bestemmie]].
'''Giosuè''' ([[Alessandria]] [[1556]] a.C. - [[Canaan]] [[1454]] a.C.) è un personaggio [[Bibbia|biblico]] che successe a [[Mosè]] alla guida del popolo [[ebreo]]. Di mestiere era [[schiavo]], ma aveva l'[[hobby]] della [[tromba]], e suonava nel [[dopolavoro]] [[FNME|ferroviario]] di [[Luxor]]. È più celebre come [[alter ego]] di [[Gesù]] nelle [[bestemmie]].


== La successione a Mosè ==
== Infanzia e successione a Mosè ==
{{Vedianche|Mosè}}
Giosuè nacque in Egitto, con la carica sociale di "schiavo addetto a farsi schiavizzare". Lì per lì la sua condizione non gli fu causa di disperazione, dato che era solito coltivare l'hobby di subire frustate alla schiena e di secernere sudore dalle ascelle. Una volta che ebbe capito, però, che la stessa consuetudine l'avrebbe accompagnato per il resto della vita, decise di svoltare. Due erano le possibilità che si presentavano davanti al giovane Giosuè: diventare il canarino del campo, spifferando agli egizi gli autori dei soliti furti di rami secchi che disturbavano la tranquilla comunità ebraica, ovvero fuggire dall'Egitto insieme a Mosè. Nonostante gli egizi non se lo calcolassero minimamente, Giosuè decise ugualmente di mettersi dalla parte del Faraone, rilevando l'inconsistenza di una fuga nel deserto da parte di un popolo di decina di migliaia di persone; si recò dunque a [[Palazzo Madama]] con l'intento di fare la spia non già sull'[[Il Tilli|autore]] dei furti, ancora latitante, ma su Mosè e sulla sua idea di sottrargli gli schiavi al fine di farli propri. Il calcio sui denti che ricevette alla porta d'entrata del Palazzo gli ricordò che uno schiavo non poteva avvicinarsi al Faraone, nè a Palazzo, nè parlare con la bocca piena o vuota; decise pertanto di ritornare sui propri passi e accollarsi questo difficile compito: guidare il popolo ebraico nella lunga camminata verso la [[Terra promessa]], un mondo diverso dove continuare a coltivare i propri interessi non più costretto.

Giosuè nacque in [[Egitto]], con la carica sociale di [[schiavo]] addetto a farsi schiavizzare. Lì per lì la sua condizione non gli fu causa di disperazione, dato che era solito coltivare l'hobby di subire frustate alla schiena e di secernere [[sudore]] dalle [[ascelle]]. Una volta che ebbe capito, però, che la stessa consuetudine l'avrebbe accompagnato per il resto della vita, decise di svoltare. Due erano le possibilità che si presentavano davanti al giovane Giosuè: diventare il [[canarino]] del campo, spifferando agli egizi gli autori dei soliti furti di {{citnec|rami secchi}} che disturbavano la tranquilla comunità ebraica, ovvero fuggire dall'[[Egitto]] insieme a [[Mosè]].

