Donato Bilancia

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L'identikit che ha inchiodato Donato Bilancia (in qualche modo).

Donato Bilancia (Potenza, 10 luglio 1951 - 17 dicembre 2020, è stato un serial killer italiano, condannato a 13 ergastoli per aver commesso 17 omicidi fra il 1997 e il 1998, in un arco di tempo di 6 mesi. Operava prettamente in Liguria e nel basso Piemonte, come il suo "collega" Maurizio Minghella, col quale condivideva anche la passione per le prostitute (morte) e l'essere nato in un mese di luglio negli anni '50, che evidentemente dovevano aver registrato in quelle zone estati particolarmente torride.
Nel corso della sua breve ma significativa carriera è stato chiamato in vari modi:

  • mostro della Liguria;
  • serial killer delle prostitute;
  • serial killer dei treni;
  • il bastardo che accoppa gente a ritmo forsennato.

Quando andava a troie pretendeva che lo chiamassero Walter, ma quelle disgraziate non lo accontentavano, forse perché erano già morte. Questo gli causava un notevole senso di frustrazione, che lo spingeva a cercarne altre da accoppare. Condannato a 13 ergastoli, deve anche scontare una pena di 16 anni per il tentato omicidio del transessuale Lorena, che si è salvato per culo[1] e l'ha incastrato.

- Giudice: “Per i suoi 17 omicidi la condanno a 13 ergastoli.”
- Bilancia: “Evvai, quattro di meno! Grazie avvocato.”

Biografia

Chi ben comincia...

Donato Bilancia nasce a Potenza, ma questo lo giustifica solo in parte.
In 5 anni la famiglia si trasferisce prima ad Asti, poi vicino Salerno e infine a Genova. Non ha ancora fatto un giorno di scuola e la geografia gli sta già abbondantemente sui coglioni. Crescendo ha un rapporto difficile con madre, padre, fratello, amici, vicini di casa e gente che passava di lì per caso. Evidentemente è circondato da stronzi e questo mina il suo carattere gioviale[da verificare].
A 15 anni i primi guai con la giustizia, per rapina. Esce dal riformatorio giusto in tempo per farne un'altra a mano armata, cosa che lo porterà finalmente in un carcere per grandi. Qui conosce le persone giuste, dei veri professionisti che gli spiegano come non farsi beccare e finire dentro. Gente che ha passato dietro le sbarre il 70% della propria vita, cosa che avrebbe generato l'ombra del dubbio anche in un cerebroleso. I "preziosi consigli" invece lo tengono in libertà, per un paio di anni, probabilmente aveva capito male qualcosa. Nel 1976 viene acciuffato di nuovo, sempre per rapina. È recidivo, l'attenuante della cretinaggine non viene considerata e il giudice ha la mano pesante. Il carceriere invece troppo leggera: si scorda di chiudere a chiave e Bilancia evade, grazie anche alle ottime indicazioni fornite dai numerosi cartelli con la scritta "Uscita".
Alla professione di ladro unisce anche il vizio per il gioco d'azzardo, nelle bische clandestine è noto col nome di Walter e punta somme elevate. Come dichiarerà in seguito ai Carabinieri: "Ho sempre pagato i miei debiti, soldi alla mano. A parte una volta che me le avevano fratturate con un maleppeggio e li ho dovuti portare in bocca".
Nel 1987 suo fratello Michele prende un treno assieme al figlio di 4 anni, in faccia. Questo suicidio amplifica i suoi disturbi mentali, già manifestatisi dopo un incidente stradale, a seguito del quale era rimasto in coma una settimana. Nel 1990 è vittima di un nuovo scontro con l'auto, anche stavolta finisce in coma per qualche giorno.
A causa di queste due settimane di ferie dal mondo di vivi, il suo cervello ha riportato danni considerevoli, lo testimonia un referto clinico nel quale si parla di "poltiglia tumefatta" e "incapacità di formulare frasi con più di tre parole". Il problema era comunque già emerso alle elementari e, nel corso del tempo, vi aveva posto rimedio. Le volte che doveva dire: "questa è una rapina, dammi i soldi se ci tieni alla vita", consegnava al malcapitato un foglio con la frase scritta sopra. La sua pessima calligrafia forse spiega l'escalation di violenza che lo porterà agli omicidi.

