Fascisti su Marte

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Fascisti su Marte, un film che va visto, fortissimamente visto.
Solo nei migliori cinematografi, dopo il Cinegiornale.


« O Marte, o morte! »
(Il lungo ed infervorato discorso con cui il Gerarca Barbagli comincia lo sbarco sul pianeta rosso.)
« O Duce, Marte è tua, te la incarto o te la porti via così? »
(Il panettiere al Duce.)
« Un semplice "Me ne frego" sostituisce respiratori e vezzosi orpelli con cui le donnette arricchiscono il paese della sterlina. »
(Il gruppo di eroi poco prima di fare una morte atroce per asfissia.)


Fascisti su Marte - Una Vittoria Annegata è uno dei capolavori cinematografici del cinema fascista. L'unico, per essere pignoli. Si tratta del riadattamento su pellicola di una delle più grandi conquiste del periodo fascista: quella di Marte. La censura del regime ha però voluto omettere il terribile esito della missione, preferendo inserire molteplici slogan del partito che inneggiano ai valori della patria, della razza e della topa (punti cardine nell'educazione del buon Balilla).
Viene tutt'ora considerato da molti come uno dei più grandi film della storia della fantascienza, pari solo a Italia - Un governo che funziona e Predator va in vacanza.

Trama

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Una volta avevo un criceto di nome George che lesse la trama di "Bianca e Bernie nella terra dei Borghezio" prima di vedere il film e si suicidò. Quindi fate attenzione, non voglio avere altre morti pelose sulla coscienza.

Barbagli chiede consiglio al busto del Duce. Che fare? gli chiede ansioso. E che ne so io! gli risponde paternamente Egli.
L'avveniristico razzo fascista, poco prima di essere dipinto di sano nero.

Alle ore 15.00 del 10 maggio 1939 Marte è fascista!

La partenza e gli addii alla nobile Patria

Così inizia una delle più grandi avventure del regime fascista.

Dopo mesi e mesi di di lavori frenetici negli italici laboratori di San Felice del Benaco, frazione di Salò, un manipolo di fedeli scienziati riesce a concludere i lavori su una efficiente e fascistissima navetta spaziale. Nera come la camicia di buon camerata, forgiata nel più puro acciaio molisiano, essa condurrà un manipolo di valorosi verso Marte. Tempo prima, infatti, il Duce aveva commissionato il regime un progetto ambizioso: conquistare il Pianeta Rosso, il vile Pianeta Comunista, per mostrare agli sporchi liberali di che pasta fosse fatto un fascista. E così è. Precisi come un orologio dei biechi e neutrali elvetici, gli scienziati approntano il loro capolavoro. E il Duce approva; fortissimamente approva. Il giorno dopo il razzo con gli eroi parte fra gli applausi della folla entusiasta[1] e gli scoppiettii dei moschetti da parata.

« Conto alla rovescia! X... IX... VIII... »

Verso l'infinito e oltre

Il viaggio è duro, lungo ed estenuante, ma nulla può fermare la volontà ferrea di questi uomini. Ben ventordici mesi passano prima di intravedere il pianeta, ma per essi sembrano solo pochi minuti.

Perdinci, abbiamo perso il carico di Amaro Montenegro nello spazio! sembra dire con volto stremato il Gerarca.

Ed ecco che allora appare il volto rosso fuoco dell'obbrobrio celeste. L'impatto con l'atmosfera è tremendo, ma i prodi non si scompongono, neanche quando le paratie cedono di fronte all'ostilità marziana. Fecchia fa di se stesso scudo e così salva la vita alla missione. L'atterraggio che segue non è certo dei più morbidi, ma solo un effemminato d'oltrAlpe potrebbe esserne intimidito.

Marte è nostro!

Ovunque passi, il fier fascista lascia il segno!

E così essi mettono piede sul suolo marziano; ed è subito lotta. Lotta con l'aria tremenda, che concede ben poco; lotta con Fecchia che si è incastrato fra la lamiere metalliche; lotta con Santodio, che con le sue fastiodiose flatulenze contribuisce a rendere l'atmosfera ancora più pesante. Ma il Gerarca non si perde d'animo e fa appello al bronzeo busto del Duce, sempiterna guida del gruppo: Egli è come se fosse lì con loro, a consolarli e a dargli forza. Ma a nulla vale l'appello poiché, si sa, la vile realtà non riconosce il coraggio e così l'aria marziana punisce implacabile il giovane Freghieri, il quale, annaspando in cerca di aere, si impala sul suo stesso moschetto. Pace all'anima sua.

La missione continua invero, fra un vano tentativo di trarre profitto dal pianeta e una ricerca disperata di forme di vita, ostili o meno. Marte si rivela proprio come un vero comunista: sterile, brullo e povero. Che disonore per i valorosi! Ciò però non sminuisce l'entità della missione: Marte deve essere conquistato e così sarà! A Barbagli l'onore di piantare la bandiera in terra, la quale, beffardamente, si rifiuta di stare in piedi; un altro giochetto degno della peggior specie di comunistello.