Nonostante gli [[egizi]] non se lo calcolassero minimamente, Giosuè decise ugualmente di mettersi dalla parte del [[Faraone]], rilevando le difficoltà di una fuga nel [[deserto]] di un popolo di decine di migliaia di persone. Si recò dunque a [[Palazzo Madama]] con l'intento di fare la [[spia]] non già sull'autore dei furti, ancora latitante, ma su Mosè e sulla sua idea di sottrargli gli schiavi al fine di farli propri.
Il calcio sui denti che ricevette alla porta d'entrata del Palazzo gli ricordò che uno schiavo non poteva avvicinarsi al Faraone, né a Palazzo, né parlare con la bocca piena o vuota; decise pertanto di ritornare sui propri passi e accollarsi questo difficile compito: guidare il popolo ebraico nella lunga camminata verso la ''[[terra promessa]]'', un mondo diverso dove poter continuare a coltivare i propri interessi.
[[File:Baracca_in_rovina.jpg|thumb|right|300px|La casa di Giosuè.]]
I primi giorni della grande fuga furono uno spasso. L'arsura bruciava le gole e permetteva un'ottima sudorazione. Si era poi fatto strada all'interno della comitiva, sfruttando l'ascensore sociale e scalando i vari gradi del cursus honorum che al momento consistevano sostanzialmente in:
I primi giorni della grande fuga furono uno spasso. L'arsura bruciava le gole e permetteva un'ottima sudorazione. Si era poi fatto strada all'interno della comitiva, sfruttando l'ascensore sociale e scalando i vari gradi del cursus honorum che al momento consistevano sostanzialmente in:
* Capra;
* [[capra]];
* Bove che tira i carretti;
* [[Bovino|bove]] che tira i carretti;
* [[Carro di buoi|carretti]];
* Carretti;
* Schiavo liberato;
* [[schiavo]] liberato;
* Vice-Mosè;
* Vice-Mosè;
* Mosè;
* [[Mosè]];
* Mosè ubriaco;
* Mosè [[Ebbrezza|ubriaco]].
Partendo da una carica di [[Vittorio Sgarbi|capra]], ereditata dal padre Nun, della tribù dei [[Framerate]], con un furbo quanto squallido intrigo riuscì a scavalcare i buoi dando loro la colpa dell'aumento del costo della benzina, i carretti svitando loro i quadrati, gli schiavi sputando loro, e giungendo così all'ambita carica di Vice-Mosè, che consisteva nell'accompagnare il capo annunedo ad ogni sua frase, ridere ad ogni sua battuta e sgomitare con gli altri Vice-Mosè: [[Emilio Fede| Fede]], Efraim, [[Bondi]].<br/>
Partendo da una carica di [[Vittorio Sgarbi|capra]], ereditata dal padre Nun, della tribù dei [[Framerate]], con un furbo quanto squallido intrigo riuscì a scavalcare i buoi dando loro la [[colpa]] dell'aumento del costo della [[benzina]], i carretti bruciandoli, gli schiavi sputandoli, e giungendo così all'ambita carica di Vice-Mosè, che consisteva nell'accompagnare il capo annuendo ad ogni sua frase, ridere ad ogni sua battuta e sgomitare con gli altri Vice-Mosè: [[Emilio Fede|Fede]], Efraim, [[Bondi]].<br />
Di lì in poi fu tutto in discesa, a parte la strada che lo portava verso la Terra Promessa, compresa quella per la cima del Monte Sinai. Lì accompagnò Mosè, rallegrandosi però sul fatto che gli altri non si sarebbero divertiti senza di lui.<br/>
Di lì in poi fu tutto in discesa, a parte la strada che lo portava verso la Terra Promessa, compresa quella per la cima del [[Monte Sinai]]. Lì accompagnò Mosè, rallegrandosi però sul fatto che gli altri non si sarebbero divertiti senza di lui.<br />
In seguito si avvicinò sempre più a Mosè, soprattutto per fargli firmare il testamento, in cambio di qualche strigliata ai cavalli e alla moglie (di Giosuè da parte di Mosè). Il piano fatto di sotterfugi e umiliazioni al bar dell'accampamento - i buoi erano soliti chiamarlo affettuosamente cornuto e fargli il gesto dell'ombrello - ebbe però successo. Mosè infatti lo nominò capo spartivento del popolo, incoronandolo davanti a tutti.
In seguito si avvicinò sempre più a Mosè, soprattutto per fargli firmare il [[testamento]], in cambio di qualche strigliata ai cavalli e alla moglie (di Giosuè da parte di Mosè). Il piano fatto di sotterfugi e umiliazioni al bar dell'accampamento - i buoi erano soliti chiamarlo affettuosamente [[corna|cornuto]] e fargli il [[gesto dell'ombrello]] - ebbe però successo. Mosè infatti lo nominò capo spartivento del popolo, incoronandolo davanti a tutti e spirando poco dopo.
I primi atti compiuti da capo, furono:
I primi atti compiuti da capo popolo, furono:
* uccidere i buoi;
* uccidere i buoi;
* salutare con disprezzo l'invenzione della [[ruota]], definita <<''Un'invenzione che lascia il tempo che trova. D'altronde i nostri carretti coi quadrati rotolano benissimo''>>;
* impalare Aspen, il suo compagno di banco che da piccolo lo prendeva in giro;
* stampare quintali di nuova cartamoneta: <<''Più [[soldi]] più richezza''>>;
* salutare con disprezzo l'invenzione della ruota, definita <<Un'invenzione che lascia il tempo che trova. D'altronde i nostri carretti coi quadrati rotolano benissimo>>;
* incominciare a far stampare la cartamoneta alle banche, facendosela poi dare a [[prestito]] con gli [[interessi]];
* stampare quintali di nuova cartamoneta: <<Più soldi più richezza>>;
* revocare il Glass-Steagall Act che non permetteva l'unione tra [[banca|banche]] commerciali e banche d'investimenti;
* incominciare a far stampare la cartamoneta alle banche, facendosela poi dare a prestito con gli interessi;
* investire tutti i risparmi nella [[CrediEuroNord]] [[padania|padana]].
* revocare il Glass-Steagall Act che non permetteva l'unione tra banche commerciali e banche d'investimenti;
[[File:Triciclo_con_ruota_quadrata.jpg|thumb|right|250px|Un giovane Giosuè piange nel provare le ruote rotonde.]]
* investire tutti i risparmi nella [[CrediEuroNord]] padana.
L'inflazione paventanta dagli economisti pessimisti non toccò minimamente il popolo; d'altronde la [[CrediEuroNord]] era fallita, e tutti i risparmi del popolo erano volati in [[Mozambico]], passando proprio per l'Egitto. Il [[Culo|televisore]] mostrato dal direttore della banca dall'aereo in volo era visibile ad occhio nudo anche da Giosuè, il quale facendo spallucce e osservando una cartina disse:<br/>
L'[[inflazione]] paventata dagli [[economisti]] pessimisti non toccò minimamente il popolo; d'altronde la [[CrediEuroNord]] era fallita, e tutti i risparmi del popolo erano volati in [[Mozambico]], passando proprio per l'Egitto. Il [[Culo|televisore]] mostrato dal direttore della banca dall'[[aereo]] in [[volo]] era visibile ad occhio nudo anche da Giosuè, il quale facendo spallucce e osservando una cartina disse:<br />
{{quote|Il Mozambico è qui dietro, facciamoci un salto. D'altronde l'Africa è tutta in discesa | Giosuè}}<br/>
{{quote|Il Mozambico è qui dietro, facciamoci un salto. D'altronde l'[[Africa]] è tutta in discesa.|Giosuè}}<br />
Fu definito da alcuni un capo illuminato, per l'acume nelle scelte, il suo polso fermo e per quel bagliore che emanava quando il suo popolo decise di dargli fuoco.<br/>
Fu definito da alcuni un capo illuminato, per l'acume nelle scelte, il suo polso fermo e per quel bagliore che emanava quando il suo popolo decise di dargli fuoco.<br />
Scampato il pericolo, fu salvato dalla campanella e dall'arrivo alla [[Terra promessa]].
Scampato il pericolo, fu salvato dalla [[campanella]] e dall'arrivo alla [[Terra promessa]].