Muore di covid-19 il 17 dicembre 2020 all'età di 68 anni nel carcere due palazzi di Padova

Omicidi

Alcuni dei contenuti riportati potrebbero urtare la sensibilità del lettore. Quindi: se non siete maggiorenni, o abbastanza perversi, desistete dal proseguire.

I primi delitti

Il bottino dei primi omicidi.
  • 16 ottobre 1997 - Muore Giorgio Centanaro, nella propria abitazione, soffocato con del nastro adesivo. Il delitto viene inizialmente archiviato come morte per cause naturali[2], in quanto non vi è alcuna traccia che si tratti di un omicidio. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri: "il Centanaro ha inciampato ed è caduto con la bocca su un nastro per pacchi, preso dal panico non è riuscito a strapparselo via". Bilancia si autoaccuserà di tale omicidio dopo la cattura, di sua spontanea volontà, probabilmente per non sembrare l'unico scemo di tutta la vicenda.
  • 24 ottobre - Uccide Maurizio Parenti e la moglie Carla Scotto nella loro casa, sottraendo circa 13 milioni di lire in contanti e altri oggetti di valore. Di questi tempi ne sarebbe uscito con un televisore cinese, un Rolex falso e un posacenere in simil-ottone.
  • 27 ottobre - Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, due coniugi poverissimi, avevano ricevuto il giorno prima un pacco anonimo con molti soldi dentro. Mentre stanno ancora brindando con lo champagne, Bilancia si introduce nella loro casa a scopo di rapina e li uccide.
  • 13 novembre - Uccide a Ventimiglia Luciano Marro, gestore di un banco di cambiavalute. Il bottino è di 45 milioni di lats lettoni, equivalenti ad un panino con la porchetta.
  • 25 gennaio 1998 - Uccide Giangiorgio Canu, un metronotte di Genova, per rivalsa contro le forze dell'ordine. Confesserà in seguito che aveva in lista anche un boy scout e un ausiliare del traffico.
  • 20 marzo - Uccide ancora Ventimiglia, un altro cambiavalute, si tratta di Enzo Gorni. Bilancia si allontana senza bottino, dopo che la vittima aveva estratto dal cassetto alcuni lats lettoni.

Il cognato di quest'ultima vittima lo vede andare via con una Mercedes nera. È il suo primo errore (dopo quello di essere nato).

Il serial killer delle prostitute

La sua seconda passione.
  • 9 marzo - Uccide Stela Truya, prostituta albanese con cui si era appartato. All'inizio prova a farsi chiamare Vercingetorige, poi passa a Walter per facilitarla e offrirle una possibilità di vivere. Niente, quell'analfabeta sbaglia anche quello.
  • 18 marzo - Uccide la prostituta ucraina Ljudmyla Zubskova, che invece di Walter pronuncia Vasilij. Le spara in testa per accertare la presenza di un cervello.
  • 24 marzo - Si apparta con la transessuale Lorena, che si accorge della pistola e fugge. In quel momento sopraggiungono due metronotte, Massimiliano Gualillo e Candido Randò, li ammazza e si getta all'inseguimento di Lorena, che si salva perché avvantaggiata nel correre dalla terza gamba.
  • 29 marzo - Mentre era in carcere aveva sentito parlare della truffa alla nigeriana, sbandierata come un buon metodo per fare soldi. Dopo vari giorni, passati a cercare una zoccola di quel paese, trova finalmente Tessy Adobo. Mentre è con lei ricontrolla i suoi appunti e capisce di aver fatto una cazzata. Le spara per il nervoso.

Questo omicidio rappresenta però la svolta delle indagini: dopo tre prostitute e tre metronotte, la Polizia riesce a fare due più due. La balistica riconosce l'unicità dell'arma utilizzata, quindi gli omicidi sono opera di un serial killer[3]. Grazie alla testimonianza della... del... di Lorena, viene diramato un identikit del "mostro" su tutti i quotidiani. La formidabile trovata[citazione necessaria] ottiene di mettere in allarme le prostitute, impedendo così a Bilancia di farle fuori. Il piano funziona alla grande, infatti il killer inizia ad ammazzare gente a caso sui treni.

