Pelo Ponneso

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« Un regista sotto le righe »
(Cocainomane su Pelo Ponneso)
« Un immagine, un suono, aëhh! »
(Pelo Ponneso su Esse come Savona)
« Quattro stronzate messe insieme, ahahah! »
(Pelo Ponneso su Esse come Savona durante il fuori onda)
« Andate al cinema, andate a vedere il mio film, ahahah! »
(Pelo Ponneso che tenta di convincerci di andare a vedere Esse come Savona)
« Sì signore c'ha du cannucce ar naso e n'artra nun te dico dove perché so' 'n signore, j'è pijato un ictuse, sapete come so 'sti artisti, mezzi drogati, mezzi froci... »
(Cav. Eros Cecconi su Pelo Ponneso)


Pelo Ponneso, all'anagrafe Gianfranco Peloponneso (Firenze, 2 novembre 1973), fratello del noto studioso acqueo Nevio Nave, è un critico cinematografico e regista italiano ovvero esponente della prospettiva e del cinema impegnato che tutto il mondo ci invidia.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!

Biografia

Tutto iniziò con un inserzione su Business

L'infanzia tribolata, dovuta al mancato riconoscimento paterno e alla prematura scomparsa della madre, tale Irene Mendolicchio[1], è stata in qualche modo equilibrata dall'affetto ricevuto dal parroco Omar Quadri, suo istitutore ai tempi del collegio nel convento dei Cazzi Brognoni di Roma. Qui Pelo Ponneso viene istruito ed educato mangiando pane e cicoria in uno studio matto e disperato passando dal cinema di propaganda del realismo socialista ai pornazzi e alla visione forzata di capolavori del cinema muto come: Oktiabr, Bežin lug, Ivan Groznyj, Stacka!, Александр Невский e[2][3]Bronenosec Potëmkin.

Le proiezioni duravano settimane, finché un giorno i servizi sociali, avvertiti da alcuni signori del posto lamentatisi del tanfo insopportabile delle cantine dell'istituto, trovarono il giovane ancora incollato allo schermo, in uno stato igienico pietoso, infatti rimase 2 mesi senza ne bere ne mangiare, urinando e defecando sul posto.

Particolare e cruda modalità di questa visione forzata, l'inibizione degli occhi in stile Arancia Meccanica. Il parroco Omar Quadri fu il responsabile di questo scempio; l'aguzzino chiese il rito abbreviato, ma fu condannato dal tribunale dell'Aia a 45 anni per crimini contro l'umanità e a un risarcimento di 100.000.000€ nei confronti dell'Enel per morosità.[4]

Chi cazzo me lo fa fare?

Dopo questa traumatica esperienza il sistema nervoso del futuro regista non resse alla cosiddetta Sindrome da lager e probabilmente anche alla Sindrome di Stoccolma, visto che ringrazia ogni giorno il suo parroco-carceriere per averlo legato e tenuto settimane alla visione dei capolavori di Ejzenštejn. L'autore di questo articolo al suo posto lo avrebbe fatto uccidere da un sicario.

Archiviata l'esperienza all'Istituto-Lager, il giovane Pelo inizia a vivere da dissoluto girovagando per l'Europa vivendo sotto i ponti, nutrendosi di bacche e radici, bevendo dai succhi di frutta buttati per terra dai bambini. Ribelle, artista, affamato di cultura, non si risparmia per nulla al mondo e in uno dei suoi tanti viaggi ad Amsterdam conosce grandi registi come Bruno Liegibastonliegi, Evìto di Dirlo e Ugo Tiralaltro, il grande Ennio Annio, il regista di Fernet 9/11° Michele Muro e attori da premio Oscar come il noto stuntman vocale Ivo Avido, Rupert Sciamenna e Nick Malanno (non sono mancate piccole incomprensioni con quest'ultimo, ah ah ah). Non si è ancora capito il perché di tutta quella folla ad Amsterdam.

Un artista a 90°

Pelo alla prima di Esse come Savona

Di lui ci colpisce la duttilità in qualsiasi arte.

È un abile musicista, suona diversi strumenti: dallo xilofono alla chitarra alla pianola, perfino il didgeridoo.

