Nonbooks:Argumentum ad ignorantiam: differenze tra le versioni

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{{cit2|Io ho svolto i compiti per oggi, ma ho dimenticato il quaderno a casa. Lei può provare il contrario? No, indi per quindi li ho fatti.|[[Studente]] che sta per beccarsi un 2 sul libretto}}
{{cit2|Io ho svolto i compiti per oggi, ma ho dimenticato il quaderno a casa. Lei può provare il contrario? No, indi per quindi li ho fatti.|[[Studente]] che sta per beccarsi un 2 sul libretto}}
{{cit2|Se io sostenessi che tra la Terra e Marte c'è una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché mi assicuri di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, posto che la mia asserzione non può essere confutata, dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che sto dicendo fesserie. Se, invece, l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente.|Un noto [[Bertrand Russel|bevitore di té]]}}
{{cit2|Se io sostenessi che tra la Terra e Marte c'è una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché mi assicuri di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, posto che la mia asserzione non può essere confutata, dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che sto dicendo fesserie. Se, invece, l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente.|Un noto [[Bertrand Russel|bevitore di té]]}}

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'''Argumentum ad ignorantiam''' è un parolone [[latino]] da usare quando si vuole avere assolutamente ragione e che funziona solo se il tuo avversario non è un [[bullo|armadio che vuole spaccarti il naso]]. Ma è anche ottimo da usare per condire la minestra. Si basa sull'assioma:
'''Argumentum ad ignorantiam''' è un parolone [[latino]] da usare quando si vuole avere assolutamente ragione e che funziona solo se il tuo avversario non è un [[bullo|armadio che vuole spaccarti il naso]]. Ma è anche ottimo da usare per condire la minestra. Si basa sull'assioma:

Versione delle 01:32, 13 ott 2010

« Io ho svolto i compiti per oggi, ma ho dimenticato il quaderno a casa. Lei può provare il contrario? No, indi per quindi li ho fatti. »
(Studente che sta per beccarsi un 2 sul libretto)
« Se io sostenessi che tra la Terra e Marte c'è una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché mi assicuri di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, posto che la mia asserzione non può essere confutata, dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che sto dicendo fesserie. Se, invece, l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente. »
(Un noto bevitore di té)


Argumentum ad ignorantiam è un parolone latino da usare quando si vuole avere assolutamente ragione e che funziona solo se il tuo avversario non è un armadio che vuole spaccarti il naso. Ma è anche ottimo da usare per condire la minestra. Si basa sull'assioma:

« Ciò che non si può negare, è vero. »

Esempio. Io affermo che l'interno del planetoide Plutone è abitato interamente da grossi Pikachu rosa pastello, i quali si esprimono utilizzando una forma arcaica di provenzale antico e abitano in case a forma di biscotto. Potete provare l'inesistenza di questi angelici mostriciattoli, considerata la lunga distanza che ci separa da Plutone e l'impossibilità, almeno per ora, di esplorarne il centro? No? Dunque esistono. Esistono e ci osservano.

Io ho ragione

Io dico che sulla Luna c'è una teiera. Puoi smentirlo? No? Allora c'è una teiera. Ti sembra una cazzata? L'ho scopiazzata dalla pagina omonima su Wikipedia inglese. O forse no. Puoi smentirlo?

Secondo l'argumentum ad ignorantiam io ho ragione anche se non te lo posso dimostrare perché tu non lo puoi negare. La regola funziona nel modo seguente:

A: Io ho un pene gigantesco.
B: Non è vero.
A: Vuoi vederlo?
B: NO!
A: Allora diciamo che ce l'ho gigantesco.

Chiunque si renderebbe conto che si tratta di una gigantesca inesattezza, dato che non vederlo non implica la non esistenza. Difatti, secondo questa fallacia logica, anche questo discorso sarebbe valido:


A: Il Molise non esiste.
B: Ma come no?
A: Ci sei mai stato, l'hai mai visto?
B: Beh, no.
A: E allora vedi che non esiste!


Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Argumentum ad ignorantiam

Ovviamente questa cavolata grammaticale serve solo a dimostrare che io ho sempre ragione su tutto. E tu no, capra! Tuttavia, per una strana serie di coincidenze che sfuggono alla ratio dell'autore di questo articolo, il Molise effettivamente non esiste, quindi ci siamo appena ritrovati all'interno di un paradosso geo-lessicale. Siamo soci di un circolo vizioso e per uscirne indenni abbiamo deciso di rivolgerci a quei cervelloni di Wikipedia.