== L'attraversamento del [[Giordano]] e la [[Terra promessa]] ==


Giosuè, dopo un viaggio di quarant'anni, giunge pertanto presso le sponde del [[Giordano (fiume)|Giordano]], col suo popolo che, festante, trascinava l'[[arca dell'alleanza]]; questa inizialmente era stata pensata per contenere i testi dei [[dieci comandamenti]], ma Giosuè, per un misunderstanding, l'aveva voluta piena di coppie di animali di tutte le specie esistenti. Farli entrare in una sorta di scatola 2x1x1 fu per il capo impresa ardua, ma risolta con inventiva, tenacia ed un grosso [[frullatore]]. Giosuè era quindi pronto per la conquista della sua terra e per un eventuale [[Diluvio universale|diluvio]].
== La Terra Promessa ==
[[File:Arca_di_noe.gif|thumb|left|250px|L'arca dell'alleanza secondo il progetto di Giosuè, diarrea su tela.]]
Secondo quanto aveva detto Mosè, il popolo, si aspettava di trovarvi fiumi di latte e miele. Invece trovò sassi, ortiche e borgiacche (durante tutto il viaggio fino ad Amsterdam a Mosè fischiarono le orecchie), e poi la Palestrina era una palestra troppo piccola per entrarci tutti. Ed il popolo chiese a Giosuè di mantenere la promessa fatta da [[Dio]] a Mosè e dargli fiumi di latte e miele. Giosuè si rivolse a Dio: ''"Oh che Tu promettesti a Mosè fiumi di latte e miele, che questi mi stanno a rompere li coglioni che vogliono abbeverarsi?"''; e il Signore gli rispose: ''" E che è'' - disse il Signore - ''che il popolo d'Israele vuole cacare di liscio? Ma tutti Io li trovo questi grulli! Oh Giosuè della malora, se vuoi latte cerca le tette! E poi il miele mi serve per le meringhe; cercatevele voi le api che a Me, per un po' di miele, m'hanno bucherellato tutto il [[culo]] e ora non posso neanche sedermi sulle nuvole che mi brucia un accidente! Ma guarda un po' questi stronzi..."''


L'attraversamento del [[Giordano]] fu un gioco da ragazzi con Giosuè sull'arca galleggiante <<''Vedete che a qualcosa serviva?''>>, disse, mentre il resto del popolo ne approfittava per imparare il doppio carpiato con bestemmia ritornata.<br />
Giosuè allora comprese che Mosè aveva detto quella palla del latte e del miele solo per convincere il popolo all'esodo e che Dio non ne sapeva nulla. Quindi preparò il popolo per invadere terre meno aride, dove almeno si poteva rimediare qualche carrubba.
Giosuè fece dunque [[circoncisione|circoncidere]] tutti gli uomini [[Ebreo|ebrei]] nati nel [[deserto]], e fece ricirconcidere quelli già circoncisi, anche perché non sapeva in cosa consistesse la [[circoncisione]], né se ne interessava.
Giunti però alla Terra promessa, questa si rivelò diversa da quanto immaginato dal popolo.
Secondo quanto aveva detto [[Mosè]], il popolo si aspettava di trovare nella Terra Promessa (TP) fiumi di latte e miele. Invece trovò sassi, ortiche e borgiacche, e poi la Palestrina era una [[palestra]] troppo piccola per entrarci tutti. Ed il popolo chiese a Giosuè di mantenere la promessa fatta da [[Dio]] a Mosè e dargli fiumi di latte e miele. Giosuè, che non aveva sentito la promessa, né riteneva fossero possibili fiumi di latte, [[Ateismo|né credeva in Dio]], sentenziò:
{{quote|Manca ancora poco, svoltiamo quell'angolo e ci siamo. Sento già il ronzio delle api.|Giosuè}}<br />
[[File:Deserto_bianco.jpg|thumb|right|250px|La nuova casa di Giosuè presso la Terra promessa.]]
Il ronzio era quello delle armi messe ad affilare del popolo abitante di [[Gerico]], comandati da Sandrino il Mazzulatore, grande condottiero del deserto e vincitore dell'ultimo torneo [[cisgiordania|cisgiordano]] di "''[[Chi sputa più lontano|gara a chi sputa più lontano controvento seduto su un cavallo in corsa]]''". Questo non tollerava i latticini, ma soprattutto gli [[extracomunitari]] e al grido di <<''Ci rubano il lavoro''>> si lanciò contro il popolo invasore e igienicamente carente.