Allarmi! Allarmi! L'offensiva mimimmica è cominciata

Un gruppo di mimimmi in tutta la loro ferocia e sete di sangue. Non sono spaventosi?

Quando ormai essi sembrano aver perso le speranze, ecco che Marte dà segni di vita: rocce giganti e dall'aspetto maligno si fanno avanti; non paiono di certo esser lì per una partita a briscola. Sono i Mimimmi, gli abitanti di Marte, spietati divoratori di bambini e nemici dell'italica fede. Comincia così una dura lotta dura e impari: molti cadono sotto i colpi possenti dei Mimimmi, altri invece fuggono come donnicciuole. Solo Barbagli si salva dal massacro e nei dì seguenti vaga senza forze in cerca di cibo e di acqua, ma la fine è ormai inevitabile: si lascia morire a torso nudo, il petto esposto alle intemperie della feroce tempesta marziana, mentre con le ultime forze urla al destino infelice: Me ne frego!


Alle ore 13.37 (ora marziana) del giorno 13 luglio 1940 Marte non è più fascista. Il mimimmico nemico ha trionfato sugli italici invasori.

La trama è finita, leggete in pace.


Protagonisti

Ecco i nostri prodi eroi che sbarcano sul suolo nemico. Da sinistra a destra (si va sempre a destra!): Fecchia, Santodio, Barbagli, Freghieri, Pini. Che uomini! Che tempra!
Il truce sguardo del Gerarca trasmette fierezza in chiunque lo osservi.

5 sono i neri protagonisti che hanno fatto la storia di Marte: 5, come le forti dita del buon fascista; 5, come i figli che un buon cittadino deve avere; 5, come l'altezza in centimetri del Duce.

  • Gerarca Barbagli. Quest'uomo tutto d'un pezzo è devoto anima e corpo alla sua Patria. Implacabile, inarrestabile, ineguagliabile e insormontabile, egli guida i suoi uomini verso vittoria certa. Si dice che il suo manganello sia un'estensione del suo braccio.
  • Fecchia. Questo non è un uomo: è un gigante, un mostro, una bestia. Con i suoi 167 centimetri svetta sugli altri camerati. Bastione di certezze per il regime, egli combatte a petto scoperto i nemici della Patria.[2]
  • Santodio. Figlio di lascivi e inetti borghesi, questo camerata ha scelto la vita dura del soldato per onorare il suo credo. Che esempio per i giovani!
  • Freghieri. Il molliccio acciaio britannico non vale nulla contro quest'uomo, il cui fisico è scolpito nel più puro granito italico. Sfortuna vuole che egli muoia con disonore impalandosi sulla sua stessa baionetta, ma il suo coraggio rimarrà imperituro nei nostri ricordi.[3]
  • Pini. Abile nella guerra come nelle relazioni con le femmine, costui ha fama di essere un grande amatore. Chissà quanti giovani cuori di donzelle sono caduti sotto il suo sguardo fermo.[4]

Critica e premi

Sgarbi esprime la sua approvazione.

La critica ha letteralmente elogiato questo lungometraggio. Il film è stato premiato al famoso Festival di Brno come Miglior prodotto cinematografico degli ultimi venti minuti. Senza contare anche l'Oscarrafone per gli effetti speciali: la giuria è rimasta a dir poco sconcertata dalle avanzate tecnologie con cui sono stati relizzati gli alieni Mimimmi.
Ecco alcuni commenti da parte dei VIP che hanno partecipato al Festival:

« Sono commossa. »
(Alessandra Mussolini, la quale ha dormito per tutto il film.)
« Fascista! »
(Sgarbi dopo aver visto il film.)
« Ma va? »
(Il regista rispondendo a Sgarbi.)
« Aho, ma 'ndo sta il buffet? »
L'intrepido macaco non arretra di fronte alla mancanza di banane sul suolo marziano.

Il tanto atteso sequel: Macachi su Marte

Voci non confermate[5] provenienti dai corridoi del Pentagono affermano che nei prossimi anni uscirà il secondo episodio del pluripremiato film: Macachi su Marte. I fun più esperti sono riusciti a cogliere alcune informazioni sul film in uscita: a quanto pare i nuovi protagonisti saranno un gruppo di macachi eroici disposti a sacrificare le loro pelose vite pur di riscattare l'onore fascista. La spedizione sarà questa volta finanziata da Forza Nuova in collaborazione con la Fattanza Nazionale.
Immediate le proteste degli animalisti. Ma è solo un film! gli è stato risposto. Ma loro non demordono.

Note

Note? Tzè! Il vero fascista non suona; il vero fascista le suona!

  1. ^ ...di liberarsi di quella gentaglia.
  2. ^ Alcuni dicono che non sia un bello spettacolo.
  3. ^ Peccato che nessuno sappia cosa voglia dire imperituro.
  4. ^ Probabilmente nessuno.
  5. ^ La notizia è vera, mica uno scherzo! .

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