Gli omicidi sui treni (Mostro della Liguria)

Con lui in giro prendere il treno non era ragionevole.
  • 12 aprile - Sull'Intercity La Spezia-Venezia, dopo essere sfuggito alle avances di un gay dal ciuffo platinato, si avvale delle sue doti di scassinatore e apre il bagno del vagone. All'interno c'è Elisabetta Zoppetti, che fa giusto in tempo ad esclamare: "Tu sei quello sul giornale. Ma non ammazzavi solo mignotte?!" La risposta è scritta tra le rigature della pallottola che la uccide.
  • 14 aprile - Scopre che la vita del pendolare è molto dura, soprattutto quando le Ferrovie dello Stato cancellano il treno e mandano alle ortiche gli impegni delle persone. Oramai ha caricato la pistola e non ha mai capito come togliere il colpo in canna, quindi torna ad uccidere una prostituta, Kristina Valla.
  • 18 aprile - Torna a colpire su un treno, sulla tratta Genova-Ventimiglia, assassinando Maria Angela Rubino. Quando l'altoparlante annuncia che il convoglio arriverà in ritardo, decide di lasciare un suo personale ed appiccicoso reclamo sul cadavere della donna.
  • 21 aprile - Certo di continuare col suo nuovo hobby acquista un carnet di 10 biglietti. Purtroppo per lui c'è appena stato un aumento delle tariffe, il negoziante lo ha bidonato e il controllore lo fa scendere dal treno. Dopo aver recuperato l'auto, si ferma per fare benzina e scopre che c'è stato l'aumento delle accise sui carburanti. In preda alla furia uccide il benzinaio Giuseppe Mileto.

È il suo ultimo delitto, i carabinieri stanno per catturarlo. Questo testimonia peraltro l'enorme sequela di cazzate che deve aver fatto.

La cattura

Gli elementi che portano alla cattura di Donato Bilancia sono in gran parte derivati da una sua leggerezza, i restanti da una sua grossa stronzata.

  1. Un tizio si presenta dai Carabinieri e sporge denuncia perché ha dato in prova una Mercedes nera e non l'ha più vista.
  2. Lo stesso individuo riconosce nell'identikit fatto da Lorena il potenziale acquirente, di cui conosce indirizzo e numero di telefono. Il primo è giusto, il secondo era quello di Lorena.
  3. Di nascosto vengono confrontate le tracce degli pneumatici con quelle sulle scene di alcuni degli omicidi, si rivelano compatibili con quelli di una Mercedes e altre 15 auto di vario tipo.
  4. Di nascosto viene prelevato il DNA del Bilancia, da alcuni mozziconi di sigaretta e da una tazzina di caffè, e confrontato con quello rinvenuto sul corpo di Maria Angela Rubino. A questo punto si ha la certezza assoluta che il killer è lui, e che è stato anche molto cretino a masturbarsi durante un delitto.

Donato Bilancia viene arrestato il 6 maggio 1998, appena uscito da casa. Non oppone la minima resistenza, del resto: considerando che l'avevano lasciato dormire tutta la notte, sarebbe stato anche molto scortese farlo. Attualmente sta scontando la pena nel carcere Due Palazzi di Padova, forse in quello più alto. Ha finito di scontare i 16 anni per il tentato omicidio, da poco ha iniziato il primo dei 13 ergastoli. Nel frattempo, ha acquistato un biglietto del treno per utilizzarlo in caso di indulto.

L'intervista

Nel 2004 è stato intervistato da Paolo Bonolis in diretta televisiva su Rai 1, durante la trasmissione Domenica in. Il conduttore ha ricevuto aspre critiche per quell'intervista.

(Fuori onda durante la pubblicità)
"Adesso mi incazzo per davvero! Se non mi fa il perverso la pago con una banconota da 0 euro!"

Note

  1. ^ non a caso
  2. ^ incredibile ma vero
  3. ^ con calma eh!