== Gerico ==
== [[Gerico]] ==
Gerico era una potente [[città]] che si trovava sulla strada della Terra Promessa. Aveva mura formidabili, un esercito poderoso, armi, catapulte, fionde, pistole ad acqua, mitragliatrici, bazooka, mortaretti, castagnole e ogni sorta di mezzo di difesa. La città era imprendibile; quando il popolo ebreo giunse sotto le sue mura si rese conto che, se l'avesse attaccata, i gerichi gli avrebbe fatto il culo quadrato. Fu allora che Giosuè si ricordò della sua passione giovanile per la tromba e cominciò a suonare un inno di guerra per incoraggiare i combattenti, ma prese tante di quelle stecche e stonature che il popolo d'Israele fuggì di nuovo nel deserto e i gerichi, che erano asserragliati nella città e non potevano fuggire, si tapparono le orecchie con la stoppa in attesa che Giosuè finisse. Ma Giosuè continuava, voleva suonare tutto il repertorio, compreso "Stranger in the night" che era quella che suonava peggio: fu allora che Gerico si arrese, anche perché le note di Giosuè avevano rotto le orecchie, i timpani, le palle, il cazzo, tutti i vetri e le ceramiche e avevano lesionato le mura della città che, difatti, crollarono.


Le trattative prima della battaglia furono serrate, degne dei nobili condottieri ottocenteschi.<br />
== Il surrogato ==
<br />
Il popolo, comunque, voleva sempre latte e miele e a Gerico non ce n'era. Fu allora che Giosuè si consultò con il Signore:
{{Cit|Torna a casa, barbone.| Sandrino il Mazzulatore.}}
{{Cit|Mungimi un coglione!| Giosuè.}}<br />
Gerico era una potente [[città]] che si trovava nella Terra Promessa. Aveva mura formidabili, un esercito poderoso, [[armi]], [[catapulta|catapulte]], [[fionda|fionde]], [[pistola ad acqua|pistole ad acqua]], [[mitragliatrice|mitragliatrici]], mortaretti, castagnole e ogni sorta di mezzo di difesa.<br />
L'esercito di Giosuè era un'accozzaglia sconnessa di disperati, il cui fetore (quarant'anni senza [[doccia]] si sentono) provocava una fastidiosa lacrimazione. L'esercito era fornito di bastoni, lacci, catafionde, arpe, bastoni, danari, [[Eh?|paracelli]] e sassi. Quest'ultimi erano in verità pochissimi.<br />
[[File:Persona con fionda gigante.JPG|thumb|left|250px|La catafionda.]]


La [[battaglia]] fu lunga e sanguinosa. I due capi si affrontarono a viso aperto, Sandrino nella sua lucente [[canottiera]], pezzata qua e là di paurose macchie rosso [[rubino]], ricordo delle precedenti mangiate a "''La Gallina che fuma''", Giosuè intento a sudare all'interno della sua tenda protetto dalla moltitudine dei suoi uomini, i quali, ben più numerosi degli avversari, li sopraffecero con la pura forza numerica e con l'insensato [[menefreghismo]] di Giosuè per la vita umana in generale, e dei suoi uomini in particolare.<br />
-''Mi dici un po', come devo fare, che questi vogliono latte e miele? In fondo l'hai autorizzato tu Mosè a dire questa [[Summa mosconica|mosconata]]!''.
La città venne perciò conquistata e Giosuè portato in trionfo tra lanci di [[fiore|fiori]], schiaffi e sputi. Nonostante le fatiche della battaglia, il condottiero non perse tempo e si apprestò a compiere la tanto voluta riforma del [[grano]].
Il [[soldi|grano]] in realtà non c'entrava un emerito, ma era una buona scusa per ricevere aiuti dall'Europa e coprire di [[cemento]] la verdeggiante Gerico, secondo il detto <<''Mattone è sempre affarone''>>. In pochi mesi progettò la costruzione di:
- ''Ma è mai possibile'' - disse Dio -''che mi state sempre tra i [[coglioni]] con questa storia! E che è, non riesci a trovare niente che gli somigli? Ma tutto da Me volete?''.
*una [[piramide]];
*una statua di un'animale con corpo leonino e testa giosuèonina, cui diede il nome di [[sfinge]];
*un'altra [[piramide]] più grande;
*un ponte sul [[Mar Rosso]];
*un [[asilo]].
Quest'ultimo venne poi convertito in un [[orfanotrofio]] per raccogliere i tanti orfani degli [[operai]] defunti nelle [[Grandi opere]].
Di tutte le nuove costruzioni la più grande fu senz'altro il Nuovo Palazzo della Regione di Gerico, sede del [[governo]] e dimora di Giosuè. Venne costruito con mattoni di paglia pressata uniti con [[sputo]] e [[Diarrea|cacaspruzz]], e con l'utilizzo della tecnica dell'arco dritto. Venne poi accatastato come [[autorimessa]], e distinto al [[Catasto]] Fabbricati di Gerico (TP) come segue:<br />
Foglio 1 - Particella 1 - Cl C/6 - [[mq]] 18.000 - Rendita Catastale 7,6 [[Euro|euri]]<br />
Rimane scolpito nella storia il discorso per l'inaugurazione del Palazzo, pronunciato dal balcone dello stesso:
{{quote|Quando tornate a casa, date una carezza ai vostri bambini... Ma cos'è questo odore di merda?|Giosuè}}<br />
[[File:Macerie2.jpg|thumb|right|300px|La casa di Giosuè presso Gerico.]]
Nonostante l'impegno e i fiumi di [[Alcol etilico|alcol]] bevuti, l'aumento del [[PIL]] previsto da Giosuè non si concretizzò; decise pertanto di dare una scossa all'economia con le seguenti iniziative:
*insegnare il [[dialetto]] nelle scuole;
*spendere metà del [[PIL|prodotto interno lordo]] in [[corso di formazione|corsi di formazione]] per i suoi ministri tenuti da sua [[moglie]];
*costituire corsi di formazione per insegnare a costituire corsi di formazione;
*dare la [[colpa]] a Mosè;
*[[Rutto libero|ruttare]] e fare battute a sfondo erotico;
*investire nel [[mattone]].


