V per Vicenza

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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Disambiguazione – Magari hai fumato troppo. Se cercavi la versione apocrifa, vedi V per Vendetta.
« È dalla scena del negro con la bocca sul marciapiede in American History X che non mi commuovevo così tanto guardando un film! »
(Mario Borghezio su V per Vicenza.)

V per Vicenza è il film nazionale del popolo padano e come tale viene proiettato tutti i giorni 24 ore su 24 su Radio Padania Libera; purtroppo la radio è un veicolo di suoni e non di immagini e quindi nessuno ha mai visto il film, ma per fortuna le oneste genti padane non lo sanno e vivono felici lo stesso.

V per Vicenza è stato scelto per essere preservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Secessionisti di Padania, situata nello scantinato dello studio odontoiatrico di Calderoli.

Storia editoriale

L'enigmatica maschera di V.

Il film è tratto dall'omonima graphic novel di Alan Moore, già autore di Watchmen, un fumetto inchiesta sulle ronde padane.
Il lavoro gli fu commissionato direttamente da Umberto Bossi in carne e ictus, che voleva alimentare il mito celtico con una storia di ardore patriottico che fosse comprensibile anche alle forme di vita più bassa, i suoi elettori. Il primo incontro non fu dei migliori:

« Com'è che si chiama lei? Al An-Mur? Uè testina, ma non sarai mica un musulmano? »
(Bossi a Moore)

Chiarito il banale qui pro quo, il progetto pareva comunque destinato a naufragare, perché Alan Moore non era interessato all'idea. Il Senatur allora ricorse al suo carisma e alle sue doti da affabulatore: fece rapire Moore e lo rinchiuse in un pozzo artesiano in compagnia di Roberto Maroni e della sua band di suonatori di fave.
Moore capitolò dopo oltre venti minuti di eroica resistenza e realizzò il fumetto.

Solo allora Bossi capì che il leghista doc non è in grado di leggere il bugiardino dei medicinali, figuriamoci un fumetto!
Ordinò pertanto che V per Vicenza diventasse un film, e che Luisa Corna vi prendesse parte.
Non prima di avergli fatto un chinotto, però.

Trama

Vicenza, novembre 2010. La città dei mangiagatti è ridotta a un covo di battone sguaiate, culattoni eversivi e fottuti estremisti islamici dall'alito che puzza di curry. I poveri cittadini quasi non escono di casa e sono così spaventati da aver rinunciato a reclamare il loro sacrosanto diritto all'apartheid.
In questo clima di lassismo di chiaro stampo meridionale, solo un uomo ha il coraggio di prendere a calci in culo il sistema: egli si nasconde dietro la sorridente maschera di Alberto da Giussano e si presenta solo con il nominativo di V, iniziale di VAFFANCULOOO!, urlo di guerra che il nostro pronuncia ogniqualvolta sente pronunciare castronerie come Roma capitale o Italiani di seconda generazione.

La celebre scena in cui due immigrati clandestini tentano di fare ritorno in Senegal a nuoto.

V si lancia in una serie di clamorose azioni dimostrative:

Il 5 novembre, anniversario della storica promozione di Renzo Bossi agli esami di stato, V realizza l'atto finale: costruisce una diga artificiale (sublime esempio di laboriosità celtica) e modifica il corso del Po dirottandolo sull'accampamento di quei debosciati fricchettoni dei No Dal Molin. I vicentini, trascinati da tanto sprezzo del pericolo, si riscuotono dal loro torpore e cacciano dalla città i baluba, i kebabbari, la giunta comunale di sinistra e la comunità ebraica locale (che si sa, quelli centrano sempre).
Vicenza è finalmente mondata dalla sozzura sociale e V, terminata la propria missione, viene eletto per alzata di mani presidente del parlamento padano, costruito per ironia della sorte sui resti dei No Dal Molin. Tuttavia V rifiuta la carica preferendo farsi da parte.
E diventando europarlamentare.

Interpreti

  • V: Ugo Dighero.
  • Battona irrilevante ai fini della trama: Luisa Corna.
  • Sindaco di Vicenza: James Gandolfini.
  • Basilica Palladiana: Umberto Smaila.
  • Tizio rinchiuso in un pozzo artesiano dopo aver detto che il film è una merda: Alan Moore.
  • Immigrati e fricchettoni spazzati via dall'esondazione del fiume: veri immigrati e fricchettoni spazzati via dall'esondazione del fiume.

Il film è arricchito da un piccolo cameo di Jorg Haider nei panni di un turista tedesco che continua a ripetere: "A Düsseldorf strade ezzere molto più pulite. No piscio! No barboni!"

Principali differenze tra film e fumetto

Come sottolinea correttamente il sagace Flavio Tosi, la differenza è evidente: uno è un film e l'altro è un fumetto.

Influenza culturale

Quando hanno sentito parlare di influenza culturale, i padani si sono spaventati un sacco e sono corsi al pronto soccorso credendo di avere preso qualche malattia infettiva.

Voci vendicate