Kiwipedia fornisce una lunga descrizione di questo sofisma, su cui però molti lettori mostrano riserve. Alla domanda se si siano semplicemente inventati questa voce, Wikipedia ha risposto:

Puoi provare il contrario?

E adesso è indagata per istigazione al suicidio.

Cenni storici

File:Filosofo1.jpg
È vero ciò che è riconosciuto come vero, ovverosia è vero ciò che può essere inconfutabilmente dimostrato come tale? Parlatene con il vostro medico.

In un convegno di dotti dell'antica Grecia, un nutrito gruppo di filosofi disquisivano amabilmente di teorie di fisica, chimica e matemagica applicata, il tutto senza saperne assolutamente nulla. Sta di fatto che, durante il convegno tra costoro che elaboravano teorie scientifiche come pescando i numeri della tombola, un bambino, piccolo, innocente e desideroso di sapere, formulò inavvertitamente la richiesta che avrebbe rivoluzionato il mondo:

« Dimostratelo. »

Calò un intellettuale e sinistro silenzio in sala; alcuni sapienti furono sapientemente colti da infarto, altri raggelarono e tirarono su le vesti in segno di sconfitta. Poi un lieve brusio si levò tra il pubblico: il bambino aveva ragione!, colui che affermava qualcosa aveva il dovere, no, l'onere di dimostrarla! Così le timide difese dei filosofi partecipanti furono coperte dai fischi e dagli insulti dei presenti, mentre il bimbo, inconsapevole di ciò che aveva fatto e ancora impegnato con il suo Gameboy, fu innalzato e portato in gloria dinanzi al cospetto degli umiliati.

"Obiezione, vostro onore! Ma va là..."

Sembrava la fine, tuttavia in soccorso dei nostri dotti eroi giunsero i Sofisti, i quali, aggiustandosi il cravattino poggiante sulla loro camicia fresca di bucato, accomodandosi gli occhialini rotondi sul naso ed estraendo una stilografica scintillante a mò di pugnale, risposero sprezzanti al bambino:

« Dimostraci il contrario. »

D'un tratto i filosofi presenti in sala ripresero colore sui loro volti ebbri di cultura. Il bambino fissò i sapienti con sguardo impaurito e cercò la mano della mamma, il volto rigato da lagrime silenziose; non trovandola, scoppiò in un pianto disperato, constatando come fosse a lui superiore la sapienza dei sapienti nonché che le batterie del Gameboy erano esaurite. I filosofi risero sprezzanti, i morti tra di loro resuscitarono dottamente, e i Sofisti, trionfi del loro successo intellettuale sul bimbo di cinque anni, esclamarono sapientemente:

« Constatiamo dunque che ciò che non si può negare con certezza, deve dunque necessariamente essere innegabile; e ciò che è innegabile lo è perché è vero. Tiè! Abbiamo vinto, tu hai perso, abbiamo vinto, tu hai perso... »

e gli offrirono, per consolarlo, di ripassare da loro qualche anno dopo in modo che il bimbo, divenuto ragazzino, potesse essere istruito da loro sulla filosofia.

Uso antinomiale

"Tsk! Non ti credo!"

Ossia, invece di utilizzare l'argumentum per affermare che qualcosa esiste, lo si può utilizzare per affermare l'inesistenza di qualcos'altro, basandosi perciò sulla massima:

« Ciò che non vedo, è falso. »

Questa tattica ben si sposa con lo scetticismo ed è considerata uno sport estremo. Ecco alcuni esempi.