La strategia non andò in porto. Giosuè decise pertanto di lasciare Gerico, ormai decadente, per andare a conquistare qualche altra città.
Allora Dio mandò un'illuminazione a Giosuè: '''i cammelli'''!!!!. E Giosuè, con pazienza, masturbò 512 cammelli, dolcificò lo [[sperma]] e il popolo fu finalmente felice. L'unico inconveniente fu il fatto che a molti spuntarono le gobbe.
Gerico venne rasa al suolo ed una maledizione venne pronunciata contro tutti i suoi abitanti:
{{quote|Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. E con il peperoncino e un po' d'insaléta ti protegge la Madonna dell'Incoronéta; con l'olio, il sale, e l'aceto ti protegge la Madonna dello Sterpeto; corrrrrno di bue, latte screméto, proteggi questa chésa dall'innominéto.|Giosuè (forse).}}<br />


== Lieto fine ==
== Installazione delle Tribù ==

I pochi scontenti, furono accontentati in modo semplice: Giosuè diede loro una sana [[guerra]] che dura fino a oggi.
Giosuè ripartì per un nuovo avventuroso viaggio, portando con sé i prodotti della terra e quel poco di [[manna]] che gli rimaneva, oltre ad un po' di [[pane azzimo]], [[frumento]] abbrustolito e mini-[[würstel]] piccanti. Tutto ciò risultava sicuramente più sostanzioso rispetto alla [[dieta]] del popolo, costituita principalmente di [[sabbia]].<br />
Di lì in poi fu un assalto continuo alle città fortificate [[cananei|cananee]]. La tecnica d'assalto era costituita dall'utilizzo di grandi [[torre d'assedio|torri d'assedio]] formate esclusivamente da uomini posti l'uno sopra l'altro, a sfidare [[forza di gravità]] e frecce nemiche, nonché teste d'[[ariete]] per lo spuntino.
Dopo la conquista della quasi totalità del paese di [[Canaan]], Giosuè amministrò l'insediamento delle tribù e la divisione del territorio. Iniziò dalle tribù di [[Giuda]] e di Manasse, cui sottrasse la terra invitandoli ad un [[pic-nic]] fuori porta, insediandosi di soppiatto nelle loro città e mettendo i piedi sul tavolo. La tribù di Caleb ottenne un calcio in culo. L'[[Arca dell'Alleanza]] fu trasportata da Guilgal, dove si trovava dopo il passaggio del Giordano, al silos di Silo. Il profumo di carogna si apprezzava da chilometri.
Giosuè ormai [[vecchio]] si insedia a Timnath-quelcheserah, stabilendo la sua dimora sotto la panchina di Piazza della Carovana, e concedendosi nelle sue lunghe giornate oziose brevi giochi d'odalische, regalo del [[Mu'ammar Gheddafi|re]] della [[Libia]].
[[File:panchina_rotonda.jpg|thumb|right|400px|L'ultima dimora di Giosuè.]]
Morirà all'età di centodieci anni solo e con l'unico e vano conforto dei suoi miliardi, di giovani donzelle e della compagnia del Fido [[Emilio Fede|Fede]].<br />

== Curiosità ==
*Giosuè aveva 6 dita della mano destra; appartenevano ad un suo [[schiavo]].
*Giosuè [[rutto|ruttava]] in [[alfabeto morse]].
*Era solito pulirsi lo spazio in mezzo alle dita dei piedi con le dita delle mani, per poi odorarsele.
*Il suo serpente poteva trasformarsi in bastone.
*Era solito rubare i rami secchi.
*A Gerico impose l'utilizzo del [[casco]] ai [[camionisti]].
*La sua frase più famosa, che l'avvicina a [[Maria Antonietta d'Austria]], fu: "''Se non avete il pane andatevene a [[Fanculo]]''".
*Giosuè lascia inoltre ai posteri una grande eredità:
#un'opera teatrale in 3 atti, chiamata "''Il bello di lavarsi il [[culo|sedere]] con l'[[acquaragia]]''" opera che nasconde un'aspra critica per il malcostume generalizzato tra il popolo consistente nell'utilizzo del sapone a fini igienici, pratica ripudiata da Giosuè e definita <<''Roba da checche''>>.
#Una lunga scia di sangue.
#Una formula matematica x=c²*y¼, che solo nel XXI secolo si è scoperto essere del tutto inutile.
#Un utile orologio d'epoca.
#Un testo chiamato "''Rose al vento''", in cui l'autore non disdegna [[Maschilismo|commenti sessisti gratuiti]] verso la sua vicina di casa.
#Alcuni utili consigli su come arrotare per bene le [[forbici]].


