Guus Hiddink

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Hiddink ed Ancelotti si scrutano l'un l'altro.
« Ne rimarrà soltanto uno »
(Carlo Ancelotti su Guus Hiddink)
« Stasera voi scenderete in campo e vincerete!!! »
(Guus Hiddink ai propri giocatori prima di Corea del Sud -Italia)
« Si mistel possiamo falcela »
(Giocatore coreano dopo le parole di Hiddink)
« No coglione... abbiamo comprato l'arbitro »
(Risposta di Hiddink al giocatore coreano)
« Vincere e vinceremo!!! »
(Guus Hiddink in crisi mistica)

Guus Hiddink (Olanda,1800) è il clone malvagio di Carlo Ancelotti.


Storia

Un'immagine del Progetto: olandese volante.

Sviluppato dalla Philips a immagine e somiglianza di Ancelotti, Hiddink era inizialmente un prototipo di super-allenatore denominato Progetto: olandese volante, creato per allenare il PSV Eindhoven.
Il team di progettisti genetici della grande azienda olandese decise di non rivelare al povero Guus la verità sulle sue origini e di sottoporlo a un severo addestramento che avrebbe portato al potenziamento delle sue qualità.
Superati tutti gli esami, Hiddink cominciò ad allenare il PSV, e applicando tattiche a base di super schemi e metageometrie, arrivò ben presto sul tetto d'Europa.

L'ascesa e poi la follia

Visto il successo ottenuto, i vertici segreti olandesi decisero di trasferire il "Progetto: olandese volante" alla guida degli undici arancini della nazionale, dopo averlo sottoposto a un ulteriore addestramento che lo avrebbe reso perfetto. I primi test diedero risultati strabilianti, i poteri di Hiddink si stavano incrementando sensibilmente, finché un giorno non gli capitò di vedere una partita del Parma con Ancelotti in panchina.

Stravolto, il povero allenatore si lasciò prendere dalla follia ed emigrò clandestinamente in Corea del Sud, dove per sbarcare il lunario cominciò ad allenare la ridicola nazionale locale. Provando rancore verso il proprio gemello e verso il suo paese, Hiddink cominciò ad addestrare i giocatori Coreani al solo scopo di annientare la nazionale italiana a qualunque costo, anche se poi la pippagine degli undici musi gialli lo avrebbe costretto a pagare il narcotrafficante-arbitro Byron Moreno per poter eliminare l'Italia dai mondiali nel 2002.

Il nuovo tentativo

Non ancora soddisfatto della sua vendetta, Hiddink decise di fuggire dalla Corea e rifugiarsi in Australia: lì il clone di Carletto cominciò a cospirare nuovamente contro la nazionale italiana, addestrando nove aborigeni e due canguri con lo scopo di spacciarli per la nazionale Australiana ai mondiali successivi.

Anche qui trovò l'Italia sulla sua strada ma, nonostante avesse consegnato una tangente all'arbitro in cambio dell'espulsione di Materazzi, l'Italia questa volta riuscì ad averla vinta grazie a un rilancio dell'ultimo minuto sulla cospicuità della mazzetta.

Di quel giorno restò famosa la reazione rabbiosa di Hiddink, che emigrò in gran segreto nella fredda terra russa, dove ovviamente continuò a seguire la sua vocazione di missionario al servizio delle nazionali meno talentuose del globo.

Guus non sapeva che proprio in quella landa coperta dal ghiaccio avrebbe trovato una nuova occasione di rivalsa.

La missione della sua vita

Hiddink si è prefissato come scopo quello di eliminare il proprio gemello Carlo Ancelotti, i vari tentativi di distruzione della nazionale italiana e la loro poca coerenza con il piano dell'allenatore sono giustificati dalla sua follia.

Ultimamente il malvagio Guus ha trovato un prezioso alleato, la mafia russa, comandata da Roman Abramovich. Il plurimiliardario lo ha preso in simpatia e gli ha offerto la panchina del Chelsea. Felipe Scolari, che in quel periodo allenava la squadra londinese, ha accettato con serenità l'esonero grazie alle doti dialettiche di Abramovich e alla promessa di un bel cappotto di legno in caso di proteste.

Così ora Hiddink allena il Chelsea come attività di copertura, e nel tempo libero progetta in gran segreto il suo prossimo piano per uccidere Ancelotti e sostituirsi a lui.

ULTIMORA

« Londra. Carlo Ancelotti è il nuovo allenatore del Chelsea, sostituisce Guus Hiddink che risulta scomparso. »
(Fonte Ansa)

Sembrava non ce l'avrebbe mai fatta, invece eccolo lì, comodo sulla sua panchina del Chelsea fingendo di essere Ancelotti che invece giace in fondo al Mar Baltico con le scarpe piene di cemento.

Ora, approdato nell'Impero Ottomano, mira a diventarne il Sultano.