Grazie all'aiuto del prof. Long, Pelo Ponneso è conosciuto anche come un eccezionale ceramista e un valido pittore, di cui ricordiamo un famossisimo quadro da lui dipinto, dal titolo: La principessa sul pisello smerdata che si appella al cuore e ai ricordi, che raffigura una giovane donna nell'atto di leggere un libro; peculiarità di questo bellissimo quadro è la firma, infatti l'umilissimo Pelo Ponneso non ne ha inciso la sua, ma una delirante scritta: Da stampa. In molti si chiedono il perché di questa scritta Da stampa, su questo punto Ponneso ha prontamente affermato:


« Non è di mia ispirazione, quel cazzo di quadro nonostante l'abbia fatto io per intero non l'ha fatto io, in pratica, per ottimizzare il quadro, mi sono ispirato grazie a una piccola immagine di una pagina di un noto quotidiano, di cui non faccio il nome, la Gazzetta del Mezzogiorno, ebbene se non fosse per quel dettaglio, che se non ricordo male era il tessuto di una tenda. Questo mio quadro, cui non faccio il nome per non farmi pubblicità, anche se è mio non l'avrei mai concepito se non fosse stato per quel dettaglio, per cui ho scritto Da stampa anziché Pelo Ponneso, e comunque ha fatto tutto il prof. Long. »

Questo suo atteggiamento non è una sorpresa, pare che nel 99% delle sue opere abbia sempre dato elogi e meriti al fantomatico prof. Longo, meritevole di un beneamato cazzo.

Per non parlare di quella volta che ha buttato tutti i soldi che aveva in cassaforte e nel conto corrente, soldi buttati da sop e bbasc, dal suo terrazzo romano così, per amore dell'arte. Ma che ci volete fare, come dice il Cavalier Eros Cecconi, questi sono artisti, ribelli, mezzi drogati, mezzi froci...

Gli anni ribelli

Rammentare che non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti la visione prolungata di film cecoslovacchi ha consacrato Pelo Ponneso pioniere del montaggio analogico. Se non fosse stato per quella traumatica esperienza, noi comuni mortali non avremo potuto godere della visione di Siediti Tommaso e Urla a caso, che è un ode delle emozioni provate durante la sua segregazione ovvero il suo capolavoro Esse come Savona, un film dalla forte carica ermetica e dalla linguistica pragmatica che lo ha consacrato nell'Olimpo del Cinema come Regista sotto le righe.

Da annoverare il celebre film documentario T di Torino R di Roma, specchio sul terrorismo italiano di estrema destra e sinistra durante gli anni di piombo; dalla strage di Piazza Fontana al rapimento e l'uccisione dello statista Aldo Moro. Accusato dal MOIGE e dall'Opera Pia Porno Bambino per l'elevato uso di splatter, Pelo Ponneso ha risposto con un perentorio: Chiudete la finestra AHAHAH!!!.

In data 8 maggio 2008, Pelo Ponneso e il suo cast sono stati ospiti alla Festa del cinema impegnatissimo della notte bianca di Bogotà, presentando come nuova proposta straniera il film drammatico Per un Pelo. Apprezzamenti dalla critica e da parte del pubblico, che, estasiato dalla grande qualità del film e dalla solita e inossidabile forte carica ermetica, ha lanciato rose, fiori e ovuli di cocaina in direzione del regista.

Pelo Ponneso Ieri

Proprio ieri il nostro regista sotto le righe ha dato vita alla soap-opera Intralci, partorita dalla sua mente dopo aver adottato l'orfano Giardiniere Manolo, proprio per trovargli un posto di lavoro.

Pelo Ponneso Oggi

Ora vive di stenti cibandosi di bacche e radici e saltuariamente alla Caritas o ancora scroccando nelle case degli amici, come sempre ha fatto.

Da qualche tempo minaccia il suicidio; dopo l'ultimo successo Per un Pelo il regista ha minacciato di buttarsi dal piano terra del Pirellone perché nessun produttore vuole fargli girare un film, fortunatamente il suicidio è stato sventato dai vigili del fuoco e dal suo amico fraterno Francesco Nuti che ha convinto Ponneso a desistere dall'insano gesto.

Pelo Ponneso compirà 36 anni a novembre, non ci resta che auguragli un in bocca al lupo, minimo riconoscimento per un uomo sempre pronto a smentire le frivolezze del pacchiano mondo hollywoodiano e che ha sempre portato alto il nome del made in Italy del cinema nostrano nel resto del mondo.

Filmografia

Soap Opera

Curiosità

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  • Pelo Ponneso è il rum più bevuto nei peggiori bar di Caracas.
  • Ha dichiarato di essere idrosessuale.
  • Colleziona i testi di Mino Martinelli.

Voci Correlate

Note

  1. ^ Nel senso che è scappata.
  2. ^ La corazzata Potëmkin.
  3. ^ Di cui il maestro apprezza particolarmente il montaggio analogico e gli stivali dei soldati.
  4. ^ La bolletta della corrente chi la doveva pagare?