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
* [[Dieci comandamenti]]
* [[Dieci comandamenti]]
* [[Mosè]]
* [[Mosè]]
* [[Abramo]]
* [[Noè]]
* [[Terra promessa]]

[[Categoria:Personalità religiose]]
[[Categoria:nomi]]
[[Categoria:Reincarnazioni del Buddha]]


[[Categoria:Personaggi religiosi]]
[[pt:Josué]]
[[pt:Josué]]

Versione attuale delle 13:27, 30 gen 2020

Giosuè in una foto d'epoca
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Giosuè (Bibbia)
« Ma chi? Carducci? »
« Con permesso... »
(Giosuè entra in Palestina, armi in pugno)
« Ci fermiamo un attimo, solo il tempo di bere un caffè, poi scappiamo ché abbiamo il gatto nella pentola a pressione. »
(Giosuè ai palestinesi)
« Ci rubano il lavoro! »

Giosuè (Alessandria 1556 a.C. - Canaan 1454 a.C.) è un personaggio biblico che successe a Mosè alla guida del popolo ebreo. Di mestiere era schiavo, ma aveva l'hobby della tromba, e suonava nel dopolavoro ferroviario di Luxor. È più celebre come alter ego di Gesù nelle bestemmie.

Infanzia e successione a Mosè

   La stessa cosa ma di più: Mosè.

Giosuè nacque in Egitto, con la carica sociale di schiavo addetto a farsi schiavizzare. Lì per lì la sua condizione non gli fu causa di disperazione, dato che era solito coltivare l'hobby di subire frustate alla schiena e di secernere sudore dalle ascelle. Una volta che ebbe capito, però, che la stessa consuetudine l'avrebbe accompagnato per il resto della vita, decise di svoltare. Due erano le possibilità che si presentavano davanti al giovane Giosuè: diventare il canarino del campo, spifferando agli egizi gli autori dei soliti furti di rami secchi[citazione necessaria] che disturbavano la tranquilla comunità ebraica, ovvero fuggire dall'Egitto insieme a Mosè.

Nonostante gli egizi non se lo calcolassero minimamente, Giosuè decise ugualmente di mettersi dalla parte del Faraone, rilevando le difficoltà di una fuga nel deserto di un popolo di decine di migliaia di persone. Si recò dunque a Palazzo Madama con l'intento di fare la spia non già sull'autore dei furti, ancora latitante, ma su Mosè e sulla sua idea di sottrargli gli schiavi al fine di farli propri. Il calcio sui denti che ricevette alla porta d'entrata del Palazzo gli ricordò che uno schiavo non poteva avvicinarsi al Faraone, né a Palazzo, né parlare con la bocca piena o vuota; decise pertanto di ritornare sui propri passi e accollarsi questo difficile compito: guidare il popolo ebraico nella lunga camminata verso la terra promessa, un mondo diverso dove poter continuare a coltivare i propri interessi.

La casa di Giosuè.

I primi giorni della grande fuga furono uno spasso. L'arsura bruciava le gole e permetteva un'ottima sudorazione. Si era poi fatto strada all'interno della comitiva, sfruttando l'ascensore sociale e scalando i vari gradi del cursus honorum che al momento consistevano sostanzialmente in:

Partendo da una carica di capra, ereditata dal padre Nun, della tribù dei Framerate, con un furbo quanto squallido intrigo riuscì a scavalcare i buoi dando loro la colpa dell'aumento del costo della benzina, i carretti bruciandoli, gli schiavi sputandoli, e giungendo così all'ambita carica di Vice-Mosè, che consisteva nell'accompagnare il capo annuendo ad ogni sua frase, ridere ad ogni sua battuta e sgomitare con gli altri Vice-Mosè: Fede, Efraim, Bondi.
Di lì in poi fu tutto in discesa, a parte la strada che lo portava verso la Terra Promessa, compresa quella per la cima del Monte Sinai. Lì accompagnò Mosè, rallegrandosi però sul fatto che gli altri non si sarebbero divertiti senza di lui.
In seguito si avvicinò sempre più a Mosè, soprattutto per fargli firmare il testamento, in cambio di qualche strigliata ai cavalli e alla moglie (di Giosuè da parte di Mosè). Il piano fatto di sotterfugi e umiliazioni al bar dell'accampamento - i buoi erano soliti chiamarlo affettuosamente cornuto e fargli il gesto dell'ombrello - ebbe però successo. Mosè infatti lo nominò capo spartivento del popolo, incoronandolo davanti a tutti e spirando poco dopo. I primi atti compiuti da capo popolo, furono:

  • uccidere i buoi;
  • salutare con disprezzo l'invenzione della ruota, definita <<Un'invenzione che lascia il tempo che trova. D'altronde i nostri carretti coi quadrati rotolano benissimo>>;
  • stampare quintali di nuova cartamoneta: <<Più soldi più richezza>>;
  • incominciare a far stampare la cartamoneta alle banche, facendosela poi dare a prestito con gli interessi;
  • revocare il Glass-Steagall Act che non permetteva l'unione tra banche commerciali e banche d'investimenti;
  • investire tutti i risparmi nella CrediEuroNord padana.
Un giovane Giosuè piange nel provare le ruote rotonde.