Esempio 1

- Figlio: “Mamma, quanti anni ho?”
- Mamma: “Disgraziato, come quanti anni hai? Ventuno anni hai, disgraziato! Domande strane mi fai spesse volte...”
- Figlio: “Come faccio a sapere quanti anni ho? I miei ricordi non arrivano al momento in cui sono nato, perciò non posso sapere con esattezza il giorno della mia nascita. Puoi provare in maniera incontrovertibile che ventuno anni fa sono nato?”
- Mamma: “Da questo ventre sei uscito, figlio mio! Vuoi che non mi ricordassi quando sei nato, disgraziato?”
- Figlio: “Come faccio a sapere che non mi stai mentendo?”
- Mamma: “Tutti i tuoi parenti c'erano, Giggì! La buon'anima di tuo padre, dei tuoi nonni, dei tuoi sette zii materni e di qualche ventina di cugini di quinto grado c'erano mentre tu uscivi dal mio grembo!”
- Figlio: “Potreste mentire tutti. Chi mi assicura la veridicità delle vostre affermazioni? Io non credo di essere nato ventuno anni fa, se non potete dimostrarmelo.”
- Mamma: “Il filmino della tua nascita c'è, figlio mio benedetto dal Signore! Cinque ore e mezzo sono, e in basso a destra la data c'è! Vedi, disgraziato? Ventuno anni esatti sono!”
- Figlio: “E chi mi assicura che non abbiate manomesso il video per farmi risultare nato in quel preciso giorno? Altrettanto dicasi per la data dell'anagrafe: loro possono dimostrare in maniera incontrovertibile che sono nato esattamente ventuno anni fa? Erano presenti al momento del parto? E, anche se ci fossero stati, chi mi assicura che non mentano? E anche se fossi nato davvero ventuno anni fa, chi mi assicura che il passato non sia modificabile? No, non sono nato ventuno anni fa.”

Esempio 2

- A: “Ehi, hai saputo che l'Inter ha vinto la Champions League?”
- B: “Certo, e io sono Babbo Natale, sai? Vado in giro di notte a regalare doni ai bravi pampini scuotendo la mia lunga barba bianca. Siamo seri, dài, non ci credo.”
- A: “Ieri ha sconfitto il Bayern Monaco 2 a 0 nello stadio Santiago Bernabeu di Madrid nella finale valevole per il trofeo, con reti di...”
- B: “Hai visto di persona la partita?”
- A: “Io...”
- B: “No, vero? Allora come puoi dire che l'Inter abbia effettivamente vinto l'incontro? Hai visto esclusivamente alla TV il match, ma chi ci assicura che la TV abbia detto la verità? Non puoi credere a ciò di cui non hai esperienza diretta. Per quanto mi riguarda, non c'è stata alcuna partita ieri.”
- A: “Migliaia di persone e giornalisti hanno seguito in diretta la partita allo stadio...”
- B: “Ti fidi ciecamente del parere di qualche migliaio di sconosciuti? Potrebbero mentire. Non so perché dovrebbero, ma io non credo a ciò che non vedo.”
- A: Mio cuggino è andato allo stadio e...”
- B: “Potrebbe mentire. Tutti mentono. Basta, io non credo che l'Inter abbia vinto la Champions. Non credo neanche che esista una competizione denominata "Champions League": tu l'hai mai vista? No? Così come non credo neanche all'esistenza di squadre di calcio chiamate Inter o Bayern Monaco. E non credo neanche che esista uno stadio a Madrid. Anzi, non credo neanche che esista Madrid. Non ci sono mai stato.”

Considerazioni

Poiché, secondo l'argumentum, ciò che non può essere confutato è vero, ma nulla può essere incontrovertibilmente confutato senza prima rompersi i maroni, tutto è vero. Così come, poiché ciò che non può essere dimostrato è falso, tutto è falso. Sapendo che, se A=C e B=C allora A=B, dovremmo ricavarne che il tutto è il niente. 1=0. Tuttavia possiamo noi dimostrare che l'argumentum è vero, o che è falso? Possiamo dimostrare che qualcosa esiste? Noi esistiamo? Noi siamo essere, non essere o semplicemente non contiamo un cazzo?

Da tutto ciò si ricava principalmente una cosa:

« I filosofi dovrebbero scopare di più. »

E questo è inconfutabile.

Cose su cui ho ragione

Ho ragione io, capra! ARGUMENTUM AD IGNORANTIAM, CAPITO!?
  • Hai mai visto di persona Sofia Loren? No, perchè è un personaggio inventato dalle riviste di gossip come Chi?.
  • Hai mai visto una bicicletta? No, perchè sei cieco? Beh, allora non puoi negarmi che non esistono.
  • Dio esiste. Puoi provarmi il contrario? Se Dio esistesse non avrebbe permesso tutto questo male sulla Terra. A dire il vero stai solo dimostrando che Dio esiste. E ci odia.
  • Hai delle prove che gli extraterrestri esistano? No? Ne hai uno sulla spalla destra proprio adesso.

Voci correlate