Marlon Brando

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Marlon Brando con James Trivette, nel breve periodo in cui sostituì Chuck Norris in Walker Texas Ranger.
« L'orrore. L'orrore! »
(Marlon Brando al culmine dell'obesità)

Marlon Brando (detto anche Marlon Brandy per il vizio del cicchetto) è stato, assieme a James Dean, Steve McQueen e al culo di Van Damme, uno dei volti più rappresentativi di Hollywood: in un'epoca in cui i film americani erano talmente edulcorati da sembrare filmini della cresima, fu lui a sdoganare sul grande schermo i vaffanculo, il tabagismo, la guida senza casco e il sesso anale (in una memorabile scena di Ultimo tanga a Parigi).
Da buon mafioso, fu insignito della Lupara d'oro dalla Lega dei Gentiluomini Italoamericani e di una stella nella Hollywood Walk of Fame, nella quale decise, alla fine dei suoi giorni, di farsi cementificare.

Biografia

L'icona

Il suo primo film è The Men, in cui ha la parte di un reduce di guerra che ha perso occhi, braccia, gambe e lingua e che comunica muovendo le orecchie (un colpo di orecchie vuol dire "ho fame", due "ho sete", tre "cambiatemi perché mi sono cagato addosso", nessun colpo "sto dormendo"). La performance e il ciuffo imbrillantinato che sfoggia nel film gli permettono di farsi notare; si specializza nel ruolo di giovane scavezzacollo dal sorriso malandrino e dall'ascella pezzata in pellicole come:

L'immagine personale che Brando scelse per il suo profilo Facebook.
  • Un trans chiamato Desiderio. Qui Brando, nei panni di un rude polacco che si invaghisce di un travestito italiano, è affiancato da un esuberante Cristiano Malgioglio, il Desiderio del titolo.
  • Gli ammutinati del Bounty, l'amara storia di un gruppo di operai in sciopero che si rifiuta di continuare a produrre merendine al cocco. Meno valido fu il sequel Gli ammutinati del Mars.
  • Viva Zapatero!, ispirato alla figura del rivoluzionario che liberò i peones e liberalizzò i matrimoni gay.

È in questi anni che si cuce addosso l'etichetta di artista sensibile alle tematiche sociali, attivandosi in prima persona contro la discriminazione razziale e l'aumento del prezzo della cocaina. Nel 1963 Brando partecipa assieme ad altre 250000 persone (15, secondo la questura) ad una celebre marcia per i diritti civili a Washington, e alla fine invita tutti a casa sua per uno spritz.

La senilità

A metà degli anni settanta il mito di Marlon Brando sembra volgere al tramonto. L'attore paga lo scotto di un temperamento troppo sanguigno (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al regista Gillo Pontecorvo durante le riprese del film Queimada), di una vita privata tormentata (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila alla prima moglie Anna Kashfi durante il viaggio di nozze) e di alcune scomode prese di posizione politiche (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al presidente Nixon durante una visita alla Casa Bianca).
Insoddisfatto, l'attore scappa a Parigi alla ricerca della serenità perduta; qui, stazzonato e cencioso, inizia a vendere panetti di burro porta a porta. La grama esperienza casearia ha termine quando Bernardo Bertolucci, in esilio in Francia dopo essere stato condannato all'ergastolo per reiterata violenza sessuale su capre, riconosce in lui l'ex-divo. Bertolucci scrittura Brando per Ultimo tango a Parigi, la storia di un uomo di mezza età che riflette sulle sue frustrazioni e sui suoi fallimenti e intanto lubrifica l'ano di una diciottenne con quintalate di burro fuso.
Il film segna la rinascita professionale di Brando e vale al regista un secondo ergastolo in contumacia, per oscenità e uso improprio di latticini.

Sono proprio loro, i testicoli di Al Pacino!

La parentesi mafiosa

L'alimentazione a base di burro, ormai vera e propria ossessione, dona a Marlon la mole e l'odore di balena spiaggiata, tanto da costringere sua figlia (nonché sua terza moglie) Tarita a trasportarlo in giro con un carrello elevatore. Brando si ritira quindi nella sua villa a Little Italy, da dove amministra la sua nuova attività di boss di quartiere: intimidazioni, racket, regolamenti di conti. Interrompe il suo esilio dorato solo per prendere parte a due film:

  • Il padrino, nel ruolo fortemente autobiografico di Don Vito Corleone, pacifico pensionato INPS. Brando ricorre a un trucco per deformare i propri lineamenti e arricchire l'espressività del proprio volto, tenendo all'interno della bocca non un paio di grossi batuffoli di ovatta, come molti erroneamente credono, bensì i testicoli di Al Pacino.
  • Apocalypse Now, in cui interpreta il colonnello Kurtz, impazzito dopo aver visto Bear Grylls sopravvivere nella foresta cibandosi di vietcong e merda di scimmia. Durante le riprese Brando sfida Jim Morrison, autore della colonna sonora, in una gara a chi beve più mojito. La gara si protrae per due settimane e si conclude con la resa di Morrison per sopraggiunto coma etilico.

I premi

Attore di grande talento, era capace di penetrare a fondo nei personaggi fino a immedesimarsi completamente in loro, anche se godeva di più nel penetrare nelle colleghe di scena. Gli fu assegnato il Premio Oscar due volte: nel 1955 per la sua interpretazione di un faraglione roccioso in Fronte del porto, nel 1973 per Il padrino. Nel secondo caso la giuria aveva ritenuto la sua performance indegna e imbarazzante (un vecchio obeso che biascica e sputazza pezzi di arancia non è un gran vedere), ma il regista Francis Ford Coppola (baciamo le mani) omaggiò personalmente i membri dell'Academy con teste di cavallo nel letto e fece cambiare loro idea.
Marlon Brando inviò alla cerimonia di premiazione una giovane squaw indiana, che tenne in sua vece un discorso di denuncia e di protesta contro l'ambiente hollywoodiano.
Si scoprì solo anni dopo che quella non era una vera squaw, e neppure una vera donna: era Marlon Brando, che ancora una volta lasciò tutti di stucco con un'interpretazione strabiliante.

Curiosità

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  • Dopo una notte brava a Las Vegas si ritrovò sposato con un cartellone pubblicitario raffigurante Liz Taylor.
  • Conservò per anni come una reliquia il panetto di burro con cui sodomizzò Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi, ma finì col mangiarselo durante un attacco di fame notturno.

Voci correlate