L'inflazione paventata dagli economisti pessimisti non toccò minimamente il popolo; d'altronde la CrediEuroNord era fallita, e tutti i risparmi del popolo erano volati in Mozambico, passando proprio per l'Egitto. Il televisore mostrato dal direttore della banca dall'aereo in volo era visibile ad occhio nudo anche da Giosuè, il quale facendo spallucce e osservando una cartina disse:

« Il Mozambico è qui dietro, facciamoci un salto. D'altronde l'Africa è tutta in discesa. »
(Giosuè)


Fu definito da alcuni un capo illuminato, per l'acume nelle scelte, il suo polso fermo e per quel bagliore che emanava quando il suo popolo decise di dargli fuoco.
Scampato il pericolo, fu salvato dalla campanella e dall'arrivo alla Terra promessa.

L'attraversamento del Giordano e la Terra promessa

Giosuè, dopo un viaggio di quarant'anni, giunge pertanto presso le sponde del Giordano, col suo popolo che, festante, trascinava l'arca dell'alleanza; questa inizialmente era stata pensata per contenere i testi dei dieci comandamenti, ma Giosuè, per un misunderstanding, l'aveva voluta piena di coppie di animali di tutte le specie esistenti. Farli entrare in una sorta di scatola 2x1x1 fu per il capo impresa ardua, ma risolta con inventiva, tenacia ed un grosso frullatore. Giosuè era quindi pronto per la conquista della sua terra e per un eventuale diluvio.

L'arca dell'alleanza secondo il progetto di Giosuè, diarrea su tela.

L'attraversamento del Giordano fu un gioco da ragazzi con Giosuè sull'arca galleggiante <<Vedete che a qualcosa serviva?>>, disse, mentre il resto del popolo ne approfittava per imparare il doppio carpiato con bestemmia ritornata.
Giosuè fece dunque circoncidere tutti gli uomini ebrei nati nel deserto, e fece ricirconcidere quelli già circoncisi, anche perché non sapeva in cosa consistesse la circoncisione, né se ne interessava. Giunti però alla Terra promessa, questa si rivelò diversa da quanto immaginato dal popolo. Secondo quanto aveva detto Mosè, il popolo si aspettava di trovare nella Terra Promessa (TP) fiumi di latte e miele. Invece trovò sassi, ortiche e borgiacche, e poi la Palestrina era una palestra troppo piccola per entrarci tutti. Ed il popolo chiese a Giosuè di mantenere la promessa fatta da Dio a Mosè e dargli fiumi di latte e miele. Giosuè, che non aveva sentito la promessa, né riteneva fossero possibili fiumi di latte, né credeva in Dio, sentenziò:

« Manca ancora poco, svoltiamo quell'angolo e ci siamo. Sento già il ronzio delle api. »
(Giosuè)


La nuova casa di Giosuè presso la Terra promessa.

Il ronzio era quello delle armi messe ad affilare del popolo abitante di Gerico, comandati da Sandrino il Mazzulatore, grande condottiero del deserto e vincitore dell'ultimo torneo cisgiordano di "gara a chi sputa più lontano controvento seduto su un cavallo in corsa". Questo non tollerava i latticini, ma soprattutto gli extracomunitari e al grido di <<Ci rubano il lavoro>> si lanciò contro il popolo invasore e igienicamente carente.

Gerico

Le trattative prima della battaglia furono serrate, degne dei nobili condottieri ottocenteschi.

« Torna a casa, barbone. »
( Sandrino il Mazzulatore.)
« Mungimi un coglione! »
( Giosuè.)


Gerico era una potente città che si trovava nella Terra Promessa. Aveva mura formidabili, un esercito poderoso, armi, catapulte, fionde, pistole ad acqua, mitragliatrici, mortaretti, castagnole e ogni sorta di mezzo di difesa.
L'esercito di Giosuè era un'accozzaglia sconnessa di disperati, il cui fetore (quarant'anni senza doccia si sentono) provocava una fastidiosa lacrimazione. L'esercito era fornito di bastoni, lacci, catafionde, arpe, bastoni, danari, paracelli e sassi. Quest'ultimi erano in verità pochissimi.

La catafionda.

La battaglia fu lunga e sanguinosa. I due capi si affrontarono a viso aperto, Sandrino nella sua lucente canottiera, pezzata qua e là di paurose macchie rosso rubino, ricordo delle precedenti mangiate a "La Gallina che fuma", Giosuè intento a sudare all'interno della sua tenda protetto dalla moltitudine dei suoi uomini, i quali, ben più numerosi degli avversari, li sopraffecero con la pura forza numerica e con l'insensato menefreghismo di Giosuè per la vita umana in generale, e dei suoi uomini in particolare.
La città venne perciò conquistata e Giosuè portato in trionfo tra lanci di fiori, schiaffi e sputi. Nonostante le fatiche della battaglia, il condottiero non perse tempo e si apprestò a compiere la tanto voluta riforma del grano. Il grano in realtà non c'entrava un emerito, ma era una buona scusa per ricevere aiuti dall'Europa e coprire di cemento la verdeggiante Gerico, secondo il detto <<Mattone è sempre affarone>>. In pochi mesi progettò la costruzione di:

Quest'ultimo venne poi convertito in un orfanotrofio per raccogliere i tanti orfani degli operai defunti nelle Grandi opere. Di tutte le nuove costruzioni la più grande fu senz'altro il Nuovo Palazzo della Regione di Gerico, sede del governo e dimora di Giosuè. Venne costruito con mattoni di paglia pressata uniti con sputo e cacaspruzz, e con l'utilizzo della tecnica dell'arco dritto. Venne poi accatastato come autorimessa, e distinto al Catasto Fabbricati di Gerico (TP) come segue:
Foglio 1 - Particella 1 - Cl C/6 - mq 18.000 - Rendita Catastale 7,6 euri
Rimane scolpito nella storia il discorso per l'inaugurazione del Palazzo, pronunciato dal balcone dello stesso:

« Quando tornate a casa, date una carezza ai vostri bambini... Ma cos'è questo odore di merda? »
(Giosuè)


La casa di Giosuè presso Gerico.

Nonostante l'impegno e i fiumi di alcol bevuti, l'aumento del PIL previsto da Giosuè non si concretizzò; decise pertanto di dare una scossa all'economia con le seguenti iniziative:

La strategia non andò in porto. Giosuè decise pertanto di lasciare Gerico, ormai decadente, per andare a conquistare qualche altra città. Gerico venne rasa al suolo ed una maledizione venne pronunciata contro tutti i suoi abitanti:

« Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. E con il peperoncino e un po' d'insaléta ti protegge la Madonna dell'Incoronéta; con l'olio, il sale, e l'aceto ti protegge la Madonna dello Sterpeto; corrrrrno di bue, latte screméto, proteggi questa chésa dall'innominéto. »
(Giosuè (forse).)


Installazione delle Tribù

Giosuè ripartì per un nuovo avventuroso viaggio, portando con sé i prodotti della terra e quel poco di manna che gli rimaneva, oltre ad un po' di pane azzimo, frumento abbrustolito e mini-würstel piccanti. Tutto ciò risultava sicuramente più sostanzioso rispetto alla dieta del popolo, costituita principalmente di sabbia.
Di lì in poi fu un assalto continuo alle città fortificate cananee. La tecnica d'assalto era costituita dall'utilizzo di grandi torri d'assedio formate esclusivamente da uomini posti l'uno sopra l'altro, a sfidare forza di gravità e frecce nemiche, nonché teste d'ariete per lo spuntino. Dopo la conquista della quasi totalità del paese di Canaan, Giosuè amministrò l'insediamento delle tribù e la divisione del territorio. Iniziò dalle tribù di Giuda e di Manasse, cui sottrasse la terra invitandoli ad un pic-nic fuori porta, insediandosi di soppiatto nelle loro città e mettendo i piedi sul tavolo. La tribù di Caleb ottenne un calcio in culo. L'Arca dell'Alleanza fu trasportata da Guilgal, dove si trovava dopo il passaggio del Giordano, al silos di Silo. Il profumo di carogna si apprezzava da chilometri. Giosuè ormai vecchio si insedia a Timnath-quelcheserah, stabilendo la sua dimora sotto la panchina di Piazza della Carovana, e concedendosi nelle sue lunghe giornate oziose brevi giochi d'odalische, regalo del re della Libia.

L'ultima dimora di Giosuè.

Morirà all'età di centodieci anni solo e con l'unico e vano conforto dei suoi miliardi, di giovani donzelle e della compagnia del Fido Fede.

Curiosità

  • Giosuè aveva 6 dita della mano destra; appartenevano ad un suo schiavo.
  • Giosuè ruttava in alfabeto morse.
  • Era solito pulirsi lo spazio in mezzo alle dita dei piedi con le dita delle mani, per poi odorarsele.
  • Il suo serpente poteva trasformarsi in bastone.
  • Era solito rubare i rami secchi.
  • A Gerico impose l'utilizzo del casco ai camionisti.
  • La sua frase più famosa, che l'avvicina a Maria Antonietta d'Austria, fu: "Se non avete il pane andatevene a Fanculo".
  • Giosuè lascia inoltre ai posteri una grande eredità:
  1. un'opera teatrale in 3 atti, chiamata "Il bello di lavarsi il sedere con l'acquaragia" opera che nasconde un'aspra critica per il malcostume generalizzato tra il popolo consistente nell'utilizzo del sapone a fini igienici, pratica ripudiata da Giosuè e definita <<Roba da checche>>.
  2. Una lunga scia di sangue.
  3. Una formula matematica x=c²*y¼, che solo nel XXI secolo si è scoperto essere del tutto inutile.
  4. Un utile orologio d'epoca.
  5. Un testo chiamato "Rose al vento", in cui l'autore non disdegna commenti sessisti gratuiti verso la sua vicina di casa.
  6. Alcuni utili consigli su come arrotare per bene le forbici.

Voci correlate